Visualizzazione post con etichetta Edizioni La Zisa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Edizioni La Zisa. Mostra tutti i post

giovedì 2 maggio 2024

Dagli archivi di YouTube: il giornalista Roberto Saviano e l’attore Pierfrancesco Favino parlano del volume di Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ‘29”, pubblicato dalle Edizioni La Zisa, e della casa editrice palermitana.


“La grande crisi del ‘29” ripropone una pagina complessa, e quanto mai attuale, della storia americana. Il 1929 e la crisi di Wall Street non rappresentano solo una macchia luttuosa della storia contemporanea, ma anche la prima vera incrinatura di un sistema considerato perfetto. Spesso i libri che parlano di storia e si danno aria di “saggi” finiscono per diventare noiosi. Sicuramente questo non è il caso del libro di Ugo Pettenghi, che con uno stile semplice e discorsivo porta il lettore a immedesimarsi con i piccoli risparmiatori. 

Pettenghi, cronista di altri tempi, non spiega ma racconta ,attraverso gli occhi abbagliati di tanti americani, la fine di un sogno chiamato capitalismo. Durante il mandato di Hoover la borsa, gonfiata da titoli fantasma e da falsi bilanci, tracolla il 24 ottobre 1929, lasciando il “paese dei miracoli” con milioni di disoccupati, migliaia di aziende chiuse e tanti risparmiatori sul lastrico. L’occhio del cronista focalizza la sua attenzione sui cittadini americani, su come fossero diventati patiti di Wall Street e del suo gioco, unico svago legale al tempo, visto il proibizionismo. 

Di come fossero pronti a vendersi per le strade, dopo aver scoperto che le proprie azioni erano diventate pezzi di carta senza alcun valore. Ma come ricorda Pettenghi “… quasi sempre lo schiavo bianco restava senza compratore…”. Il disastro del 1929 non si limita all’America, ma trascina dietro di sé un’Europa distratta e piena di debiti, che porterà al trionfo Hitler e Mussolini. Non manca una critica di sottofondo alla fine del libro, che Pettenghi dedica alle vicende di Sam Insull, unica testa considerata responsabile del crollo del 1929: un uomo inseguito per anni dalle forze dell’ordine americane, con due milioni di nemici lasciati in patria. Tuttavia questo libricino lascia l’amaro in bocca per un altro motivo, e cioè che leggendolo sembra di ascoltare un telegiornale recente. Nella speranza che l’uomo faccia la storia, ma che la memoria faccia l’uomo.

Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ’29. Una storia che si ripete”, Prefazione di Nino Amadore, Con una nota di Michelangelo Bellinetti, Edizioni La Zisa

lunedì 22 aprile 2024

Torna in libreria il più antico ricettario di cucina tradizionale ebraica italiana!

 


 

Ines De Benedetti, “Poesia nascosta. Le ricette della cucina tradizionale ebraica italiana”, Edizioni La Zisa, A cura di Davide Romano, Presentazione di Daniela Fubini, Prefazione alla terza edizione di Nanette R. Hayon, Prefazione alla seconda edizione di Ines De Benedetti, Prefazione alla prima edizione di Lucia Levi, Illustrazioni di Letizia Romano

 

Ines De Benedetti, con la sua “Poesia nascosta”, non ha soltanto raccolto e pubblicato delle ricette. Ha messo a disposizione di quattro generazioni di famiglie ebraiche italiane (fino ad oggi) un compendio di kasherut (regole alimentari ebraiche) applicato, vissuto nel quotidiano in modi che nella sua, di generazione, erano evidentemente a rischio di andare perduti. E Lucia Levi nel presentare il libro al lettore di allora ne ha segnalato subito il valore come strumento per riportare i sapori ebraici alla tavola insieme ai rituali e all’osservanza dei precetti. Oggi, a distanza che appare siderale dagli anni del primo dopoguerra, dopo la seconda guerra, la Shoah e il ritorno alla vita, dopo l’arrivo in Italia degli ebrei da tutto il mondo arabo, con tradizioni ebraiche e culinarie tutte nuove, ancora oggi la Poesia nascosta trova spazio nelle nostre cucine. Con i suoi fogli macchiati e unti dall’uso, le annotazioni a margine e le modifiche appuntate su foglietti volanti, è un pezzetto di storia ebraica italiana, rivolto come la sua autrice a un futuro più consapevole e orgoglioso della propria tradizione, anche culinaria.

(dalla Presentazione di Daniela Fubini)

 

Ines De Benedetti, nata il 12 novembre 1874, è scomparsa a Padova nel 1960. Per anni è stata presidente della sezione padovana, da lei fondata nel 1929, dell’ADEI, l’Associazione Donne Ebree d’Italia, diventata in seguito ADEI Wizo, che si occupa di volontariato sociale e di diffondere la cultura e i valori dell’ebraismo e del sionismo, nonché di promuovere la condizione della donna e sostenere le istituzioni Wizo in Israele.


La cucina russa è servita... in un libro!

 


 

Il volume "Non solo caviale" di Tatiana Kalinina raccoglie ricette semplici e piatti più elaborati, per un approccio facile e gustoso ai sapori dell'est

Un viaggio nella cucina russa. Per scoprire non solo nuove ricette e sapori diversi, ma anche abitudini e costumi della Russia sovietica e immediatamente post-sovietica. Nel libro, curato dal giornalista Davide Romano, “Non solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa” di Tatiana Kalinina (edizioni La Zisa) è infatti stata raccolta una selezione di ricette russe, in parte recuperate dall’autrice da alcuni ricettari russi degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.

“Fin da piccola ho sempre amato cucinare - racconta l’autrice -. E, da sola o insieme a qualche amica, mi divertivo a rielaborare piatti già conosciuti. Durante la mia infanzia, però, non c’era una grande varietà di prodotti, quindi capitava spesso di dover utilizzare fantasia e creatività per poter realizzare pranzi invitanti, anche se con pochi ingredienti a disposizione”.

I piatti proposti nel libro, spiega Tatiana Kalinina, rappresentano un mix di ricette semplici, realizzabili con pochi ingredienti, e ricette più elaborate. “Al giorno d'oggi in commercio si trovano tantissimi libri dedicati alla cucina russa - prosegue Kalinina -, ma la mia idea era quella di realizzare un volume snello che, oltre alle ricette più popolari, offrisse anche una breve storia dei singoli piatti. Un manuale che consiglierei soprattutto a coloro che si stanno preparando per un viaggio in Russia, in modo da poter essere preparati ad assaggiare nuove pietanze, senza pregiudizi, ma con una sana curiosità”.

Da borsch ai pelmeny, sono tantissimi i piatti particolari della tradizione russa, spesso sconosciuti agli italiani. “Difficilmente entreranno nella quotidianità delle famiglie italiane - prosegue -, ma alle persone più curiose suggerirei di provare qualche insalata fresca, le zuppe di funghi, i secondi piatti di pesce o i bliny con salmone e caviale”.

