La casa editrice La Zisa nasce nel 1988 a Palermo e in breve tempo si afferma nel settore dell'editoria di qualità proponendo classici ormai dimenticati e nuovi autori di talento.
lunedì 20 dicembre 2010
In libreria: Anna Maria Taranto, Il vero volto della tua anima (romanzo), Edizioni La Zisa, pp. 64, euro 6,90
Storia di un amore tormento tra una donna, Liliana, alla ricerca di un sentimento puro e capace di guarire le ferite del passato, e Maurizio, un uomo ambiguo, irrisolto, che ha fatto del cinismo la sua arma di salvezza. Anna Maria Taranto è nata a Palermo dove tuttora vive. Conseguito il diploma in ragioneria, si è dedicata agli studi umanistici, senza rinunciare a nutrire le sue passioni. Aspirante scrittrice, regala al pubblico il romanzo inedito, "Il vero volto della tua anima".
giovedì 16 dicembre 2010
IL DISORDINE CHE FA COMODO AGLI ORDINI di Gian Antonio Stella
IL DISORDINE CHE FA COMODO AGLI ORDINI
di Gian Antonio Stella
Opinioni & Commenti
Tuttifrurri
(Corriere della Sera, 2 gennaio 2008)
A cosa servono gli Ordini se non tengono ordine tra i loro iscritti, pretendendo il rispetto delle regole deontologiche? Era una domanda lecita dopo la scelta dell'Ordine degli Avvocati di non muover foglia contro i neo-colleghi imputati della truffa all'esame di Catanzaro, quando copiarono in 2.295 su 2.301 lo stesso tema. E legittima dopo la scoperta che l'Ordine dei Medici non si era mai accorto (in venti anni!) che Girolamo Sirchia aveva al Policlinico una segretaria pagata non dall'ospedale ma da un'industria farmaceutica fornitrice. Ma è una domanda obbligata oggi dopo la lettura di La zona grigia / Professionisti al servizio della mafia edizioni «La Zisa». In cui Nino Amadore, del Sole 24 Ore, ricostruisce le ambiguità e i silenzi dei vari Ordini nei confronti degli associati coinvolti in faccende di mafia, camorra, 'ndrangheta. Colletti bianchi che, a sentire il presidente di Cassazione Gaetano Nicastro, sono indispensabili ai criminali: «Cosa Nostra gode purtroppo di una vasta rete di fiancheggiatori nell'ambito di una certa borghesia mafiosa, fatta di tecnici, di professionisti, di imprenditori, di esponenti politici e della burocrazia». Come potrebbero certi padrini potentissimi ma semi- analfabeti investire nell'edilizia in Lussemburgo, nell'acquisto di un pacchetto azionario alle Cayman o nell'acquisto di 12 miliardi di metri cubi di gas dall'azienda ucraina Revne per «un valore di mercato di tre miliardi di euro» senza «un'accorta analisi fatta da gente preparata, che conosce i mercati »? Come potrebbero appropriarsi degli appalti pubblici senza la complicità di architetti, ingegneri, commercialisti, funzionari regionali e comunali ben decisi a regolarsi sul loro lavoro come le tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano? Amadore ricorda, tra gli altri, il caso del tributarista coinvolto nell'«operazione Occidente » che vide l'arresto di 46 persone appartenenti in parte al giro di Salvatore Lo Piccolo. «Accusato di aver riciclato il denaro delle 10 famiglie mafiose si è difeso: "Ho solo fatto il mio lavoro di consulente, di certo non vado a chiedere la fedina penale di tutti i miei clienti". » Tema: i suoi «probiviri» non han niente da dire? Sempre lì torniamo: «quando» un Ordine può intervenire? Nel caso del processo per il riciclaggio del «tesoro » (stima: 150 milioni di euro) di Vito Ciancimino, il libro segnala come i professionisti condannati siano stati due: il tributarista palermitano Gianni Lapis e l'avvocato internazionalista romano Giorgio Ghiron. Cinque anni e 4 mesi a testa. Ma se Lapis è stato subito sospeso dall'Ordine di Palermo, Ghiron risulta, molti mesi dopo la sentenza, ancora al suo posto. O così dice il sito dell'Ordine di Roma. Come mai? Il destino personale dell'uomo, va da sé, non c'entra: se è innocente lo dimostrerà in Appello. Auguri. Ma resta il tema: perché, come sostiene il presidente dell'Ordine dei Medici Annibale Bianco, un Ordine dovrebbe attendere la sentenza in Cassazione per censurare un iscritto? Che ce ne facciamo di una sanzione supplementare se c'è già una sentenza che magari espelle il condannato dalla professione? Se un Ordine non serve a tenere ordine «al di là» degli iter giudiziari, a cosa serve? A organizzare belle cene in compagnia?
