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venerdì 19 aprile 2019

In libreria: Diego Messana, “Le battaglie dell’ombra. Racconti”, Edizioni La Zisa, pp. 160, euro 9,90




Una raccolta di racconti. Un viaggio che scava nei rapporti degli esseri umani tra loro e con Dio. Un viaggio che percorre strade fantastiche, epiche e sensuali. Un viaggio, il cui finale è sempre un’inaspettata sorpresa. Il finestrino di un autobus che acquista misteriosamente coscienza e racconta i passeggeri come in una fiaba. Esso osserva i rapporti che si instaurano tra alcune persone la solitudine di altre. Un giovane mercenario, più abile a suonare il flauto di Pan che non a combattere con la spada, inciampa in scontri e amori. La musica del suo flauto potrebbe salvare la barbara natura umana dalle sue intemperanze. Un angelo ribelle, contumace, che affronta l’incomprensione tra gli esseri umani e Dio. Epici scontri tra angeli, demoni e angeli ribelli. Ma di chi è la colpa? Un gruppo di ragazzini si riunisce per giocare un gioco di ruolo. In un’originale ambientazione, gli eroici personaggi del gioco si scontrano con la volontà degli dei. Vivono epiche battaglie, misteri da svelare e la nascita di amicizie e amori.

DIEGO MESSANA è nato in Sicilia, a Catania, nel 1979. In seguito al parto, è affetto da disabilità motoria agli arti inferiori e cammina con l’ausilio di stampelle. Con la famiglia, si trasferisce a due anni in Lombardia dove trascorre una felice infanzia, nel paesino di Vedano Olona. Nel 1994 torna a vivere in Sicilia, a Caltanissetta, con la famiglia. Nel 1995 e nel 1996 si classifica, rispettivamente  terzo e secondo, al “Premio Nazionale di Poesia Sabina Cavaglià, Dire”. Nel 2001 scrive il suo primo racconto Essenza trasparente – la favola del finestrino. Consegue la laurea in Chimica a Palermo nel 2007 e, seguendo la sua passione per la scienza, nel 2011 il Dottorato di Ricerca. Ha lavorato nel campo della ricerca presso il CNR di Cosenza, in seguito ha insegnato in alcune scuole superiori della provincia di Torino. Attualmente lavora come Chimico presso l’ASP di Palermo.

mercoledì 2 aprile 2014

Palermo venerdì 4 aprile 2014 degustazione di vini presso l’enoteca Cavour di Maurizio Giambona in occasione della quale si presenta “L’amante della luna e altri racconti” di Antonio Coccia (Edizioni La Zisa)


In occasione della degustazione di vini della cantina Tasca D’Almerita (il bianco Leone), venerdì 4 aprile alle ore 17.30, presso l’enoteca Cavour di Maurizio Giambona sita in via Cavour 7 a Palermo, verrà presentato il libro di Antonio Coccia “L’amante della luna e altri racconti” (Edizioni La Zisa, pp. 144, euro 9,90).


Il libro: A Palermo, che è tra i protagonisti di questo libro, luogo dove la realtà è una messinscena quotidiana e la verità una chimera irraggiungibile, dove la follia, figurativamente parlando, diventa condizione fondamentale per sopravvivere al quotidiano, Antonio si è mosso per tanto tempo per il suo lavoro di assistente sociale, venendo in contatto con persone di ogni genere e personaggi a dir poco stravaganti, ma tutti convinti di un loro ruolo primario nella storia e nel mondo. In questa città caratterizzata da due elementi perennemente in conflitto tra loro, la bellezza e la sporcizia (entrambe vanno interpretate nel senso più ampio possibile sia a livello materiale che immateriale), che ripone i migliori propositi in quella parte di corpo che va dalla tasca all’inguine, ma che a volte si scopre pervasa da un’anima incommensurabilmente grande, malgrado tutto, e dove intelligenza, genio e inconcludenza vanno di pari passo, Antonio fotografa con la sua penna i luoghi, gli atteggiamenti, le posture, le fisionomie, la cultura e l’ignoranza; e, come nella Villa dei Mostri di Bagheria, ne tira fuori storie e racconti “mostruosi” ovvero dalle forme e dagli aspetti bizzarri e caricaturali, ma tutti pervasi da alcuni fili conduttori onnipresenti: l’ironia, il sarcasmo, il disincanto, la speranza e, non ultimo, il non prendersi mai troppo sul serio.


L’autore: Antonio Coccia nasce nel 1970 a Carini, dove vive. È assistente sociale da circa vent’anni. Più o meno da altrettanti scrive di fatti e persone, sogni e incubi, il cui denominatore comune è di essere ambientati a Palermo e dintorni. Questi racconti sono i primi ad essere pubblicati.

