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domenica 20 ottobre 2024

“Il mercato editoriale librario italiano: concentrazioni, distribuzione e crisi delle librerie” di Davide Romano, giornalista

 


Il mercato editoriale italiano è caratterizzato da una forte concentrazione e da una serie di problematiche legate alla distribuzione e alla crisi delle librerie. Secondo i dati dell'Associazione Italiana Editori (AIE), nel 2023 il fatturato del settore ha superato i 3,5 miliardi di euro, con un mercato sempre più dominato da grandi gruppi editoriali, a discapito della varietà di editori indipendenti. In questo scenario, la distribuzione e le sfide delle librerie rappresentano un punto critico per l'intero ecosistema editoriale.

 

Concentrazioni editoriali: il dominio dei grandi gruppi

Le concentrazioni nel mercato editoriale italiano sono una delle tendenze più significative degli ultimi anni. Un gruppo ristretto di grandi editori domina la produzione e la distribuzione di libri, determinando forti squilibri nella competizione.

Gruppo Mondadori è il leader indiscusso del mercato librario italiano. Con un fatturato di oltre 1 miliardo di euro nel 2022, Mondadori detiene circa il 27% della quota di mercato. Negli ultimi anni, il gruppo ha consolidato la propria posizione attraverso acquisizioni strategiche, come l’acquisizione di Rizzoli Libri per 127,5 milioni di euro nel 2015 e di Bompiani nel 2016. Mondadori controlla circa 50 marchi editoriali, tra cui Einaudi, Sperling & Kupfer e Piemme, coprendo tutti i principali generi editoriali.

Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (GeMS) è il secondo player per dimensioni, con una quota di mercato del 15% e un fatturato annuo stimato di circa 500 milioni di euro. GeMS comprende marchi come Garzanti, Longanesi, Nord, e Salani, e ha costruito il suo successo su un portafoglio editoriale diversificato, puntando sia sulla narrativa che sulla saggistica.

Gruppo Feltrinelli, con una quota di mercato del 9%, integra attività editoriali e distributive, gestendo oltre 120 punti vendita attraverso la catena di librerie omonima. Sebbene meno orientato alle acquisizioni, Feltrinelli ha cercato di espandersi attraverso partnership strategiche e l'e-commerce, diventando azionista di maggioranza di IBS.it, uno dei maggiori rivenditori di libri online in Italia.

 

Il problema della distribuzione: un collo di bottiglia per i piccoli editori

La distribuzione dei libri rappresenta uno degli aspetti più critici per gli editori indipendenti. In Italia, la distribuzione è altamente concentrata in mano a pochi attori, lasciando poco spazio alle piccole realtà editoriali.

Messaggerie Italiane è il più grande distributore di libri in Italia, con una quota di mercato del 60%. Questo significa che la maggior parte dei libri presenti nelle librerie italiane passa attraverso Messaggerie, che lavora principalmente con i grandi editori. La centralizzazione del potere distributivo rende difficile per i piccoli editori ottenere visibilità nelle librerie.

 

PDE (Promozione Distribuzione Editoria), di proprietà del Gruppo Feltrinelli, copre circa il 20% del mercato distributivo e si concentra principalmente sulla promozione e distribuzione di libri per catene e librerie indipendenti. Anche PDE, tuttavia, tende a favorire i marchi più redditizi e con alto potenziale di vendita.

Distribuzione limitata per i piccoli editori: I piccoli editori devono spesso affidarsi a distributori specializzati o a piccole reti di distribuzione, che non riescono a competere con i colossi del settore. Questo crea un collo di bottiglia, dove i loro libri faticano a entrare nelle librerie e sono costretti a trovare canali alternativi, come vendite online dirette o partecipazioni a fiere ed eventi letterari.

 

La crisi delle librerie indipendenti

Le librerie indipendenti sono un altro anello debole della catena editoriale italiana. Negli ultimi dieci anni, più di 1.500 librerie indipendenti hanno chiuso i battenti, travolte dalla concorrenza delle grandi catene e dalle piattaforme online come Amazon.

Dati sulla chiusura delle librerie: Nel 2019, l’Italia contava circa 3.500 librerie, ma entro il 2023 questo numero è sceso a meno di 2.800. Solo il 12% delle librerie italiane sono indipendenti, mentre il resto è costituito da catene o affiliati a grandi gruppi editoriali come Mondadori e Feltrinelli.

Concorrenza delle catene: Le catene di librerie come Mondadori Store e Feltrinelli, con oltre 600 punti vendita complessivi, possono contare su una rete capillare e su economie di scala che consentono di applicare politiche di sconto aggressive. Le piccole librerie, al contrario, spesso non riescono a competere in termini di prezzi e offerta.

 

Effetto Amazon: Le vendite di libri online hanno rappresentato circa il 40% del mercato nel 2023, con Amazon che domina il settore dell’e-commerce librario. Il gigante statunitense è in grado di offrire sconti superiori a quelli consentiti dalla Legge Levi, aggirando le normative attraverso promozioni sugli accessori, spedizioni gratuite e programmi di abbonamento come Amazon Prime. Le librerie fisiche non possono reggere questo tipo di concorrenza.

 

Prospettive per il Futuro

Nonostante queste sfide, esistono alcuni segnali positivi e strategie innovative che potrebbero aiutare a rilanciare il settore.

Iniziative locali e sostegni pubblici: Il governo italiano ha avviato diversi programmi per sostenere le librerie indipendenti e la biblio-diversità. Tra le iniziative più rilevanti c’è il Fondo per le Librerie di Prossimità, che prevede contributi a fondo perduto per le librerie che operano in comuni con meno di 15.000 abitanti. Tuttavia, questi aiuti spesso non bastano a compensare le perdite dovute alla diminuzione della clientela e alla concorrenza online.

