ABANO TERME. Il libro dell’ex
parroco di Monterosso Sante Sguotti “Preti pedofili si diventa. Pedofilia e
celibato nella Chiesa di Papa Francesco”, rischia di non arrivare nelle
librerie del Triveneto
ABANO TERME. Il libro dell’ex
parroco di Monterosso Sante Sguotti “Preti pedofili si diventa. Pedofilia e
celibato nella Chiesa di Papa Francesco”, rischia di non arrivare nelle
librerie del Triveneto. Il perché lo spiega l’editore siciliano Davide Romano
responsabile della casa editrice Zisa di Palermo che ha accettato di stampare
il volume scritto dell’ex sacerdote che parla della pedofilia nella Chiesa.
«Temiamo che sia in atto nel Triveneto e a Padova in particolare un’azione di
boicottaggio nei confronti di quest’opera con la quale l’ex sacerdote mette a
nudo una realtà piuttosto scabrosa presente negli ambienti del clero», rivela
Romano senza troppi giri di parole. «Lo fanno pensare i segnali che ci arrivano
da alcuni operatori del Triveneto che si rifiuterebbero di distribuire il
volume. È un fatto grave, per certi versi incomprensibile, anche se sappiamo
che la Chiesa veneta ha un enorme potere».
La casa editrice Zisa di
Palermo si contraddistingue per pubblicazioni su problematiche scomode, come
appunto la pedofilia nella Chiesa e le tematiche legate alla mafia. Il libro di
Sante Sguotti, il secondo dell’ex prete dopo “Il mio amore non è peccato”, ha
trovato subito il consenso dell’editore”. «Con Sante Sguotti ci siamo
conosciuti all’epoca della sua diatriba con la Curia padovana», aggiunge Romano.
«Lo ritengo una persona seria e intelligente che combatte con grande impegno
per tentare di risolvere, lui che li ha vissuti da dentro, i problemi che
affliggono il clero. Come casa editrice siamo una piccola realtà e non abbiamo
la forza di andare contro i cosiddetti poteri forti. Una cosa è certa: in
Sicilia e nella maggior parte delle regioni italiane finora non abbiamo avuto
quei segnali di rifiuto nei confronti di una pubblicazione che può sembrare
scomoda ma che rivela la realtà raccontata da un ex prete».(g.b., “il mattino di Padova, 4
febbraio 2015)