E a proposito dei gusti degli italiani verso la cucina russa: “Mi sembra che gli italiani siano dei buongustai, anche se ho l’impressione che non amino i sapori troppo forti, come l’eccessivo utilizzo di sale e di condimenti grassi, che invece le rigide condizioni climatiche del nostro Paese richiedono”.

 

(fonte: https://it.rbth.com/)

 

martedì 9 aprile 2024

In libreria: Ernesto Buonaiuti, “Apologia del cattolicesimo”, a cura di Davide Romano, prefazione di Francesco Armetta, Edizioni La Zisa


 

L’Apologia del cattolicesimo venne pubblicata per la prima volta a Roma nel 1923 all’interno della collana Apologie, creata e diretta da Angelo Fortunato Formiggini. L’Apologia e il saggio di apologetica religiosa intitolato Verso la luce, guadagnarono al Buonaiuti la scomunica papale e la messa all’indice di tutte le sue opere. Le argomentazioni, così come affrontate dal Buonaiuti nell’Apologia, non si basavano più sui precetti della filosofia scolastica ma erano impregnate di un misticismo che diede vita ad una sorta di antitetico individualismo dell’anima. È lo stesso Buonaiuti a chiarire sin dall’inizio la sua tesi apologetica: «il movimento religioso, scaturito dalla predicazione del Vangelo, rappresenta la perfezione soprannaturale nello sviluppo della religiosità umana, e che del cristianesimo, sigillato e consacrato dalla luce incontaminata di un divino afflato rivelatore, il cattolicismo costituisce in una completa identità sostanziale la logica realizzazione nella storia».


Ernesto Buonaiuti (1881-1946), illustre esponente della corrente modernista italiana, presbitero e accademico, nei suoi studi indagò ogni aspetto e ogni figura appartenente alla storia cristiana. Oltre all’Apologia possiamo ricordare, tra i suoi scritti più significativi, Lutero e la Riforma religiosa in GermaniaGioacchino da FioreStoria del cristianesimo e l’autobiografia dal titolo Pellegrino di Roma.


giovedì 28 marzo 2024

Torna in libreria il saggio di Anna Momigliano, “Israele e gli altri. Un dissidio irrisolto”, prefazione di Tobia Zevi, Edizioni La Zisa


 

Per cercare di comprendere le radici di un conflitto che sembra ormai infinito


“Lo Stato di Israele […] è grande più o meno quanto la Sicilia. Vi risiedono circa sei milioni di ebrei e due di arabi, senza contare gli abitanti della Cisgiordania. In più vi sono una serie di minoranze storiche ma non così conosciute: drusi, circassi, beduini, ecc. […] l’identità di questa terra è talmente complessa che possono percepirsi eccentrici, rispetto alla maggioranza, i giovani che non si riconoscono nella politica e nel mainstream; la classe media che perde potere d’acquisto e non riesce a pagarsi un affitto; gli arabi israeliani che si sentono cittadini di serie B; gli arabi cristiani rispetto alla maggioranza musulmana; i neri africani in rapporto alle altre etnie; le popolazioni beduine e nomadi; i lavoratori immigrati del Sud-est asiatico; i religiosi e i laici, entrambi; i russi o gli etiopici di fronte ai pionieri; i sefarditi nei confronti degli ashkenaziti. Il miracolo del sionismo consiste proprio nell’aver integrato – tra mille contraddizioni – milioni di esseri umani in pochissimi anni: solo tra il 1945 e il 1951 sbarcarono circa 685 mila immigrati, innestandosi su una popolazione di 650 mila persone, […]. Pensiamo a cosa succederebbe in Italia – considerato il livello dell’attuale dibattito pubblico – se arrivassero 65 milioni di immigrati nei prossimi cinque anni!”. (dalla Prefazione di Tobia Zevi).

 

Anna Momigliano collabora con il New York Times e il Mulino. Ha scritto Karma Kosher. I giovani israeliani tra guerra, pace, politica e rock’n’roll (Marsilio 2009).  

martedì 26 marzo 2024

In libreria: Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”, a cura di Davide Romano, prefazione di Oliviero Diliberto, Ed. La Zisa

 



Questa opera inedita di Girolamo Li Causi, terminata nel 1974, e non più rivista dall’Autore, è una lunga riflessione critica, ed autocritica, sull’attività svolta dal PCI e dalle classi dirigenti siciliane, negli anni della ricostruzione post-bellica, dai mesi immediatamente successivi allo sbarco delle truppe anglo-americane sino alla formazione dei governi Milazzo. Un arco di tempo lungo un quindicennio, durante il quale Li Causi assolse anche l’incarico di segretario regionale del partito. Da questo suo osservatorio privilegiato emerge il ritratto vivo e spesso pungente di uomini e vicende che hanno segnato la storia passata e presente dell’Isola.

 

GIROLAMO LI CAUSI (Termini Imerese 1906 - Roma 1977) è stato uno dei massimi dirigenti nazionali del Partito comunista italiano, al quale aderì giovanissimo poco dopo la sua fondazione. Parlamentare per diverse legislature, è stato per alcuni anni vice presidente della Commissione nazionale antimafia. Collaboratore e direttore di numerosi periodici, ha pubblicato: Il lungo cammino. Autobiografia 1906-1944, Roma, Editori Riuniti, 1974.

 

DAVIDE ROMANO, giornalista. Da sempre attivo nel mondo del volontariato e appassionato di studi religiosi, lavora da molti anni nell’ambito della comunicazione politica, culturale, religiosa e sindacale. Ha scritto e scrive per numerose testate ed è stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura “Nuovo Mezzogiorno” e del mensile della “Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98”.  Ha pubblicato, tra l’altro: “L'amore maldestro”, Palermo 2001; “La linea d’orizzonte tra carne e Cielo”, Prefazione di Paolo Scrima, Palermo 2003; “La buriana e altri racconti”, Prefazione di Maurizio Rizza, Palermo 2003; “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, Palermo 2003, 2004; “L’anima in tasca”, Prefazione di Antonio Riolo, Palermo 2004; “Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia”, Palermo 2004; “Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre”, Palermo 2005; “25 e non li dimostra. Storia della Funzione pubblica Cgil-Sicilia”, Palermo 2005; “Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera”, Presentazione di Rosalinda Camarda, Prefazione di Pino Apprendi, Palermo 2005; “La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo”, Presentazione di Marcelle Padovani, Prefazione di Anna La Rosa, Con un contributo di don Vitaliano della Sala, Palermo 2007; “A mio padre con rabbia” in Aa. Vv., “Specchio poetico. Raccolte in dialogo”, Sant’Arcangelo di Romagna (Rn) 2008; “Bagnarsi di sole, nutrirsi d’arte. L’Italia vista dai russi”, Palermo 2010, 2015; (con Fabio Bonasera) “Inganno padano. La vera storia della Lega Nord”, Prefazione di Furio Colombo, Palermo 2010, 2011; “Uno spettro s'avanza. Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza”, Presentazione di Paolo Ferrero, Prefazione di Daniele Gallo, Palermo 2011, 2013. Ha curato, fra gli altri, i seguenti volumi: Ines De Benedetti, “Poesia nascosta. Le ricette della cucina tradizionale ebraica italiana”, Palermo 2013, 2015, 2017; Tatiana Kalinina, "Non solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa”; Lev Tolstoj, “Riflessioni di un vegetariano”, Palermo 2017; Lev Tolstoj, “Vita di Gesù e altri scritti”, Palermo 2017.

