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sabato 5 aprile 2025

“Sicilia, l’isola che non ama leggere (neppure i quotidiani). I record negativi della terra del sole” di Davide Romano

 


 

Il deserto delle pagine che avanza nell'isola del sole e dei contrasti. 

 

Indice di lettura in Sicilia: una questione culturale o strutturale?

Gli ultimi dati sulle capacità di lettura di noi siciliani, provenienti dall'Associazione Italiana Editori, non sono soltanto impietosi: sono il ritratto di una catastrofe culturale che si consuma nel silenzio complice delle istituzioni. Come diceva Leonardo Sciascia, nostro illustre conterraneo: "La Sicilia ha questo di tremendo: che tutto vi accade come dovunque, ma con una intensità che altrove non si riscontra". Anche il non leggere, in Sicilia, avviene con un'intensità particolare.

Sapevamo già che il nostro popolo era fra quelli che leggevano di meno in Italia, ma ora il divario con il resto del paese – e in particolare con le province del Nord – e gli altri paesi europei si configura come un abisso incolmabile, una voragine che inghiotte speranze e possibilità di riscatto. Siamo un'isola anche in questo: isolati dalla cultura, dal sapere, dalla conoscenza che si trasmette attraverso la parola scritta.

Pier Paolo Pasolini, che amava la Sicilia ma ne conosceva anche i limiti, aveva intuito questo dramma: "La cultura è una difesa contro le offese della vita". E noi siciliani, a quanto pare, siamo sempre più indifesi.

 

I numeri del disastro: percentuali che raccontano una disfatta

La situazione delineata dalle varie percentuali presentate dall'AIE è davvero drammatica. Nel sud Italia solo il 62% della popolazione ha aperto almeno un libro nell'ultimo anno, mentre in Sicilia il dato è ancora più drammatico: esso si assesta al 60%. Una cifra che fa rabbrividire, se pensiamo che in alcune regioni del Nord si supera l'80%.

E attenzione: bisogna ricordare che "aprire un libro" non vuol dire riuscire a leggerlo tutto. Uno può aprirlo, sfogliarlo, magari guardare le figure, e poi richiuderlo, come si richiude una porta su un mondo che non ci appartiene. E poi bisogna anche valutare di quale testo si sta parlando. Con tutto il rispetto per i ricettari di cucina siciliana (ottima, per carità!), per le biografie dei vari influencer dalle teste vuote e per le raccolte di barzellette che fanno ridere solo chi le scrive, la cultura è altra cosa.

Come diceva Umberto Eco: "Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c'era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l'infinito... perché la lettura è un'immortalità all'indietro". Ma a quanto pare, noi siciliani preferiamo la mortalità della nostra singola esistenza.

 

Lettori occasionali e abituali: un'isola divisa in due

Nel Sud e nelle Isole, inoltre, si registra una più alta percentuale di lettori occasionali, che si limitano a leggere un massimo di 3 libri all'anno. Essi risultano il 37% dei lettori, mentre la percentuale di lettori abituali che leggono anche più di 12 libri all'anno è in linea con il centro nord. Si tratta dell'8% del totale di tutti i lettori.

Abbiamo quindi un'élite di lettori forti, che resistono come Asterix e Obelix nel villaggio gallico circondato dai romani, e poi una massa di non-lettori o di lettori occasionali che sfogliano un libro come si sfoglia un album di figurine: distrattamente, senza passione, senza quella fame di conoscenza che dovrebbe essere il motore della crescita personale e sociale.

Italo Calvino, che di libri se ne intendeva, ammoniva: "Chi usa la letteratura per distrarsi vuole solo utilizzare una facoltà che in lui resta attiva, quella dell'attenzione". Ma l'attenzione del siciliano medio sembra essere catturata da ben altro: dallo smartphone, dalla televisione, dai pettegolezzi di paese che rimbalzano di bocca in bocca più velocemente di un virus.

 

La crisi della carta stampata: un altro tassello del mosaico

Ugualmente drammatica la situazione dei quotidiani e delle riviste. Come indicato dagli stessi direttori di giornale, le vendite continuano a diminuire e ci sono territori centrali della nostra regione che sembrano possedere poche decine di lettori, quasi tutti anziani che presentano delle difficoltà nell'usare il web.

Indro Montanelli, maestro di giornalismo, diceva: "Un paese che ignora il proprio ieri, non può avere un domani". E noi siciliani sembriamo ignorare non solo il nostro ieri, ma anche il nostro oggi, riportato sulle pagine dei giornali che nessuno legge più.

