Metti un imprenditore coraggioso che sfida la mafia. Uno
Stato che appare assente se non ostile e tanti amici che non si rassegnano e
continuano a lottare con lui perché le cose in Sicilia, e non solo, cambino
davvero. Ancora grazie a Daniele Ventura, Andrea Turco, Beatrice Raffagnino,
Stefania Petyx, Giancarlo Cancelleri, Raffaele Genova e a tutti quelli che sono
intervenuti, così numerosi, alla presentazione del libro "Cosa nostra non
è cosa mia" (Ed. La Zisa) alla Feltrinelli di Palermo. Il cammino è appena
iniziato!
La casa editrice La Zisa nasce nel 1988 a Palermo e in breve tempo si afferma nel settore dell'editoria di qualità proponendo classici ormai dimenticati e nuovi autori di talento.
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venerdì 8 giugno 2018
Un pomeriggio davvero speciale con Stefania Petyx e tanti altri amici
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lunedì 28 maggio 2018
Cosa nostra non è cosa mia, un libro di testimonianza «Lo Stato non deve lasciare solo chi denuncia il pizzo»
Mercoledì 30 maggio
alla Feltrinelli la prima presentazione per Daniele Ventura, che ha da poco
pubblicato - per Edizioni La Zisa - un volume in cui racconta la sua storia di
vittima del racket. A moderare l'incontro il nostro cronista Andrea Turco. Tanti
gli ospiti che interverranno, da Stefania Petyx a Giancarlo Cancelleri
Si dice «tranquillo, non teso», anche se è la prima
presentazione del suo primo libro. Daniele
Ventura in fondo la scelta di coraggio l'ha fatta da tempo, da
quando ha scelto di denunciare i suoi estortori. Nel 2011 aveva
aperto un locale a Borgo Vecchio, il New Paradise. Una speranza per un giovane
(classe '84) che aveva scelto così di provare a tracciare il proprio futuro. Ma
Daniele non aveva fatto i conti con le richieste di
Cosa nostra. Ora quella storia la racconta in un libro, Cosa nostra non è cosa mia,
pubblicato dalla casa editrice La
Zisa, con la prefazione
di Stefania Petyx e la collaborazione
di Franca Stefania Lo Cicero.
Il
libro racconta la continua lotta alla mafia portata avanti negli anni da
Ventura, ormai ex imprenditore, conosciuto per essere voluto rimanere nel
capoluogo siciliano ma lasciato solo dallo Stato,
che non lo ha supportato nella ricerca di nuovi sbocchi lavorativi. Mentre
Daniele ha trovato solidarietà dalla società civile, e da poco collabora con
l'imprenditore Gianluca Maria Calì
- che ha una storia molto simile alla sua - in un autosalone in viale
Regione Siciliana.
La presentazione
di Cosa nostra non è cosa mia si
terrà mercoledì 30 maggio, alle ore 18, presso
la libreria Feltrinelli. A moderare l'incontro sarà il cronista
di MeridioNews Andrea
Turco. Oltre all'autore, è previsto l'intervento l'intervento di Stefania Petyx - che per Striscia La
Notizia ha seguito la storia di Daniele -, del deputato della Regione Siciliana Giancarlo Cancelleri, di Raffaele Genova di Addiopizzo, della presidente di Up Palermo Beatrice Raffagnino e di
Gaia Perniciario, del giornalista Riccardo Campolo per PalermoToday.
«Il messaggio è
sempre quello . dice Daniele -. Bisogna innanzitutto denunciare, e
poi lo Stato non deve lasciare chi denuncia, deve essere presente
se no la gente si scoraggia. Speriamo che i tanti ospiti
che verranno mercoledì possano sollecitare ulteriormente le attenzioni della
società civile». Alla fine della presentazione l'autore e i ragazzi di Up
Palermo faranno una donazione di giochi alla
casa famiglia "La casa di Nemo".
mercoledì 7 maggio 2014
Palermo 9 maggio 2014, si presenta il saggio “Del delitto e della pena nel pensiero di Leonardo Sciascia” di Salvo Battaglia
“Del
delitto e della pena nel pensiero di Leonardo Sciascia” è il titolo del saggio
di Salvo Battaglia, edito da La Zisa, che verrà presentato venerdì 9 maggio,
alle ore 18.00, presso la Feltrinelli di via Cavour a Palermo. Oltre l’autore
interverranno Renato Albiero, presidente dell’associazione “Amici di Sciascia”,
e Vincenzo Militello, ordinario di diritto penale all’Università di Palermo.