Ha fondato la comunità informale di cristiani La Compagnia del Vangelo per il servizio degli ultimi.

lacompagniadelvangelo.blogspot.com

 

 

La prefazione di Oliviero Diliberto

 

Gli anni raccontati da Girolamo Li Causi in questo straordinario libro sono quelli decisivi della Repubblica italiana, quelli che l’hanno indelebilmente segnata, ne hanno condizionato il futuro sviluppo: anni che pesano ancor oggi. Dal 1944 al 1960, accade infatti praticamente tutto. La fine della guerra e la vittoria sul nazi-fascismo; la formazione dei primi governi democratici di unità nazionale e la successiva esclusione delle sinistre da essi; l’Assemblea Costituente e la nascita della Costituzione; l’attentato a Togliatti; la sconfitta delle sinistre nel ’48 e il centrismo; l’avanzata del Pci e delle sinistre a prezzo di lotte, politiche e sociali, grandi e terribili; le conseguenti repressioni di Scelba; la legge-truffa, e poi ancora la crisi del centrismo, le prime avvisaglie del nascente centro-sinistra, e infine la formazione dei governi Milazzo alla Assemblea regionale siciliana, resa possibile da una spaccatura all’interno della Democrazia cristiana, e la conseguente estromissione temporanea di questo partito dalle leve del potere.

In questi primi anni si coglie soprattutto la fine di una stagione di speranze aperta dalla Resistenza, la constatazione che la classe dirigente sceglie allora di non rompere decisamente con il passato, di non voltare pagina – anche e soprattutto per via del contesto internazionale, il mondo diviso in due blocchi, la guerra fredda degli anni più cupi –, in un continuiamo deteriore tra passato e presente, tra apparati dello Stato gravemente collusi con il regime fascista e riciclati, a vario titolo, in quelli della nuova Repubblica. I nemici di ieri diventano “utili” in quel momento per contrastare i nuovi nemici, i comunisti: e certo non solo in Italia. Le conseguenze di quelle scelte sciagurate, in Sicilia come nel resto del Paese, le paghiamo ancor oggi.

Li Causi racconta tutto ciò da un’ottica particolare, ma decisiva: la Sicilia del dopoguerra. L’autore narra, da protagonista, la battaglia contro la mafia, la connessione tra Stato, malavita organizzata, economia forte, le incursioni dei servizi americani. Oggi, tutto ciò ci appare più evidente. Sono emersi documenti, testimonianze, i fatti si delineano nella loro gravità e complessità: ma in Li Causi – attore protagonista tra i più importanti del periodo, a livello siciliano e nazionale – l’analisi è sin da quegli anni di una lucidità che oggi appare straordinariamente lungimirante. Aveva già chiaro tutto. E lo diceva.

L’autore – è quasi superfluo dirlo, ma forse non è inutile sottolinearlo in questi tempi di perdita colpevole di memoria – è stato personaggio leggendario. Incarcerato nel 1928 dopo la condanna a 20 anni di reclusione comminata dal tribunale speciale del fascismo, liberato nel ’43, è subito tra i capi della Resistenza nel Nord Italia, poi dirige il partito e le lotte per l’occupazione delle terre (e non solo) in Sicilia, è autorevole parlamentare e membro della direzione nazionale del Pci.

Popolarissimo e amatissimo tra le masse, Li Causi è l’alfiere della lotta contro la mafia, quando in certi ambienti politici (e giornalistici) essa non si poteva neppure nominare, negandosi addirittura la sua esistenza. Li Causi accusava apertamente di connivenza con la mafia i vertici dei partiti di governo in Sicilia, ad iniziare ovviamente dalla Dc, parlava delle collusioni con Cosa Nostra: lo faceva quando pochissimi, isolatamente, osavano farlo. Le prove giudiziarie sono venute a galla solo nei processi più recenti. Ma quelle politiche erano già allora di fronte agli occhi di chi voleva vederle. Li Causi univa dunque la capacità, straordinaria, di conoscenza e di analisi, ad un eccezionale coraggio.

Emerge a tutto tondo la figura di Li Causi comunista. Ma anche di Li Causi siciliano. Di quella Sicilia che ha dato straordinarie figure di dirigenti, nel corso dei decenni, al Pci nazionale, ma che ha visto protagonisti anche migliaia di donne e uomini meno noti o sconosciuti, militanti e dirigenti locali, politici e sindacalisti, che hanno dedicato al riscatto della propria Isola tutta la loro vita, non di rado mettendola concretamente a repentaglio e talvolta perdendola, proprio in nome e per via delle battaglie antimafia. Un nome per tutti: Pio La Torre.

Guttuso – altro siciliano illustre – amava ripetere, con la civetteria dei siciliani colti e cosmopoliti, che anche quando dipingeva una mela, c’era dentro la Sicilia. Se la portava dietro ovunque fosse e qualunque cosa facesse. Saudade isolana, ma anche coscienza della propria identità forte, delle radici che non si recidono, di valori che urlano dentro di sé. Ed è proprio in Sicilia che Li Causi matura alcune delle sue convinzioni più profonde, ad iniziare dall’adesione senza tentennamenti, e da subito, alla svolta togliattiana del ’44, la nascita del partito nuovo, capace di unire sempre la protesta alla proposta, l’identità e le alleanze. Li Causi è sempre attento all’unità delle masse, mai velleitario, nemico giurato del massimalismo. Egli crede e si batte per un partito che aderisse pienamente ai valori e ai principi della nuova Costituzione, scegliendo di tenere uniti democrazia e socialismo.

Li Causi fu dirigente comunista di prima grandezza. Pieno di umanità e partecipazione personale ai drammi del sottosviluppo, della povertà, dell’emarginazione sociale. In lui, nelle sue pagine, si avverte come prioritaria gli appaia la lotta contro le ingiustizie, i soprusi, le prepotenze dei potenti contro gli umili: Manzoni avrebbe detto le soperchierie. Passione politica, dunque, unita sempre alla tensione morale. Ma dal libro si chiarisce anche che nei comunisti siciliani la battaglia per la legalità e quella per il riscatto sociale non siano mai astrattamente scisse, anzi esse appaiono indissolubili tra loro: pena la sconfitta su entrambi i terreni.

Un esempio, dunque, ancora oggi vivissimo. Queste riflessioni politiche inedite, che commentano e si incrociano con alcuni passi significativi della sua vicenda autobiografica postbellica, sono quindi utili, feconde, istruttive. Ne dobbiamo essere grati ai brillanti curatori, che allegano anche pagine particolarmente struggenti, come le lettere di Li Causi dal carcere e le testimonianze dei compagni e dei dirigenti del Pci, seguite alla sua scomparsa.