giovedì 13 febbraio 2014

Parole d’amore per te: inviaci la tua storia d’amore


 
In occasione della festa degli innamorati, anche quest’anno la casa editrice La Zisa lancia una selezione di elaborati, “Parole d’amore per te”, invitando gli autori italiani e stranieri a scrivere e inviare racconti e poesie sul tema dell’amore. Le opere, che devono essere rigorosamente inedite e pervenire in lingua italiana, verranno pubblicate in un’antologia poetica-letteraria.
Si può partecipare inviando un racconto (massimo cinque cartelle, circa 15.000 battute ‒ spazi inclusi), o una poesia (massimo 30 righe), in formato doc o pdf. I lavori devono essere indirizzati a Edizioni La Zisa, via Lungarini 60 – 90133 Palermo; in alternativa è possibile inviarli all’indirizzo e-mail lazisaeditrice@gmail.com, inserendo anche le proprie generalità, recapito postale, numero telefonico e indirizzo e-mail. Si consiglia anche di allegare all’elaborato un breve profilo dell’autore. Ogni partecipante può inviare soltanto un elaborato per ognuna delle due sezioni.
Il termine utile per inviare i lavori è il 31 marzo 2014. La segreteria comunicherà tempestivamente le opere selezionate che andranno a comporre l’antologia di raccolta di tutti i lavori finalisti. Il volume avrà per titolo “Parole d’amore per te”. Per richiedere ulteriori informazioni inviare una mail a lazisaeditrice@gmail.com oppure telefonare al numero 0915509295.
Contestualmente all’invio degli elaborati, gli autori autorizzano al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali legati all’iniziativa, comprese la comunicazione, l’informazione e la promozione, e per comunicazioni e news delle Edizioni La Zisa.
 

giovedì 27 giugno 2013

Palermo 28 giugno, Si presenta “Bussando alle porte del paradiso” di Fabio Varchi

Palermo, 27 giugno 2013 - “Bussando alle porte del paradiso” è il titolo del volume di racconti di Fabio Varchi, ed. La Zisa, che verrà presentato domani, venerdì 28 giugno, alle ore 17, presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi, a Palermo. Interverranno: Teresa Riccobono, Umberto Scaturro e Pino Grasso. Sarà presente l’autore.

In libreria: Fabio Varchi “Bussando alle porte del paradiso. Racconti che scaldano il cuore”, La Zisa, pp. 192, euro 9,90

E fu in quell’istante che ricordò una vecchia canzone di Bob Dylan; era la colonna sonora di un film di Peckinpah sulla storia di Billy the Kid e Pat Garrett, una pellicola che gli era sempre piaciuta molto, forse perché l’aveva vista da ragazzino. E quella canzone aveva davvero un titolo strano: Knocking on heaven’s door , “Bussando alle porte del paradiso”. Un titolo assurdo, aveva sempre pensato. Com’era possibile da vivi bussare alla porta di qualcosa dove si va da morti? All’improvviso, come un lampo, qualcosa si accese nella sua mente, una frase tornò a galla nella sua memoria, una frase tipica di don Carmine e che aveva sentito anche da don Aurelio: “Non dare mai nulla per scontato, figliolo; nulla è mai definitivo, nulla, neppure la morte!”. (dal racconto Bussando alle porte del paradiso)

Fabio Varchi, giornalista e scrittore, vive a Palermo ma gli piace definirsi cittadino del mondo. Ama scrivere, ascoltare musica e vedere film. La sua passione principale sono i classici della letteratura mondiale e in particolare i Racconti di Natale di Charles Dickens. Ed è proprio a lui che questo libro si ispira.

giovedì 23 maggio 2013

In libreria: Fabio Varchi “Bussando alle porte del paradiso. Racconti che scaldano il cuore”, La Zisa, pp. 192, euro 9,90


E fu in quell’istante che ricordò una vecchia canzone di Bob Dylan; era la colonna sonora di un film di Peckinpah sulla storia di Billy the Kid e Pat Garrett, una pellicola che gli era sempre piaciuta molto, forse perché l’aveva vista da ragazzino. E quella canzone aveva davvero un titolo strano: Knocking on heaven’s door , “Bussando alle porte del paradiso”. Un titolo assurdo, aveva sempre pensato. Com’era possibile da vivi bussare alla porta di qualcosa dove si va da morti? All’improvviso, come un lampo, qualcosa si accese nella sua mente, una frase tornò a galla nella sua memoria, una frase tipica di don Carmine e che aveva sentito anche da don Aurelio: “Non dare mai nulla per scontato, figliolo; nulla è mai definitivo, nulla, neppure la morte!”. (dal racconto Bussando alle porte del paradiso)

Fabio Varchi, giornalista e scrittore, vive a Palermo ma gli piace definirsi cittadino del mondo. Ama scrivere, ascoltare musica e vedere film. La sua passione principale sono i classici della letteratura mondiale e in particolare i Racconti di Natale di Charles Dickens. Ed è proprio a lui che questo libro si ispira.