di Gian Antonio Stella
Opinioni & Commenti
Tuttifrurri
(Corriere della Sera, 2 gennaio 2008)
A cosa servono gli Ordini se non tengono ordine tra i loro iscritti, pretendendo il rispetto delle regole deontologiche? Era una domanda lecita dopo la scelta dell'Ordine degli Avvocati di non muover foglia contro i neo-colleghi imputati della truffa all'esame di Catanzaro, quando copiarono in 2.295 su 2.301 lo stesso tema. E legittima dopo la scoperta che l'Ordine dei Medici non si era mai accorto (in venti anni!) che Girolamo Sirchia aveva al Policlinico una segretaria pagata non dall'ospedale ma da un'industria farmaceutica fornitrice. Ma è una domanda obbligata oggi dopo la lettura di La zona grigia / Professionisti al servizio della mafia edizioni «La Zisa». In cui Nino Amadore, del Sole 24 Ore, ricostruisce le ambiguità e i silenzi dei vari Ordini nei confronti degli associati coinvolti in faccende di mafia, camorra, 'ndrangheta. Colletti bianchi che, a sentire il presidente di Cassazione Gaetano Nicastro, sono indispensabili ai criminali: «Cosa Nostra gode purtroppo di una vasta rete di fiancheggiatori nell'ambito di una certa borghesia mafiosa, fatta di tecnici, di professionisti, di imprenditori, di esponenti politici e della burocrazia». Come potrebbero certi padrini potentissimi ma semi- analfabeti investire nell'edilizia in Lussemburgo, nell'acquisto di un pacchetto azionario alle Cayman o nell'acquisto di 12 miliardi di metri cubi di gas dall'azienda ucraina Revne per «un valore di mercato di tre miliardi di euro» senza «un'accorta analisi fatta da gente preparata, che conosce i mercati »? Come potrebbero appropriarsi degli appalti pubblici senza la complicità di architetti, ingegneri, commercialisti, funzionari regionali e comunali ben decisi a regolarsi sul loro lavoro come le tre scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano? Amadore ricorda, tra gli altri, il caso del tributarista coinvolto nell'«operazione Occidente » che vide l'arresto di 46 persone appartenenti in parte al giro di Salvatore Lo Piccolo. «Accusato di aver riciclato il denaro delle 10 famiglie mafiose si è difeso: "Ho solo fatto il mio lavoro di consulente, di certo non vado a chiedere la fedina penale di tutti i miei clienti". » Tema: i suoi «probiviri» non han niente da dire? Sempre lì torniamo: «quando» un Ordine può intervenire? Nel caso del processo per il riciclaggio del «tesoro » (stima: 150 milioni di euro) di Vito Ciancimino, il libro segnala come i professionisti condannati siano stati due: il tributarista palermitano Gianni Lapis e l'avvocato internazionalista romano Giorgio Ghiron. Cinque anni e 4 mesi a testa. Ma se Lapis è stato subito sospeso dall'Ordine di Palermo, Ghiron risulta, molti mesi dopo la sentenza, ancora al suo posto. O così dice il sito dell'Ordine di Roma. Come mai? Il destino personale dell'uomo, va da sé, non c'entra: se è innocente lo dimostrerà in Appello. Auguri. Ma resta il tema: perché, come sostiene il presidente dell'Ordine dei Medici Annibale Bianco, un Ordine dovrebbe attendere la sentenza in Cassazione per censurare un iscritto? Che ce ne facciamo di una sanzione supplementare se c'è già una sentenza che magari espelle il condannato dalla professione? Se un Ordine non serve a tenere ordine «al di là» degli iter giudiziari, a cosa serve? A organizzare belle cene in compagnia?
mercoledì 15 dicembre 2010
"Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia”, Yorick/La Zisa editore
Rosaria Brancato racconta lo "sguardo" di Graziella Campagna
"Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia”, Yorick/La Zisa editore, pagg. 124, euro 12,90) è il libro scritto dalla giornalista Rosaria Brancato.
