La casa editrice La Zisa nasce nel 1988 a Palermo e in breve tempo si afferma nel settore dell'editoria di qualità proponendo classici ormai dimenticati e nuovi autori di talento.
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Sabato 21 maggio, alle 18, la libreria Mondadori di Catania (corso Sicilia, 23) ospiterà la presentazione del saggio «Il Maestro del Sonno Eterno», dell'antropologo Dario Piombino-Mascali, pubblicato dalla casa editrice La Zisa.
Balzato alle vette delle classifiche e apprezzato da sia dagli addetti ai lavori che da un pubblico di non specialisti, «Il Maestro del Sonno Eterno» svela un segreto molto caro ai siciliani: quello relativo all'imbalsamazione di Rosalia Lombardo, la piccola mummia custodita alle Catacombe dei Cappuccini di Palermo ritenuta da molti la più bella del mondo. Con uno stile chiaro e avvincente, Dario Piombino-Mascali – ricercatore della prestigiosa Accademia Europea di Bolzano (Eurac) – prende per mano il lettore alla scoperta di una tecnica millenaria, ma soprattutto getta nuova luce su una figura, quella dell'imbalsamatore Alfredo Salafia, molto nota ai suoi tempi e altrettanto precocemente dimenticata. In occasione della presentazione catanese del saggio, moderata dalla giornalista Alessia Franco, Dario Piombino-Mascali, che può considerarsi l'unico studioso in Sicilia specializzato in mummiologia, illustrerà lo stato dell'arte delle Catacombe dei Cappuccini di Palermo, di cui è conservatore scientifico. «Stiamo per la prima volta procedendo alla campionatura dei reperti mummificati, sotto l'egida della Soprintendenza BB CC AA di Palermo – afferma lo studioso – per poi procedere alle analisi biomediche ed epidemiologiche. Tutte informazioni fondamentali per capire usi, costumi, modi di vita e malattie dei siciliani che ci hanno preceduto».
Domani, martedì 15 febbraio, i mummiologi Albert Zink e Dario Piombino-Mascali dell'EURAC, Istituto per le Mummie e l'Iceman, saranno ospiti della trasmissione televisiva Unomattina che va in onda su Rai 1. I due studiosi, impegnati da anni in un'attento studio delle mummie attraverso tecniche non invasive, interverranno a proposito dei nuovi sviluppi nell'indagine scientifica dei resti mummificati. In particolare, Dario Piombino Mascali parlerà delle ricerche da lui condotte e contenute nel volume “Il maestro del sonno eterno”, Pubblicato dalla casa editrice La Zisa e già alla seconda edizione.
IL LIBRO: Quali segreti custodisce Rosalia Lombardo, la ‘Bella Addormentata’ delle Catacombe di Palermo, ritenuta a ragione la più bella mummia del mondo? Quali alchimie hanno permesso la perfetta conservazione di una bambina di due anni, a quasi un secolo dalla sua morte? Chi ne è stato l’artefice? Tali interrogativi, rimasti per lunghissimo tempo irrisolti, trovano ora finalmente risposta in questo saggio dell’antropologo Dario Piombino-Mascali. Una ricostruzione appassionante della vicenda che lega la piccola Rosalia Lombardo ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano dai contorni finora velati dalla leggenda. Un viaggio avvincente, che l’autore compie prendendo per mano il lettore e conducendolo nel cuore di una storia mai rivelata prima, se non attraverso frammenti e contraddizioni.
Dario Piombino-Mascali, nato a Messina nel 1977, è ricercatore presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, dove coordina il Progetto “Mummie Siciliane”. Borsista della National Geographic Society, è stato recentemente insignito del titolo di membro onorario dall’American Society of Embalmers. Collabora attivamente con il Museo Archeologico dell’Alto Adige, i Musei Vaticani ed i Musei Reiss-Enghelhorn per lo studio scientifico di mummie umane.