Concludendo la lettura, mi viene spontaneo pensare (ripensare, ancora una volta) allo scioglimento di quel partito – il Pci – al quale Li Causi e intere generazioni di comunisti in Italia hanno dedicato l’intera propria vita. Anche questo straordinario libro, infatti, testimonia la grandezza e i meriti storici di quella comunità di donne e uomini che lo costituivano. Vi ho riflettuto con amarezza.

Ma è motivo di ottimismo e di speranza pensare anche che questo libro possa esser letto, e meditato, da una generazione ancor più giovane: quella che viene dopo la mia e non ha conosciuto il Pci, per un ovvio fatto anagrafico. A questi giovani, che oggi hanno vent’anni, e nascevano quando crollava il Muro di Berlino, questo libro insegna che ciò che è stato fatto era giusto farlo e che i comunisti italiani sono stati i protagonisti della lotta per la democrazia, la legalità, l’emancipazione del popolo: in definitiva, per un’Italia migliore.

In definitiva, questo libro ci insegna, ancora una volta, quanto sia straordinariamente vitale il vecchio principio che i filosofi ci ripetono da un migliaio di anni. Noi, oggi, riusciamo a vedere più lontano di chi ci ha preceduto non perché siamo più bravi, ma semplicemente perché siamo nani issati sulle spalle di giganti.

 

Oliviero Diliberto

 

domenica 24 marzo 2024

In libreria: Amal Hazeen, “Ğamāl al-Bannā. Una nuova visione dell’Islam”, Edizioni La Zisa


"Questo testo vuole mettere in risalto le fondamenta di un pensiero diverso in seno all’Islam e di dargli voce in Occidente. L’autore era un po’ conosciuto in Italia perché concedeva diverse interviste a giornalisti italiani, ma i suoi scritti che possono esporre bene la sua visione dell’Islam esistono solo in arabo. Perciò, quando ho scelto il capitolo oggetto della ricerca, la mia intenzione era di esporre una visione islamica diversa da quella tradizionale conosciuta in Occidente. Ma non solo, siccome provengo da un paese oggi a maggioranza islamica e poiché mi sta tanto a cuore il dialogo interreligioso, soprattutto con gli ebrei e i musulmani, questa mia scelta intendeva anche cercare e trovare delle basi solide per un incontro proficuo o un punto comune, sia a livello religioso che sociale e politico, da cui partire e lavorare insieme, ebrei, musulmani e cristiani, per il bene comune delle nostre società". (dall’Introduzione di Amal Hazeen)

 

 

Amal Hazeen è palestinese. Da più di 20 anni vive a Roma. È docente di Metodologia della ricerca e del lavoro scientifico, di Dialogo interreligioso e Introduzione all’Islam alla Pontificia Università Urbaniana e presso la  Pontificia Università Gregoriana. Ha lavorato al Programma alimentare mondiale per diversi anni e dal 1995 collabora con la Sala stampa della Santa Sede. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze dell’Educazione e un master in Studi arabi e d’Islamistica. Oltre a diversi articoli su riviste specializzate, ha pubblicato il volume “Il coraggio di cambiare la storia. Il dialogo ebraico-cristiano dal Concilio a Giovanni Paolo II” (EMI, 2008).










Consigli, non richiesti, di lettura in tempo di guerra: Dounia Ettaib, “Al Quds. Il dono di Dio per il suo popolo. Un libro su Israele”, Edizioni La Zisa

 


L’amore di una donna araba per l’ebraismo e Israele!

«Tutta la vita di Dounia è un tentativo valoroso di battere luoghi comuni, e la grande prova del fuoco, non un ostacolo ma una tappa prescelta, è Israele, la visita di quel paese (...). Il suo libro è enciclopedico, ma anche pieno di storie, di colori, di profumi». (Fiamma Nirenstein)

Dounia Ettaib ha iniziato la sua carriera come consulente e project manager per istituti governativi in Italia come la Provincia di Milano e il Comune di Milano. È stata membro del Comitato Islamico e membro della Commissione Immigrazione del Ministero dell'Interno italiano. Nel corso degli anni ha acquisito il suo pedigree presso grandi aziende internazionali e istituzioni pubbliche. Durante il suo mandato presso DM International, Dounia ha ricoperto il ruolo di Direttore degli affari internazionali negli uffici di Dubai e Manama. All'interno del dipartimento Commercio e investimenti di Dounia, è stata coinvolta nel commercio di società petrolifere e di gas con il Medio Oriente e la regione asiatica.

Nel 2014 ha fondato la società di consulenza sulle materie prime petrolifere e del gas D7D. La società ha una sede centrale e un ufficio di rappresentanza a Londra.

Dounia è il presidente e amministratore delegato di D7D. Sotto la guida di Dounia, l'azienda ha firmato con successo accordi e collaborato con aziende internazionali in tutto il mondo, partecipando alla costruzione e alla gestione di grandi progetti. Dounia ha firmato accordi per petrolio e altre materie prime in tutto il mondo. Nel 2016, Dounia ha portato D7D a diventare il partner ufficiale di Eurasian Investment Holdings EIH.

Dal 2017, D7D è il partner ufficiale della società eurasiatica Lionining LEFLC, è una delle maggiori allocazioni e detentrice del titolo di petrolio e prodotti petroliferi di diversi grandi paesi produttori e produttori di petrolio. Ha una solida esperienza nella gestione e nel lavoro con team multiculturali. Ha sviluppato numerosi progetti di integrazione e diversità multiculturale. Durante il periodo di confinamento ha avviato il corso multiculturale per l'Università di Limec, da 3 anni insegna integrazione delle diversità Ha ricevuto il premio Donna svizzera dell'anno 2007. 2009 Donna di Milano. Premio Ambrogino 2013. "Al Quds, il dono di Dio" è il suo primo libro.

 

sabato 11 novembre 2023

Edizioni La Zisa, 1988-2023: trentacinque anni dalla parte sbagliata (in trenta libri o quasi)

 


La casa editrice La Zisa, celebra in questi giorni il trentacinquesimo anniversario della propria attività. Si cercherà qui di offrire un breve resoconto del cammino fin qui compiuto e di farlo seguendo un percorso che attraversa una selezione di trenta tra le più significative opere edite per i nostri tipi. Una sommaria periodizzazione di questo più che trentennale cammino dovrebbe anzitutto distinguere tre grandi tappe all'interno dell'arco di vita della Zisa.

Una prima fase è quella della fondazione in cui si precisa gradualmente la fisionomia della Zisa come un soggetto culturale fortemente legato alla vita ed alla storia politica siciliana e palermitana in particolare. Questa prima tappa si distende lungo l'ultimo scorcio del '900 (1988-1999). Molte le firme autorevoli che hanno scritto per la nascente casa editrice palermitana, tra le quali spiccano quelle di Napoleone Colaianni, Nicola Barbato, Rocco Chinnici, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Antonino Caponnetto, Michele di Dio, Mimmo Giarratana, Ennio Pintacuda, Andrea Camilleri, Giancarlo Caselli, Gherardo Colombo, Saverio Lodato, Nino Fasullo, Francesco Michele Stabile, Rosario Giuè.