Nuove piattaforme di distribuzione: Piattaforme digitali come Bookdealer stanno cercando di dare nuova vita alle librerie indipendenti, permettendo loro di vendere online mantenendo il rapporto diretto con i clienti. Lanciata durante la pandemia, Bookdealer consente ai lettori di acquistare libri da librerie indipendenti locali, supportando il tessuto culturale del territorio.

 

Il futuro delle librerie come spazi culturali: Alcune librerie stanno cercando di reinventarsi come centri culturali, puntando su eventi dal vivo, presentazioni di libri, caffetterie e spazi di co-working per attrarre una clientela più ampia. La Feltrinelli, ad esempio, ha aperto nuovi concept store chiamati RED (Read Eat Dream), che uniscono l’esperienza del libro a quella gastronomica.

 

Conclusioni

Il mercato editoriale italiano si trova in un momento cruciale, segnato da concentrazioni editoriali, crisi delle librerie e una distribuzione squilibrata. I grandi gruppi editoriali, grazie a un controllo sempre più stretto su produzione e distribuzione, continuano a dominare il settore, mentre i piccoli editori e le librerie indipendenti lottano per trovare spazi di visibilità e sopravvivenza.

Il futuro del mercato dipenderà dalla capacità degli editori di innovare e adattarsi alle nuove tecnologie, dalla capacità di resistere alle pressioni concorrenziali delle piattaforme online e dalle politiche pubbliche volte a sostenere la diversità culturale. Solo così il panorama editoriale italiano potrà continuare a essere una fonte ricca di produzione intellettuale e culturale.

martedì 9 luglio 2024

La sfida dell’editoria: il 2024 un anno cruciale

 



Nonostante i tentativi di guardare i dati “dal lato positivo”, la consueta conferenza di gennaio della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri, che traccia l’andamento del mercato editoriale per l’anno appena trascorso, non può non lasciare un po’ di amaro in bocca. Rispetto alle disamine precedenti da cui il libro e l’Italia nel suo complesso uscivano decisamente vincitori sulle crisi cui il mondo era andato incontro (la pandemia su tutte), quest’anno è più marcato il potenziale rallentamento.

 

Dalle analisi di Angelo Tantazzi, presidente di Prometeia, emerge infatti che se da un parte il livello di disoccupazione è rientrato ai valori precedenti la pandemia (addirittura sceso del 2% – e questo è un dato di importanza storica), dall’altra è ancora con il debito pubblico che paghiamo la crisi, molto più degli altri Paesi (la performance migliore nel rapporto Pil/debito è, senza troppe sorprese, della Germania) e il nostro Pil cresce molto poco (dello +0,7% nel 2023 e si stima dello +0,4% nel 2024). Siamo però usciti dalla crisi abbastanza bene: i consumi degli Italiani si sono mossi in linea con quelli dei cittadini degli altri Paesi ma decisamente superiore è stata, in questi ultimi quattro anni, la performance degli investimenti, soprattutto perché, da parte dello Stato, sono state messe in atto azioni di sostegno (per esempio con gli incentivi per le ristrutturazioni). Ecco: d’ora in avanti è prevista una normalizzazione delle politiche, dopo gli anni di emergenza che si sono aperti con la crisi Covid-19, e si restringeranno quindi gli spazi per la politica di bilancio. Con il 2024 terminerà l’impatto sui consumi dei sostegni straordinari, che saranno sostituiti solo in parte dalle misure introdotte dalla legge di bilancio, destinate soprattutto a sostenere i redditi delle famiglie, perciò è da attendersi una contrazione nei consumi. In ambito culturale, in particolare, la 18 app – strumento che aveva funzionato assai bene – verrà sostituite da due diverse “carte” con riduzione di fondi da 230 milioni stanziati a 190, mentre per l’editoria è stato rinnovato il finanziamento del Fondo straordinario che ammonterà, per il 2024, a 14.5 milioni di euro.

 

Per fortuna si sta assistendo al rientro dei prezzi al consumo, trainato da quelli dell’energia (-24.7% mese su mese a dicembre) ma in cui la componente alimentare resta erratica e gravosa, e nonostante, nel corso del 2023, i prezzi dell’energia siano scesi, mediamente dimezzandosi, rimarranno comunque permanentemente più alti (circa il doppio) degli anni prepandemici. Al contempo i salari aumentano ma non recuperano l’inflazione e in Italia restano ben al di sotto della media europea (+3% contro il 4.5%) mentre i tassi di interesse continuano a salire. Quindi, anche se il livello occupazionale è decisamente aumentato (rispetto a fine 2019, nel quarto trimestre del 2023 gli occupati sono 560.000 in più e i disoccupati sono quasi 500.000 in meno), il potere d’acquisto reale del reddito è sceso, ma non la propensione al consumo degli Italiani (che hanno anche intaccato i risparmi), tornata ai livelli prepandemici. È ipotizzabile che nel 2024 la ripresa del potere di acquisto, alimentata dalla discesa dell’inflazione e dalla tenuta del mercato del lavoro, sosterrà i consumi in crescita: la propensione al risparmio è infatti calata, rispetto al massimo del +15.6% dell’anno del lockdown, ma rispetto al 2023 (+6.9%) si stima che torni a salire a +7.4%. Sembra una differenza trascurabile, ma non lo è: ogni punto percentuale incide per 13.7 miliardi annui.

 

E su cosa si concentra il consumo italiano? Negli ultimi anni le spese per affitti, luce, acqua, gas, carburanti, salute eccetera (sostanzialmente legati al rincaro dei costi dell’energia) sono salite di due punti percentuali che hanno quindi corrispondentemente “schiacciato” i servizi non obbligati. I libri sono catalogati tra i beni non durevoli (insieme ad abbigliamento, igiene, cosmesi) e dal 2019 sono scesi di mezzo punto. Si stima che nel 2024, in generale, la crescita dei consumi rallenterà. Le famiglie tenderanno a ricostituire il risparmio e ciò influenzerà negativamente la loro propensione a spendere. Per i libri, dopo il veloce recupero dei livelli prepandemia nel 2022, nel 2023 si è osservato un calo sia dei volumi sia dei prezzi invece dal 2024 si stima l’avvio di un trend di crescita.