Dal 5 al 7 novembre, la Fortezza Da Basso di Firenze ha ospitato la terza edizione della Florence Tattoo Convention. Un percorso interamente dedicato al tatuaggio e alla sua storia senza tempo, oltre 120 partecipanti da tutto il mondo e una serie di eventi collaterali, come le danze tribali della Polinesia e la mostra “Eternal Signs: Mummies of the World”, sulle mummie tatuate. Un viaggio di tre giorni incentrato quindi non soltanto su tatuaggi e tatuatori che oggi affollano le città, ma anche sulla storia di quest'arte millenaria. In questo contesto si sono inseriti gli interventi del ricercatore EURAC Dario Piombino-Mascali e dell'antropologo statunitense Lars Krutak, conduttore della trasmissione Tattoo hunter/Global ink su Discovery Channel. Autore del noto saggio “Il Maestro del Sonno Eterno” (pubblicato dalla casa editrice la Zisa di Palermo) in cui è stato finalmente svelato il mistero della formula di imbalsamazione di Rosalia Lombardo - la piccola mummia conservata alle Catacombe di Palermo e preparata dal finora ignoto imbalsamatore Alfredo Salafia - Piombino-Mascali ha presentato un excursus sulle mummie tatuate e sulla ragione di tale pratica, dalle precolombiane Cinchorro agli esemplari egizi e siberiani. Lars Krutak si è invece soffermato sulla storia e le origini del tatuaggio tribale e sul suo significato spirituale. Particolare attenzione è stata riservata dal ricercatore dell'EURAC ad Ötzi, la mummia di Similaun custodita al Museo Archeologico dell'Alto-Adige ed ai suoi 57 tatuaggi, probabilmente fra le prime evidenze di agopuntura. “L'interesse crescente che riscuote una mummia come Ötzi è indice di una forte volontà da parte di un numero sempre maggiore di fruitori di accostarsi a un mondo remoto e affascinante, a modi di vita e usi, compreso quello del tatuaggio, che valicano le barriere del tempo”, commenta Albert Zink, direttore dell'Istituto per le Mummie e l'Iceman dell'EURAC. Scoperto accidentalmente nel 1991, Ötzi è presto diventato per molti il simbolo di un mondo ancora tutto da scoprire e da portare con sé, come dimostra il tatuaggio della mummia sull'avambraccio sinistro di Brad Pitt.
Quando si pensa alle mummie si pensa immediatamente alla storia egiziana. In realtà l'arte della mummificazione e quella dell'imbalsamazione sono ancora oggi oggetto di ricerca e studio. La speranza di contrastare la morte impedendo al tempo di deteriorare la forma e l'aspetto dei corpi dei defunti, è stato e continua a essere il sogno di molti ricercatori. Un sogno che Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano del secolo scorso, non solo ha sognato ma ha fatto divenire realtà, con la perfezione e la resistenza delle sue mummie. Il simbolo del lavoro di Salafia è rappresentato da Rosalia Lombardo, una bimba morta ad appena due anni, il cui corpo ancora oggi è perfettamente conservato nelle catacombe di Palermo, di cui la piccola mummia è l'emblema. L'eccellente conservazione della piccola, dopo quasi un secolo dalla sua morte, la fa ritenere una delle più belle mummie del mondo. Ma cosa si cela dietro a tanta perfezione, qual'è il segreto che Salafia ha cercato di portare con sé dopo la sua morte? Dario Piombino-Mascali, attraverso il suo saggio “Il maestro del sonno eterno”, cerca di rispondere a queste domande, raccontando la storia di Salafia e delle sue mummie eccellenti. Il saggio è frutto di accurate ricerche, che hanno portato l'autore a ricostruire la vita del noto imbalsamatore e di scoprire il segreto del suo “Fluido della perfezione”. L'arte di Salafia era conosciuta e apprezzata ancor prima del lavoro svolto su Rosalia Lombardo, infatti tra i suoi lavori l'imbalsamatore poteva vantare di aver operato su corpi di personaggi illustri, quali Francesco Crispi e Giuseppe Pitrè. La fama è tale in patria che Salafia esporta il suo metodo in America, con ottimi risultati. Fino a quel momento l'imbalsamazione prevedeva l'uso di sostanze chimiche pericolose, o di più interventi da effettuare sui cadaveri. Il metodo di Salafia si contrappone al passato per la sua semplicità, un'iniezione intravascolare che elimina dal corpo del defunto i segni della morte. Ma Salafia non è un medico, non ha una preparazione accademica, è più un artista che mischia chimica e creatività. Il suo lavoro non consiste solo nel permettere la conservazione dei corpi, ma soprattutto nel renderli belli. Un riscatto per i familiari, poter guardare la morte in faccia e trovare un volto sereno, addormentato, un ricordo gentile. E proprio “Consuetudine gentile” si chiama l'opera autobiografica di Salafia, un titolo che sottolinea l'importanza del suo lavoro. L'autore rivela anche l'ingrediente che ha reso il suo fluido così efficace, protagonista di un lungo dibattito ancora attualissimo. Questo libro svela una leggenda che ha affascinato tanti ricercatori e turisti, tuttavia oltre la leggenda resta sempre la figura di Rosalia Lombardo, la “bella addormentata” delle catacombe di Palermo.
Dario Piombino-Mascali, “Il maestro del sonno eterno”, La Zisa Editore (www.lazisa.it), 128 pp, euro 12,00
Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".