I quotidiani locali, che un tempo erano il termometro della vita sociale e politica dei nostri paesi, ora sopravvivono a stento, ridotti a contenitori di necrologi e pubblicità di mobilifici in svendita perpetua. Come se la morte e il consumo fossero le uniche notizie che interessano ancora.

 

Le biblioteche: cattedrali nel deserto

Anche il patrimonio librario delle nostre biblioteche risulta essere carente. Esso è molto vecchio e sottodimensionato rispetto alle collezioni delle biblioteche del settentrione. Si sta parlando di circa 1763 libri per mille abitanti contro i 3244 volumi disponibili nel centro nord.

Le nostre biblioteche sembrano essere diventate ciò che Borges, maestro della narrativa e bibliotecario lui stesso, temeva: "Ho sempre immaginato il Paradiso come una specie di biblioteca". Ma le nostre, di biblioteche, sono più simili a un Purgatorio dimenticato: scaffali polverosi, libri ingialliti dal tempo, cataloghi che si fermano agli anni '90 come se il millennio nuovo non fosse mai arrivato.

Ciò non vuol dire che la Sicilia e le altre regioni del sud Italia non presentano collezioni bibliografiche di pregio. La stessa presenza di numerosi archivi statali e regionali nel nostro territorio va contro questa semplicistica lettura, ma come si può immaginare queste collezioni dispongono di volumi alquanto superati e non aggiornati.

Marginale è anche il ridotto numero di accessi alle biblioteche. All'interno della nostra regione su ogni mille abitanti si registrano poco meno di cento accessi alle biblioteche, contro la media italiana, che è di circa 568 accessi. Molto distante la media del centro nord, che si attesta ai 774 accessi.

Antonio Gramsci, nel secolo scorso, scriveva: "Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza". Ma come può istruirsi un popolo che non ha accesso ai libri, o che, pur avendolo, preferisce dedicare il proprio tempo ad attività che richiedono meno sforzo intellettuale?

 

La chiusura delle librerie e delle edicole: un territorio culturalmente desertificato

Una delle cause principali di questa situazione è la difficoltà di accesso ai libri, con la chiusura di centinaia di edicole e di librerie in tutto il territorio regionale. I piccoli centri sono quelli che hanno pagato il prezzo più alto. In molti comuni siciliani non esiste più un solo punto vendita di libri o giornali. Bisogna fare chilometri per trovare una libreria, e quando la si trova, spesso è una di quelle grandi catene che privilegiano i bestseller e le novità del momento, trascurando la cultura locale e i piccoli editori.

Gustave Flaubert sosteneva che "Leggere per innalzarsi è la cosa più nobile che si possa fare". Ma come si fa ad innalzarsi se non c'è nemmeno la possibilità materiale di procurarsi un libro? È come pretendere che un contadino coltivi la terra senza avere né seme né aratro.

Le librerie non sono solo punti vendita, sono presidi culturali, luoghi di incontro e di scambio, spazi dove le idee circolano insieme ai libri. La loro chiusura rappresenta un impoverimento non solo commerciale ma anche sociale e intellettuale.

 

L'abbandono scolastico: il seme della non-lettura

Un altro fattore determinante è l'abbandono scolastico, piaga che affligge la nostra isola con percentuali tra le più alte d'Italia. I ragazzi che lasciano la scuola difficilmente diventeranno lettori. La scuola è il luogo dove, tradizionalmente, si impara ad amare i libri, dove si acquisiscono gli strumenti per comprendere e apprezzare la lettura.

Maria Montessori, grande pedagogista, insegnava che "Il bambino non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere". Ma se il bambino abbandona la scuola, quel fuoco non sarà mai acceso, e con esso si spegne anche la possibilità di una vita illuminata dalla conoscenza.

Le statistiche ci dicono che i giovani siciliani tra i 15 e i 17 anni sono i più propensi alla lettura (86%), seguiti da quelli tra i 18 e i 24 anni (79%). Questo dato potrebbe sembrare incoraggiante, ma in realtà è emblematico di un problema più profondo: man mano che si cresce, si smette di leggere. La scuola, finché si frequenta, mantiene vivo l'interesse per i libri. Ma una volta fuori, in una società che non valorizza la cultura, quell'interesse si affievolisce fino a scomparire.

 

La competizione con i nuovi media: una battaglia impari

Non possiamo ignorare l'impatto dei nuovi media sulle abitudini di lettura. Smartphone, social network, videogiochi e piattaforme di streaming offrono un intrattenimento immediato, che non richiede lo sforzo che invece è necessario per leggere un libro.

Marshall McLuhan, visionario teorico della comunicazione, aveva previsto: "Il medium è il messaggio". E il messaggio dei nuovi media sembra essere: perché sforzarsi di leggere quando si può guardare? Perché costruirsi un'opinione quando si può condividere quella altrui con un semplice click?