mercoledì 2 gennaio 2013

“Uno sberleffo al mondo” di Maurizio Rizza


Sei piccoli spaccati di vita quotidiana che sembrano riecheggiare l’ironia narrativa di Heinrich Böll e Stefano Benni o il caustico disincanto di Luis-Ferdinand Celine. Come, ad esempio, la vicenda del quadro, regalo di nozze ad una coppia di sposini da spot pubblicitario che decidono, non comprendendone il valore artistico, di regalare ad un conoscente antipatico. Un quadro che passera' poi di mano in mano sino a fare una fine indecorosa. Quasi una parabola laica dell’amore per il brutto e dell’insipienza dei nostri tempi. O quella, oltremodo attuale, della cartomante che, dietro un’improbabile coreografia, un eloquio altisonante e uno scoop imbonito ad uno sprovveduto giornalista, nasconde la sua vera arte di borseggiatrice. Ma c’anche la parodia del Potere sempre pronto a correre i cento metri delle dichiarazioni a raffica anche su fatti insignificanti che meriterebbero solo l’onore di poche righe. O la contraddizione dell’insegnante ligia al dovere e sinceramente compenetrata del suo ruolo sociale che respinge con sdegno la richiesta di una raccomandazione, non sapendo di essere anche lei debitrice per la sua carriera all’ “interessamento” di un onorevole.
C’e' soprattutto, in queste pagine (in particolare nel racconto Il viaggio), l’insoddisfazione quasi brancatiana di vivere in una realta' provinciale e chiusa come quella siciliana. E, unitamente a questa, la voglia di fuggire lontano verso altre dimensioni culturali ed esistenziali, in terre che si presuppongono migliori. Ma i sogni, purtroppo, non sempre si avverano e comunque non per tutti. Rimane, ed ancora peggio, l’idealizzazione di una possibile alternativa. Una meravigliosa isola di Utopia relegata chissa' dove nel tempo e nello spazio. Ma quando ci si rende conto – ed e' questa amara consapevolezza, che in fondo attraversa tutto il libro, a colpire – che tra realta' immaginazione vi e' un muro invalicabile, altro non resta che lanciare uno sberleffo liberatorio al mondo intero (e anche a se stessi).

Davide Romano
La buriana e altri racconti
pp. 96
euro 5,oo
Edizioni La Zisa

mercoledì 15 giugno 2011

Palermo 17 giugno, Presentazione del volume di Maria Bellipanni Lima, “Tre luoghi, tre storie”, Ed. La Zisa


Verrà presentato venerdì 17 giugno 2011, alle ore 16, presso la Sala Rossa dell’Assemblea Regionale Siciliana, in piazza del Parlamento 1, a Palermo, il volume di racconti di Maria Bellipanni Lima, “Tre luoghi, tre storie” (Ed. La Zisa). Interverranno: on. Francesco Cascio (Presidente dell’ARS), on. Salvatore Iacolino (Parlamentare europeo), Marina Finettino (editor), Davide Romano (giornalista). Sarà presente l’autrice.

Il Libro: Maria Bellipanni Lima, “Tre luoghi, tre storie”, racconti, Ed. La Zisa, pp. 144, euro 9,90

Le vite della piccola Maria Concetta, del tenace Filippo e dell’appassionato Beppe scorrono sullo sfondo di tre diverse località siciliane: Ustica, Cefalù e Lampedusa. Nella piccola isola c’è Maria Concetta, una bambina piena di entusiasmo nonostante il suo papà non sia mai tornato dalla guerra. Vive con la madre e i due fratelli, ma la sua curiosità va oltre il mare, avvicinandosi col cuore ai problemi che in una piccola comunità sconosceva. Ad aprirle gli occhi è padre Antonio, che le indica la strada per diventare padrona delle idee che il fascismo voleva opprimere. A Cefalù vive invece Filippo che alla morte dei genitori viene accolto in seminario. Il giovane si innamora di Domenica, con cui mette su famiglia: è un matrimonio dai sentimenti veri, coronato dalla nascita di quattro figli. La vita dà tanto a Filippo, ma gli toglie la salute. E lo fa quando la moglie dà alla luce il loro ultimo figlio, che somiglia come una goccia d’acqua a lui. Nel bambino che cresce, tutti rivedono quel ragazzo pieno di valori che era il padre. Diventato adulto, il figlio minore di Filippo va in America, dalla quale torna carico di esperienze. È Lampedusa, invece, ad accogliere Beppe, che nell’isola per una battuta di pesca, si ritrova per caso a svolgere l’attività per la quale ha studiato tutta la vita, quella di medico.

Maria Bellipanni Lima è nata a Palermo nel 1954. Scopre la passione per la scrittura già in terza elementare, quando vince un concorso nazionale. Dopo la maturità classica si laurea in Scienze biologiche e lavora nel mondo della formazione. È alla sua prima pubblicazione.

www.lazisa.it

martedì 5 aprile 2011

In libreria: Ambra Bambini, “LaValeria che bellezza!!!/Lune d’ambra”, racconti, Ed. La Zisa, pp. 64, euro 7,90

Leggere questa raccolta di racconti è come entrare in punta di pie di in un quadro di Marc Chagall, in cui ogni elemento certo viene magicamente messo in discussione. Con ironia e levità, ma anche con un pungente acume, Ambra Bambini costruisce un percorso articolato in storie e frammenti. Un prezioso collage in cui una narrazione fluida e avvincente scorre in bilico tra sogno e realtà.


Ambra Bambini è nata a Città di Castello, in provincia di Perugia. È stata insegnante di Lettere nelle scuole medie primarie e secondarie e responsabile di biblioteche scolastiche. Oggi recensisce libri per alcune riviste con cui collabora. Adora Italo Calvino. Questa raccolta di racconti è la sua prima pubblicazione.


Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

mercoledì 16 marzo 2011

Le Edizioni La Zisa bandiscono il Primo Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.


Art. 1 In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Le Edizioni La Zisa bandiscono il I Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” finalizzato alla selezione di racconti da pubblicare gratuitamente in un volume curato dalla stessa casa editrice.

Art. 2 Per partecipare alla selezione basterà acquistare due volumi a scelta dal catalogo delle Edizioni La Zisa (www.lazisa.it), come parziale contributo alle spese organizzative.