Il libro: L’analisi di alcuni brani
dell’intellettuale siciliano, pregni di considerazioni inerenti il diritto e la
giustizia penale, ha consentito in questo saggio di svolgere approfondite
riflessioni di carattere prettamente penalistico sui rapporti tra il diritto e
l’opera sciasciana. Sotto certi profili l’attività di Sciascia ha precorso
l’emanazione di alcune importanti norme (si veda ad esempio il contributo de Il
giorno della civetta nell’introduzione del delitto di associazione di tipo
mafioso, art. 416 bis, e delle misure di prevenzione patrimoniali). Sotto altri
punti di vista, invece, si sono messi in luce gli aspetti più critici di alcuni
scritti dell’autore siciliano, insofferenti verso il sistema sanzionatorio
penale (vedi Porte aperte), le Istituzioni (L’affaire Moro) e più in generale
verso l’amministrazione della giustizia (Todo modo e Il contesto).
Salvo
Battaglia (Palermo, 1984) dopo la maturità classica ha
conseguito con il massimo dei voti sia la Laurea in Scienze Giuridiche che la
Laurea Specialistica in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Palermo.
Nel 2008 ha vinto il “Premio Libero Grassi” con un progetto di ricerca sul
fenomeno criminale dell’usura. Agli inizi del 2013 ha concluso il Master di
secondo livello in “Analisi, prevenzione e contrasto della corruzione e della criminalità
organizzata” dell’Università di Pisa e ha frequentato il “Corso di
perfezionamento in criminologia” organizzato dal Dipartimento IURA
dell’Università di Palermo. Ha conseguito l’abilitazione forense ed esercita la
professione di penalista a Palermo. Inoltre collabora con l’Ufficio Legale di
“Libera – Associazioni, nomi e numero contro le mafie”.
giovedì 28 ottobre 2010
Torino 3 novembre, Presentazione del saggio di Walter Ferreri, "La verità sul 2012", Edizioni La Zisa
“La verità sul 2012” è il titolo del saggio dell’astronomo Walter Ferreri, edito dalla casa editrice La Zisa, che verrà presentato dalla giornalista del Tg Leonardo della Rai, Rosa Brusin, mercoledì 3 novembre, alle ore 18, presso la Feltrinelli Libri e Musica di piazza C.L.N. 251, a Torino. Sarà presente l’autore.
Il libro: Walter Ferreri, “La verità sul 2012”, Edizioni La Zisa, pp. 112, euro 8,90 (ISBN: 978-88-95709-55-0)
Recensione de “La Stampa” (18/05/2010) “La bufala 2012. Poi non dite che nessuno vi aveva avvertito!” di PIERO BIANUCCI
Da sempre il tema della fine del mondo terrorizza e affascina l’uomo. Ne parlano gli antichi testi sacri di varie religioni, i movimenti millenaristi (ma quella della paura dell’Anno Mille è una leggenda, un falso storico: all’epoca ben pochi sapevano in che anno si viveva), numerosi pseudo-profeti relativamente recenti come William Miller (1782-1849), i Testimoni di Geova (che però da qualche decennio hanno rinunciato a precisare date). Insomma, le apocalissi annunciate si sprecano. Persino Isaac Newton cercò di stabilire la data della fine del mondo: analizzando il testo biblico del profeta Daniele giunse a identificare l’anno 2060. Previsione allarmante per i più giovani, per altri, come chi scrive, tutto sommato rassicurante.