In Sicilia, terra di contraddizioni, questo fenomeno si amplifica. Siamo tra le regioni con la più alta penetrazione di smartphone e social network, ma con il più basso indice di lettura. Preferiamo scorrere le pagine virtuali di Facebook piuttosto che quelle reali di un libro.

 

Una speranza per il futuro: i giovani lettori

In questo scenario desolante bisogna tuttavia valorizzare alcuni importanti segnali di speranza. La maggioranza dei lettori siciliani risulta più giovane di 25 anni (i lettori dai 15 ai 17 anni sono l'86%, mentre quelli dai 18 ai 24 anni il 79%).

Questo dato, apparentemente positivo, deve però essere interpretato con cautela. I giovani leggono per obbligo scolastico o per genuino interesse? Continueranno a leggere anche dopo i 25 anni, quando saranno immersi nel mondo del lavoro (per chi avrà la fortuna di trovarlo) e nelle responsabilità familiari?

Eugenio Montale, poeta e giornalista, scriveva: "La cultura non è professione per pochi: è una condizione per tutti, che completa l'esistenza dell'uomo". Ma in Sicilia questa condizione sembra essere appannaggio di una minoranza sempre più esigua.

 

L'insoddisfazione come motore di cambiamento

Un altro dato interessante è che buona parte della popolazione siciliana si ritiene insoddisfatta dell'offerta culturale presente all'interno della propria regione e spinge per una valorizzazione del mercato librario interno.

C'è dunque una domanda di cultura che non trova risposta adeguata. C'è una sete di conoscenza che non ha fontane a cui abbeverarsi. C'è un desiderio di crescita intellettuale che si scontra con la povertà dell'offerta.

Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel suo capolavoro "Il Gattopardo", faceva dire al Principe di Salina: "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". Ma in Sicilia, paradossalmente, sembra che tutto cambi (tecnologie, abitudini, stili di vita) affinché tutto resti com'è: un'isola ai margini della cultura.

 

Conclusioni: un appello all'azione

La situazione della lettura in Sicilia non è solo un problema culturale, ma sociale ed economico. Una popolazione che non legge è una popolazione più facilmente manipolabile, meno critica, più incline all'accettazione passiva dello status quo.

Federico García Lorca, che della Sicilia fu innamorato, scriveva: "Un popolo che non aiuta e non favorisce la sua cultura è un popolo che non solo perde la sua identità ma commette un suicidio sociale". Noi siciliani siamo sul ciglio di questo baratro.

È necessario un piano di intervento serio e articolato: investimenti nelle biblioteche, incentivi per l'apertura di nuove librerie, campagne di promozione della lettura, valorizzazione degli autori locali, collaborazione tra scuole e istituzioni culturali.

Ma soprattutto è necessario un cambiamento di mentalità. Dobbiamo capire che leggere non è un lusso o un passatempo per intellettuali con la puzza sotto il naso. Leggere è un diritto, un bisogno, una necessità per chiunque voglia essere veramente libero.

Come diceva Gianni Rodari, scrittore e pedagogista: "Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo". E noi siciliani di schiavitù ne abbiamo conosciute fin troppe nella nostra storia millenaria. È tempo di liberarci anche da questa, la più subdola: l'ignoranza.

lunedì 16 settembre 2024

“Gli italiani? Leggono sempre meno” di Davide Romano, giornalista

 


 

L’Italia, si sa, è un paese di santi, poeti e navigatori. Ma, ahimè, non di lettori. Non c'è bisogno di sfogliare troppi giornali o consultare le statistiche per comprendere una realtà amaramente evidente: gli italiani non leggono. Gli ultimi dati ISTAT parlano chiaro: meno di un italiano su due ha letto almeno un libro nell'ultimo anno. Un dramma culturale, come lo definirebbe Umberto Eco, uno dei pochi intellettuali italiani a difendere con vigore la lettura in un Paese che, paradossalmente, ha prodotto alcuni dei più grandi scrittori e poeti del mondo.

Per capire questa triste verità, basti guardare ai dati forniti da Associazione Italiana Editori (AIE): nel 2023, circa il 40% degli italiani dichiarava di non leggere mai libri. E non parliamo solo di alta letteratura, ma nemmeno un romanzo leggero o un saggio divulgativo. Perfino Antonio Gramsci, nelle sue Lettere dal carcere, lamentava questa tendenza all’apatia culturale, sottolineando quanto fosse fondamentale "formare una coscienza critica". E la lettura, si sa, è lo strumento principe per questo.