Alfredo Salafia – Meister des ewigen Schlafs Buch - Neuerscheinung: EURAC-Forscher enthüllt Techniken des berühmten sizilianischen Einbalsamierers
Wie gerade erst Eingeschlummerte muten die Leichname an, die er einbalsamiert hat. Sie sind makellos erhalten über viele Jahrzehnte - dank der geschickten Hand des Meisters und seiner eigens entwickelten Konservierungstechniken. Der „Meister“ ist Alfredo Salafia, der sizilianische Einbalsamierer, der um den Anfang des 20. Jahrhunderts mehrere weltbekannte Beweise seiner Kunst hinterließ, darunter die Mumie des italienischen Revolutionärs Francesco Crispi und jene des zweijährigen Mädchens Rosalia Lombardo, welche vielen als die schönste Mumie der Welt gilt. Das Geheimnis dieser verblüffenden Kunstfertigkeit drohte für immer im Verborgenen zu bleiben, hätte nicht Dario Piombino-Mascali vom EURAC-Institut für Mumien und den Iceman die Aufzeichnungen des Meisters zusammengetragen, aufgearbeitet und veröffentlicht. Das Buch „Il maestro del sonno eterno“ („Der Meister des ewigen Schlafs“) wurde vom Verlag LaZisa herausgegeben und ist soeben in italienischer Sprache erschienen. Rosalia Lombardo ist 1920 an einer Lungenentzündung gestorben. Der Leichnam des zweijährigen Mädchens ist lange Zeit in der Kapuzinergruft in Palermo aufbewahrt worden. Weltweit bekannt wurde die Mumie vor allem, weil ihr lebensechter Anblick das Gefühl weckt, die kleine Rosalia beim friedlichen Schlafen zu betrachten. Das Geheimnis dieser Täuschung liegt in einem raffinierten Kunstgriff des Meisters. „Salafia hat in einigen Fällen zusätzlich Paraffin in Ether aufgelöst und diese Lösung unter die Haut injiziert. Dies hat bewirkt, dass sich eingefallene Gesichtszüge strafften“, erklärt Dario Piombino-Mascali in seinem Buch. Der Forscher hat die Aufzeichnungen Salafias gesammelt, die von den Nachkommen dessen zweiter Frau aufbewahrt worden waren, und sie mithilfe der minutiösen Rekonstruktion des Stammbaums zusammengetragen. Es lässt sich vermuten, dass Salafia selbst seine Entdeckungen veröffentlichen wollte. Doch sein überraschender Tod verhinderte sein Vorhaben. Die Forschungsergebnisse von Dario Piombino-Mascali enthüllen nicht nur die Techniken, die der Meister zugunsten des ästhetischen Erscheinungsbilds der Leichen anwandte, sondern auch jene Methoden, mit welchen er die internen Organe auf bemerkenswerte Weise konservieren konnte. Auf Röntgenbildern ist beispielsweise deutlich zu sehen, dass Gehirn, Leber und einer der beiden Lungenflügel der kleinen Rosalia Lombardo trotz der Austrocknung vollständig erhalten sind. „Die Kenntnis über die Formel der Zusammensetzung, die Salafia für die Einbalsamierung der Leichen angewandt hat, erlaubt uns, dem Zerfall seiner einzigartigen Werke entgegenzuwirken“, schließt EURAC-Forscher Dario Piombino-Mascali.
Palermo 30 marzo 2010, ore 17.00 Dario Piombino-Mascali incontra gli studenti del liceo Scientifico Cannizzaro di via Arimondi, 14, a Palermo per presentare il libro IL MAESTRO DEL SONNO ETERNO Presentazione di Arthur C. Aufderheide Prefazione di Albert R. Zink ISBN 978-88-95709-52-9 Edizioni La Zisa http://www.lazisa.it/ pp. 128, euro 12,00
Quali segreti custodisce Rosalia Lombardo, la ‘Bella Addormentata’ delle Catacombe di Palermo, ritenuta a ragione la più bella mummia del mondo? Quali alchimie hanno permesso la perfetta conservazione di una bambina di due anni, a quasi un secolo dalla sua morte? Chi ne è stato l’artefice? Tali interrogativi, rimasti per lunghissimo tempo irrisolti, trovano ora finalmente risposta in questo saggio dell’antropologo Dario Piombino-Mascali. Una ricostruzione appassionante della vicenda che lega la piccola Rosalia Lombardo ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano dai contorni finora velati dalla leggenda. Un viaggio avvincente, che l’autore compie prendendo per mano il lettore e conducendolo nel cuore di una storia mai rivelata prima, se non attraverso frammenti e contraddizioni. Un’attenta e meticolosa indagine, che coniuga il rigore scientifico ad uno stile accattivante ed esaustivo.