Newton però, oltre che grande scienziato, fu un teologo coltissimo, e credeva profondamente nella Scrittura. La sua previsione dunque è giustificata dalla buona fede. Ben diversa è la storia di previsioni più recenti, l’ultima delle quali fissa la fine del mondo al 21 dicembre 2012. In queste previsioni probabilmente non crede neppure chi le fa, e tanto meno chi ci specula sopra per far denaro con Dvd, libri pieni di falsità, programmi tv che vogliono scoprire misteri dove invece non c’è altro che ignoranza. Per fortuna qualcuno ha pensato di smontare la speculazione pezzo per pezzo. L’ha fatto Walter Ferreri con il suo libro fresco di stampa “La verità sul 2012” (La Zisa Editore, 106 pagine, 8,90 euro), una lettura non solo interessante ma anche divertente per lo humour che affiora tra le righe: l’ironia nasce spontaneamente per contrasto quando si esamina con argomenti seri una tesi invece di serio ha ben poco.
Astronomo all’Osservatorio di Torino, scopritore di numerosi asteroidi e fondatore della rivista che state leggendo, Ferreri parte dall’origine della favola della fine del mondo nel 2012. Il responsabile è il romanziere Frank Waters, che nel 1976 dedicò qualche pagina del libro “Mexico Mystique” al fatto che secondo il calendario dei Maya stava per concludersi un ciclo chiamato baktun 13. Senza entrare in particolari che il lettore troverà nel libro di Ferreri, basta ricordare che quell’antica popolazione americana contava il tempo in cicli: su scala breve utilizzava periodi di 20 e di 360 giorni, su scala più lunga adottava un ciclo di 7200 giorni e uno di 144 mila, detto baktun. Tredici baktun costituivano il Grande Ciclo, pari a 5125 anni. La credenza era che, terminato un Grande Ciclo, ci fosse una sorta di azzeramento del mondo, al quale sarebbe seguito un radicale rinnovamento. Poiché il Grande Ciclo in corso sarebbe iniziato l’11 agosto del 3114 avanti Cristo, saremmo ora prossimi al suo termine, che avverrebbe per l’appunto il 21 dicembre 2012. Questa indicazione fu poi ripresa in libri di altri autori e il mito della imminente fine del mondo è montato come la panna, arricchendosi di presunte motivazioni scientifiche e altrettanto dubbie previsioni che si vorrebbero concordanti con quella del calendario Maya, dalle profezie di Nostradamus a quelle di San Malachia. I temi scientifici tirati in ballo per supportare la catastrofe del 2012 sono molti: rallentamento della Terra, inversione del campo magnetico, orientamento dell’asse terrestre, allineamento dei pianeti o del Sole con il centro galattico, tempeste solari, impatto con il fantomatico pianeta Nibiru, una cometa o un asteroide, transito di Venere davanti al Sole in un anno bisestile. Questi argomenti offrono a Ferreri l’occasione per fare il punto sui fenomeni a cui si riferiscono, cosa senza dubbio istruttiva. Come effetto collaterale, il vaticinio del 2012 ne esce a pezzi, sepolto da una risata.
E’ chiaro che l’effetto sulla Terra di allineamenti planetari o galattici o transito di Venere è zero, mentre il pianeta Nibiru semplicemente non esiste. E’ curioso però ricordare che nel 2012 non ci sarà alcun allineamento di pianeti, e che in ogni caso il miglior allineamento ha un effetto mareale sulla Terra 14 mila volte inferiore a quello prodotto dalla Luna.
Certo, alcuni rischi esistono, ma non cambiano nel 2012 né in meglio né in peggio: impatto di comete, esplosione di supernove nei dintorni del Sole. Ma si tratta di rischi assolutamente minimi. Per comete e asteroidi minacciosi, inoltre, sarebbe già possibile preparare una difesa tecnologica. E stelle che possano esplodere come supernove a piccola distanza da noi fortunatamente non ce ne sono. L’apocalisse, insomma, è rinviata sine die. Con buona pace di Roberto Giacobbo, gran maestro di bufale scientifiche con la sua trasmissione “Voyager”. Ma lui i libri sul 2012 li ha già venduti, e in più è pure diventato vicedirettore di Rai2.
Walter Ferreri, astronomo, svolge la sua attività professionale presso l’Osservatorio Astronomico di Torino. È autore di una ventina di libri e fondatore, nel 1977, della rivista di astronomia ”Orione”, della cui versione attuale – “Nuovo Orione” – ricopre la carica di direttore scientifico. Per le sue scoperte e ricerche nel campo degli asteroidi l’Unione Astronomica Internazionale ha conferito il nome “Ferreri” all’asteroide 3308 EP.