 

Il pensiero di scrittori e intellettuali

Cesare Pavese, in una delle sue riflessioni più amare, scriveva: "Un paese che non legge è un paese senza futuro". Pavese, che non solo scriveva romanzi ma li viveva, vedeva nella lettura una forma di resistenza al conformismo culturale. E aveva ragione. Ma la realtà italiana sembra smentire le sue parole: mentre in Francia o in Germania le librerie sono un'istituzione, in Italia chiudono a ritmo allarmante. Montanelli stesso, con il suo stile corrosivo, denunciava già nel secolo scorso una "mediocrità culturale di fondo" nel nostro Paese, sostenendo che “un popolo che non legge è più facile da governare”.

Non sorprende che Norberto Bobbio, filosofo di grande finezza intellettuale, abbia indicato la scarsa lettura come una delle cause della debolezza della democrazia in Italia. Per Bobbio, la mancanza di dibattito e riflessione, che solo i libri possono stimolare, rendeva i cittadini più vulnerabili alla manipolazione politica. Non c'è da stupirsi, dunque, se oggi, in una società dominata dai social media e dalle notizie frammentarie, i lettori critici siano diventati una rara specie in via d'estinzione.

 

La crisi dell'editoria e il declino delle librerie

Siamo nel Paese di Dante, Petrarca e Boccaccio, ma anche in quello in cui, secondo i dati dell’AIE, il 59% dei giovani tra i 18 e i 24 anni non legge alcun libro. Questa è forse la statistica più allarmante, perché indica non solo una crisi presente, ma soprattutto un futuro culturale sempre più arido. Italo Calvino, nei suoi saggi, parlava della lettura come di "un atto di liberazione", qualcosa che ci permette di vivere altre vite, esplorare mondi sconosciuti, ma anche confrontarci con le contraddizioni della nostra stessa esistenza. Cosa ne sarà di una generazione che preferisce scrollare su TikTok invece di sfogliare le pagine di un libro?

Se poi guardiamo al panorama editoriale, la situazione non è meno desolante. Giulio Einaudi, il grande editore, lamentava già decenni fa che in Italia i libri di qualità faticavano a trovare lettori. Oggi, con la concorrenza delle piattaforme di streaming, dei videogiochi e dei social, la battaglia è ancora più dura. Nel 2022, il mercato editoriale italiano ha registrato un calo delle vendite del 6%, con una chiusura di oltre 700 librerie indipendenti. Un deserto culturale, come lo definirebbe Pier Paolo Pasolini, che in uno dei suoi ultimi interventi pubblici disse: "La cultura è sempre più un privilegio di pochi, un lusso che il popolo non può più permettersi".

 

Lettori: una razza in estinzione?

Viene spontaneo chiedersi: cosa ci aspetta? In un mondo sempre più frenetico e dominato da stimoli immediati, ha ancora senso parlare di lettura? Sì, se pensiamo che la lettura non è solo un piacere intellettuale, ma una necessità per la nostra stessa umanità. Tullio De Mauro, uno dei più grandi linguisti italiani, sottolineava come la lettura fosse un potente strumento di emancipazione personale e sociale. Non leggere, al contrario, significa rinunciare a una parte essenziale di sé, rinchiudersi in una bolla di superficialità che ci rende meno liberi.

E allora, per concludere con una riflessione di Montaigne, "chi non legge non solo ignora le parole, ma le idee". Forse è proprio questo il nodo del problema: l'Italia, Paese di grande cultura, è diventata una nazione di non lettori. E finché non si risolverà questa frattura tra la nostra tradizione culturale e la realtà contemporanea, il nostro futuro, come ammoniva Pavese, sarà irrimediabilmente compromesso.

venerdì 29 gennaio 2016

Contro la crisi 50% - 70% di sconto su tutti i titoli delle Edizioni La Zisa



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giovedì 20 novembre 2014

Palermo 22 novembre, Doppio appuntamento per le Edizioni la Zisa. Presentazione di “Tra arte e realtà: testimonianze ambientali di pittori paesaggisti siciliani” di Rosaria Rizzuto e di “Policromia d’amore” di Mirko Venezia.

Doppio appuntamento sabato 22 novembre per le Edizioni La Zisa. In due posti diversi della città, infatti, verranno presentati contemporaneamente due diversi titoli della casa editrice, che ormai annovera più di 300 titoli ed è attiva da più di 26 anni. 



Alle 17, l’ex Fonderia alla Cala, in piazza Fonderia a Palermo, sarà presentato il volume di Rosaria Rizzuto “Tra arte e realtà: testimonianze ambientali di pittori paesaggisti siciliani”. Interverranno: Maria Teresa Calcara, rappresentante dell’ "Anisa (Associazione Nazionale Insegnanti Storia dell’Arte): per l’educazione all’arte" e il giornalista Davide Romano. Sarà presente l’autrice.