Dario Piombino-Mascali, nato a Messina nel 1977, è ricercatore presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, dove coordina il Progetto “Mummie Siciliane”. Borsista della National Geographic Society, è stato recentemente insignito del titolo di membro onorario dall’American Society of Embalmers. Collabora attivamente con il Museo Archeologico dell’Alto Adige, i Musei Vaticani ed i Musei Reiss-Enghelhorn per lo studio scientifico di mummie umane. ________________________________________________
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Mummie siciliane. Rosalia e i segreti del suo imbalsamatore. Parla il paleologo Dario Piombino Mascali autore del libro «Il maestro del sonno eterno» (Edizioni La Zisa). Da La Sicilia, 15/03/2010
Chiunque abbia visitato le catacombe dei Cappuccini di Palermo non ha potuto sottrarsi al fascino quasi ipnotico emanato dalla mummia della piccola Rosalia Lombardo, una bambina di due anni tanto perfettamente conservata da sembrare quasi dormiente. Del mistero che ha avvolto la piccola Rosalia e il suo imbalsamatore, professor Salafia, si è occupato Dario Piombino Mascali, un giovane paleopatologo siciliano, nel saggio "Il maestro del sonno eterno", edito dalla casa editrice La Zisa e appena presentato alla libreria Feltrinelli di Palermo. Ricercatore dell'Eurac di Bolzano, dove coordina il Progetto "Mummie siciliane", ne conclude con questo saggio la prima fase. Lo abbiamo incontrato. - Il contenuto del suo saggio somiglia al plot di un film tanto intrigante quanto inquietante. Quali fonti hanno supportato il suo lavoro per donargli il rigore scientifico che lo contraddistingue? «Le fonti di cui mi sono avvalso sono i documenti conservati presso vari archivi palermitani, come quello comunale, quello universitario e quello dei Cappuccini. Ho inoltre consultato documenti privati appartenenti agli eredi di Alfredo Salafia, che mi sono stati temporaneamente affidati al fine di condurre ricerche storico-scientifiche». - Quale legame esiste tra Rosalia Lombardo e il suo imbalsamatore? «Un legame indissolubile, se si considera che Rosalia rappresenta il miglior risultato tra i casi ancora esposti mummificati dal Salafia». - La riscoperta della formula di Alfredo Salafia quali nuove prospettive scientifiche può aprire? «Anzitutto ha restituito alla città di Palermo e a noi Siciliani un tassello di storia mancante, quello relativo ai rituali funerari del primo novecento, e poi ha resuscitato un palermitano geniale, caratterizzato da un'intelligenza brillante e da spirito imprenditoriale. Le componenti chimiche della formula (glicerina, sali di zinco) indicano che bisognerebbe trattare Rosalia con parametri ben precisi, diversi da quelli per le mummie secche (si tratta infatti di una mummia "umida"). Le altre fasi previste dal progetto "Mummie siciliane" comprendono lo studio del DNA antico e delle strategie di restauro». AGATA MOTTA
Il numero di marzo di “Focus Storia” parla del “Maestro del Sonno Eterno” (Edizioni La Zisa) di Dario Piombino Mascali
(…) Naturali sono anche le migliaia di corpi che riposano nella cripta dei Cappuccini di Palermo (la stessa della "bella addormentata" di Salafia). «La nascita delle catacombe dei Cappuccini risale alla fine del 'Soo, quando furono scoperti casualmente, in una fossa comune, i corpi di 45 frati perfettamente conservati. Da allora si sviluppò un grande sito di sepoltura in uso fino alla fine dell'8oo, inizialmente riservato ai Cappuccini e poi esteso a nobili, alti prelati e borghesi» riprende Piombino Mascali. «La stessa Rosalia aveva un permesso solo provvisorio per rimanere nelle catacombe. Ma le peregrinazioni della sua famiglia in Italia e all'estero non consentirono di darle diversa sistemazione». Le condizioni ambientali di questo luogo (e di altri in Sicilia), come l'assenza di umidità e una temperatura costante, consentivano l'essiccazione naturale. «Favorita tra l'altro da una tecnica rudimentale ma efficace, chiamata "scolatura": i corpi erano a volte posizionati seduti o in piedi per permettere il drenaggio dei liquami cadaverici». PIETRIFICATI. Avvolti nel più profondo mistero sono stati invece, per anni, i metodi dei "pietrificatori". «Tra la fine del '700 e la prima metà del '900 alchimisti e medici fuori dagli ambienti accademici si misero in testa di pietrificare tessuti animali (e poi corpi) fino a ottenere una durezza simile alla roccia» spiega Luigi Garlaschelli, chimico dell'Università di Pavia. Il maestro della "pietrificazione", il bellunese Girolamo Segato (1792-1836), fu osannato dai contemporanei: «Gli dedicarono opere teatrali e odi, e quando morì fu sepolto a Firenze, accanto a Michelangelo e Machiavelli» racconta lo studioso. «Alcuni suoi preparati sembrano impregnati di sostanze minerali, altri sembrano più che altro disidratati: di sicuro Segato non rivelò nulla del suo procedimento, nonostante i tanti tentativi di imitazione». All'epoca l'imbalsamazione era tornata in auge dopo secoli di stop, coincisi col diffondersi del cristianesimo che la riteneva incompatibile con la risurrezione. «Nel 392 d. C. l'imperatore Teodosio vietò riti e pratiche sui cadaveri che andassero oltre la semplice unzione» spiega Piombino Mascali. Anche nel Tardo Medioevo prevalse il rifiuto di ogni tipo di violazione del cadavere limitandosi alla cosiddetta "clisterizzazione" ovvero all'immissione di decotti aromatici nel retto. «Ma esisteva anche un altro sistema che consisteva nella bollitura e nella separazione dei tessuti molli dalle ossa: era riservato ai crociati caduti in battaglia e ne permetteva il rientro e la sepoltura in patria. Anche il "santo" re di Francia Luigi IX (morto nel 1270) e il teologo Tommaso d'Aquino (morto nel 1274) non sfuggirono al calderone bollente» conclude Piombino Mascali. E oggi? Chi, per il proprio cadavere, aspirasse a qualcosa di più di una comparsata in tv, può offrirsi volontario all'anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, il "re" della plastinazione. Con la tecnica da lui brevettata i liquidi corporei sono sostituiti con molecole di silicone e le salme si induriscono diventando opere d'arte. In pose "viventi" per l'eternità.