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Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"
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Recensione de “La Stampa” (18/05/2010) “La bufala 2012. Poi non dite che nessuno vi aveva avvertito!” di PIERO BIANUCCI
Da sempre il tema della fine del mondo terrorizza e affascina l’uomo. Ne parlano gli antichi testi sacri di varie religioni, i movimenti millenaristi (ma quella della paura dell’Anno Mille è una leggenda, un falso storico: all’epoca ben pochi sapevano in che anno si viveva), numerosi pseudo-profeti relativamente recenti come William Miller (1782-1849), i Testimoni di Geova (che però da qualche decennio hanno rinunciato a precisare date). Insomma, le apocalissi annunciate si sprecano. Persino Isaac Newton cercò di stabilire la data della fine del mondo: analizzando il testo biblico del profeta Daniele giunse a identificare l’anno 2060. Previsione allarmante per i più giovani, per altri, come chi scrive, tutto sommato rassicurante.
Newton però, oltre che grande scienziato, fu un teologo coltissimo, e credeva profondamente nella Scrittura. La sua previsione dunque è giustificata dalla buona fede. Ben diversa è la storia di previsioni più recenti, l’ultima delle quali fissa la fine del mondo al 21 dicembre 2012. In queste previsioni probabilmente non crede neppure chi le fa, e tanto meno chi ci specula sopra per far denaro con Dvd, libri pieni di falsità, programmi tv che vogliono scoprire misteri dove invece non c’è altro che ignoranza. Per fortuna qualcuno ha pensato di smontare la speculazione pezzo per pezzo. L’ha fatto Walter Ferreri con il suo libro fresco di stampa “La verità sul 2012” (La Zisa Editore, 106 pagine, 8,90 euro), una lettura non solo interessante ma anche divertente per lo humour che affiora tra le righe: l’ironia nasce spontaneamente per contrasto quando si esamina con argomenti seri una tesi invece di serio ha ben poco.
Astronomo all’Osservatorio di Torino, scopritore di numerosi asteroidi e fondatore della rivista che state leggendo, Ferreri parte dall’origine della favola della fine del mondo nel 2012. Il responsabile è il romanziere Frank Waters, che nel 1976 dedicò qualche pagina del libro “Mexico Mystique” al fatto che secondo il calendario dei Maya stava per concludersi un ciclo chiamato baktun 13. Senza entrare in particolari che il lettore troverà nel libro di Ferreri, basta ricordare che quell’antica popolazione americana contava il tempo in cicli: su scala breve utilizzava periodi di 20 e di 360 giorni, su scala più lunga adottava un ciclo di 7200 giorni e uno di 144 mila, detto baktun. Tredici baktun costituivano il Grande Ciclo, pari a 5125 anni. La credenza era che, terminato un Grande Ciclo, ci fosse una sorta di azzeramento del mondo, al quale sarebbe seguito un radicale rinnovamento. Poiché il Grande Ciclo in corso sarebbe iniziato l’11 agosto del 3114 avanti Cristo, saremmo ora prossimi al suo termine, che avverrebbe per l’appunto il 21 dicembre 2012. Questa indicazione fu poi ripresa in libri di altri autori e il mito della imminente fine del mondo è montato come la panna, arricchendosi di presunte motivazioni scientifiche e altrettanto dubbie previsioni che si vorrebbero concordanti con quella del calendario Maya, dalle profezie di Nostradamus a quelle di San Malachia. I temi scientifici tirati in ballo per supportare la catastrofe del 2012 sono molti: rallentamento della Terra, inversione del campo magnetico, orientamento dell’asse terrestre, allineamento dei pianeti o del Sole con il centro galattico, tempeste solari, impatto con il fantomatico pianeta Nibiru, una cometa o un asteroide, transito di Venere davanti al Sole in un anno bisestile. Questi argomenti offrono a Ferreri l’occasione per fare il punto sui fenomeni a cui si riferiscono, cosa senza dubbio istruttiva. Come effetto collaterale, il vaticinio del 2012 ne esce a pezzi, sepolto da una risata.