Il libro: Rosaria Rizzuto “Tra arte e realtà: testimonianze ambientali di pittori paesaggisti siciliani”, Edizioni La Zisa, pp. 128, euro 12



La Conca d’Oro è un ambiente naturale che stupisce e conquista nello stesso tempo: alla semplice geometria dei monti che la circondano si unisce il rigoglio degli agrumeti e dei frutteti, le mille sfumature di verde delle agavi, delle aloe e dei fichi d’India che nascono spontanei anche nei posti più aridi; la luce, le atmosfere del paesaggio mediterraneo, le calde sonorità di una terra antica, carica di miti e leggende, hanno da sempre stimolato la fantasia di scrittori, poeti e viaggiatori. Nelle opere dei pittori paesaggisti siciliani tutte le caratteristiche della Conca d’Oro sono state oggetto di studio e di approfondimento, e le testimonianze di questi luoghi raffigurati nelle tele sono oggi la dimostrazione del cambiamento della pianura di Palermo. (dall’Introduzione dell’autrice) Rosaria Rizzuto è nata a Palermo il 22 aprile 1977. Conseguito il diploma di maturità linguistica, ha proseguito gli studi laureandosi presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, al corso di laurea in D.A.M.S. (Discipline dell’Arte, della Musica e dello Spettacolo), scegliendo l’indirizzo dell’Arte.




Alle 17 e 30, invece, presso le ex-Scuderie di Palazzo Cefalà, in via Alloro 97 (angolo vicolo Sciara), sempre a Palermo, appuntamento con la poesia con la presentazione della silloge di Mirko Venezia “Policromia d’amore”. Interverranno, oltre all’autore, Francesca Currieri, Lino Buscemi e Davide Romano.



Il libro: Mirko Venezia, “Policromia d’amore”, Edizioni La Zisa, pp. 56, euro 8



“Liberazione/Luce immensa,/infinita felicità,/dolce come il miele appena raccolto,/soave come una sinfonia della natura,/inebriante come il profumo di un fiore appena sbocciato./Libera dalle catene dell’odio/corri e fuggi dalla corruzione umana/giungendo ad altri esseri capaci di amare”. Mirko Venezia, diciottenne, vive a Palermo. Fin da piccolo coltiva la passione di mettere su carta le sue emozioni e i suoi pensieri, sperando di riuscire a trasmettere, in qualche modo, ciò che sente. Ha sempre amato la vita e osservare il mondo con occhi diversi.

venerdì 31 agosto 2012

Con un semplice clik i libri islamici direttamente a casa tua!


Palermo, 31 agosto 2012 - Da oggi sarà possibile ordinare direttamente dal sito delle Edizioni La Zisa (http://www.lazisa.it/edizioni_orientamento-al_qibla.html), con uno sconto del 15% sul prezzo di copertina e con spese di spedizione molto contenute, tutti i volumi della prestigiosa casa editrice islamica Al Qibla. Condizioni particolari sono riservate alle librerie e per ordini superiori ai 100 euro. Per info: Tel./Fax 091 5509295; e-mail: segreteria@lazisa.it

Presentazione delle “Edizioni Orientamento - Al Qibla”

In lingua araba al-qibla è la direzione della Ka‘ba, la ‘Santa Casa di Dio’ a Mecca, verso cui ogni orante compie la preghiera, in qualsiasi parte del mondo si trovi; in altre parole, o secondo un significato più profondo, essa rappresenta l’orientazione rituale verso la Teofania, la Manifestazione divina principiale che irradia dal Centro del mondo. Così, in ambito islamico è secondo al-qibla che ‘si dirige’ la vita del credente (nei suoi aspetti rituali come in quelli più comuni), ed è secondo al-qibla che egli viene seppellito e attende la Resurrezione. Nella misura in cui mette in atto tale orientazione, il musulmano si pone sempre nel punto più opportuno per ascendere ed avvicinarsi alla Fonte suprema, o perlomeno per non rimanere tagliato fuori dalla benedizione che da essa emana. Se passiamo all’italiano, è lecito chiedersi se esiste qualche termine che si possa considerare analogo.