Anita Rubini
PER SAPERNE DI PIÙ “Il maestro del sonno eterno”, Dario Piombino Mascali (Edizioni La Zisa). I segreti di Alfredo Salafia, mummificatore.
Nella città che ha generato Cagliostro, il mago della truffa e dell'impostura, molti dubitavano che quella bambinaaddormentata da novant'anni fosse di carne e di ossa. È di cera, è una bambola, è una replica recente, è frutto di un incantesimo, peggio, di una diavoleria. Tutto si è scritto su Rosalia, l'ospite più celebre delle catacombe dei Cappuccini di Palermo, dove centinaia di corpi sono esposti a sfidare titanicamente il tempo e i suoi sfregi. L'incursione più choccante e profonda nella sicilianità che odora di muffe, di incenso e di morte.
E invece Rosalia Lombardo, spirata i16 dicembre 1920, una settimana prima di compiere due anni, è «la più bella mummia del mondo, superiore a quelle di Lenin e di Evita Peron, un capolavoro assoluto». Parola di Dario Piombino-Mascali, il ricercatore dell'Istituto Eurac di Bolzano che ha appena portato alla luce la storia del suo autore - Alfredo Salafia, classe 1869 - e i segreti del suo «Fluido della Perfezione», finora sconosciuto. Non un prodigio, ma una miscela di glicerina, formalina, zinco, alcol saturo di acido salicilico.
La storia l'aveva dimenticato, DarioPiombino-Mascalil'ha disseppellito, interpellando i pronipoti, mettendo le mani sulle sue memorie incompiute (titolo: «Nuovo metodo speciale per la conservazione del cadavere umano allo stato permanentemente fresco»), seguendone la storia fino alla tomba. Gli esiti della ricerca sono finiti in un libretto agile e a tratti sbalorditivo, “Il maestro del sonno eterno” (Edizioni La Zisa), tributo a un uomo che ha dedicato la sua vita alla «consuetudine gentile di tramandare alla posterità intatte le sembianze dei nostri più cari».
Uno scienziato (anche se i suoi studi di chimica e anatomia furono da autodidatta), ma anche un artista. Il suo momento di gloria con la «rimessa in forma» del cadavere dello statista siciliano Francesco Crispi, morto nell'agosto 1901 a Napoli e sottoposto lì a un procedimento non efficace. «Salafia, nove mesi dopo, gli fece una serie di iniezioni sottocutanee - racconta Piombino-Mascali -: riempì di paraffina disciolta in etere le porzioni temporali e le guance, sostituì i bulbi oculari con protesi vitree, rimodellò naso, orecchie e labbra, chiuse la bocca, reinnestò capelli e baffi ormai caduti». La vedova era strabiliata.
Tre mesi dopo, nell'agosto 1902, quel cadavere sul catafalco faceva un figurone. E così in tutte le commemorazioni successive in cui il povero corpo-feticcio veniva mostrato al pubblico: nel 1904, nel 1905, nel 1910 e ancora nel 1914. Inorriditi? Già. Adesso è difficile parlare di morte, superare la rimozione collettiva, vincere il tabù. Ma dagli antichi Egizi agli anni Trenta del Novecento le cose sono andate diversamente, attraverso tecniche di pietrificazione, eviscerazione, disidratazione, bendaggi. «Un'arte millenaria - dice Piombino-Mascali - interrotta con le due guerre mondiali, quando le perdite umane all'ordine del giorno segnano una caduta di interesse verso i costumi funebri, verso la dignità del corpo».
Da Crispi in poi, per le mani di Salafia, passarono prelati, aristocratici e altoborghesi, mentre i poveracci continuavano a finire nelle fosse comuni senza alcun maquillage. Inevitabile allora nel 1909, lo sbarco a New York, dove l'imbalsamatore fondò una società, garantendo pure il servizio «soddisfatti o rimborsati». Qui congreghe di scienziati e cassamortari si stupirono compiaciuti dei prodigi del professore, ispezionando cadaveri ed eccependo su colorito, consistenza, aspetto. Parabola veloce, che si concluse nel 1912. Poi il ritorno in Sicilia e altri corpi da eternare.
Tra questi, Rosalia, la bambina delle catacombe. La sua radiografia rivela la presenza di tutti gli organi interni, di una struttura ossea intatta e pure di una boccetta di vetro collocata dietro la testa, probabilmente riempita di illuministici elisir di lunga morte, sostanze anti-muffa. Sulle cause della sua fine è ancora mistero: nel verbale necroscopico si parla di broncopolmonite, ma altre testimonianze si dividono tra difterite e tifo addominale.