Art. 3 Il racconto dovrà essere inviato, entro e non oltre il 31/07/2011, direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica: edizionilazisa@gmail.com
o per al seguente indirizzo:

Edizioni La Zisa
Via F.Guardione 5/E
90139 Palermo

allegando la prova d’acquisto dei due volumi (scontrino fiscale o fattura in cui risultino i titoli dei volumi acquistati) o, in alternativa, sarà possibile fare l’ordine direttamente dal nostro sito www.lazisa.it specificando nell’e-mail di conferma ACQUISTO LIBRI PER CONCORSO “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

Art. 4 L'opera inviata (non più di una per autore) dovrà essere inedita (o comunque l'autore dovrà ancora detenerne i diritti; a tal fine l'autore dovrà dichiarare l'opera frutto della sua inventiva e di sua libera disponibilità) e dovrà essere tassativamente compresa fra un minimo di 10 cartelle (o 18.000 caratteri spazi inclusi) e un massimo di 25 cartelle (o 45.000 caratteri spazi inclusi).

Art. 5 Il partecipante dovrà allegare un breve curriculum vitae con dati anagrafici, indirizzo tradizionale, e-mail e recapito telefonico.

Art. 6 I primi 3 classificati della verranno pubblicati congiuntamente in un libro a cura e a spese dell'editore, che si riserverà gli interventi editoriali che riterrà opportuni. Gli autori pubblicati riceveranno 3 copie omaggio godendo dello sconto del 40% (+ spese di spedizione) sulle altre copie che volessero eventualmente acquistare.

Art. 7 Ogni autore selezionato per la pubblicazione riceverà un contratto editoriale.

Art. 8 Il giudizio verrà operato insindacabilmente dall'editore e da una giuria di esperti lettori di sua fiducia. I risultati verranno comunicati ai partecipanti via posta elettronica e nel web entro la fine del mese di settembre 2011.

Art. 9 L’opera pubblicata verrà promossa e distribuita attraverso i consueti canali delle Edizioni La Zisa. Copie del volume verranno inviate in omaggio al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Art. 10 Qualora si ritenesse non soddisfacente la quantità e/o la qualità delle opere pervenute, la pubblicazione premio potrà non aver luogo o essere rimandata alla selezione successiva.

Art. 11 La partecipazione al concorso “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” implica l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando.

Art. 12 Ai sensi della legge 96/675 i partecipanti al concorso consentono alle Edizioni La Zisa il trattamento dei dati personali e delle loro opere secondo quanto previsto dal presente bando.

Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"
via Francesco Guardione n. 5/E, 90139 - Palermo
Tel. +39 091 331104 - fax +39 091 6127870
cell. +39 328 4728708
e-mail: stampa@lazisa.it - www.lazisa.it
Blog; http://edizionilazisa.blogspot.com/

sabato 11 settembre 2010

E' in libreria il volume di Salvatore Mantaci, "Il pescatore e il suo gatto", Illustrazioni di Kerstin Werth, Edizioni la Zisa


E' in libreria il volume di Salvatore Mantaci, "Il pescatore e il suo gatto", Illustrazioni di Kerstin Werth, Edizioni la Zisa, pp. 48, euro 5,90

Un’insolita coppia di marinai accomunati dall’amore per il mare

Chi l’ha detto che i gatti non amano l’acqua? Fortunato, il gatto del vecchio pescatore, ama andare per mare e aiutare il suo padrone a pescare ogni tipo di pesce. La sua non è certo una vita monotona: tra incontri con seppie dispettose e allegri delfini, lui e il suo padrone trascorrono le loro giornate accompagnati dal vento e dal mare che nasconde fra le sue onde sempre nuove avventure.

Salvatore Mantaci è nato a Palermo nel 1970 e, dopo aver conseguito la laurea in matematica, si è trasferito a Milano dove vive e lavora attualmente. Il grande amore per suo figlio e per il mare gli hanno ispirato le storie del gatto Fortunato e del vecchio pescatore. Un giorno forse tornerà a Palermo a bordo della sua barca Tarabaralla.

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

giovedì 29 luglio 2010

Davide Romano, “Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, Edizioni La Zisa




Storie minime. Storie di uomini giudicati ''minori'' nelle colonne dei giornali, ma che possono rappresentare lo specchio di una comunita'. Fatti che meritano lo spazio di una ''breve'', ma che con Davide Romano diventano materia per il suo ''Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana''. Il volume, con la prefazione di Diego ed edito da La Zisa/Koinè, racconta gli emarginati di Palermo, con le loro vite sconosciute che possono diventare note quando - per disperazione o per violenza repressa - si macchiano di qualche crimine piu' o meno grave. Romano ha tratto dalla cronaca degli ultimi cinque anni, pubblicata su varie testate, vicende che fotografano una realta', quella palermitana, nelle sue ombre e nelle sue luci, ''per ricordare ai disattenti che insieme alle vetrine illuminate ci sono anche zone estese di colpevole abbandono morale e materiale'', segmenti di vita vissuta che commuovono e irritano contemporaneamente. ''Sono trascorsi oltre trent' anni da un mio lungo soggiorno in Sicilia, inviato dal mio giornale, l' Unita' - scrive Novelli - dopo la lettura delle pagine di Romano sono rimasto profondamente colpito non solo dalla drammaticita' di queste microstorie di vita quotidiana che lui, con tanta sensibilita', ha raccolto, ma soprattutto dalle analogie con le storie con cui mi ero incontrato trent' anni prima, quasi che il tempo nella realta' siciliana non esista, si sia fermato''. ''Palermo - scrive ancora Novelli - vive le contraddizioni, le mode, i gusti, i drammi che vivono citta' come Roma, Milano, Torino, Parigi, Londra. Il dramma di un disoccupato che vuole buttarsi dal cornicione di un palazzo e' lo stesso in qualsiasi parte del mondo. Diverse ci fa capire l' autore sono le reazioni delle persone. E ce lo fa capire lasciando parlare gli uomini e le donne di questa sua amata e odiata citta', dando voce ai piu' deboli, schierandosi dalla loro parte''. Diciassette i capitoli del volume scritto dal giornalista freelance poco più che trentenne dedicati a ''I disperati della Noce''; ''Solo per amore''; ''Omosessualita' e fede''; ''Amore al citofono''; ''Cuore di boss''; ''Quando il prete s' innamora''; ''Scuole cattoliche e portatori di handicap''; ''Malacarne''; ''I sogni nel cassonetto''; ''Quel benedetto posto fisso''; ''La scoperta del mercato''; ''La mano dello scultore''; ''Una scuola di vita''; ''L' eremita delle Madonie''; ''Il coraggio di cambiare''; ''La pupara di Dio''; e ''Vita da squatters''.