I temi visitati dai nostri autori in questa prima fase rivelano nette scelte di campo da parte della Zisa, scelte che ritroveremo come una sorta di carattere distintivo delle linee editoriali anche nelle tappe successive.

Tutti gli ambiti del dibattito politico degli anni '90 sono presenti e osservati mantenendo costantemente un punto di vista privilegiato da sinistra: dalla storia politica della Sicilia alla questione morale, alla tensione tra regionalismo e autonomia, dal dibattito interno alla sinistra negli anni '90 al dialogo tra cattolicesimo e cultura di sinistra, per arrivare, proprio al volgere del millennio, alle grandi domande bioetiche sullo statuto ontologico della persona, sulla dignità umana e le nuove sfide ai diritti dell'uomo lanciate dal progresso tecnologico.

Un discorso a sé merita la particolare attenzione dedicata fin dall'inizio alla ricerca sociale sulla storia, i protagonisti, le trasformazioni del fenomeno mafioso e della lotta alla mafia. Attraverso le sue numerose pubblicazioni sull'argomento mafia-mafie, dando spesso spazio e opportunità ai personaggi in prima linea nell'impegno istituzionale e civile contro la mafia di raggiungere direttamente il pubblico, La Zisa ha contribuito fin dagli anni della sua fondazione a far conoscere il carattere proteiforme, pervasivo del fenomeno mafioso, il suo radicamento sul territorio, il suo tipico insediamento culturale nel nostro Meridione, in particolare in Sicilia, i suoi intrecci con l'economia e la politica.

Il secondo periodo nella storia della nostra casa editrice copre all'incirca il primo decennio del nostro secolo e può essere indicato come una fase di transizione. I principali ambiti tematici sono rimasti gli stessi del periodo precedente ma si presentano con una portata ed una estensione maggiori. Nuovi soggetti politici, come la Lega, maturano e si affacciano sulla scena politica alternandosi al governo e, ahimè, talvolta anche nel malaffare, con le formazioni di più lunga tradizione, le quali stanno a loro volta subendo profonde ristrutturazioni ideologiche e di apparato organizzativo. Puntualmente autori come Fabio Bonasera e Davide Romano rilevano queste metamorfosi del panorama del potere nel Paese. Anche lo sguardo su quanto accade nel mondo ecclesiale si allarga fino ad includere altre “tende”, oltre quella dei cattolici, come accade col saggio di Teodoro Balma, con introduzione di Italo Pons e Antonio Di Grado, sulla storia e il martirio dei Valdesi. Anche l'interesse per le cose siciliane si amplia, non limitandosi più in maniera prevalente alla storia politica dell'Isola ma includendo altre prospettive dell'analisi storica della società siciliana, come ad esempio la storia dell'astronomia in Sicilia firmata da Pippo Battaglia e con un'introduzione di Margherita Hack. Infine anche la letteratura scientifica sulla mafia si apre a nuovi argomenti limitrofi a quelli già messi a fuoco nel decennio precedente. Comincia a farsi strada l'idea di una declinazione al plurale del fenomeno, emerge la centralità, la ferocia e la capacità organizzativa della 'ndrangheta. Anche in questo passaggio di consegne tra l'egemonia di Cosa Nostra e le 'ndrine calabresi La Zisa si è riconosciuta un proprio ruolo dando un contributo all'analisi con la pubblicazione integrale, nel 2008, della relazione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa sulla 'ndrangheta.

Il terzo periodo nella storia della nostra casa editrice abbraccia grosso modo gli ultimi dieci anni e coincide con l'avvento di Davide Romano alla guida della Zisa. Le tradizionali linee editoriali caratterizzate dalla critica sociale e di costume sui temi emergenti della politica e della società civile continuano a prolungarsi, articolarsi e fiorire. Abbiamo, ad esempio, la pubblicazione dell'inchiesta di Sante Sguotti su pedofilia e celibato nella Chiesa di Papa Francesco, le biografie dedicate ai protagonisti della lotta alla mafia, come quella di Paolo Borsellino ad opera di Roberto Rossetti, con prefazione di Nicola Tranfaglia, o il recentissimo Padre Puglisi, raccontato dalla giovane giornalista palermitana Federica Raccuglia, con prefazione di mons. Giancarlo Maria Bregantini.

Ma Davide Romano col suo raffinato gusto letterario imprime anche un segno molto chiaro di novità sulle pubblicazioni della Zisa. Il catalogo si arricchisce così di nuovi generi, collaborazioni e collane, come le Rondini o Nostos, dedicate alla produzione di opere e saggi di poesia, narrativa, inchiesta, culinaria. Contemporaneamente l'orizzonte dell'attività editoriale, pur mantenendo il proprio centro sulla città di Palermo, la Sicilia e l'Italia, come seguendo una propria naturale vocazione si allarga fino a includere culture affini come quella greca o del Vicino Oriente ed abbracciare quel “Mediterraneo esteso” che s'inoltra fino al centro del continente culturale africano. Vedono così per la prima volta la luce in lingua italiana opere del premio Nobel per la letteratura Ghiorgos Seferis (Sei notti sull'Acropoli) le poesie di Ghiorgos Sarandaris (Giorni) le fiabe di Christos Boulotis (Trilogia gattesca) nelle splendide traduzioni di Maria Caracausi, i racconti siciliani di Thomas Valentin, tradotti ed introdotti da Cristina Sanfratello, Poesia nascosta, di Ines De Benedetti, sulla cucina tradizionale ebraica italiana (prefazione di Tobia Zevi), I mocassini di 'Īsā, con la presentazione di Cécile Kashetu Kyenge.

Oggi, La Zisa insieme a tante altre realtà rappresenta un patrimonio civile di Palermo, una riserva di energie morali ed intellettuali, ma sembra non avere alcuna intenzione di smettere di crescere e sviluppare il proprio progetto editoriale. Seguendo le stesse linee di forza che ci hanno condotti fin qui, continuare a produrre il libro sarà solo l'espressione, ma non l'unica, di un'identità originaria e ormai consolidata. L'augurio per la nostra città ed il nostro Paese è che di queste progettualità d'insieme possano esservene miriadi, e continuare ad evolversi come ha fino ad ora fatto La Zisa, nel suo ruolo di impresa intellettuale condivisa, di soggetto politico collettivo, con i suoi ideali di partecipazione, di inclusione, di riduzione delle distanze, di conoscenza reciproca.

Insomma, che possa realizzarsi in qualche misura quell'universo di valori, quel mondo di idee che La Zisa ha finora immaginato e cercato, per la sua parte, di realizzare.


martedì 12 settembre 2023

Edizioni La Zisa: Custodi della Cultura e della Storia



Le Edizioni La Zisa rappresentano una delle realtà editoriali più significative e culturalmente rilevanti in Italia. Fondate con l'obiettivo di preservare e diffondere il patrimonio culturale e storico della Sicilia, questa casa editrice ha contribuito in modo sostanziale a valorizzare l'eredità culturale di questa regione, offrendo una piattaforma per scrittori, studiosi e artisti che condividono un profondo legame con la Sicilia. In questo articolo, esploreremo la storia e il contributo delle Edizioni La Zisa alla promozione della cultura e della storia siciliana.