In effetti la parola orientamento, pur non potendo essere considerata sic et simpliciter una traduzione di al-qibla, trae la sua origine da Oriente, e come è noto nel Cristianesimo medievale l’Oriente rappresentava la direzione rituale per eccellenza. Si può anche dire che i significati attuali di orientamento (riferiti quasi esclusivamente all’ambito geografico e a quello della ‘formazione’ professionale, o più in generale della preparazione attitudinale) rappresentino secondo Verità dei significati secondari rispetto a quello fondamentale e basilare, relativo appunto al porsi nella direzione rituale, concetto quest’ultimo che, scemando man mano la volontà e la pratica di un’orientazione rituale, pare ‘inespresso’ nel linguaggio corrente. Ecco la nostra Casa Editrice si propone due obiettivi, che non riteniamo per nulla contradditori: da una parte presentare l’Islam nella maniera più corretta, più completa e più scrupolosa possibile (anche per essere tra i nobili veicoli della diffusione della peculiare influenza spirituale che all’Islam si collega); dall’altra promuovere e pubblicare studi che aiutino nella comprensione profonda della Tradizione più propriamente occidentale (per sostenere coloro che si propongano di scoprire, grazie alla luce del Sacro, il deposito di sapienza che sta alla base della nostra cultura.
Abbiamo così scelto di accostare nel nome che ci caratterizza le due parole Orientamento e Al-Qibla, per richiamare quanto nelle due culture indica appunto il volgersi all’insegnamento divino. Nel logo, queste due parole sono sovrastate dalla lettera araba nûn. Tale nûn è stilizzata in modo da aprirla verso l’alto, così da esporre graficamente un aspetto del segreto che in essa è contenuto, e al quale Guénon ha dedicato alcune bellissime pagine. Nell’insegnamento del ‘sommo Maestro’ dell’esoterismo islamico, Muhiyyu d-Dîn Ibn ‘Arabî, la nûn è “un immenso segreto, segreto che costituisce la porta della generosità e della misericordia.”

Casa editrice La Zisa - Via Lungarini 60 - 90133 Palermo (IT); Tel./Fax +39 091 5509295
E-mail: presidente@lazisa.it; sito web: www.lazisa.it
Blog: http://edizionilazisa.blogspot.com
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giovedì 16 settembre 2010

PREMI: DAL CARVER NESSUN OMAGGIO AGLI AUTORI, SOLO AI LIBRI =



RESE NOTE LE CINQUINE FINALISTE DELLE SEZIONI. I VINCITORI DOMENICA 26 SETTEMBRE

Roma, 16 set. - (Adnkronos) - E' stata resa nota da Andrea Giannasi, presidente della giuria, la cinquina dei libri finalisti del 'Carver'. Il 'contropremio dell'editoria italiana', giunto alla sua ottava edizione, non riserva omaggi agli autori e agli editori ma solo ai libri, alle storie raccontate, sigillate dalla scelta poetica o scandagliate dalla forma saggistica.

Questa edizione ha visto la partecipazione record di 500 titoli, suddivisi nelle tre sezioni, poesia, narrativa e saggistica. Rispetto agli anni precedenti la giuria ha registrato, quest'anno, un aumento della qualita' dei libri partecipanti, in particolar modo per la narrativa che comunque sta subendo ancora forte l'influsso del genere poliziesco. Suddivisa in tre gruppi, uno per ciascuna sezione, la giuria ha affrontato le letture cercando di trovare elementi innovativi, sia nello stile, sia nella storia narrata.

Domenica 26 settembre a Civitavecchia, alla sala 'Molinari' nella Cittadella della Musica, si conosceranno il libri vincitori di ogni sezione in gara: saggistica, narrativa e poesia. Per la prima sezione la cinquina e' composta da 'Montelepre, il dopoguerra e i misteri di Giuliano' di Salvatore Badalamenti, edito da La Zisa, 'Ma ci fu pieta'. La banda della Magliana dal 1977 a oggi', di Angela Camuso di Editori Riuniti, 'Universi quasi paralleli. Dalla fantascienza alla guerriglia mediatica' di Antonio Caronia, pubblicato da Cut-Up, 'Teoria e pratica dell'omicidio seriale', di Giuseppe Magnarapa e Daniela Pappa, edito da Armando e 'Con foglio di via.
Storie di internamento in alta Valmarecchia 1940-1944', di Lidia Maggioli e Antonio Mazzoni, pubblicato da Societa' il Ponte Vecchio.

Per la poesia, invece, si 'scontreranno' 'Salutami il mare' di Carla De Angelis, edito da Fara, 'La spugna' di Lella de Marchi, per edizioni Raffaelli, 'A che titolo' di Brunella Bruschi, pubblicato da Morlacchi, 'Situazione temporanea' di Marco Saya, per Puntoacapo e 'Frammenti di un respiro passeggero' di Salvatore Scuderi, per Kimerik.