di Antonio Siracusano (Gazzetta del Sud, 14 dicembre 2010)
Il 12 dicembre del 1985, poco dopo le 19.30, a Villafranca Tirrena, una ragazza di 17 anni spariva dalla sua vita appena abbozzata. Nessuno poteva elucubrare che un'apparente "fuitina", in principio spacciata per liquidare la scomparsa, fosse in realtà il primo tentativo di distanziare una verità che avrebbe rivelato quel sicilianissimo "contesto" di memoria storica. E che in un quarto di secolo si sarebbe incaricata di rispondere "presente" al rovello interrogante di Leonardo Sciascia. Graziella Campagna c'è. La sua memoria ha un futuro. Il suo corpo martoriato, scoperto il 14 dicembre nell'area di un forte messinese abbandonato, è riuscito a farsi largo nel buio della giustizia, nella ragnatela delle complicità, nella palude dei silenzi.
"Con i tuoi occhi" (Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia - Yorick- La Zisa editore, pagg. 124, euro 12,90) è il libro scritto dalla giornalista Rosaria Brancato che dà corpo e anima a quello sguardo narrante. Ne viene fuori una voce che nel transito della rievocazione, interpretata da Beppe Fiorello nella fiction "La vita rubata", racconta i sentimenti che in 25 anni hanno scardinato protezioni invalicabili, senza mai cedere alla rassegnazione.
«Noi abbiamo camminato per un quarto di secolo in mezzo ad ogni tipo di violenza e ostacolo – scrive nella prefazione Piero Campagna, il fratello di Graziella – ma ce l'abbiamo fatta e ce l'avremmo fatta anche se il percorso verso la giustizia e la verità fosse stato ancora più lungo, perché la nostra forza, oggi come ieri, è l'amore». È la strada maestra che percorre l'autrice del libro. Lo sguardo di Graziella vede il fratello chinarsi sul suo cadavere sfregiato dai colpi di fucile. Lo incoraggia nella ricerca degli assassini, delle ragioni che hanno armato le mani di due mafiosi.
Una forza inesauribile che respira angoscia, rabbia, soprusi, umiliazioni, oblio: «Lo sai, te ne accorgi che mi stanno uccidendo di nuovo, senti l'impercettibile rumore del grilletto, avverti l'occhio che prende la mira e sai che anche questa volta non potrai far nulla per evitarlo. Esci dall'aula, a poche decine di metri dai miei assassini, vorresti usare la logica della tua rabbia impotente e sparare anche tu. Ma aspetti, perché non hai altra scelta. Aspetti la sentenza, quella che mi ucciderà davvero la seconda volta». È il 28 marzo del 1990. L'assoluzione dei due carnefici (Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera) si rovescia come una pietra tombale sull'ansia di giustizia della famiglia. Graziella, però, non abbassa gli occhi e continua a vivere nei pensieri di Piero.
Fratello e sorella si parlano, crescono insieme, arriva la nipotina. L'autrice muove un dialogo intimo che sprigiona un indomabile rapporto familiare. I retroscena seppelliti da una sentenza bugiarda riaffiorano attraverso le testimonianze dei pentiti. La ragazza fu uccisa perché aveva visto un'agendina scottante che svelava la vera identità di Gerlando Alberti junior, latitante omaggiato e riverito a Villafranca. Il secondo processo straccia le assoluzioni e scrive quella verità negata per 19 anni.
È l'11 dicembre del 2004: "Ergastolo per entrambi gli imputati". Sentenza confermata in appello e in cassazione. La giustizia, disseminata di meschinità e depistaggi, recupera tardivamente la sua dignità. La memoria di Graziella rivive tra libri, strade e impianti sportivi che ci consegnano la sua storia. Ma c'è un'altra vita che non si è mai smarrita, raccontata dall'autrice attraverso un'incisiva capacità narrativa che lascia traspirare sensibilità introspettiva. «Sono convinto – scrive Piero Campagna – che solo grazie al fatto che siamo stati uniti oltre la morte abbiamo superato 25 anni d'ingiustizie».
"Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia”, Yorick/La Zisa editore, pagg. 124, euro 12,90) è il libro scritto dalla giornalista Rosaria Brancato.
di Antonio Siracusano (Gazzetta del Sud, 14 dicembre 2010)
Il 12 dicembre del 1985, poco dopo le 19.30, a Villafranca Tirrena, una ragazza di 17 anni spariva dalla sua vita appena abbozzata. Nessuno poteva elucubrare che un'apparente "fuitina", in principio spacciata per liquidare la scomparsa, fosse in realtà il primo tentativo di distanziare una verità che avrebbe rivelato quel sicilianissimo "contesto" di memoria storica. E che in un quarto di secolo si sarebbe incaricata di rispondere "presente" al rovello interrogante di Leonardo Sciascia. Graziella Campagna c'è. La sua memoria ha un futuro. Il suo corpo martoriato, scoperto il 14 dicembre nell'area di un forte messinese abbandonato, è riuscito a farsi largo nel buio della giustizia, nella ragnatela delle complicità, nella palude dei silenzi.
"Con i tuoi occhi" (Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia - Yorick- La Zisa editore, pagg. 124, euro 12,90) è il libro scritto dalla giornalista Rosaria Brancato che dà corpo e anima a quello sguardo narrante. Ne viene fuori una voce che nel transito della rievocazione, interpretata da Beppe Fiorello nella fiction "La vita rubata", racconta i sentimenti che in 25 anni hanno scardinato protezioni invalicabili, senza mai cedere alla rassegnazione.
«Noi abbiamo camminato per un quarto di secolo in mezzo ad ogni tipo di violenza e ostacolo – scrive nella prefazione Piero Campagna, il fratello di Graziella – ma ce l'abbiamo fatta e ce l'avremmo fatta anche se il percorso verso la giustizia e la verità fosse stato ancora più lungo, perché la nostra forza, oggi come ieri, è l'amore». È la strada maestra che percorre l'autrice del libro. Lo sguardo di Graziella vede il fratello chinarsi sul suo cadavere sfregiato dai colpi di fucile. Lo incoraggia nella ricerca degli assassini, delle ragioni che hanno armato le mani di due mafiosi.
Una forza inesauribile che respira angoscia, rabbia, soprusi, umiliazioni, oblio: «Lo sai, te ne accorgi che mi stanno uccidendo di nuovo, senti l'impercettibile rumore del grilletto, avverti l'occhio che prende la mira e sai che anche questa volta non potrai far nulla per evitarlo. Esci dall'aula, a poche decine di metri dai miei assassini, vorresti usare la logica della tua rabbia impotente e sparare anche tu. Ma aspetti, perché non hai altra scelta. Aspetti la sentenza, quella che mi ucciderà davvero la seconda volta». È il 28 marzo del 1990. L'assoluzione dei due carnefici (Gerlando Alberti junior e Giovanni Sutera) si rovescia come una pietra tombale sull'ansia di giustizia della famiglia. Graziella, però, non abbassa gli occhi e continua a vivere nei pensieri di Piero.
Fratello e sorella si parlano, crescono insieme, arriva la nipotina. L'autrice muove un dialogo intimo che sprigiona un indomabile rapporto familiare. I retroscena seppelliti da una sentenza bugiarda riaffiorano attraverso le testimonianze dei pentiti. La ragazza fu uccisa perché aveva visto un'agendina scottante che svelava la vera identità di Gerlando Alberti junior, latitante omaggiato e riverito a Villafranca. Il secondo processo straccia le assoluzioni e scrive quella verità negata per 19 anni.
È l'11 dicembre del 2004: "Ergastolo per entrambi gli imputati". Sentenza confermata in appello e in cassazione. La giustizia, disseminata di meschinità e depistaggi, recupera tardivamente la sua dignità. La memoria di Graziella rivive tra libri, strade e impianti sportivi che ci consegnano la sua storia. Ma c'è un'altra vita che non si è mai smarrita, raccontata dall'autrice attraverso un'incisiva capacità narrativa che lascia traspirare sensibilità introspettiva. «Sono convinto – scrive Piero Campagna – che solo grazie al fatto che siamo stati uniti oltre la morte abbiamo superato 25 anni d'ingiustizie».
Storia di Graziella Campagna, un libro della casa editrice La Zisa per ricordare e riflettere
La pubblicazione dedicata alla vittima di mafia uccisa nel 1985
Storia di Graziella Campagna, un libro della casa editrice La Zisa per ricordare e riflettere
(Corriere della Sera, 13 dicembre 2010)
Storia di Graziella Campagna, un libro della casa editrice La Zisa per ricordare e riflettere
(Corriere della Sera, 13 dicembre 2010)
«Con i tuoi occhi» della giornalista Rosaria Brancato, sarà presentato a Palermo il 17 dicembre.