DAVIDE ROMANO (Palermo), giornalista, editore e scrittore. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L’Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L’Inchiesta Sicilia, Narcomafie e Riforma. È stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98. Ha pubblicato i volumi: “L’amore maldestro” (2001), “La linea d’orizzonte tra carne e Cielo” (2003), “La buriana e altri racconti” (2003), “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, (2003, 2004), “L’anima in tasca” (2004), “Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia” (2005), “Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre” (2005), “Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera” (2005), “La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo”, Presentazione di Marcelle Padovani, Prefazione di Anna La Rosa. Con un contributo di don Vitaliano della Sala (2007), “Uno spettro s’avanza… Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza”, Prefazione di Paolo Ferrero (2010) ed ha curato il volume di Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”, Presentazione di Italo Tripi, Prefazione di Oliviero Diliberto (2009).

venerdì 12 marzo 2010

Le Edizioni la Zisa bandiscono il 1° Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.


In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, le Edizioni la Zisa bandiscono il 1° Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

dal sito http://www.lazisa.it/

Art. 1 In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, Le Edizioni La Zisa bandiscono il I Concorso nazionale di narrativa “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” finalizzato alla selezione di racconti da pubblicare gratuitamente in un volume curato dalla stessa casa editrice.

Art. 2 Per partecipare alla selezione basterà acquistare due volumi a scelta dal catalogo delle Edizioni La Zisa (www.lazisa.it), come parziale contributo alle spese organizzative.


Art. 3 Il racconto dovrà essere inviato, entro e non oltre il 30 dicembre 2010, direttamente al nostro indirizzo di posta elettronica: edizionilazisa@gmail.com
o per al seguente indirizzo:
Edizioni La ZisaVia F.Guardione 5/E90139 Palermo
allegando la prova d’acquisto dei due volumi (scontrino fiscale o fattura in cui risultino i titoli dei volumi acquistati) o, in alternativa, sarà possibile fare l’ordine direttamente dal nostro sito www.lazisa.it specificando nell’e-mail di conferma ACQUISTO LIBRI PER CONCORSO “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta”.

Art. 4 L'opera inviata (non più di una per autore) dovrà essere inedita (o comunque l'autore dovrà ancora detenerne i diritti; a tal fine l'autore dovrà dichiarare l'opera frutto della sua inventiva e di sua libera disponibilità) e dovrà essere tassativamente compresa fra un minimo di 10 cartelle (o 18.000 caratteri spazi inclusi) e un massimo di 25 cartelle (o 45.000 caratteri spazi inclusi).


Art. 5 Il partecipante dovrà allegare un breve curriculum vitae con dati anagrafici, indirizzo tradizionale, e-mail e recapito telefonico.


Art. 6 I primi 3 classificati della verranno pubblicati congiuntamente in un libro a cura e a spese dell'editore, che si riserverà gli interventi editoriali che riterrà opportuni. Gli autori pubblicati riceveranno 3 copie omaggio godendo dello sconto del 40% (+ spese di spedizione) sulle altre copie che volessero eventualmente acquistare.


Art. 7 Ogni autore selezionato per la pubblicazione riceverà un contratto editoriale.


Art. 8 Il giudizio verrà operato insindacabilmente dall'editore e da una giuria di esperti lettori di sua fiducia. I risultati verranno comunicati ai partecipanti via posta elettronica e nel web entro la fine del mese di febbraio 2011, mentre la pubblicazione del volume è prevista entro la fine del primo quadrimestre trimestre del 2011.


Art. 9 L’opera pubblicata verrà promossa e distribuita attraverso i consueti canali delle Edizioni La Zisa. Copie del volume verranno inviate in omaggio al Presidente della Repubblica ed ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica.

Art. 10 Qualora si ritenesse non soddisfacente la quantità e/o la qualità delle opere pervenute, la pubblicazione premio potrà non aver luogo o essere rimandata alla selezione successiva.


Art. 11 La partecipazione al concorso “Racconti d’Italia. L’Italia si racconta” implica l'accettazione di tutte le norme indicate nel presente bando.


