Da frate francescano a pastore valdese
“Signore, tu mi hai chiamato per nome - Memorie 1932-196” è titolo e insieme traccia interpretativa dell’ultima opera di Giulio
Vicentini. L’autore, infatti, ripercorre qui le proprie memorie relative agli
anni dal 1932 al 1960: un lungo viaggio motivazionale alla ricerca, poi
scoperta, di ciò che diverrà quasi un leitmotiv nella sua personale produzione di scrittore, interprete e
divulgatore, nella vita, della parola di Dio; sono questi gli anni in cui il
pastore Giulio scopre il fascino dell’annuncio evangelico e inizia il proprio
percorso di studi, prima in seminario e poi prendendo gli ordini come frate
francescano, e come sacerdote.
In questo stesso periodo si confronta con le scarse informazioni sul
fascismo e sulla guerra, all’interno dell’ambito religioso in cui opera, ma la
ricerca di libertà intellettuale e la necessità di una coerenza evangelica gli
sono vitali. Negli anni Cinquanta si accosta con forza alla Chiesa evangelica
valdese e vi aderisce con convinzione: una fuga clandestina, un nuovo inizio,
ma anche un continuum con l’Evangelo
che resta una costante in tutta la sua vita.
GIULIO VICENTINI, primo di nove figli,
nasce in una famiglia di agricoltori nel 1924 a Lonigo, in provincia di
Vicenza. All’età di undici anni entra nel convento dei frati minori francescani
di S. Daniele a Lonigo dove inizia quel percorso di studi che lo porterà a
prendere i voti solenni e, successivamente nel 1948, ad essere ordinato
sacerdote. Nel 1955 abbandona lo status di frate e di sacerdote per studiare
teologia nella facoltà evangelica valdese di Roma. Nel 1960 è consacrato al
ministero pastorale dal Sinodo valdese. Sarà pastore dal 1960 al 1967 nelle
comunità valdesi di Carunchio, San Giovanni Lipioni e diaspora nella provincia
di Chieti; dal 1967 al 1975 nella comunità di Livorno e Rio Marina nell’isola
d’Elba; dal 1975 al 1981 nella comunità di Napoli Vomero e dal 1981 al 1988 a
Bari; poi giungerà nel 1988 a Verona dove arriverà al pensionamento nel 1994.
Date le buone condizioni di salute, darà ancora aiuto ai colleghi subentrati,
fino al 2013. Per molti anni si è dedicato alla ricerca sulla nascita e i primi
sviluppi della comunità valdese di Schiavi d’Abruzzo (CH) raccogliendo una
grande quantità di materiale che non è riuscito ad utilizzare in una
pubblicazione, per motivi di salute. Sono sue le pubblicazioni Un metodista tra i cappellani della Prima Guerra Mondiale: Giuseppe
La Scala in R. Ciappa; G. Rinaldi, Evangelici e mezzogiorno d’Italia, Cosenza, Edizioni Periferia, 1993, pp. 47-60; Il cappellano metodista Giuseppe La Scala (1918), in (a cura di) G. Rochat, La spada e
la croce. I cappellani italiani nelle due guerre mondiali, Bollettino della società di studi valdesi n. 176, giugno 1995, pp.
191-195. Ha inoltre pubblicato, con lunga introduzione e note minuziose, due edizioni
critiche dei diari del pastore metodista Giuseppe La Scala, intitolati Diario di guerra di Giuseppe La Scala, cappellano metodista
durante la Prima Guerra Mondiale, Torino, Edizioni
Claudiana, 1996; Diario di un marinaio di leva (1897-1899), Torino, Edizioni Paravia, 1999. La vita di Giulio Vicentini si
interrompe il 19 ottobre del 2019. L’opera continua fra le sue e le nostre memorie.
Parte del ricavato della
vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione
INSHUTI Italia-Rwanda onlus