E’ chiaro che l’effetto sulla Terra di allineamenti planetari o galattici o transito di Venere è zero, mentre il pianeta Nibiru semplicemente non esiste. E’ curioso però ricordare che nel 2012 non ci sarà alcun allineamento di pianeti, e che in ogni caso il miglior allineamento ha un effetto mareale sulla Terra 14 mila volte inferiore a quello prodotto dalla Luna.
Certo, alcuni rischi esistono, ma non cambiano nel 2012 né in meglio né in peggio: impatto di comete, esplosione di supernove nei dintorni del Sole. Ma si tratta di rischi assolutamente minimi. Per comete e asteroidi minacciosi, inoltre, sarebbe già possibile preparare una difesa tecnologica. E stelle che possano esplodere come supernove a piccola distanza da noi fortunatamente non ce ne sono. L’apocalisse, insomma, è rinviata sine die. Con buona pace di Roberto Giacobbo, gran maestro di bufale scientifiche con la sua trasmissione “Voyager”. Ma lui i libri sul 2012 li ha già venduti, e in più è pure diventato vicedirettore di Rai2.
Walter Ferreri, astronomo, svolge la sua attività professionale presso l’Osservatorio Astronomico di Torino. È autore di una ventina di libri e fondatore, nel 1977, della rivista di astronomia ”Orione”, della cui versione attuale – “Nuovo Orione” – ricopre la carica di direttore scientifico. Per le sue scoperte e ricerche nel campo degli asteroidi l’Unione Astronomica Internazionale ha conferito il nome “Ferreri” all’asteroide 3308 EP.
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lunedì 14 giugno 2010
Palermo 17 giugno, Presentazione del saggio di Giancarlo Santi “Ego Rosalia. La Vergine palermitana tra santità ed impostura”, Edizioni La Zisa
Palermo, 14 giugno 2010 - “Ego Rosalia. La Vergine palermitana tra santità ed impostura” è il titolo del saggio di Giancarlo Santi, pubblicato dalle Edizioni la Zisa pp. 448; euro 25,90; ISBN 978-88-95709-47-5), che verrà presentato giovedì 17 giugno, alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli di via Cavour 133, a Palermo. Ne discuteranno con l’autore il giornalista Salvatore Falzone e lo storico Francesco Michele Stabile.
IL LIBRO: Chi è l’autore della iscrizione rinvenuta nell’estate del 1624 nella grotta di S. Stefano Quisquina, dove la tradizione colloca il primo romitaggio di S. Rosalia? È da attribuire alla mano della giovane “Sinibaldi”, oppure si tratta di un “falso” pervicacemente architettato e portato a compimento dalla Compagnia di Gesù, in prima persona o con la collaborazione di suor Maria Roccaforte? A questi ed altri interrogativi, sui quali si discetta da lungo tempo, e che soltanto nell’ultimo trentennio hanno trovato nuove e sconcertanti risposte, l’autore di questo libro, appassionante e fluido come un romanzo giallo d’autore, e rigoroso come l’argomento merita, sulla base di una documentazione inedita, più che dare una soluzione, che pure tra le righe si manifesta chiaramente, pone il lettore nella condizione di farsi una idea più precisa e circostanziata dei fatti accaduti in un piccolo comune dell’entroterra agrigentino agli inizi del sec. XVII, quando tutt’intorno infieriva una delle più terribili epidemie di peste che l’Isola ricordi.
L’AUTORE: Giancarlo Santi (Siracusa 1946), vive a lavora a Catania. Giornalista pubblicista e appassionato di speleologia, ha collaborato con il Touring Club Italiano, con il quotidiano “La Sicilia” e con la rivista “Etna Territorio” di Catania, scrivendo di feste popolari, di tradizioni religiose, di itinerari culturali siciliani.
Ha pubblicato: La strada dei Santi, viaggio sentimentale per le feste religiose di Sicilia (Bologna, Bolelli, 2001), e i volumi collettanei: Le grotte del territorio di Melilli (1997); Dentro il Vulcano, le grotte dell’Etna (1999).
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