«Se fosse stata difterite - scrive Piombino-Mascali - l'imbalsamazione del corpo sarebbe stata vietata dal regolamento igienico-sanitario del tempo. La causa di morte, quindi, fu forse ridimensionata per conservare per sempre il corpo della piccola». Per Salafia la morte non fu meno inattesa: arrivò il 31 gennaio 1933, tre mesi dopo le sue seconde nozze, per emorragia cerebrale. Aveva 62 anni. Delle sue spoglie, esumate nel 2007, non era rimasto quasi nulla: pochi frammenti dentro un abito blu. Cenere di cenere.
«Se fosse stata difterite - scrive Piombino-Mascali - l'imbalsamazione del corpo sarebbe stata vietata dal regolamento igienico-sanitario del tempo. La causa di morte, quindi, fu forse ridimensionata per conservare per sempre il corpo della piccola». Per Salafia la morte non fu meno inattesa: arrivò il 31 gennaio 1933, tre mesi dopo le sue seconde nozze, per emorragia cerebrale. Aveva 62 anni. Delle sue spoglie, esumate nel 2007, non era rimasto quasi nulla: pochi frammenti dentro un abito blu. Cenere di cenere.
«Se fosse stata difterite - scrive Piombino-Mascali - l'imbalsamazione del corpo sarebbe stata vietata dal regolamento igienico-sanitario del tempo. La causa di morte, quindi, fu forse ridimensionata per conservare per sempre il corpo della piccola». Per Salafia la morte non fu meno inattesa: arrivò il 31 gennaio 1933, tre mesi dopo le sue seconde nozze, per emorragia cerebrale. Aveva 62 anni. Delle sue spoglie, esumate nel 2007, non era rimasto quasi nulla: pochi frammenti dentro un abito blu. Cenere di cenere.
L'autrice:
LAURA ANELLO VIVE A PALERMO E SCRIVE PER «LA STAMPA» DI CRONACA, COSTUME E CULTURA. E' AUTRICE DI «AMORE DI MADRE», DEDICATO ALLA MADRE DI FULVIO FRISONE, IL FISICO NUCLEARE CATANESE IN SEDIA A ROTELLE DALLA NASCITA, DALLA CU I STORIA È STATA TRATTA UNA FICTION RAI.
IL SUO "fluido della perfezione" ha spopolato nei primi anni del Novecento, non soltanto nella sua Palermo, ma persinoa New York dove impiantò la Salafia permanent method embalming company offrendo anche una sorta di pacchetto "soddisfatti o rimborsati". Alfredo Salafia, nato nel capoluogo siciliano nel 1869, di professione era imbalsamatore. Così si legge anche sulla sua carta identità del tempo. M a poco o nulla si è mai saputo della sua vita e della sua formula miracolosa di imbalsamazione che ha trasformato la piccola Rosalia Lombardo, morta nel 1920 a causa di una broncopolmonite o forse di una malattia "esotica", e custodita con altre duemila mummie nelle catacombe dei Cappuccini, in una sorta di simbolo dell' immortalità che ha fatto il giro del mondo. Adesso il manoscritto di Salafia dal titolo "Nuovo metodo speciale per la conservazione del cadavere umano intero allo stato permanentemente fresco", rimasto inedito per quasi un secolo, è al centro del libro "Il maestro del sonno eterno", scritto da Dario Piombino-Mascali, giovane antropologo e ricercatore messinese dell' Accademia Europea di Bolzano, pubblicato dalla casa editrice La Zisa, che sarà presentato il 5 marzo alle 18 alla libreria Feltrinelli. Per la prima volta si ripercorre nel dettaglio il metodo di imbalsamazione di Salafia che in vita non si specializzò mai in Medicina, ma coltivò un costante esercizio nella chimica, nell' anatomia e nell' estetica inoltrandosi nella professione partendo con esperimenti tassidermici sui corpi degli animali per arrivare poi agli esseri umani. Alla base del metodo c' era la famosa formula segreta che Salafia non rivelò mai pubblicamente prima della sua morte, ma che in qualche modo dovette diffondersi tra alcuni allievi come testimoniano un paio di documenti - riportati nella pubblicazione - successivi alla morte dell' imbalsamatore. «Il fatto - scrive Piombino-Mascali - che Salafia abbia perfezionato il proprio fluido entro il 1901 suggerisce che egli sia stato uno dei primi a mettere a punto una formula d' imbalsamazione "moderna" non più costituita da sostanze tossiche come l' arsenico e il mercurio, altamente nocive per l' operatore». La formula scovata dal ricercatore fra le carte sepolte dall' oblio è molto precisa: una parte di glicerina, una di formalina al quaranta per cento satura di zolfato di zinco e con il dieci per cento di cloruro di zinco secco, una ancora di alcool satura di acido salicilico. Tutto somministrato con una sola iniezione, come suggerisce Salafia, preferibilmente attraverso un' arteria femorale. «Messa a nudo un' arteria femorale - riporta l' autore attingendo al manoscritto di Salafia - si incide la parete superiore per una lunghezza capace