Art. 12 Ai sensi della legge 96/675 i partecipanti al concorso consentono alle Edizioni La Zisa il trattamento dei dati personali e delle loro opere secondo quanto previsto dal presente bando.

lunedì 15 febbraio 2010

Recensione de “Il prato e il pozzo” di Maria Teresa De Sanctis, ed. La Zisa



“COM’E’ STUPIDO IL MALE” di Augusto Cavadi
“Centonove” 12.2.2010
Secondo la Prefazione di Francesco Gambaro, la raccolta “Il prato e il pozzo” (La Zisa, Palermo 2009) di Maria Teresa De Sanctis contiene “racconti, anche filosoficamente ardui”. Nella misura in cui ciò è vero, è lecito leggerli con gli occhiali del filosofo. Il che significa, innanzitutto, rinunziare a focalizzare l’aspetto linguistico ed estetico, insomma l’aspetto propriamente letterario. Da questa angolazione infatti tutto ciò che ho da notare, da semplice lettore della strada, è che l’autrice mostra una cura insolita della parola. E forse è proprio in questa attenzione al vocabolo e alla costruzione della frase che si annida la differenza fra la scrittura di un ‘pensatore’ e la scrittura di uno ’scrittore’. Alcuni di noi, filosofi per mestiere e per passione, usiamo la lingua; altri, uomini e donne di letteratura, fruiscono della lingua. Altrimenti detto: alcuni ci serviamo della lingua come mero veicolo per dire altro, autori come la De Sanctis servono la lingua per farla risuonare nella maniera quanto più musicale possibile. Chi utilizza la lingua può essere un filosofo o uno scienziato o un teologo, non uno scrittore: solo chi si cura della lingua, per toglierle opacità e farla risplendere, merita d’essere chiamato scrittore (o poeta). Non sono in grado di dire se Maria Teresa sia una ‘grande’ scrittrice, ma so con certezza che appartiene alla famiglia degli scrittori. O, per lo meno, che si candida seriamente ad entrarci. Come negare questo status a chi confida di essere abitata dal “gusto per la parola cercata, inseguita e amata infine”? Ad una autrice che tiene ad evidenziare, nel dettato dei suoi racconti, un “ritmo nascosto” che è “poesia dell’esistenza, del dolore, del mistero”? (Si potrebbe notare che lo stile del giornalista dovrebbe assumere qualcosa della trasparenza comunicativa del filosofo-scienziato senza però rinunciare a qualcosa del fascino evocativo del narratore-poeta: ma è una notazione da chiudere rigorosamente fra parentesi se non si vuole perdere il filo della recensione).Subito dopo aver distinto la scrittura teoretica dalla scrittura letteraria, devo però subito aggiungere che filosofia e poesia non sono alternative ma, di solito, si intrecciano intimamente. La ragione di questo intreccio? Entrambe (se non sono chiacchierologia) vogliono dire la vita. Sono desiderio di togliere il velo all’esistenza. Con una parola abbastanza sputtanata, ma non facilmente sostituibile, cercano verità. E’ la stessa De Sanctis a confessare, nella sua Introduzione, l’origine esperienziale della sua ispirazione fantastica: “Ascolto quel che accade e basta questo per avere sempre qualcosa da raccontare”. Un buon libro di letteratura (che è sempre, come in questo caso, “una prosa che sa di poesia”) vale se ci fa conoscere un po’ meglio la dimensione nascosta, ma profonda, della realtà: esattamente come ogni buon libro di filosofia.Ma, in concreto, in questi brevi racconti, quali sono i temi filosofici toccati? Mi limiterei a sottolinearne due.Primo: l’enigma del dolore, della sofferenza, del male. E’ esagerato affermare che è il filo conduttore di questa antologia, di questo florilegio? No, ma a patto di una precisazione: non è il negativo in generale che sembra ferire direttamente il cuore di Maria Teresa De Sanctis, bensì quel negativo che dipende dalla volontà umana. Non il dolore che possono provocare, innocentemente, un terremoto o un fulmine; bensì il dolore per così dire superfluo che possono provocare uno stupro o un bombardamento aereo. Questo è il male che scandalizza di più e per il quale l’autrice non ha altri aggettivi che: “stupido”. Alla domanda angosciata ed angosciante sul perché del male, poeti e filosofi - in questo affratellati non solo fra loro ma con l’intero genere umano - non hanno risposte. Possono solo spostare la questione dalle cause prime alle prospettive future; dall’eziologia alla teleologia: come contrastare il male, smussarne gli aculei, eroderne la sovranità tracimante?Ma così, passando dalla diagnosi alla terapia, incontriamo un secondo tema del libro (anzi, probabilmente, il tema generatore): il tema dell’amore. Lo so: si ha pudore nel pronunziare un vocabolo tanto inflazionato, ma i poeti devono essere spudorati e ripetere - come fosse la prima volta - ciò che è stato già detto un milione di volte. Per fortuna, anche la De Sanctis è affetta da questa mancanza di pudore e si lascia scappare: “Si vive per questo? Sì, per l’amore, per l’altro, per celebrare la gioia dell’essersi trovati, scoperti e riuniti”.Data la rilevanza del tema, si potrebbe chiudere con l’accenno al l’amore come senso dell’esistere; ma non resisto alla tentazione di una nota in calce sul tema del tempo. Che cos’è il tempo? La filosofia tramanda da secoli la considerazione di sant’Agostino: se nessuno me lo chiede, lo so; se qualcuno mi chiede di spiegarlo, non lo so più. Ebbene, un possibile riflettore puntato sul tempo può farne emergere una delle tante sfaccettature: il tempo come occasione per sperimentare la vita eterna. Noi siamo abituati a pensare che la vita eterna inizia (se inizia) ‘dopo’ la vita terrena, temporale appunto. Ma è così? O non ha forse ragione l’anonimo autore del vangelo tradizionalmente attribuito a Giovanni , secondo il quale la vita eterna o si sperimenta ora o non la si sperimenta mai? In ogni ipotesi, è esattamente quello che sostiene anche l’autrice di questi racconti (che, molto probabilmente, non pensava minimamente a nessuna Scrittura sacra) quando scrive che “il mistero del tempo” è “sentirsi così vicino all’eterno, al supremo, al sublime”. Per l’evangelista e per la scrittrice palermitana molto ‘laica’ l’eternità non è nessuna fuga ultra-fisica: è sperimentare l’estasi dell’amore. E’ la nostra vita terrena non ‘quantitativamente’ estesa nel tempo, bensì ‘qualitativamente’ intensificata in alcuni momenti apicali che ci strappano alla impermanenza e alla transitorietà. Un personaggio di de Crescenzo l’ha espresso in maniera scanzonatamente napoletana: visto che non possiamo allungare la vita, cerchiamo almeno di allargarla.

