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giovedì 2 maggio 2024

Dagli archivi di YouTube: il giornalista Roberto Saviano e l’attore Pierfrancesco Favino parlano del volume di Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ‘29”, pubblicato dalle Edizioni La Zisa, e della casa editrice palermitana.


“La grande crisi del ‘29” ripropone una pagina complessa, e quanto mai attuale, della storia americana. Il 1929 e la crisi di Wall Street non rappresentano solo una macchia luttuosa della storia contemporanea, ma anche la prima vera incrinatura di un sistema considerato perfetto. Spesso i libri che parlano di storia e si danno aria di “saggi” finiscono per diventare noiosi. Sicuramente questo non è il caso del libro di Ugo Pettenghi, che con uno stile semplice e discorsivo porta il lettore a immedesimarsi con i piccoli risparmiatori. 

Pettenghi, cronista di altri tempi, non spiega ma racconta ,attraverso gli occhi abbagliati di tanti americani, la fine di un sogno chiamato capitalismo. Durante il mandato di Hoover la borsa, gonfiata da titoli fantasma e da falsi bilanci, tracolla il 24 ottobre 1929, lasciando il “paese dei miracoli” con milioni di disoccupati, migliaia di aziende chiuse e tanti risparmiatori sul lastrico. L’occhio del cronista focalizza la sua attenzione sui cittadini americani, su come fossero diventati patiti di Wall Street e del suo gioco, unico svago legale al tempo, visto il proibizionismo. 

Di come fossero pronti a vendersi per le strade, dopo aver scoperto che le proprie azioni erano diventate pezzi di carta senza alcun valore. Ma come ricorda Pettenghi “… quasi sempre lo schiavo bianco restava senza compratore…”. Il disastro del 1929 non si limita all’America, ma trascina dietro di sé un’Europa distratta e piena di debiti, che porterà al trionfo Hitler e Mussolini. Non manca una critica di sottofondo alla fine del libro, che Pettenghi dedica alle vicende di Sam Insull, unica testa considerata responsabile del crollo del 1929: un uomo inseguito per anni dalle forze dell’ordine americane, con due milioni di nemici lasciati in patria. Tuttavia questo libricino lascia l’amaro in bocca per un altro motivo, e cioè che leggendolo sembra di ascoltare un telegiornale recente. Nella speranza che l’uomo faccia la storia, ma che la memoria faccia l’uomo.

Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ’29. Una storia che si ripete”, Prefazione di Nino Amadore, Con una nota di Michelangelo Bellinetti, Edizioni La Zisa

lunedì 18 giugno 2012

Torna in libreria: Ugo Pettenghi, “La grande crisi del '29. Una storia che si ripete”, La Zisa


Torna in libreria: Ugo Pettenghi, “La grande crisi del '29. Una storia che si ripete”, Prefazione di Nino Amadore, Con una nota di Michelangelo Bellinetti, Pagg. 80, Euro € 9,90 (ISBN: 978-88-95709-61-1), Edizioni La Zisa

La Grande depressione del 1929 ha "molte analogie con i nostri tempi, fatti di drammi e numerosi suicidi, ma anche di economisti birbanti e truffatori. Un mondo costruito sul debito e sui castelli di carta che ha portato al crollo di grandi banche: […] Allora come oggi cittadini creduloni e ingenui […] hanno creduto alle magnifiche sorti e progressive dello stock exchange, della forza senza pari del mercato borsistico: Pettenghi descrive con minuzia l'euforia del 1928, le proposte che oggi appaiono pittoresche per rilanciare l'economia, il ruolo deficitario del governo degli Stati Uniti, l'entusiasmo di certi economisti pronti a scommettere che il valore delle azioni era destinato a crescere". Allora come oggi i "birbanti" riescono a farla franca, e tocca ai poveri illusi di pagarne le amare conseguenze.