 

La sensazione dilagante di “sentirsi più poveri” dipende molto dal livello di reddito: le asimmetrie di ricchezza condizionano i comportamenti di consumo. Le famiglie più ricche detengono una ricchezza media tale da poter garantire lo stesso stile di vita, essendo in grado di sopportare gli aumenti di prezzo, e spostano il proprio paniere di spesa sempre di più verso la componente dei servizi, mentre le famiglie meno benestanti restano condizionate dall’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. Quindi se l’inflazione per le prime è stata del +5.7% per le seconde invece è stata del +6.5%.

 

In un panorama generale non esattamente roseo, come ha performato il mercato editoriale?

 

I dati dell’Associazione Italiana degli Editori (Aie), raccolti e analizzati in collaborazione con Nielsen, BookScan e IE Informazioni Editoriali, e riportati durante la conferenza dal Presidente della Federazione degli Editori Europei (Fep) Ricardo Franco Levi, hanno mostrato che l’Italia si piazza al quarto posto tra i grandi mercati europei con un valore complessivo di 3-3.5 miliardi di euro, seguendo Regno Unito (4-4.5), Francia (4.5-5), Germania (9.5-10), in un mercato che complessivamente vale 37-38 miliardi di fatturato e che fa del libro la prima industria culturale europea.

 

In Italia l’editoria trade (romanzi e saggistica) è cresciuta del +0,8% a valore rispetto al 2022 (+14.1% rispetto al 2019) invece ha subito una lieve flessione in termini di copie (-0.7% sul 2022 ma +12.6% sul 2019). Nel 2023 il prezzo medio di copertina dei libri comprati è stato di 15.17 euro, in crescita del +1.5% rispetto l’anno precedente ma ben meno dell’inflazione che è stata invece del +5.7%. Confrontando con il 2019, invece, il prezzo dei libri venduti è cresciuto del +2.6%, contro una crescita generale dei prezzi del +15.7%. Sono numeri che testimoniano la riduzione dei margini di guadagno degli editori, ma anche lo sforzo per tenere bassi i prezzi e non deprimere la domanda di lettura.

 

Le librerie fisiche restano il principale canale di distribuzione di libri, recuperando terreno (il 54.7% del totale contro il 53.5% dell’anno scorso), ma sempre in calo rispetto a prima della pandemia (il 64% nel 2019). Questi trend si individuano, con percentuali lievemente diverse, a livello europeo, ed emerge che il libro di carta resta il preferito dei lettori, anche se guadagnano terreno gli audiolibri, che crescono in Italia del +12% rispetto al 2022, e gli e-book che crescono del +2.5%. Nel complesso, quindi, il mercato editoriale italiano cresce in quest’ultimo anno dell’1.1%. Non sono risultati deludenti, ma preoccupanti se si tiene conto che l'anno prossimo verranno meno, come detto, alcune misure a sostegno della domanda.

 

Il 2024 sarà un anno cruciale per il futuro dell’editoria quindi, anche per un altro aspetto, non direttamente legato al mercato, ma alla sua struttura interna: il 2 aprile, con tutta probabilità, verrà approvata la direttiva europea sull’intelligenza artificiale che dovrebbe garantire la trasparenza delle fonti usate per alimentare i database delle reti neurali. Il tema è delicatissimo perché fortemente interconnesso con il diritto d’autore, e non dobbiamo mai dimenticare che a dar vita ai libri che il mercato dell’editoria perfeziona, pubblica e distribuisce è, in primis, chi scrive. Che va tutelato.


(Fonte: di Valentina Berengo, https://ilbolive.unipd.it/)


lunedì 22 aprile 2024

Gli editori sul caso Scurati: libertà di espressione è cuore della democrazia



“L’Associazione Italiana Editori è a fianco degli editori nel ribadire che la libertà di espressione è al cuore della democrazia ed è principio guida inderogabile per tutto il mondo del libro. Un Paese forte della sua democrazia non dovrebbe mai temere le opinioni degli scrittori, qualunque esse siano”. Lo ha dichiarato il presidente di AIE Innocenzo Cipolletta in merito al dibattito che si sta sviluppando intorno alla cancellazione del monologo dello scrittore Antonio Scurati sul 25 aprile che sarebbe dovuto andare in onda su Rai3.

(Fonte: https://www.primaonline.it/)

mercoledì 3 gennaio 2018

Le Edizioni La Zisa siglano accordo di distribuzione con catena internazionale di librerie Clc


Nuovo accordo di distribuzione con la catena internazionale di librerie Clc. A siglarlo le Edizioni La Zisa di Palermo, presenti sul mercato dal 1988 e con più di trecento titoli in catalogo.
“Siamo sicuri – commenta il direttore editoriale della casa editrice La Zisa, Davide Romano – che questo nuovo accordo ci darà l’opportunità di essere ancora più capillarmente presenti coi nostri titoli su mercato nazionale, in particolar modo nel settore dell’editoria religiosa, e di aprirci ancora di più a quello estero. La Clc (Centro del libro cristiano) è, infatti, un’azienda che opera a livello mondiale. Fondata in Inghilterra nel 1941, oggi è presente in più di 50 Paesi e ogni anno raggiunge nuove nazioni”.