lunedì 11 gennaio 2010

Palermo 13 gennaio, Augusto Cavadi presenta il libro "Il prato e il pozzo" di Maria Teresa De Sanctis (ed. La Zisa)


Il 13 gennaio alle ore 17
a Palermo
presso la Sala delle lapidi a Palazzo delle Aquile
Augusto Cavadi, scrittore e filosofo
presenterà

"Il prato e il pozzo"
racconti
di Maria Teresa de Sanctis
(ed. La Zisa - www.lazisa.it -, pp. 64, euro 7)

l'autrice Maria Teresa de Sanctis

leggerà alcuni brani accompagnata
dal chitarrista Ivan Cammarata, autore delle musiche originali

« ...I protagonisti di questi racconti: attraversati da quell’atroce dualità che è la coincidentia oppositorum. Il dono della vita è anche una ferita e “la morte soltanto vince la morte”. I protagonisti di questi racconti: inventati e inventati per essere veri.. ». (dalla prefazione di Francesco Gambaro)

lunedì 14 dicembre 2009

Davide Romano, “Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, La Zisa


Storie minime. Storie di uomini giudicati ''minori'' nelle colonne dei giornali, ma che possono rappresentare lo specchio di una comunita'. Fatti che meritano lo spazio di una ''breve'', ma che con Davide Romano diventano materia per il suo ''Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana''. Il volume, con la prefazione di Diego ed edito da La Zisa/Koinè, racconta gli emarginati di Palermo, con le loro vite sconosciute che possono diventare note quando - per disperazione o per violenza repressa - si macchiano di qualche crimine piu' o meno grave. Romano ha tratto dalla cronaca degli ultimi cinque anni, pubblicata su varie testate, vicende che fotografano una realta', quella palermitana, nelle sue ombre e nelle sue luci, ''per ricordare ai disattenti che insieme alle vetrine illuminate ci sono anche zone estese di colpevole abbandono morale e materiale'', segmenti di vita vissuta che commuovono e irritano contemporaneamente. ''Sono trascorsi oltre trent' anni da un mio lungo soggiorno in Sicilia, inviato dal mio giornale, l' Unita' - scrive Novelli - dopo la lettura delle pagine di Romano sono rimasto profondamente colpito non solo dalla drammaticita' di queste microstorie di vita quotidiana che lui, con tanta sensibilita', ha raccolto, ma soprattutto dalle analogie con le storie con cui mi ero incontrato trent' anni prima, quasi che il tempo nella realta' siciliana non esista, si sia fermato''. ''Palermo - scrive ancora Novelli - vive le contraddizioni, le mode, i gusti, i drammi che vivono citta' come Roma, Milano, Torino, Parigi, Londra. Il dramma di un disoccupato che vuole buttarsi dal cornicione di un palazzo e' lo stesso in qualsiasi parte del mondo. Diverse ci fa capire l' autore sono le reazioni delle persone. E ce lo fa capire lasciando parlare gli uomini e le donne di questa sua amata e odiata citta', dando voce ai piu' deboli, schierandosi dalla loro parte''. Diciassette i capitoli del volume scritto dal giornalista freelance poco più che trentenne dedicati a ''I disperati della Noce''; ''Solo per amore''; ''Omosessualita' e fede''; ''Amore al citofono''; ''Cuore di boss''; ''Quando il prete s' innamora''; ''Scuole cattoliche e portatori di handicap''; ''Malacarne''; ''I sogni nel cassonetto''; ''Quel benedetto posto fisso''; ''La scoperta del mercato''; ''La mano dello scultore''; ''Una scuola di vita''; ''L' eremita delle Madonie''; ''Il coraggio di cambiare''; ''La pupara di Dio''; e ''Vita da squatters''.

DAVIDE ROMANO (Palermo, 6 ottobre 1971), giornalista, editore e scrittore. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L’Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L’Inchiesta Sicilia, Narcomafie e Riforma. È stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98. Ha pubblicato i volumi: “L’amore maldestro” (2001), “La linea d’orizzonte tra carne e Cielo” (2003), “La buriana e altri racconti” (2003), “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, (2003, 2004), “L’anima in tasca” (2004), “Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia” (2005), “Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre” (2005), “Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera” (2005), “La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo”, Presentazione di Marcelle Padovani, Prefazione di Anna La Rosa. Con un contributo di don Vitaliano della Sala (2007) e Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”. A cura di Davide Romano. Presentazione di Italo Tripi. Prefazione di Oliviero Diliberto (2009).