Le Edizioni La Zisa sono state fondate nel 1988 a Palermo, in Sicilia. Il loro nome è un omaggio all'omonimo palazzo arabo-normanno situato nella città, simbolo dell'eclettismo e della ricca storia dell'isola. Sin dalla loro nascita, queste edizioni si sono impegnate a diffondere il patrimonio culturale siciliano attraverso la pubblicazione di libri, saggi, e opere d'arte.

Uno dei principali obiettivi delle Edizioni La Zisa è stato quello di preservare e promuovere la cultura e la storia della Sicilia. Hanno pubblicato opere che spaziano dalla letteratura siciliana classica alle ricerche storiche, dalla poesia contemporanea alle opere d'arte. Questa varietà di contenuti ha contribuito a far conoscere al pubblico sia la ricchezza culturale della Sicilia che i suoi momenti più significativi della storia.

Le Edizioni La Zisa hanno collaborato con numerosi autori e artisti siciliani di talento. Hanno fornito una piattaforma per la pubblicazione di opere letterarie e artistiche che altrimenti non sarebbero state riconosciute a livello nazionale e internazionale. Questa apertura all'arte e alla cultura siciliana ha aiutato a scoprire e promuovere nuovi talenti nell'isola.

Nonostante la loro radice in Sicilia, le Edizioni La Zisa hanno raggiunto una diffusione internazionale grazie alle loro pubblicazioni multilingue e alla partecipazione a importanti fiere del libro e eventi culturali. Ciò ha contribuito a far conoscere la cultura siciliana a un pubblico più ampio e a creare ponti culturali tra la Sicilia e il resto del mondo.

Le Edizioni La Zisa rappresentano un faro di cultura e storia siciliana. La loro dedizione alla promozione dell'identità culturale dell'isola, unita alla collaborazione con autori e artisti locali, ha contribuito a mantenere vivo il patrimonio storico e culturale della Sicilia. Il loro impegno nel diffondere questa eredità a livello nazionale e internazionale è un esempio di come la cultura possa fungere da ponte tra le persone e le comunità, trasmettendo la bellezza e la ricchezza di una regione e delle sue tradizioni al mondo intero.

domenica 10 settembre 2023

Palermo, Al Cep si torna in classe prima ma nel nome di Padre Pino Puglisi a 30 anni dal suo omicidio



All'istituto comprensivo Giuliana Saladino la campanella suonerà già domani con un evento speciale dedicato al parroco di Brancaccio, assassinato dalla mafia il 15 settembre del 1993, e un ospite d'eccezione: l'arcivescovo Corrado Lorefice

La data ufficiale per la riapertura delle scuole in Sicilia è mercoledì 13 settembre, ma alcuni istituti hanno deciso di anticipare e per molti studenti la campanella del nuovo anno scolastico suonerà già domani mattina, lunedì 11. Succederà anche all'istituto comprensivo Giuliana Saladino del Cep, dove però è previsto un evento molto speciale, in nome di Padre Pino Puglisi, a trent'anni dalla sua uccisione: alla riapertura della scuola sarà infatti presente anche l'arcivescovo Corrado Lorefice.

Alle 10, nella sede centrale della scuola, in via Barisano da Trani, si svolgerà un incontro, aperto anche al territorio, dal titolo: "Il messaggio di Padre Pino Puglisi alla scuola palermitana", al quale oltre all'arcivescovo, che concluderà i lavori, interverranno il dirigente scolastico Giusto Catania, la scrittrice Gabriella Cascio (autrice del libro "Ho incontrato Padre Puglisi", Edizioni La Zisa), il teologo Rosario Giuè (parroco a Brancaccio prima di Padre Puglisi), Gregorio Porcaro referente regionale di Libera e viceparroco di Pino Puglisi a Brancaccio. 

lunedì 28 novembre 2022

Palermo 10 dicembre, Un pomeriggio dedicato ai più piccoli con la presentazione del libro di Rosario Prestianni, "Ciccio", Ed. La Zisa


Pomeriggio dedicato ai più piccini e agli adulti che non hanno smesso di sognare. Appuntamento sabato 10 dicembre, alle 16 e 30, presso i locali della parrocchia San Luigi Gonzaga di via Gregorio Ugdulena 32, a Palermo, per la presentazione del libro di Rosario Prestianni, "Ciccio", edito dalla casa editrice La Zisa. Interverranno: don Francesco Machì e il giornalista Davide Romano. Sarà presente l'autore. 


Il libro: Rosario Prestianni, "Ciccio", Illustrazioni di Lucia Lo Giudice, Edizioni La Zisa


Se all’improvviso cambiassimo il nostro punto di vista immedesimandoci in qualcun altro, siamo sicuri che le cose ci apparirebbero allo stesso modo? Gli adulti guardano il mondo da una lente di ingrandimento in cui sono presenti pregiudizi, disillusioni, difficoltà e, a volte, la convinzione di sapere già tutto e di non poter più stupirsi di nulla. I bambini invece si affacciano alla realtà con spirito critico e ne osservano i dettagli e i particolari che i grandi si perdono per strada. Questo permette loro, spesso e volentieri, di avere un quadro più ampio e, perché no, più realistico di quello che pensiamo. E se invece guardassimo il mondo non con gli occhi di un bambino ma attraverso quelli di chi ci vede vivere e ci sta accanto senza poter parlarci? Forse saremo in grado di avere una visuale ancora più ampia di quello che viviamo durante le nostre faticose e pensierose giornate. Ciccio osserva, non ha consapevolezza di tutto quello che succede, ma con la sua tenerezza da “animale domestico” riesce a cogliere alcuni stati d’animo che riguardano il suo piccolo padroncino prima che gli adulti se ne possano accorgere. Il racconto scritto da Rosario Prestianni, che ha come protagonisti un gatto e un bambino, ci fa fermare per un attimo e ci dà la possibilità di guardare al di là dei nostri limitati orizzonti.


Rosario Prestianni è nato nel 1958. È al suo terzo lavoro come scrittore per bambini. Papà di quattro figli, è un appassionato sognatore. Innamorato della sua terra, si occupa di commercializzare prodotti tipici locali per la loro valorizzazione. Ha già pubblicato per la stessa casa editrice Il fantastico mondo di RosMari e Turi e il prodigioso cronoscopio.

Lucia Lo Giudice, nata a Palermo nel 1953, compie i suoi studi presso l’istituto d’arte di Palermo, diplomandosi maestro d’arte. In Emilia dal 1979, ha collaborato presso vari studi grafici come decoratrice e disegnatrice nell’ambito della ceramica d’arte. I suoi interessi oltre la pittura sono legati a tematiche sulla salute, per questo ha approfondito lo studio delle tecniche Shiatsu e Yoga, diplomandosi come operatrice Shiatsu.

mercoledì 16 novembre 2022

“C’è cattolicesimo e cattolicesimo. Ovvero la fede cattolica secondo Ernesto Buonaiuti” di Augusto Cavadi

 



Chi legga la nuova edizione dell’ Apologia del cattolicesimo di Ernesto Buonaiuti (La Zisa,  Palermo 2021, ed. or. Formiggini, Modena 1923) resta stupito almeno due volte.