di lasciare il tubetto di vetro con la direzione verso il tronco: si lega bene il tubetto di vetro all' arteria e si lega pure l' altro lato dell' arteria; si apre il rubinetto e così sarà iniziata l' iniezione endovasale». Si legge ancora nel manoscritto dell' imbalsamatore: «Per ottenere una pressione uguale e costante, l' iniezione endovasale, deve eseguirsi a mezzo di una vaschetta di vetro con tubo di gomma posta a m. 1,50 più alta dell' arteria da cui si vuole introdurre il liquido conservativo». Con questa procedura la piccola Lombardo si è mostrata per decenni con un viso turgido e rotondeggiante, grazie anche a iniezioni di paraffina disciolta in etere. «La glicerina - spiega l' autore del libro - faceva sì che il cadavere non si disidratasse troppo, oltre a donare elasticità e uniformità di colore ai tessuti. La formalina esercita un' azione disinfettante e disidratante e i sali di zinco una funzione antisettica e preservativa. Infine l' alcool agiva sia come veicolo che come sostanza conservativa e penetrante, mentre l' acido salicilico preveniva la formazione di funghi». All' interno del corpo di Rosalia Lombardo, grazie all' impiego di una sofisticata apparecchiatura radiografica, Piombino-Mascali ha potuto anche rivelare nel cranio ancora intatti entrambi gli emisferi cerebrali, nella cavità toracica la struttura polmonare e a livello addominale il fegato. Oggi, però, il ricercatore lancia un serio allarme sulle condizioni del corpo della bambina: «Sono evidenti - scrive Piombino-Mascali - un certo oscuramento del volto così come lo sbiadimento dei capelli e tessuti per un processo di fotossidazione. È in atto un progressivo deterioramento imputabile alla continua esposizione alla luce. Inoltre l' aumento dell' umidità e l' inquinamento atmosferico all' interno delle catacombe forma acidi corrosivi che minacciano la sua conservazione». Così l' incuria e i tempi lunghi degli iter burocratici rischiano di rovinare un processo che aveva il sapore dell' eternità. Per intervenire sulla bambina adesso si attende un immediato benestare dalla Soprintendenza ai Beni culturali. Ma Salafia imbalsamò oltre cento corpi, fra cui personaggi illustri come Francesco Crispi, di cui restaurò il corpo, e ancora il cardinale Michelangelo Celesia, il senatore Giacomo Armò, l' etnografo Giuseppe Pitrè e il conte di Francavilla. E fra quelli ancora oggi conservati nella cripta dei cappuccini, oltre alla piccola Rosalia, il fratello Ernesto Salafia e il vice console Giovanni Paterniti. Del corpo dello stesso Salafia, invece, come fosse una beffa del destino, non rimane nulla. Forse l' abito blu che indossava al momento della morte avvenuta nel 1933 per un' emorragia cerebrale, giace dimenticato sul fondo di una tomba del cimitero di Santa Maria di Gesù. - CLAUDIA BRUNETTO
-- IL VELINO -- Roma, 15 FEB (Velino) - Leggenda vuole che Alfredo Salafia, il piu' importante imbalsamatore del Novecento, abbia portato con se' il segreto della sua mistura in grado di vincere la morte, come mostra il caso della piccola Rosalia Lombardo, la bambina di due anni morta nel 1920 di broncopolmonite e perfettamente conservata nella cripta dei Cappuccini a Palermo. Dopo una lunga e trionfale carriera, Salafia - che aveva lavorato fra l'altro al corpo di Francesco Crispi e il cardinal Michelangelo Celesia - aveva invece intenzione di rendere note il suo metodo di conservazione. Probabilmente avrebbe dato anche alle stampe i risultati della sua esperienza decennale se non fosse morto improvvisamente nel 1933 a causa di un ictus. Lo ha scoperto l'antropologo e ricercatore Dario Piombino-Mascali, che ha scoperto gli appunti autografi di Salafia, contenenti peraltro la formula della sua mistura "magica", e adesso confluiti in un saggio pubblicato in questi giorni dalla casa editrice palermitana La Zisa, "Il Maestro del Sonno Eterno". E' stato cosi' possibile scoprire che a permettere ai cadaveri di sopravvivere al tempo era una composizione di glicerina, formalina, sali di zinco, alcol e acido salicilico. "Niente di straordinario dal punto di vista degli ingredienti, a eccezione della formalina, il cui primo utilizzo risale solo a pochi anni prima che Salafia iniziasse la sua attivita' - afferma al VELINO Dario Piombino -. Ma la vera caratteristica era una soluzione di paraffina sciolta in etere, che iniettata sotto pelle era in grado di dare un effetto di turgore al volto". E proprio la paraffina e' il componente che a distanza di 90 anni fa sembrare la piccola Rosala Lombardo una qualsiasi bambina dormiente.