venerdì 10 settembre 2010

Le Edizioni La Zisa finaliste al Premio Carver con due titoli


Palermo, 10 settembre 2010 – Le Edizioni La Zisa di Palermo finaliste al prestigioso Premio Carver, edizioni 2010, con due titoli: uno per la sezione di saggistica (“Montelepre, il dopoguerra e i misteri di Giuliano” di Salvatore Badalamenti) e uno per quella di poesia (“Foto senza cornici” di Lorenzo Avola).
Presente da otto anni il Carver, contropremio dell'editoria italiana di qualità, non premia gli editori o i nomi degli autori, ma soltanto i libri. Dopo attenta lettura dei giurati - rigorosamente celati per evitare tirate di maniche - domenica 26 settembre a Civitavecchia presso la sala "Molinari" nella Cittadella della Musica alle ore 17, si conosceranno il libri vincitore di ogni sezione in gara: saggistica, narrativa e poesia.

martedì 31 agosto 2010

Editoria, l'Italia a fiera Pechino. Ice: vendita diritti in crescita


Roma, 30 AGO (Il Velino) - L'Ice ha allestito in collaborazione con l'Associazione italiana editori (Aie) uno stand collettivo alla Beijing International Book Fair, giunta alla sua XVII edizione ospitata presso il China International Exhibition Center di Pechino, che apre i battenti oggi e che proseguira' fino al prossimo 3 settembre. "Negli ultimi cinque anni siamo sempre stati presenti", ha affermato il presidente dell'Ice Umberto Vattani. "Consideriamo molto importante l'azione che l'Aie svolge ed esiste una eccellente collaborazione tra l'Ice e l'associazione presieduta da Marco Polillo. Questa presenza italiana continua e' importante" ha proseguito Vattani "perche' l'export di diritti e' in costante crescita e riguarda principalmente narrativa, libri d'arte, saggistica, libri illustrati e per bambini. Come emerge dall'indagine Doxa commissionata dall'Ice, le nostre vendite di diritti verso la Cina sono passate da 87 titoli nel 2006 a 142 nel 2007. Questo", ha concluso Vattani "dimostra come l'Italia possegga settori di assoluta eccellenza che abbiamo saputo proporre con successo non tanto e non solo sui tradizionali mercati europei, ma anche su quelli nuovi dell'Asia e dell'Est Europa". Alla collettiva italiana parteciperanno undici editori le cui opere piu' significative saranno esposte presso il padiglione italiano, che ospitera', tra l'altro, la mostra "Copy in Italy: autori italiani nel mondo 1945-2009", promossa dall'Istituto ed organizzata dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori che nasce dall'idea di proporre ai visitatori il libro italiano nel mondo, sia nella traduzione visiva che illustra le diverse copertine di uno stesso libro "in traduzione", sia dal punto di vista grafico, in una galleria di immagini, in cui le copertine rappresentano vere e proprie collezioni iconografiche. La Cina rappresenta, anche per il commercio dei diritti d'autore, un mercato ad elevato potenziale.
L'apertura verso la cultura straniera, in qualsiasi forma questa si esprima, e' sempre maggiore e rende il Paese terreno fertile affinche' la cultura italiana possa svilupparsi e prosperare. A riprova di questo desiderio di occidente i dati sull'affluenza di visitatori al Padiglione Italia dell'Expo di Shanghai, che oggi e' ancora il piu' visitato, dopo quello cinese. L'occasione offerta dall'International Book Fair consente di proporre, anche mediante la mostra Copy in Italy: autori italiani nel mondo 1945-2009, il meglio della produzione editoriale italiana; che si tratti di letteratura per infanzia, prosa d'autore, pubblicazioni d'arte, architettura e design o mediante la galleria di immagini di copertine del medesimo libro in traduzione proposte dalla mostra, il marchio italiano rappresenta sinonimo di qualita' e avanguardia. Il mercato cinese ha accolto con grande interesse, non solo i classici, ma anche autori contemporanei di successo internazionale come Umberto Eco, Tiziano Scarpa, Roberto Saviano e Susanna Tamaro.L'industria editoriale cinese e' cresciuta, nel quadriennio 2005-2009, ad un tasso medio annuo dell'8,8 per cento, occupando oggi il primo posto nel mondo per valore di produzione, con un giro di affari, solo nel 2009, pari a 14,8 miliardi di euro. Lo scorso anno e' stato significativo anche per la transizione verso l'editoria digitale con cifre che si assestano oltre i 9 milioni di euro, interessando quasi il 40 per cento dell'intera industria editoriale. Secondo i dati Gapp (General Administration of Press and Publication of China) per la prima volta dal 2004 sono diminuite le vendite di libri (-3 per cento), fenomeno questo riconducibile proprio al forte sviluppo dell'editoria digitale: 302mila i libri pubblicati nel 2009 di cui 168mila le novita' e 133mila le ristampe. Particolarmente interessanti i dati relativi all'editoria straniera confortati dall'andamento delle importazioni di copyright. Dopo il picco di 15.776 titoli raggiunto nel 2008 (per un valore pari a 81,55 milioni di dollari), l'import di copyright e' cresciuto nel 2009, ma meno velocemente. Circa 13mila i titoli importati dalla Cina nel 2009 e 3.100 quelli esportati. Il Paese importa soprattutto da Taiwan che figura al primo posto, seguita da Usa, Regno Unito, Giappone, Corea, Germania e Francia.
(red/dam) 302012 AGO 10 NNNN