PALERMO - Le vittime di mafia non sono tutte uguali. In alcune storie, più che in altre, la verità fatica a venire a galla, situazioni e particolari sono più difficili da decifrare. Tra queste c'è quella di Graziella Campagna, la ragazza di 17 anni, dipendente di una lavanderia, che la sera del 12 dicembre 1985 fu uccisa dalla mafia a Saponara, piccolo centro in provincia di Messina. La sua vicenda è l’emblema di come la menzogna possa trionfare fino a quando gli uomini onesti non trovano la forza di dire basta. In questo caso, gli uomini onesti assumono le fattezze dei familiari della ragazza. Su tutti, il fratello Piero, carabiniere di professione, eroe irriducibile per necessità. È grazie alla sua tenacia e alla solidarietà di chi gli si stringe attorno, è grazie al lavoro di giudici, avvocati ed esponenti delle forze dell’ordine che non si sottraggono al proprio dovere che, dopo 25 anni, la verità s'è imposta.
LA PUBBLICAZIONE - «Con i tuoi occhi», pubblicato dalla casa editrice palermitana «La Zisa», fa luce sulle passioni che hanno accompagnato coloro che hanno amato Graziella Campagna. E lo fa grazie alla penna ispirata della sua autrice, Rosaria Brancato, giornalista messinese che ha lavorato per quotidiani come Repubblica, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia, e L’Ora di Palermo. Brancato riesce a essere cronista fedele e narratrice fantasiosa allo stesso tempo. Lo fa tramite un artificio letterario messo a punto con sensibilità, portando alla luce i pensieri probabili che Graziella Campagna avrebbe elaborato in questi ultimi 25 anni se, il 12 dicembre 1985, una lupara armata da Gerlando Alberti junior e Gianni Sutera - condannati all’ergastolo, in Cassazione, il 18 marzo 2009 - non l’avesse massacrata con cinque colpi. Il libro sarà presentato a Palermo il 17 dicembre, alle 18, presso il salone della Chiesa valdese di via dello Spezio 43 (dietro il teatro Politeama), a Palermo. Sarà presente l’autrice. Intervengono: Daniele Billitteri, presidente Assostampa Sicilia; Rita Borsellino, eurodeputato; Piero Campagna, fratello di Graziella; Vittorio Corradino, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia. Modera: Roberto Puglisi, giornalista.
PALERMO - Le vittime di mafia non sono tutte uguali. In alcune storie, più che in altre, la verità fatica a venire a galla, situazioni e particolari sono più difficili da decifrare. Tra queste c'è quella di Graziella Campagna, la ragazza di 17 anni, dipendente di una lavanderia, che la sera del 12 dicembre 1985 fu uccisa dalla mafia a Saponara, piccolo centro in provincia di Messina. La sua vicenda è l’emblema di come la menzogna possa trionfare fino a quando gli uomini onesti non trovano la forza di dire basta. In questo caso, gli uomini onesti assumono le fattezze dei familiari della ragazza. Su tutti, il fratello Piero, carabiniere di professione, eroe irriducibile per necessità. È grazie alla sua tenacia e alla solidarietà di chi gli si stringe attorno, è grazie al lavoro di giudici, avvocati ed esponenti delle forze dell’ordine che non si sottraggono al proprio dovere che, dopo 25 anni, la verità s'è imposta.
LA PUBBLICAZIONE - «Con i tuoi occhi», pubblicato dalla casa editrice palermitana «La Zisa», fa luce sulle passioni che hanno accompagnato coloro che hanno amato Graziella Campagna. E lo fa grazie alla penna ispirata della sua autrice, Rosaria Brancato, giornalista messinese che ha lavorato per quotidiani come Repubblica, Il Giornale di Sicilia, La Sicilia, e L’Ora di Palermo. Brancato riesce a essere cronista fedele e narratrice fantasiosa allo stesso tempo. Lo fa tramite un artificio letterario messo a punto con sensibilità, portando alla luce i pensieri probabili che Graziella Campagna avrebbe elaborato in questi ultimi 25 anni se, il 12 dicembre 1985, una lupara armata da Gerlando Alberti junior e Gianni Sutera - condannati all’ergastolo, in Cassazione, il 18 marzo 2009 - non l’avesse massacrata con cinque colpi. Il libro sarà presentato a Palermo il 17 dicembre, alle 18, presso il salone della Chiesa valdese di via dello Spezio 43 (dietro il teatro Politeama), a Palermo. Sarà presente l’autrice. Intervengono: Daniele Billitteri, presidente Assostampa Sicilia; Rita Borsellino, eurodeputato; Piero Campagna, fratello di Graziella; Vittorio Corradino, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia. Modera: Roberto Puglisi, giornalista.
