La scena del terzo episodio della Medea di
Euripide, incentrata sull’arrivo a Corinto del leggendario re ateniese Egeo, è
stata a lungo sottovalutata dalla critica e ha subìto nel corso del tempo una
molteplicità di interpretazioni. L’assenza di una sua esegesi univoca si deve
al carattere pacato della scena, all’apparenza poco rilevante rispetto ai
celeberrimi monologhi di Medea e ai dialoghi con Creonte e Giasone, carichi di
un pathos che il breve scambio di battute tra la protagonista
ed Egeo non può vantare.
A dispetto di ciò, Chiara Rizzatti ha rivalutato questo
episodio, dimostrandone la centralità all’interno dell’opera, alla luce del
fatto che proprio in esso confluiscono i temi principali della Medea – dal
problema dei figli all’abbandono, dai giuramenti violati alla brama di
vendetta. È con questo passo che Euripide sconvolge la consolidata immagine del
re di Atene come magnanimo e generoso, per offrirne il ritratto di un uomo
opportunista e subdolo, abile nel distorcere la parola tanto da tenere sotto
scacco l’astuta donna della Colchide. Non solo: l’incontro con Egeo si rivela l’anello
di congiunzione tra le due facies di Medea, dapprima vittima degli eventi e carnefice in
seguito, pronta a vendicarsi nei confronti di Giasone.
Nata a Bologna nel 1990, Chiara
Rizzatti si è diplomata al liceo classico San
Carlo di Modena, dove ha sviluppato la passione per la cultura greca. Si è poi
laureata in Lettere Classiche presso l’Università di Bologna e coltiva un certo
interesse per scritture antiche quali i geroglifici egiziani, le rune nordiche e
per la lingua micenea, argomento sul quale ha presentato alcune relazioni alle
università di Bologna e Madrid. L’episodio
di Egeo nella Medea di
Euripide è la sua prima pubblicazione.