Per la narrativa, infine, 'Gente normale' di Valentina Capecci pubblicato da Marsilio, 'Con l'insistenza di un richiamo' di Francesco Randazzo, per Lupo, 'Storie liquide' di Gianluca Pirozzi, edito da Croce, 'Il borgo d'oltremare' di Francesco Amato, per Mursia e 'Johnny nuovo. Il ragazzo che non conosceva il mondo' di Mauro Evangelisti, pubblicato da CartaCanta.

martedì 31 agosto 2010

Editoria, l'Italia a fiera Pechino. Ice: vendita diritti in crescita


Roma, 30 AGO (Il Velino) - L'Ice ha allestito in collaborazione con l'Associazione italiana editori (Aie) uno stand collettivo alla Beijing International Book Fair, giunta alla sua XVII edizione ospitata presso il China International Exhibition Center di Pechino, che apre i battenti oggi e che proseguira' fino al prossimo 3 settembre. "Negli ultimi cinque anni siamo sempre stati presenti", ha affermato il presidente dell'Ice Umberto Vattani. "Consideriamo molto importante l'azione che l'Aie svolge ed esiste una eccellente collaborazione tra l'Ice e l'associazione presieduta da Marco Polillo. Questa presenza italiana continua e' importante" ha proseguito Vattani "perche' l'export di diritti e' in costante crescita e riguarda principalmente narrativa, libri d'arte, saggistica, libri illustrati e per bambini. Come emerge dall'indagine Doxa commissionata dall'Ice, le nostre vendite di diritti verso la Cina sono passate da 87 titoli nel 2006 a 142 nel 2007. Questo", ha concluso Vattani "dimostra come l'Italia possegga settori di assoluta eccellenza che abbiamo saputo proporre con successo non tanto e non solo sui tradizionali mercati europei, ma anche su quelli nuovi dell'Asia e dell'Est Europa". Alla collettiva italiana parteciperanno undici editori le cui opere piu' significative saranno esposte presso il padiglione italiano, che ospitera', tra l'altro, la mostra "Copy in Italy: autori italiani nel mondo 1945-2009", promossa dall'Istituto ed organizzata dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori che nasce dall'idea di proporre ai visitatori il libro italiano nel mondo, sia nella traduzione visiva che illustra le diverse copertine di uno stesso libro "in traduzione", sia dal punto di vista grafico, in una galleria di immagini, in cui le copertine rappresentano vere e proprie collezioni iconografiche. La Cina rappresenta, anche per il commercio dei diritti d'autore, un mercato ad elevato potenziale.
L'apertura verso la cultura straniera, in qualsiasi forma questa si esprima, e' sempre maggiore e rende il Paese terreno fertile affinche' la cultura italiana possa svilupparsi e prosperare. A riprova di questo desiderio di occidente i dati sull'affluenza di visitatori al Padiglione Italia dell'Expo di Shanghai, che oggi e' ancora il piu' visitato, dopo quello cinese. L'occasione offerta dall'International Book Fair consente di proporre, anche mediante la mostra Copy in Italy: autori italiani nel mondo 1945-2009, il meglio della produzione editoriale italiana; che si tratti di letteratura per infanzia, prosa d'autore, pubblicazioni d'arte, architettura e design o mediante la galleria di immagini di copertine del medesimo libro in traduzione proposte dalla mostra, il marchio italiano rappresenta sinonimo di qualita' e avanguardia. Il mercato cinese ha accolto con grande interesse, non solo i classici, ma anche autori contemporanei di successo internazionale come Umberto Eco, Tiziano Scarpa, Roberto Saviano e Susanna Tamaro.L'industria editoriale cinese e' cresciuta, nel quadriennio 2005-2009, ad un tasso medio annuo dell'8,8 per cento, occupando oggi il primo posto nel mondo per valore di produzione, con un giro di affari, solo nel 2009, pari a 14,8 miliardi di euro. Lo scorso anno e' stato significativo anche per la transizione verso l'editoria digitale con cifre che si assestano oltre i 9 milioni di euro, interessando quasi il 40 per cento dell'intera industria editoriale. Secondo i dati Gapp (General Administration of Press and Publication of China) per la prima volta dal 2004 sono diminuite le vendite di libri (-3 per cento), fenomeno questo riconducibile proprio al forte sviluppo dell'editoria digitale: 302mila i libri pubblicati nel 2009 di cui 168mila le novita' e 133mila le ristampe. Particolarmente interessanti i dati relativi all'editoria straniera confortati dall'andamento delle importazioni di copyright. Dopo il picco di 15.776 titoli raggiunto nel 2008 (per un valore pari a 81,55 milioni di dollari), l'import di copyright e' cresciuto nel 2009, ma meno velocemente. Circa 13mila i titoli importati dalla Cina nel 2009 e 3.100 quelli esportati. Il Paese importa soprattutto da Taiwan che figura al primo posto, seguita da Usa, Regno Unito, Giappone, Corea, Germania e Francia.
(red/dam) 302012 AGO 10 NNNN