martedì 14 dicembre 2010
lunedì 6 dicembre 2010
Palermo 10 dicembre, Presentazione del romanzo di Dora Angela Ruvolo, "Corradino", Edizioni La Zisa
Verrà presentato venerdì 10 dicembre, alle ore 18, presso il salone della Chiesa valdese di via dello Spezio 43 (dietro il teatro Politeama), a Palermo, il romanzo storico di Dora Angela Ruvolo "Corradino", Edizioni La Zisa. Interverranno: Camillo Palmeri, saggista; Domenico Quaranta, saggista; Angela Maria Ruvolo, psicologa. Modererà: Alessia Franco. Sarà presente l’autrice
IL LIBRO: La vita scorre sempre uguale fra i campi. Ma in una giornata come tante altre Corradino di Svevia – grondante di sangue e in pericolo di vita – fa irruzione in casa di una famiglia di contadini ignari, fino a quel momento, delle vicende politiche che si stanno consumando in Sicilia. Un romanzo avvincente, raccontato dalla voce di una giovane che, dopo la morte di Corradino, è portata – da se stessa e dagli eventi – a nascere e morire tante volte, a spendersi, pur non essendo Siciliana, nella lotta contro gli Angioini insieme alle fiere donne di Messina. Per ogni battaglia vinta, Costanza indossa il guanto che Corradino le ha lanciato prima di morire, e con questo fa suonare a festa le campane. Un punto di vista originale, in cui si intrecciano sentimenti corali e inconfessabili introspezioni, fa di questa vicenda un romanzo storico e, insieme, un intenso percorso di formazione.
L’AUTRICE: Dora Angela Ruvolo è nata e vive a Palermo. “Sono nata il 29 febbraio di un anno bisestile, motivo per cui pur essendo nonna di quattro nipoti non ho ancora raggiunto la maggiore età – scrive di se stessa –. So comunque di essere nata nell’anno del Drago di ferro e sotto il segno dei Pesci e nell’ora della Pecora. Ancora non mi capacito d’essere mortale: è l’unico vero problema che non saprò mai risolvere. Se avessi potuto scegliere, credo che avrei evitato di nascere donna e qui: non che mi sia andata proprio male, ma troppe cose della mia reale condizione non mi appartengono.”
Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".
__________________________________________
Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"
via Francesco Guardione n. 5/E, 90139 - Palermo
Tel. +39 091 331104 - fax +39 091 6127870
cell. +39 328 4728708
e-mail: stampa@lazisa.it - www.lazisa.it
Blog; http://edizionilazisa.blogspot.com/
IL LIBRO: La vita scorre sempre uguale fra i campi. Ma in una giornata come tante altre Corradino di Svevia – grondante di sangue e in pericolo di vita – fa irruzione in casa di una famiglia di contadini ignari, fino a quel momento, delle vicende politiche che si stanno consumando in Sicilia. Un romanzo avvincente, raccontato dalla voce di una giovane che, dopo la morte di Corradino, è portata – da se stessa e dagli eventi – a nascere e morire tante volte, a spendersi, pur non essendo Siciliana, nella lotta contro gli Angioini insieme alle fiere donne di Messina. Per ogni battaglia vinta, Costanza indossa il guanto che Corradino le ha lanciato prima di morire, e con questo fa suonare a festa le campane. Un punto di vista originale, in cui si intrecciano sentimenti corali e inconfessabili introspezioni, fa di questa vicenda un romanzo storico e, insieme, un intenso percorso di formazione.
L’AUTRICE: Dora Angela Ruvolo è nata e vive a Palermo. “Sono nata il 29 febbraio di un anno bisestile, motivo per cui pur essendo nonna di quattro nipoti non ho ancora raggiunto la maggiore età – scrive di se stessa –. So comunque di essere nata nell’anno del Drago di ferro e sotto il segno dei Pesci e nell’ora della Pecora. Ancora non mi capacito d’essere mortale: è l’unico vero problema che non saprò mai risolvere. Se avessi potuto scegliere, credo che avrei evitato di nascere donna e qui: non che mi sia andata proprio male, ma troppe cose della mia reale condizione non mi appartengono.”