Davide Romano, La buriana e altri racconti, (ed La Zisa, pagg. 88)



Sono piccole storie, giocate piu' filo del paradosso e del sarcasmo, che colgono momenti, aspetti ed esperienze che tutti abbiamo vissuto, almeno una volta, nel corso della nostra vita. Sei piccoli spaccati di vita quotidiana che sembrano riecheggiare l'ironia narrativa di Heinrich Boll e Stefano Benni o il caustico disincanto di Luis-Ferdinand Celine. Come, ad esempio, la vicenda del quadro, regalo di nozze ad una coppia di sposini da spot pubblicitario che decidono, non comprendendone il valore artistico, di regalare ad un conoscente antipatico. Un quadro che passera' poi di mano in mano sino a fare una fine indecorosa. Quasi una parabola laica dell'amore per il brutto e dell'insipienza dei nostri tempi. O quella, oltremodo attuale, della cartomante che, dietro un'improbabile coreografia, un eloquio altisonante e uno scoop imbonito ad uno sprovveduto giornalista, nasconde la sua vera arte di borseggiatrice. Ma c'anche la parodia del Potere sempre pronto a correre i cento metri delle dichiarazioni a raffica anche su fatti insignificanti che meriterebbero solo l'onore di poche righe. O la contraddizione dell'insegnante ligia al dovere e sinceramente compenetrata del suo ruolo sociale che respinge con sdegno la richiesta di una raccomandazione, non sapendo di essere anche lei debitrice per la sua carriera all' “interessamento” di un onorevole. C'e' soprattutto, in queste pagine (in particolare nel racconto Il viaggio ), l'insoddisfazione quasi brancatiana di vivere in una realta' provinciale e chiusa come quella siciliana. E, unitamente a questa, la voglia di fuggire lontano verso altre dimensioni culturali ed esistenziali, in terre che si presuppongono migliori. Ma i sogni, purtroppo, non sempre si avverano e comunque non per tutti. Rimane, ed ancora peggio, l'idealizzazione di una possibile alternativa. Una meravigliosa isola di Utopia relegata chissa' dove nel tempo e nello spazio. Ma quando ci si rende conto – ed e' questa amara consapevolezza, che in fondo attraversa tutto il libro, a colpire – che tra realta' immaginazione vi e' un muro invalicabile, altro non resta che lanciare uno sberleffo liberatorio al mondo intero (e anche a se stessi).




DAVIDE ROMANO (Palermo, 6 ottobre 1971), giornalista, editore e scrittore. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L’Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L’Inchiesta Sicilia, Narcomafie e Riforma. È stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98. Ha pubblicato i volumi: “L’amore maldestro” (2001), “La linea d’orizzonte tra carne e Cielo” (2003), “La buriana e altri racconti” (2003), “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, (2003, 2004), “L’anima in tasca” (2004), “Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia” (2005), “Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre” (2005), “Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera” (2005), “La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo”, Presentazione di Marcelle Padovani, Prefazione di Anna La Rosa. Con un contributo di don Vitaliano della Sala (2007) e Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”. A cura di Davide Romano. Presentazione di Italo Tripi. Prefazione di Oliviero Diliberto (2009).

mercoledì 18 novembre 2009

In libreria – Daniela Thomas, “Segni di vita”, Prefazione di Franco la Rosa , ed. la Zisa, pp. 160, euro 9,90


Daniela Thomas “ha fatto della lettura […] introspettiva – ha scritto Franco La Rosa nella Prefazione – il suo sottofondo ma nello stesso tempo anche la sua forza; […] ha abitato i meandri di una mente o di un inconscio spesso connotati di chiarezza e anche di incertezze, di propulsioni e di arresti, di fughe e di ritorni – e qui la sua straordinaria autentica umanità – […] da cui ha tratto sempre le essenze più profonde trasformandole in pietre preziose, luccicanti: quelle storie struggenti di una ricchezza e di una soavità profonda e leggera nello stesso tempo che hanno fatto delle sue righe una sorta di illuminazione, una accensione improvvisa, un insight, nel linguaggio della psicologia analitica. Una poesia, dunque, […] per questo mai costruita o artificiosa, mai troppo elaborata, mai siglata […] dalla funzione pensiero solo per compiacere gli altri o per sedurre; solo sussulti, solo nostalgie, solo struggimenti, solo emozioni tra le sue parole”.


Daniela Thomas nasce a Palermo il 21 dicembre 1960, giorno del solstizio d’inverno, proprio quando la notte è più lunga e buia, ma per questo più vicina all’alba di un nuovo giorno. Il padre, Pierre, con una borsa di studio arriva in Sicilia dalla sua terra, la Bretagna, alla fine degli anni ‘50: se ne innamora al punto da sceglierla come paese d’elezione. Coniugare gli opposti – giorno-notte, nord-sud, madre-padre, cielo-terra… – in un’alchimia esistenziale diventa così il filo che si dipana, come attraverso un labirinto, nella vita di Daniela, che ancora oggi ne segue l’affascinante percorso. Vive nella campagna di Monreale, tra una casa in muratura e una casetta in legno adagiata in mezzo a un giardino di agrumi e melograni, dove – fra animali e sculture – trasfonde a bambini e ragazzi l’arte dello studio.