mercoledì 4 agosto 2010

Addio Elvira Sellerio, regina dei libri tra Sciascia e Camilleri



Roma, 03 AGO (Il Velino) - Rigore nelle scelte culturali, cura artigianale del prodotto, ciclo produttivo interamente locale. Sono questi i tre fattori che hanno portato al successo la casa editrice Sellerio, la cui fondatrice, Elvira Giorgianni Sellerio, e' morta oggi a Palermo all'eta' di 67 anni. La Sellerio, laureata in giurisprudenza e funzionaria pubblica fino alla fine degli anni '60, segui' il marito Enzo, di professione fotografo, nell'impresa editoriale, suggerita alla coppia da una "chiacchierata" con lo scrittore Leonardo Sciascia e dell'antropologo Antonino Buttitta, come racconto' anni dopo il figlio Antonio in un'intervista. Per avviare l'impresa, la Sellerio si licenzio' dal suo lavoro e investi' la sua liquidazione nell'acquisto dei macchinari. Era il 1969.
L'azienda, in meno di dieci anni, dopo un inizio caratterizzato da un'attenzione volta soprattutto alla letteratura e all'arte siciliana e a volumi per bibliofili a tirature ridotte, si impone come un'impresa culturale di calibro nazionale. Fu proprio Sciascia a portare alla ribalta la casa editrice, con la pubblicazione del suo "Affaire Moro" (1978), scritto all'indomani dell'uccisione dello statista democristiano. Dell'anno seguente e' invece la nascita de "La memoria", una collana di volumi tascabili, originali per taglio grafico e contenuti, che raggiunge subito grande notorieta'.
Nel 1983, la separazione col marito Enzo e la "scissione": da una parte la Sellerio di narrativa e saggistica, gestita dalla Giorgianni, dall'altra i libri d'arte e fotografia, curati da Enzo Sellerio.
Nonostante la divisione, la piccola casa di via Siracusa riesce a ritagliarsi una sua fetta di mercato editoriale nazionale, anche se le dimensioni restano quelle di un piccolo editore, conservando la propria indipendenza e sfuggendo alle grandi concentrazioni. Fra gli storici collaboratori, Gesualdo Bufalino, lanciato nel 1981 e vincitore del Premio Campiello con "Diceria dell'untore", mentre tra gli autori che sono passati per l'editrice di via Siracusa vanno ricordati Luciano Canfora, Gianrico Carofiglio, Carlo Lucarelli e Manuel Vázquez Montalbán. A Elvira Sellerio, nominata nel 1989 Cavaliere del Lavoro, va anche il merito di aver "riscoperto" Andrea Camilleri, che a partire dal 1992 ha avuto un rapporto privilegiato con la casa editrice palermitana. La saga del commissario Montalbano ha intrecciato le sue fortune con quelle della Sellerio, che negli ultimi 20 anni ha vissuto una nuova "giovinezza", arrivando a un catalogo che oggi conta oltre tremila titoli.

lunedì 2 agosto 2010

“Nuove disposizioni in materia di interventi in favore dell’informazione e dell’editoria locale”


REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO DEI BENI CULTURALI E DELL’IDENTITA’ SICILIANA

Disegno di legge:

“Nuove disposizioni in materia di interventi in favore dell’informazione e dell’editoria locale”