A conservare gli appunti di Salafia erano dei discendenti della sua seconda moglie, nemmeno loro consapevoli dell'importanza di quegli scritti ne' del lontano parente acquisito, ai quali Piombino e' arrivato ricostruendo l'albero genealogico dell'imbalsamatore. Tramite la loro lettura, e' stato anche possibile scoprire le quantita' che questi raccomandava per gli interventi sui corpi da mummificare (almeno sette litri di fluido, da iniettare per via endovasale nel sistema arterioso) e la decisione di non ricorrere all'arsenico e al mercurio, nocivi per la salute. Ma Salafia sembra aver realizzato anche un'altra magia, oltre al lato estetico delle sue "opere": la conservazione degli organi interni dei cadaveri. L'analisi radiografica della piccola Rosalia Lombardo ha infatti permesso anche di sfatare una leggenda metropolitana tanto diffusa a Palermo, ovvero il fatto che l'intervento dell'imbalsamatore fosse limitato alla testa della bambina e che la copertina che la ricopre servisse in realta' a coprire lo scheletro del corpicino. Niente di piu' falso, assicura Piombino: "cervello, fegato e parte di uno dei due polmoni appaiono radiodensi e nonostante l'essiccazione appaiono perfettamente conservati". Conoscendo la formula utilizzata da Salafia, adesso sara' possibile studiare le corrette misure per la conservazione dei suoi principali lavori, a cominciare proprio da Rosalia Lombardo. (fan) 151903 FEB 10 NNNN
che avrà luogo il 5 marzo alle ore 18 presso la libreria Feltrinelli di via Cavour, 133 a Palermo
Interverranno: Franco Nicastro, presidente Ordine dei giornalisti di Sicilia Mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, già ministro provinciale dei Frati minori Cappuccini di Palermo. Albert R. Zink, direttore scientifico Eurac di Bolzano – Istituto per le mummie e l’iceman Dario Piombino-Mascali, ricercatore e paleopatologo presso l’Eurac di Bolzano e autore del saggio
Modererà: Alessia Franco, giornalista
Quali segreti custodisce Rosalia Lombardo, la ‘Bella Addormentata’ delle Catacombe di Palermo, ritenuta a ragione la più bella mummia del mondo? Quali alchimie hanno permesso la perfetta conservazione di una bambina di due anni, a quasi un secolo dalla sua morte? Chi ne è stato l’artefice? Tali interrogativi, rimasti per lunghissimo tempo irrisolti, trovano ora finalmente risposta in questo saggio dell’antropologo Dario Piombino-Mascali. Una ricostruzione appassionante della vicenda che lega la piccola Rosalia Lombardo ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano dai contorni finora velati dalla leggenda. Un viaggio avvincente, che l’autore compie prendendo per mano il lettore e conducendolo nel cuore di una storia mai rivelata prima, se non attraverso frammenti e contraddizioni. Un’attenta e meticolosa indagine, che coniuga il rigore scientifico ad uno stile accattivante ed esaustivo. Dario Piombino-Mascali, nato a Messina nel 1977, è ricercatore presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, dove coordina il Progetto “Mummie Siciliane”. Borsista della National Geographic Society, è stato recentemente insignito del titolo di membro onorario dall’American Society of Embalmers. Collabora attivamente con il Museo Archeologico dell’Alto Adige, i Musei Vaticani ed i Musei Reiss-Enghelhorn per lo studio scientifico di mummie umane.
Dario Piombino-Mascali, “Il Maestro del Sonno Eterno”, Presentazione di Arthur C. Aufderheide, Prefazione di Albert R. Zink, pp. 144, euro 12,00, Edizioni La Zisa-Palermo
Quali segreti custodisce Rosalia Lombardo, la ‘Bella Addormentata’ delle Catacombe di Palermo, ritenuta a ragione la più bella mummia del mondo? Quali alchimie hanno permesso la perfetta conservazione di una bambina di due anni, a quasi un secolo dalla sua morte? Chi ne è stato l’artefice? Tali interrogativi, rimasti per lunghissimo tempo irrisolti, trovano ora finalmente risposta in questo saggio dell’antropologo Dario Piombino-Mascali. Una ricostruzione appassionante della vicenda che lega la piccola Rosalia Lombardo ad Alfredo Salafia, imbalsamatore palermitano dai contorni finora velati dalla leggenda. Un viaggio avvincente, che l’autore compie prendendo per mano il lettore e conducendolo nel cuore di una storia mai rivelata prima, se non attraverso frammenti e contraddizioni. Un’attenta e meticolosa indagine, che coniuga il rigore scientifico ad uno stile accattivante ed esaustivo.
Dario Piombino-Mascali (dario.piombino@eurac.edu), nato a Messina nel 1977, è ricercatore presso l’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano, dove coordina il Progetto “Mummie Siciliane”. Borsista della National Geographic Society, è stato recentemente insignito del titolo di membro onorario dall’American Society of Embalmers. Collabora attivamente con il Museo Archeologico dell’Alto Adige, i Musei Vaticani ed i Musei Reiss-Enghelhorn per lo studio scientifico di mummie umane.