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saggista; Domenico Quaranta
mercoledì 1 dicembre 2010
Palermo 3 dicembre, Presentazione del fantasy di Liliana Galatioto "IL SEGRETO DELLA CITTA' NASCOSTA", Edizioni La Zisa
Venerdì 3 dicembre, alle ore 18, presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi (piazza Niscemi 1), a Palermo, i giornalisti Alessia Franco e Alberto Mirone presentano il romanzo fantasy di Liliana Galatioto "Il segreto della città nascosta" (Ed. la Zisa). E' presente l'autrice. Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".
LA FORZA DELL'AMORE di ALBERTO MIRONE (“La Repubblica”, 28 novembre 2010)
LA CRONACA di un amore doloroso e perfetto che elude i labili confini del tempo, per legare il filo che intreccia tutte le storie mai narrate a un presente fatto di mistero. È la suggestione narrativa a cui ci invita Liliana Galatioto, giovane autrice al suo primo romanzo, Il segreto della città nascosta, che ci trasporta in un viaggio alla riscoperta della storia greca, una storia perduta, racchiusa in un episodio senza nome, capace però di dare i natali alla leggenda di una mitica città nascosta; alla sua ricerca partiranno inconsapevolmente Daniele Jessica, due persone il cui incontro sembra ordito da quello che gli antichi chiamavano Fato, due vite che stringono un legame basato inizialmente su una reticenza riguardo il loro passato prossima al segreto. Daniel viene da un amore naufragato e ha un buco nel cuore da rammendare, mentre lei non si rivela quella che sembrava essere, un incontro che diviene amore e che procede parallelamente allo sviluppo della storia nella storia, un tuffo nel passato mitico in cui oriente e occidente tentano di unirsi celebrando un amore clandestino: quello di Semiramide, promessa sposa di un uomo che non è nel suo destino, rapita invece dal fuoco che brucia nel petto di uno spartiate incaricato di scortarla. Il loro è un sogno destinato ad infrangersi, ma il sentimento è così forte da precipitare nel sonno di Danel, all'ascolto di una voce onirica che lo chiama a sé: è l'occasione per imbarcarsi in un viaggio che scoprirà ai loro occhi le meraviglie di un passato sepolto sotto la sabbia, e lascerà loro in eredità una nuova consapevolezza di se stessi e del legame che unisce gli amori di ogni tempo.
Liliana GALATIOTO
Il segreto della città nascosta
Edizioni La Zisa
Pagine 184
Euro 14,90
LA FORZA DELL'AMORE di ALBERTO MIRONE (“La Repubblica”, 28 novembre 2010)
LA CRONACA di un amore doloroso e perfetto che elude i labili confini del tempo, per legare il filo che intreccia tutte le storie mai narrate a un presente fatto di mistero. È la suggestione narrativa a cui ci invita Liliana Galatioto, giovane autrice al suo primo romanzo, Il segreto della città nascosta, che ci trasporta in un viaggio alla riscoperta della storia greca, una storia perduta, racchiusa in un episodio senza nome, capace però di dare i natali alla leggenda di una mitica città nascosta; alla sua ricerca partiranno inconsapevolmente Daniele Jessica, due persone il cui incontro sembra ordito da quello che gli antichi chiamavano Fato, due vite che stringono un legame basato inizialmente su una reticenza riguardo il loro passato prossima al segreto. Daniel viene da un amore naufragato e ha un buco nel cuore da rammendare, mentre lei non si rivela quella che sembrava essere, un incontro che diviene amore e che procede parallelamente allo sviluppo della storia nella storia, un tuffo nel passato mitico in cui oriente e occidente tentano di unirsi celebrando un amore clandestino: quello di Semiramide, promessa sposa di un uomo che non è nel suo destino, rapita invece dal fuoco che brucia nel petto di uno spartiate incaricato di scortarla. Il loro è un sogno destinato ad infrangersi, ma il sentimento è così forte da precipitare nel sonno di Danel, all'ascolto di una voce onirica che lo chiama a sé: è l'occasione per imbarcarsi in un viaggio che scoprirà ai loro occhi le meraviglie di un passato sepolto sotto la sabbia, e lascerà loro in eredità una nuova consapevolezza di se stessi e del legame che unisce gli amori di ogni tempo.
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