RELAZIONE


Scopo dell’intervento che si propone è di sostenere l’editoria e l’informazione in Sicilia. Diversamente da altre regioni italiane, nella nostra manca una normativa specifica sull’informazione. Al contempo, occorre confrontarsi con l’innovazione tecnologica, ed in particolare con la crescita delle attività editoriali multimediali. Esistono versioni on line di giornali cartacei, giornali soltanto on line, nuove forme di informazione diverse da quelle tradizionali e assai più interattive, come quelle che si trovano nel citizen journalism, in certi blogs, in certi newsgroups. L’informazione e i prodotti culturali circolano su canali molteplici. Ciò consente l’apertura di possibilità inedite, ma pone anche problemi nuovi e delicati, ad esempio in materia di attendibilità delle fonti, di rispetto dei diritti della persona, di qualità dei prodotti editoriali messi in circolazione.
La funzione dell’editore (genericamente inteso, con riferimento sia all’informazione, sia ai libri, sia al multimediale) è sempre meno inerente alla realizzazione materiale del prodotto, e sempre di più concerne la garanzia della sua qualità. Attraverso il proprio marchio l’editore segnala a coloro che gli danno credito che certi prodotti meritano di essere presi in considerazione.
Occorre allora una legislazione che attribuisca alla Regione un ruolo strategico di sostegno all’innovazione. Secondo i principi comunitari, gli aiuti di Stato sono in linea di massima vietati, per il loro effetto distorsivo della libera concorrenza. Nel caso del Mezzogiorno, poi, tali aiuti, com’è noto, hanno il più delle volte mancato l’obiettivo di creare sviluppo, favorendo piuttosto la riproduzione di circoli viziosi di dipendenza e arretratezza. È quindi necessario che, sia per l’entità sia per le modalità, il sostegno che si andrà a offrire sia compatibile con le norme europee, e al contempo non si presti a cadere nella trappola dell’assistenzialismo e del contributo a pioggia, distribuito essenzialmente per reperire consenso, anche a soggetti inventati lì per lì. I potenziali beneficiari dovranno avere le carte in regola, il che significa quanto meno una rilevante attività svolta nel settore, una struttura organizzativa (ivi inclusi i rapporti lavorativi interni) appropriata, filoni di attività che si concentrino su temi rilevanti per il territorio. Ma dovranno anche dimostrare di guardare al futuro e al mondo globalizzato, il che significa tanto innovazione tecnologica quanto internazionalizzazione.
Uno degli obiettivi che la recente riforma ha attribuito all’Assessorato regionale dei beni culturali è quello della valorizzazione dell’identità siciliana. Ciò non va inteso soltanto nel senso della conservazione, quanto anche e soprattutto nella direzione di rendere visibili e internazionalmente fruibili gli aspetti più salienti di tale identità, il che avviene anche tramite la produzione di informazione e prodotti editoriali in genere, pensati per interloquire direttamente con la comunità dei siciliani nel mondo, che è vasta e diffusa, anche e soprattutto attraverso anche canali agevoli e poco costosi. Eccoci di nuovo a enfatizzare, quindi, i nuovi media e l’internazionalizzazione. L’ammodernamento tecnologico, la presenza sul web, l’innovazione nelle modalità di fruizione saranno quindi i criteri-guida per orientare l’azione di sostegno.
Con specifico riferimento all’informazione (tenendo anche conto del fatto che esistono diverse proposte presentate su iniziativa di deputati dell’Ars, e che in particolare su una di esse si è già registrato un ampio consenso) appaiono da perseguire obiettivi quali i seguenti: garantire la qualità dell’informazione, valorizzare il “giornalismo dei cittadini”, permettere che i lettori vengano a conoscenza di vicende importanti per le loro comunità nel loro linguaggio, esaltare il rapporto dell’informazione con il territorio favorendo nuove forme di giornalismo partecipativo.
I benefici previsti nel presente disegno di legge vanno ad aggiungersi a quelli di cui alla l.r. 9/2009.
L’art. 1 enuncia le finalità della legge. L’art. 2 elenca le attività di cui la regione si fa carico.
L’art. 3 prevede due interventi in grado di affrontare importanti criticità del settore. Il primo si colloca nella prospettiva strategica del consolidamento e della crescita delle imprese. Esso prevede la istituzione di un Fondo di rotazione destinato a finanziare, attraverso lo strumento responsabilizzante di un prestito da restituire in cinque anni ad un interesse pressoché nullo, investimenti tecnologicamente innovativi, che siano strettamente legati ai processi produttivi e ai prodotti caratteristici dell’attività di editoria e informazione. In questo modo si vuole sostenere l’impegno delle imprese nell’adeguamento della loro capacità competitiva in un contesto, come quello del mercato dell’editoria, caratterizzato da processi concorrenziali governati sia dalle politiche di taglio dei costi (e dei prezzi) sia dalle strategie di innovazione dei prodotti.
Il secondo intervento guarda alle difficoltà di finanziamento a breve termine. Esso integra quello precedente, e ne costituisce sotto diversi profili il presupposto. Le politiche di consolidamento e di crescita delle imprese, infatti, si proiettano nel medio medio/lungo termine; ma queste ultime possono adottarle soltanto se non hanno, o se sono in grado di superare, problemi di sostenibilità economico-finanziaria a breve termine.
L’intervento prevede la istituzione di un Fondo Garanzia Fidi che agevoli l’accesso al credito di esercizio. Pur non sottovalutando i problemi del costo del denaro, oggi per le imprese di piccole e medie dimensioni del settore le maggiori criticità provengono dalle difficoltà di accesso al credito. Per ragioni complesse e ben note, gli istituti di credito adottano criteri di valutazione del merito creditizio fin troppo selettivi, fino a determinare situazioni di totale inaccessibilità anche ad imprese che possiedono accettabili “fondamentali” tecnico-produttivi. E’ bene sottolineare come quello delle emergenze di finanziamento “a breve” nella gestione sia il primo fondamentale passaggio che porta le imprese dentro il circuito illegale dell’usura.
Il Fondo fornisce agli istituti di credito la copertura del 40% del rischio di insolvenza per crediti fino ad massimo di 7.500,00 euro concessi alle imprese del settore editoria ed informazione.
Tenendo conto della probabilità di insolvenza che emerge dalla osservazione dei dati sui finanziamenti a breve, si può ipotizzare che con la pur limitata dotazione finanziaria del ddl si potrà dare una risposta non marginale alla domanda delle imprese.
L’art. 4 elenca i destinatari, avendo come fine per un verso l’inclusione degli operatori rilevanti, innovativi e internazionalizzati, ma per altro verso anche l’apposizione di paletti che escludano soggetti improvvisati.
Con l’art. 5 la Regione assume l’impegno di promuovere e favorire la qualificazione e la formazione professionale degli operatori dell’editoria e dell’informazione.
Gli articoli successivi riguardano la presentazione delle domande, il regolamento attuativo, la compatibilità con la normativa comunitaria.















Disegno di legge: “ Nuove disposizioni in materia di interventi in favore dell’informazione e dell’editoria locale”


Art. 1
Finalità

1. La Regione sostiene e valorizza le attività di editoria e di informazione sul proprio territorio, promuovendo il pluralismo dell’informazione locale e l’innovazione nel sistema informativo regionale, senza interferire nella libera concorrenza e senza alterare la libertà di espressione.
2. La Regione favorisce l’abbattimento delle barriere all’accesso ai mezzi di informazione e di divulgazione della cultura da parte dei disabili sensoriali.
3. La Regione favorisce le esperienze giornalistiche in ambito giovanile ed universitario con particolare riferimento alla sperimentazione multimediale.
4. La Regione favorisce lo sviluppo di relazioni di sistema al fine di incentivare la piccola editoria e l’economia della conoscenza.


Art. 2
Attività regionali

1. In attuazione delle finalità di cui all’articolo 1, la Regione pone in essere interventi finalizzati a:
a) sostenere l’attività editoriale e l’informazione periodica, realizzate da soggetti aventi sede in Sicilia, favorendo gli investimenti relativi all’innovazione tecnogica specificamente connessa ai processi produttivi e/o ai prodotti caratteristici del settore dell’editoria e dell’informazione.
b) promuovere la definizione e l’attuazione di progetti per la diffusione, l’analisi e la lettura della stampa d’informazione locale e per la formazione al giornalismo partecipativo e multimediale in ambito giovanile.