Il primo choc è dovuto all’impavida sicumera con cui l’autore, presbitero e teologo, espone la sua “difesa” della Chiesa cattolica inanellando una serie di tesi che, a suo parere, sono quasi evidenti allo sguardo di un osservatore onesto e razionale: che esiste un Dio “al di fuori e al di sopra di tutti gli esseri sensibilmente percepiti” (p. 54); che “ha posto al vertice delle esistenze sensibili una volontà libera” (p. 59) ; che questo essere ha rovinato tutto con una “colpa originale, sconvolgimento morboso delle umane facoltà e delle umane attitudini” (p. 61);  che Dio stesso (nella seconda persona della Trinità) si è incarnato per realizzare, “col suo eccelso sacrificio e la sua inarrivabile abnegazione, un tesoro di meriti, da cui potranno attingere, senza esaurirlo, fino alla consumazione dei secoli, i figli innumerevoli del dolore e della colpa” (ivi); che questo Dio-uomo ha fondato una Chiesa “visibile” che possiede “l’infallibile potere di trasmettere e interpretare la parola del divino Maestro” (p. 62); che, dal 1500 in poi (con la filosofia moderna e il protestantesimo) si è infranto “questo meraviglioso ed organico piano sistematico” con la conseguenza che “da quattro secoli il pensiero e la moralità del nostro così detto mondo civile vanno miseramente barcollando nell’oscurità di una notte lunga e penosa” (p. 70); che comunque non va perduta la speranza/certezza  che la società moderna troverà la “salvezza” “il giorno in cui, ai piedi dell’insegnamento cattolico, reciterà la sua netta palinodia” (p. 73).

Nelle pagine dell’agile libretto – scritto, per altro, con raffinata arte letteraria – non c’è traccia di dubbi né dal punto di vista metafisico (come se, ad esempio, agnostici come Kant e atei come Feuerbach non fossero mai esistiti) né dal punto di vista storico (come se la tanto esaltata Chiesa medievale non avesse indetto né Crociate né caccia agli eretici né processi alle streghe): incredibile!

Non ci si è ancora ripresi dal primo choc che si viene colpiti da una seconda batosta quando si apprende che questo libro, pur così deciso nel difendere l’indifendibile, è stato “incluso nell’ Index librorum proibitorum” ed ha contribuito alla scomunica papale dell’autore! Motivi dell’inspiegabile decisione magisteriale?

Forse perché ospitato in una Collana di opere di autori vari, ciascuna delle quali dedicata alla apologia di una religione diversa (La Zisa stessa ha ripubblicato, sinora, Apologia dell’ebraismo e Apologia dell’islamismo); forse perché troppo condiscendente al filone agostiniano e mistico piuttosto che al filone tomista e dottrinale; forse perché, in ciò pericolosamente vicino al protestantesimo, vuol “provare la validità della dottrina più riferendosi alla Bibbia che non alla tradizione e all’autorità del magistero” (così Andrea Panerini a p. 15) o perché insiste sull’aspetto rivoluzionario del vangelo di Gesù quale “integrale rovesciamento degli umani valori” (p. 18).

Emerge prepotente, dunque, almeno una domanda: cos’hanno in comune il cattolicesimo del primo ventennio del XX secolo con il cattolicesimo del primo ventennio del XXI secolo? Quasi a metà del cammino temporale li divide il crinale del Concilio ecumenico Vaticano II (1962 – 1965) e neppure le politiche reazionarie di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI sono riuscite a frenarne le conseguenze sconvolgenti. Papa Francesco è, nonostante tutte le sue cautele teologiche e la sua devozione religiosa datata, l’icona di un cambiamento di paradigma: dirsi cattolici oggi è toto coelo differente dal dirsi cattolici cento anni fa.

Ma se una comunità-istituzione cambia così radicalmente, come può continuare a ritenersi “costituita da Dio” quale  “organo del magistero celeste, attuantesi nella storia”, sotto “la guida inerrante della Chiesa docente diretta dal supremo gerarca” (p. 62) ? O ha sbagliato prima o sta sbagliando adesso. Chi non coglie questo dilemma non può capire nulla della tragedia del cattolicesimo odierno. Chi ritiene che stia sbagliando adesso, non può che rifiutare la maggior parte delle ricerchef filosofiche scientifiche, storiche, archeologiche, filologiche in atto dentro e fuori i confini delle Chiese cristiane (ricerche ardite, ma sofferte, perché mettono in discussione tutte le tesi della catechesi tradizionale esposte, ad esempio, nel libro di Buonaiuti).

Chi, invece, ritiene che la Chiesa cattolica abbia sbagliato prima, soprattutto quando un papa (Pio IX) è arrivato a proclamare (1870) il dogma dell’infallibilità pontificia nelle questioni di fede e di morale, non può continuare a dirsi cattolico. Infatti, se si intestardisce in questa dichiarazione di appartenenza confessionale, si condanna inesorabilmente all’incomprensione: è, per così dire, cattolico per equivoco e non può stupirsi se chi cattolico non è gli attribuisca certezze, pensieri, atteggiamenti pratici che egli non si sogna di condividere neppure la notte.

venerdì 4 novembre 2022

Palermo 18 novembre, Si presenta il saggio di Ernesto Buonaiuti “Apologia del cattolicesimo”


Appuntamento venerdì 18 novembre, alle ore 18, presso la chiesa di Santa Maria di Porto Salvo, in via Porto Salvo 1 (Piazza Marina), a Palermo, per la presentazione del saggio di Ernesto Buonaiuti, “Apologia del cattolicesimo”.

Intervengono: Augusto Cavaditeologo laicoRosario Giuèrettore della chiesa di Santa Maria di Porto Salvo; e Salvo Menna, responsabile regionale di Noi Siamo Chiesa

Modera Davide Romanogiornalista.

 

Il libro

Ernesto Buonaiuti, “Apologia del cattolicesimo”, Edizioni La Zisa

L’Apologia del cattolicesimo venne pubblicata per la prima volta a Roma nel 1923 all’interno della collana Apologie, creata e diretta da Angelo Fortunato Formiggini. L’Apologia e il saggio di apologetica religiosa intitolato Verso la luce, guadagnarono al Buonaiuti la scomunica papale e la messa all’indice di tutte le sue opere. Le argomentazioni, così come affrontate dal Buonaiuti nell’Apologia, non si basavano più sui precetti della filosofia scolastica ma erano impregnate di un misticismo che diede vita ad una sorta di antitetico individualismo dell’anima. È lo stesso Buonaiuti a chiarire sin dall’inizio la sua tesi apologetica: «il movimento religioso, scaturito dalla predicazione del Vangelo, rappresenta la perfezione soprannaturale nello sviluppo della religiosità umana, e che del cristianesimo, sigillato e consacrato dalla luce incontaminata di un divino afflato rivelatore, il cattolicismo costituisce in una completa identità sostanziale la logica realizzazione nella storia».

