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martedì 12 aprile 2011

In libreria il romanzo di Mariano Lanza, “Il tesoro di re Ruggero”, Prefazione di Pasquale Hamel, Ed. La Zisa, pagg. 320, euro 19,50



Il romanzo di Mariano Lanza si inserisce nel recente rinnovato interesse per la storia del normanno Regno di Sicilia, della sua leggendaria edificazione, dei traguardi notevoli raggiunti specialmente sotto lo scettro di Ruggero II, e del suo drammatico e repentino tracollo di fronte all’avanzare delle truppe germaniche di Enrico di Hohenstaufen. Proprio a questa ultima fase si collega, tra fantasia e realtà storica, il lavoro in questione. L’Autore, con le dovute licenze consentite ad un’opera di invenzione che tratti eventi realmente accaduti, offre una sua personalissima interpretazione della fine di quella che resta, nell’età medievale, una delle più riuscite e moderne esperienze di governo, sulla quale gli storici, anche per la mancanza di fonti certe, sono ancora lontani dal proporre chiavi di lettura più che soddisfacenti. Il lavoro di Mariano Lanza, dunque, può essere letto come un romanzo e, per la sua accurata ricostruzione degli ambienti, dei fatti e degli uomini, come un saggio di storia. Godibile nell’un caso e nell’altro, al pari della migliore produzione letteraria di Luigi Natoli, il grande Maestro del romanzo storico siciliano.

Mariano Lanza (Marsala, 1961), docente di ruolo di Lingua e Civiltà Inglese nelle scuole superiori, ha pubblicato: “Pagine di vita palermitana” (Palermo, 2000) e “La baronia di Solanto” (Palermo, 2011).

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

lunedì 22 novembre 2010

“LA CONTADINA E CORRADINO” di GIANFRANCO PERRIERA (“la Repubblica”, 21 novembre 2010)



UN VOLTO dal nobile aspetto grondante di sangue dalla fronte, è l'immagine dominante e ricorrente di “Corradino”, ultimo romanzo storico di Dora Angela Ruvolo, ambientato all'epoca dei Vespri siciliani, sul finire del 1200. Il volto è quello dell'ultimo imperatore della casa di Hohenstaufen, Corredino di Svevia, metafora di una Sicilia che potrebbe esser bella ma è sfigurata dai "felloni". Braccato dalle milizie angioine, questi troverà effimero rifugio nella casa di una giovane contadina marsicana, che, orfana di padre, con madre e fratelli «facea vita dura, grama» e incolta. Ma tale incontro opererà una profonda trasformazione del suo animo: la donna parteciperà da protagonista nel 1282 alla rivolta di Palermo e di tutta la Sicilia contro la barbara dominazione della casa d'Angiò e compirà insieme un processo di maturazione personale conoscendo i dolori più estremi e le gioie più intense.
Scritto in una lingua che vuol apparire «in parte e solo in parte» antica, come sottolinea l'autrice, il romanzo echeggia i modi delle cronache agiografiche e delle novelle popolari. «Macchina gratificante per il lettore», Umberto Eco definiva la letteratura popolare. E di tale macchina l'autrice si fa passeggera disinvolta. Se i buoni stanno solo da una parte, se i cattivi sono perfidi, se l'eroina, che prenderà nel corso della storia il nome di Costanza, vivrà per il lettore esperienze ardite e, in ultimo, consolatorie, la scrittura scorre comunque con una fluidità accattivante e l'atmosfera fiabesca richiama i colori ora smaltati ora pastello delle pale dei "cuntisti".

Dora Angela Ruvolo, “Corradino”, Edizioni La Zisa, Pagine 170, Euro 9,90