Art. 3
Interventi finanziari

1. Per il conseguimento degli obiettivi e delle finalità di cui all’articolo 1, possono essere concessi prestiti senza interessi a carico di un apposito Fondo di rotazione, da restituirsi in cinque anni, per la copertura fino al 50% delle spese di investimento finalizzate all’innovazione tecnologica specificamente connessa ai processi produttivi e/o ai prodotti caratteristici del settore dell’editoria e dell’informazione.
2. La dotazione iniziale del Fondo di cui al comma 1 è determinata, a valere sulle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) 2007-2013, assegnate alla Regione Siciliana, in 4.000 migliaia di euro.
3. L’importo del prestito di cui al comma precedente comma 1 non può essere inferiore a 10 migliaia di euro o superiore a 50 migliaia di euro. Il limite minimo di spesa per singolo bene materiale o immateriale e/o intervento di ammodernamento, per potere accedere al prestito, è fissato in 500 euro.
4. I prestiti non sono cumulabili con altri interventi pubblici concessi per le medesime iniziative. A tale scopo, il richiedente è tenuto a dichiarare, all’atto della presentazione della domanda, di non aver beneficiato e di non aver richiesto di beneficiare di altri interventi pubblici per i medesimi acquisti e/o interventi oggetto della domanda di prestito.
5. I beni acquistati o ammodernati avvalendosi del prestito non possono essere ceduti a terzi fino alla restituzione integrale del prestito medesimo, salvo il caso del fallimento dell’azienda.
6. In caso di mancato rispetto dei tempi e delle condizioni relative alla restituzione del prestito, l’amministrazione si rivale sulle attrezzature acquistate o ammodernate con il sostegno del prestito.
7. I soggetti inadempienti non potranno beneficiare di altri prestiti, né di altre provvidenze gestite dall’amministrazione regionale.
8. In considerazione delle considerevoli difficoltà che le imprese incontrano nell’accesso al credito di esercizio, è istituito nel bilancio della Regione, rubrica Dipartimento dei Beni culturali e dell’identità siciliana un Fondo Garanzia Fidi per i finanziamenti a breve termine richiesti dalle imprese dell’editoria e dell’informazione al sistema creditizio. Il Fondo copre il rischio di insolvenza in ragione del 40% dell’importo massimo di finanziamento richiesto. L’importo massimo del finanziamento richiesto è comunque fissato in € 7.500,00.
9. L’importo del Fondo di cui al precedente comma è determinato per l’anno 2010 in 100 migliaia di euro cui si fa fronte mediante riduzione di pari importo al capitolo 378119 del bilancio di previsione della Regione per l’anno 2010.

Art. 4.
Destinatari

1. Gli interventi di cui all’articolo 3 sono erogati a favore di aziende editoriali a scopo di lucro, cooperative, associazioni editoriali, organismi iscritti all’anagrafe delle Onlus.
2. Gli editori aventi titolo devono avere sede legale ed attività produttiva in Sicilia, nonché essere muniti dei seguenti requisiti:
a) essere in regola con gli obblighi di legge in materia di trattamento contrattuale del
personale dipendente; nel caso di soggetti che gestiscono testate giornalistiche, a tutto il personale giornalistico dipendente devono risultare applicate le pertinenti norme dei contratti nazionali di lavoro giornalistico sottoscritti dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana;
b) essere in regola con i versamenti dei contributi assistenziali e previdenziali;
c) essere adempienti rispetto agli obblighi eventualmente assunti in applicazione della presente legge;
d) essere legalmente rappresentate da soggetti che non abbiano subito condanne definitive per delitti non colposi commessi in danno della Pubblica amministrazione o per altri reati gravi che incidano sulla moralità professionale degli stessi;
f) essere regolarmente registrate ai sensi della normativa vigente in materia di editoria;
g) essere in regola con gli adempimenti prescritti dalla normativa vigente in materia di
trasparenza pubblicitaria.
3. Le imprese di cui al comma 1 sono tenute a comunicare l’iscrizione, ove prevista, al registro degli operatori di comunicazione (ROC), di cui alla deliberazione dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni n. 236/01/CONS del 30 maggio 2001.
4. Le imprese di cui al comma 1, qualora siano costituite in forma societaria, sono altresì tenute a presentare l’elenco dei soci con il numero delle azioni o l’entità delle quote da essi possedute ovvero l’elenco dei soci delle società alle quali sono intestate le azioni o le quote della società che esercita l’impresa giornalistica, nonché il numero delle azioni o l’entità delle quote da essi possedute.
5. Quanto alle iniziative di informazione giornalistica, per poter accedere al prestito:
a) il periodico di riferimento deve essere stato pubblicato con regolarità almeno nei due anni precedenti all’entrata in vigore della presente legge;
b) il periodico non deve figurare come supplemento di quotidiani;
c) la testata deve essere stata edita con periodicità regolare di almeno quarantadue uscite per i settimanali, ventuno uscite per i quindicinali, dieci uscite per i mensili, ovvero, per quanto riguarda i periodici online, contenga almeno cinquecento articoli l’anno regolarmente firmati;
d) se si tratta di un periodico cartaceo, deve avere copertura territoriale almeno provinciale e tiratura non inferiore alle mille copie per ogni uscita in vendita o in abbonamento postale;
e) i periodici dovranno contenere sezioni dedicate all’informazione locale ed alla valorizzazione di temi riguardanti la realtà sociale, economica e culturale della Sicilia e delle istituzioni operanti nella Regione;
f) i giornali cartacei devono avere le seguenti caratteristiche editoriali:
- impaginazione in colonne;
- foliazione di almeno dodici pagine;
- pluralità di contenuti informativi;
g) i periodici online devono contenere articoli di informazione, originali e firmati, su pagine web distintamente indicizzate e riscontrabili sui principali motori di ricerca;
h) entrambi i tipi di periodici dovranno prevedere in redazione almeno un giornalista professionista e non meno di due pubblicisti regolarmente iscritti all’albo professionale;
i) entrambi i tipi di periodici dovranno destinare, su base annua, almeno il 40 per cento degli spazi all’informazione regionale e locale (società e vita politica, cronaca, attività culturali, istituzioni), nonché, sempre su base annua, almeno il 20 per cento degli spazi alla pubblicità resa a pagamento secondo quanto previsto dal regolamento attuativo di cui al successivo articolo 8.
l) l’orientamento anche internazionale dei prodotti informativi costituisce titolo preferenziale per l’attribuzione dei prestiti.
6. Al fine di accedere ai benefici di cui alla presente legge, gli editori di libri, riviste e prodotti multimediali devono essere iscritti nel registro delle imprese della Regione siciliana da almeno due anni e in tale arco di tempo devono avere prodotto e distribuito, anche al di fuori del territorio regionale, almeno venti titoli.