Ugo Pettenghi, giornalista di vaglia, maestro di intere generazioni di cronisti italiani: prima alla “Notte”, il giornale reso grande da Nino Nutrizio, poi al “Corriere d'informazione” e alla “Domenica del Corriere” e, infine, al “Corriere Medico”. Qui chiuse con i giornali e di lì a poco anche con la vita.

http://www.lazisa.it/pettenghi.html


martedì 31 agosto 2010

Editoria, l'Italia a fiera Pechino. Ice: vendita diritti in crescita


Roma, 30 AGO (Il Velino) - L'Ice ha allestito in collaborazione con l'Associazione italiana editori (Aie) uno stand collettivo alla Beijing International Book Fair, giunta alla sua XVII edizione ospitata presso il China International Exhibition Center di Pechino, che apre i battenti oggi e che proseguira' fino al prossimo 3 settembre. "Negli ultimi cinque anni siamo sempre stati presenti", ha affermato il presidente dell'Ice Umberto Vattani. "Consideriamo molto importante l'azione che l'Aie svolge ed esiste una eccellente collaborazione tra l'Ice e l'associazione presieduta da Marco Polillo. Questa presenza italiana continua e' importante" ha proseguito Vattani "perche' l'export di diritti e' in costante crescita e riguarda principalmente narrativa, libri d'arte, saggistica, libri illustrati e per bambini. Come emerge dall'indagine Doxa commissionata dall'Ice, le nostre vendite di diritti verso la Cina sono passate da 87 titoli nel 2006 a 142 nel 2007. Questo", ha concluso Vattani "dimostra come l'Italia possegga settori di assoluta eccellenza che abbiamo saputo proporre con successo non tanto e non solo sui tradizionali mercati europei, ma anche su quelli nuovi dell'Asia e dell'Est Europa". Alla collettiva italiana parteciperanno undici editori le cui opere piu' significative saranno esposte presso il padiglione italiano, che ospitera', tra l'altro, la mostra "Copy in Italy: autori italiani nel mondo 1945-2009", promossa dall'Istituto ed organizzata dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori che nasce dall'idea di proporre ai visitatori il libro italiano nel mondo, sia nella traduzione visiva che illustra le diverse copertine di uno stesso libro "in traduzione", sia dal punto di vista grafico, in una galleria di immagini, in cui le copertine rappresentano vere e proprie collezioni iconografiche. La Cina rappresenta, anche per il commercio dei diritti d'autore, un mercato ad elevato potenziale.
L'apertura verso la cultura straniera, in qualsiasi forma questa si esprima, e' sempre maggiore e rende il Paese terreno fertile affinche' la cultura italiana possa svilupparsi e prosperare. A riprova di questo desiderio di occidente i dati sull'affluenza di visitatori al Padiglione Italia dell'Expo di Shanghai, che oggi e' ancora il piu' visitato, dopo quello cinese. L'occasione offerta dall'International Book Fair consente di proporre, anche mediante la mostra Copy in Italy: autori italiani nel mondo 1945-2009, il meglio della produzione editoriale italiana; che si tratti di letteratura per infanzia, prosa d'autore, pubblicazioni d'arte, architettura e design o mediante la galleria di immagini di copertine del medesimo libro in traduzione proposte dalla mostra, il marchio italiano rappresenta sinonimo di qualita' e avanguardia. Il mercato cinese ha accolto con grande interesse, non solo i classici, ma anche autori contemporanei di successo internazionale come Umberto Eco, Tiziano Scarpa, Roberto Saviano e Susanna Tamaro.L'industria editoriale cinese e' cresciuta, nel quadriennio 2005-2009, ad un tasso medio annuo dell'8,8 per cento, occupando oggi il primo posto nel mondo per valore di produzione, con un giro di affari, solo nel 2009, pari a 14,8 miliardi di euro. Lo scorso anno e' stato significativo anche per la transizione verso l'editoria digitale con cifre che si assestano oltre i 9 milioni di euro, interessando quasi il 40 per cento dell'intera industria editoriale. Secondo i dati Gapp (General Administration of Press and Publication of China) per la prima volta dal 2004 sono diminuite le vendite di libri (-3 per cento), fenomeno questo riconducibile proprio al forte sviluppo dell'editoria digitale: 302mila i libri pubblicati nel 2009 di cui 168mila le novita' e 133mila le ristampe. Particolarmente interessanti i dati relativi all'editoria straniera confortati dall'andamento delle importazioni di copyright. Dopo il picco di 15.776 titoli raggiunto nel 2008 (per un valore pari a 81,55 milioni di dollari), l'import di copyright e' cresciuto nel 2009, ma meno velocemente. Circa 13mila i titoli importati dalla Cina nel 2009 e 3.100 quelli esportati. Il Paese importa soprattutto da Taiwan che figura al primo posto, seguita da Usa, Regno Unito, Giappone, Corea, Germania e Francia.
(red/dam) 302012 AGO 10 NNNN