mercoledì 4 agosto 2010

Addio Elvira Sellerio, regina dei libri tra Sciascia e Camilleri



Roma, 03 AGO (Il Velino) - Rigore nelle scelte culturali, cura artigianale del prodotto, ciclo produttivo interamente locale. Sono questi i tre fattori che hanno portato al successo la casa editrice Sellerio, la cui fondatrice, Elvira Giorgianni Sellerio, e' morta oggi a Palermo all'eta' di 67 anni. La Sellerio, laureata in giurisprudenza e funzionaria pubblica fino alla fine degli anni '60, segui' il marito Enzo, di professione fotografo, nell'impresa editoriale, suggerita alla coppia da una "chiacchierata" con lo scrittore Leonardo Sciascia e dell'antropologo Antonino Buttitta, come racconto' anni dopo il figlio Antonio in un'intervista. Per avviare l'impresa, la Sellerio si licenzio' dal suo lavoro e investi' la sua liquidazione nell'acquisto dei macchinari. Era il 1969.
L'azienda, in meno di dieci anni, dopo un inizio caratterizzato da un'attenzione volta soprattutto alla letteratura e all'arte siciliana e a volumi per bibliofili a tirature ridotte, si impone come un'impresa culturale di calibro nazionale. Fu proprio Sciascia a portare alla ribalta la casa editrice, con la pubblicazione del suo "Affaire Moro" (1978), scritto all'indomani dell'uccisione dello statista democristiano. Dell'anno seguente e' invece la nascita de "La memoria", una collana di volumi tascabili, originali per taglio grafico e contenuti, che raggiunge subito grande notorieta'.
Nel 1983, la separazione col marito Enzo e la "scissione": da una parte la Sellerio di narrativa e saggistica, gestita dalla Giorgianni, dall'altra i libri d'arte e fotografia, curati da Enzo Sellerio.
Nonostante la divisione, la piccola casa di via Siracusa riesce a ritagliarsi una sua fetta di mercato editoriale nazionale, anche se le dimensioni restano quelle di un piccolo editore, conservando la propria indipendenza e sfuggendo alle grandi concentrazioni. Fra gli storici collaboratori, Gesualdo Bufalino, lanciato nel 1981 e vincitore del Premio Campiello con "Diceria dell'untore", mentre tra gli autori che sono passati per l'editrice di via Siracusa vanno ricordati Luciano Canfora, Gianrico Carofiglio, Carlo Lucarelli e Manuel Vázquez Montalbán. A Elvira Sellerio, nominata nel 1989 Cavaliere del Lavoro, va anche il merito di aver "riscoperto" Andrea Camilleri, che a partire dal 1992 ha avuto un rapporto privilegiato con la casa editrice palermitana. La saga del commissario Montalbano ha intrecciato le sue fortune con quelle della Sellerio, che negli ultimi 20 anni ha vissuto una nuova "giovinezza", arrivando a un catalogo che oggi conta oltre tremila titoli.

venerdì 10 luglio 2009

La Zisa - Chi siamo

La casa editrice La Zisa nasce nel 1988 a Palermo e in breve tempo si afferma nel settore dell'editoria di qualità con i suoi numerosi titoli pubblicati (saggistica di carattere storico-scientifico, saggistica d’attualità e narrativa di autori classici “ritrovati” e di scrittori emergenti).
Oggi La Zisa Comunicazione soc. coop. raccoglie questa preziosa eredità e la rilancia con l'apporto di un gruppo di giovani redattori, amanti dei buoni libri, motivati e innovativi, e soprattutto appassionati. Una sorta di “seconda generazione” intellettuale cresciuta e formatasi alla scuola dei fondatori della casa editrice.
Ed è solo grazie a questa passione che il nuovo gruppo redazionale è stato in grado in poco più i due anni di implementare il già nutrito catalogo di ben 40 titoli. Alcuni dei quali di discreto successo come il saggio del giornalista del Sole24Ore, Nino Amadore, “La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia” (3 ristampe in sei mesi); il dizionario “Le parole della mafia” (una tiratura quasi esaurita nell’arco di due stagioni) o la relazione della Commissione parlamentare Antimafia sulla ‘ndrangheta o, ancora, romanzi come “Il sarcofago dell’Imperatore” dell’archeologo Matteo Valentino e “I fiori e la polvere” di Dario Lo Bianco.