Art. 5.
Interventi formativi e promozionali

1. La Regione, nell’ambito della programmazione degli interventi formativi e promozionali, promuove la realizzazione di appositi corsi di qualificazione professionale per la gestione organizzativa e per la qualificazione del personale del settore dell’editoria e dell’informazione. Tali corsi sono mirati ad agevolare l’acquisizione di abilità pratiche nel campo del giornalismo e dei nuovi media attraverso laboratori didattici a ciò finalizzati che prevedano la partecipazione di giornalisti professionisti, docenti universitari ed esperti di editoria.

Art. 6.
Modalità di presentazione delle domande di contributo

1. Le domande per ottenere i contributi regionali sono presentate entro il 31 gennaio di ogni anno.
2. Le domande sono corredate di una relazione che illustri il programma per il quale è richiesto il contributo, la sua corrispondenza alle finalità della legge ed il bilancio dell’organismo richiedente, da presentarsi successivamente all’approvazione.

Art. 7.
Regola comunitaria de minimis

1. Gli interventi regionali previsti dalla legge sono disposti nel rispetto del Regolamento CE 15 dicembre 2006, n. 1998, in materia di aiuti di importanza minore.


Art. 8.
Regolamento attuativo

1. Entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, con Decreto del Presidente della Regione su proposta dell’Assessore regionale per i Beni Culturali e per l’Identità siciliana, previa delibera della Giunta Regionale, sono definite le modalità per l’erogazione dei prestiti, nonché quelle per la realizzazione delle iniziative di formazione e sensibilizzazione. Tra i criteri preferenziali vi saranno l’internazionalizzazione, la collaborazione e l’aggregazione tra diversi soggetti editoriali, la capacità di sperimentazione nell’ambito dei nuovi media e della multimedialità

Art. 9.
Norma transitoria

1. In sede di prima applicazione della legge, le domande per ottenere i contributi di cui all’articolo 7 sono presentate entro sessanta giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana del regolamento di cui all’articolo 8 della presente legge.


Art. 10.
Norma finale
1. La presente legge sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
2. E' fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge della Regione.

venerdì 14 maggio 2010

Edizioni La Zisa: da più di vent'anni editori per passione!



La società è stata costituita a Palermo nel 1988, nel periodo di maggior vigore culturale dalla fine degli anni Sessanta in poi. L’intento iniziale dei soci fondatori era quello di recuperare e rendere nuovamente fruibili testi di autori siciliani che avevano avuto una eco nazionale e internazionale, e insieme ad essi di autori stranieri che si erano cimentati su argomenti e vicende siciliane. Vi era, in questo proposito, l’esigenza di riannodare alcuni fili di una presenza meno angusta e provinciale dell’isola, che un certo sicilianismo deteriore aveva spezzato facendola apparire come un corpo separato dal contesto nazionale, europeo e mondiale. Successivamente furono pubblicati alcuni volumi sul fenomeno mafioso cercando di fornire chiavi di lettura inusuali e scientificamente valide, in particolare si ricorda la pubblicazione dell’inedita relazione sulla mafia del corleonese presentata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa alla Commissione nazionale antimafia, che diede una certa notorietà anche in ambito nazionale alla nascente casa editrice. A metà degli anni Novanta l’attività editoriale riscontrò anche il plauso e l’incoraggiamento degli ambienti accademici palermitani, che si tradussero nella pubblicazione di alcuni volumi di affermati studiosi delle diverse discipline. Furono pertanto elaborate nuove collane di storia, sociologia, antropologia, architettura, critica letteraria, economia. Tra gli autori vanno segnalati: l’archeologo Vincenzo Tusa, lo storico Antonio Jannazzo, i sociologi Mario Grasso e Alessandra Dino, l’architetto Giuseppe Esposito Sebbene le Edizioni La Zisa abbiano privilegiato la saggistica, non di rado hanno rivolto il loro interesse alla narrativa, sebbene non siano sempre riusciti a mantenere un livello quanto meno medio-alto della loro offerta culturale. Agli inizi del 2000, alcune difficoltà economiche, dovute in massima parte al fallimento di alcune società di distribuzione, la ristrettezza del mercato siciliano, ed una certa stanchezza dei soci nel continuare una impresa che non riusciva a dare i frutti sperati, hanno posto la parola fine, dopo diciotto anni di attività, ad una esperienza editoriale che pure era riuscita a ritagliarsi un piccolo spazio nel mondo librario siciliano e nazionale. La società veniva pertanto messa in liquidazione e il suo patrimonio veniva ceduto ad un nuovo gruppo disponibile a raccoglierne l’eredità e a perpetuare e incrementare i programmi e gli intendimenti del marchio La Zisa.
In questi ultimi anni, la società cooperativa La Zisa Comunicazione ha continuato l’avventura editoriale già intrapresa dai fondatori, riscuotendo un buon successo con alcune pubblicazioni come il saggio del giornalista del Sole24Ore, Nino Amadore, “La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia”; il dizionario “Le parole della mafia”, la relazione della Commissione parlamentare Antimafia sulla ‘ndrangheta o, ancora, le recenti pubblicazioni di Pompeo Colajanni - Le cospirazioni parallele - e di Girolamo Li Causi -Terra di frontiera- con la prefazione di Oliviero Di Liberto. La Casa Editrice La Zisa si è quindi affermata come tra le più significative realtà editoriali in Sicilia e nello stesso tempo si è affacciata con forza anche sul mercato nazionale ed internazionale attraverso una nuova rete di distribuzione con depositi in molte regioni d’Italia e all’estero.
La casa editrice aderisce e collabora con le associazioni “Addiopizzo” e “Libera” per la divulgazione del binomio sviluppo e legalità quale unico mezzo per contrastare la mentalità mafiosa che da troppo tempo soffoca l’ economia siciliana.