Ernesto Buonaiuti (1881-1946), illustre esponente della corrente modernista italiana, presbitero e accademico, nei suoi studi indagò ogni aspetto e ogni figura appartenente alla storia cristiana. Oltre all’Apologia possiamo ricordare, tra i suoi scritti più significativi, Lutero e la Riforma religiosa in GermaniaGioacchino da FioreStoria del cristianesimo e l’autobiografia dal titolo Pellegrino di Roma.

mercoledì 26 ottobre 2022

Arriva in libreria: Cesare Rattoballi, "Servo per amore. Saggio per una Teologia e per una Spiritualità del servizio", Edizioni La Zisa




Cesare Rattoballi, "Servo per amore. Saggio per una Teologia e per una Spiritualità del servizio", Presentazione di Corrado Lorefice, Prefazione di Vito Impellizzeri

Ogni essere umano è chiamato al servizio, è questo il senso più profondo del l’essere persone inserite in una comunità. Servire non è una debolezza, non può essere considerato un dovere altrui, ma è una necessità anche per noi stessi, per dare un senso più profondo alla nostra esistenza. Sentirsi parte di un consorzio umano significa entrare in empatia con gli altri e tutti, nel nostro piccolo, possiamo e dobbiamo dare un contributo alla serenità e alla felicità delle persone che ci circondano. Leggendo quest’opera è possibile comprendere quale sia effettivamente il vero ruolo di ciascuno di noi: donarsi agli altri senza aspettarsi nulla in cambio. Il vero senso della vita allora si trova nelle piccole cose, nel tempo che dedichiamo agli altri, nella nostra volontà di fare del bene e così siamo in grado di spogliarci delle sensazioni negative, del senso di abbandono e di nullità che si insinua e accompagna l’uomo del nostro secolo. Prendendo esempio da chi ha donato la Sua vita per noi, allora possiamo e dobbiamo trovare la forza per rompere gli schemi e metterci al servizio degli altri gratuitamente.


Don Cesare Augusto Rattoballi è nato a Palermo e qui si è formato presso il seminario minore e maggiore S. Mamiliano, frequentando poi il corso di laurea in teologia presso la pontificia facoltà di Sicilia. È stato ordinato presbite ro il 23 marzo 1985 dal cardinale Salvatore Pappalardo. Ha ricoperto diversi incarichi nell’Arcidiocesi di Palermo: vice parroco in Santa Lucia; parroco presso le parrocchie di San Carlo Borromeo a Pagliarelli, di San Giuseppe a Campofelice di Fitalia, dell’Immacolata Concezione a Godrano, dove il beato martire don Giuseppe Puglisi è stato parroco e suo formatore; attualmente presta il suo servizio presso la parrocchia dell’Annunciazione del Signore. Ha fatto parte ed ha guidato diversi gruppi e associazioni: Gruppo famiglia Camminare Insieme a livello nazionale; RnS; Coursillos de Cristianidad; Agesci regionale; Fse; Foulard Blancs a livello nazionale; Sistema delle Cellule parrocchiali di Evangelizzazione; Confraternite. È stato padre spirituale presso il pensionato universitario di Casa Bianca e al propedeutico del seminario di Palermo. Dal 23 marzo 1996 è monaco diocesano con la regola di vita “restate ed andate”. È impegnato nel promuovere la cultura della legalità.

lunedì 17 gennaio 2022

In libreria l’autobiografia di Gianni la Greca, “Una vita contro per coltivare la speranza. Memorie di un sindacalista”, Edizioni La Zisa, pp. 180

 


 

L’opera racconta la storia di un uomo che sin dalla sua infanzia sente di dover fare qualcosa contro le ingiustizie e l’indifferenza. Gianni La Greca pone così la sua vita al servizio del sindacato, spendendo tutte le sue forze per cercare di risolvere alcune delle questioni sociali più spinose. Si interessa dei diritti dei lavoratori, ma anche che tutto si svolga sempre secondo la norma, non solo in riferimento al diritto vero e proprio, ma anche secondo una discriminante morale.

La sua forza è non abbassare mai la testa davanti alle avversità e alle ingiustizie affermando sempre con convinzione il suo parere. Da comunista sembra quasi strano che uno degli elementi fondamentali della sua vita sia la fede. Ma è proprio questa che ha dato la possibilità al protagonista di questa storia di poter andare avanti nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino. L’autore, infatti, ad un certo punto è costretto a rinunciare a quella che per lui è una vocazione e saranno proprio la sua fede e la sua curiosità a dargli la possibilità di guardare al futuro con ottimismo.

Alla fine però, nonostante tutto, non è possibile rinunciare a quello che si è e che si sente neanche nei momenti di sconforto.

 

GIANNI LA GRECA nasce a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, nel 1944. La sua attività però lo porta prima a Caltanissetta, poi a Roma, a Siracusa e a Palermo, dove tuttora vive. Sente sin da piccolo di avere una vocazione per il sindacato e per questo, dopo aver svolto un periodo di attività nelle Acli e aver aderito al Partito Comunista Italiano, diventa tesserato della Cgil. Durante la sua esperienza lavorativa svolge tante attività e ottiene molti risultati ma la sua strada nel sindacato è piena di difficoltà ed è piuttosto tormentata. Da questo nasce l’esigenza di lasciare una testimonianza che possa avere un’importanza sociale. Uomo di grande fede cattolica e grande appassionato di arte, viaggia per il mondo alla ricerca di bellezze nascoste che incontra talvolta anche per caso. Alcuni dei momenti più importanti della sua vita coincidono con fatti storici molto rilevanti come lui stesso racconta all’interno di questa sua opera che nasce come riflessione sul suo vissuto durante il periodo di lockdown a seguito della pandemia da Covid-19.

 

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato al progetto umanitario “Missione Ilula Tanzania”

martedì 27 luglio 2021

Covid 19, Edizioni La Zisa, Un libro in regalo a tutti i neovaccinati


Un libro in regalo a tutti quelli che si faranno vaccinare nei prossimi giorni. È la singolare iniziativa messa in campo dalle storiche Edizioni La Zisa di Palermo per incoraggiare i nostri concittadini a immunizzarsi contro il Covid 19.

“Ci siamo chiesti più volte cosa poter fare come casa editrice per convincere le persone a vaccinarsi – spiegano dalla casa editrice – e ci è venuta l’idea di batterci coi nostri mezzi: i libri. Regaleremo, infatti, un libro da noi pubblicato a ogni persona che si vaccinerà nei prossimi giorni. Basterà portare presso la nostra sede di via Vann’Antò 16, a Palermo, il certificato che attesti l’avvenuta vaccinazione per ricevere in omaggio un romanzo o anche un saggio o una silloge di poesie da gustarsi sotto l’ombrellone”.

E concludono: “Chissà che non riusciamo a incoraggiare qualcuno a vaccinarsi con la promessa di un buon libro!”.

http://edizionilazisa.blogspot.com/

edizionilazisa.it

lazisa.it