Il volume "Non solo caviale" di Tatiana Kalinina raccoglie ricette semplici e piatti più elaborati, per un approccio facile e gustoso ai sapori dell'est.
Un viaggio nella cucina russa. Per scoprire non solo
nuove ricette e sapori diversi, ma anche abitudini e costumi della Russia
sovietica e immediatamente post-sovietica. Nel libro “Non
solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa” di Tatiana
Kalinina (edizioni La Zisa, 15 euro) è infatti stata raccolta una
selezione di ricette russe, in parte recuperate dall’autrice da alcuni
ricettari russi degli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso.
“Fin da piccola ho sempre amato cucinare - racconta
l’autrice -. E, da sola o insieme a qualche amica, mi divertivo a
rielaborare piatti già conosciuti. Durante la mia infanzia, però, non
c’era una grande varietà di prodotti, quindi capitava spesso di dover
utilizzare fantasia e creatività per poter realizzare pranzi invitanti, anche
se con pochi ingredienti a disposizione”.
I piatti
proposti nel libro, spiega Tatiana Kalinina, rappresentano un mix di ricette
semplici, realizzabili con pochi ingredienti, e ricette più elaborate. “Al
giorno d'oggi in commercio si trovano tantissimi libri dedicati alla cucina
russa - prosegue Kalinina -, ma la mia idea era quella di realizzare un volume
snello che, oltre alle ricette più popolari, offrisse anche una breve storia
dei singoli piatti. Un manuale che consiglierei soprattutto a coloro che si
stanno preparando per un viaggio in Russia, in modo da poter essere preparati
ad assaggiare nuove pietanze, senza pregiudizi, ma con una sana
curiosità”.
Da borsch
ai pelmeny, sono tantissimi i piatti particolari della tradizione russa,
spesso sconosciuti agli italiani. “Difficilmente entreranno nella quotidianità
delle famiglie italiane - prosegue -, ma alle persone più curiose suggerirei di
provare qualche insalata fresca, le zuppe di funghi, i secondi piatti di pesce
o i bliny con salmone e caviale”.
E a proposito
dei gusti degli italiani verso la cucina russa: “Mi sembra che gli italiani
siano dei buongustai, anche se ho l’impressione che non amino i sapori troppo
forti, come l’eccessivo utilizzo di sale e di condimenti grassi, che invece le
rigide condizioni climatiche del nostro Paese richiedono”.
(13 aprile 2016,