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lunedì 5 settembre 2011

Arriva in libreria l'opera di Fabio Comisi, "Al solito posto", Edizioni la Zisa, pp. 64, euro 8, (ISBN: 978-88-95709-94-9)

Catania, con le sue eccezionalità e le sue contraddizioni, con il suo mare e la sua calura, fa da sfondo alla relazione dei due protagonisti. Fabio vive quella che crede essere “la storia d’amore” della sua vita; si abbandona totalmente al suo partner, accetta le sue assenze e le sue mancanze, provando – inutilmente – a reagire. Marco entra ed esce dalla vita del suo partner in maniera del tutto egoistica, senza preoccuparsi delle conseguenze dei suoi gesti, approfittando quando c’è da approfittare e sparendo quando non c’è niente da prendere. Due uomini con due modi differenti di vivere la stessa storia, corrono su due binari diversi. I rispettivi itinerari saranno fortemente influenzati anche da elementi esterni, in particolare da una lunga e forzata lontananza che potrebbe portare la storia verso la sua conclusione.

Fabio Comisi nasce a Catania. Trascorre un’infanzia felice fino ai 13 anni allevato da una zia di nome Agata Di Bella, alla sua morte ritorna a vivere con i genitori, trascorrendo una felice giovinezza. Si diploma nell’anno 1982 all’Istituto Classico “Nicola Spedalieri” di Catania e dopo si iscrive all’Università di Roma “La Sapienza,” laureandosi nel 1988 in Scienze Politiche indirizzo Internazionale. L’anno successivo ritorna a Catania e lavora nel sociale. Appassionato di archeologia, storia, letteratura di vario genere e di film d’autore. Ha partecipato per vari anni proponendo delle favole al premio letterario “H.C. Anderson” di Sestri Levante (Genova). Il romanzo Al Solito Posto è la sua prima opera.

martedì 12 luglio 2011

Teodoro Balma e il suo «romanzo» sui Valdesi



Il libro presentato nella Catania dove fu pastore

Di Angela Castiglione (Riforma • numero 23 • 10 giugno 2011• pagina 9 • sez. cultura)

Il l3 maggio a Catania, in una delle più belle sale della Facoltà di Lettere e Filosofia (ex Monastero dei benedettini), si è tenuto un incontro pubblico per la presentazione del libro di Teodoro Balma «Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi», recentemente riedito* grazie all’impegno del pastore Italo Pons. Il convegno è stato introdotto dalla pastora di Catania Laura Testa, che si è soffermata, prendendo spunto dal «romanzo» di Balma, sull’unicità della storia valdese e di un popolo che, pur aderendo alla Riforma, non si è lasciato fagocitare da essa, ma vi ha contribuito in maniera autonoma e del tutto originale.
Il primo relatore, Antonio Di Grado (ordinario di Letteratura italiana all’Università di Catania), ha curato la prefazione del volume tracciando un profilo, essenzialmente culturale, della presenza valdese-protestante la Sicilia e a Catania, città prima aperta alle istanze più progressiste e poi impermeabile e refrattaria a qualsiasi palingenesi.
Proprio qui Alma dal 1933 al 1946 svolge la sua attività pastorale, e non solo quella. Come ha messo in evidenza Di Grado, durante gli anni trascorsi in Sicilia, il pastore venuto dalle Valli dibatte sulla necessità di un «romanzo protestante» in Italia e ne propugna la realizzazione.
Roberto Osculati – ordinario di Storia del Cristianesimo all’Università di Catania – ha poi lanciato una serie di provocazioni alle Chiese cristiane, in particolare a quelle più conservatrici, invitandole a una maggiore diffusione della conoscenza della Bibbia, a una maggiore sobrietà e aderenza al Cristianesimo delle origini, alla capacità di rinnovare le proprie forme.
L’ultimo relatore, il pastore Italo Pons, curatore del libro, ha delineato (con un preciso e costante riferimento alle fonti) la figura di Balma, personaggio ricco di contraddizioni, dalla personalità inquieta e irrequieta, dai molteplici interessi, alcuni dei quali (ricerca storica e pubblicistica) coltivati proprio negli anni catanesi, quando consegue una seconda laurea in Lettere. Senza voler entrare nel merito dei rapporti complessi e spesso travagliati di Balma con la Chiesa valdese, e concentrandoci sulla sua attività di scrittore, è certo che chi legga la sua storia dei Valdesi abbia l’impressione di trovarsi di fronte a un vero e proprio «romanzo» che narra l’epopea di un popolo e, quasi, ne crea la mitologia.
Questa iniziativa non ha voluto essere solo un omaggio a Balma, ma un modo per rimarcare l’importanza della presenza di chiese protestanti in una città, Catania, in cui il momento annuale di maggior rilievo è rappresentato dalla celebrazione di un idolo (Agata) da parte di masse più o meno ignare e da parte di uno strano intruglio di gerarchie cattolico-romane, cosche mafiose e forze politiche.
La trasformazione culturale di questa città non può che passare da una reale conversione di fede. Cultura e fede protestante camminano assieme e, senza la seconda, la prima resta relegata a piccoli gruppi «illuminati».

* Teodoro Balma, «Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi», a cura di Italo Pons, prefazione di Antonio Di Grado, con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, Palermo 2010, pp. 256, euro 16

sabato 26 febbraio 2011

Storia della chiesa Valdese in un libro di Teodoro Balma


(La Sicilia, Sabato 26 Febbraio 2011)

Riesi. S'è svolta ieri a Palermo presso il Salone della Chiesa valdese di via Dello Spezio la presentazione del libro Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi" (Ed. La Zisa) di Teodoro Balma. Quest'ultimo, pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, nato nel 1907 e morto nel 1994, ha esercitato la sua attività pastorale non solo a Napoli, Catania, Venezia e Torino, ma anche a Riesi dove ha avuto modo di lasciare un segno importante della sua esperienza pastorale. Ad introdurre i lavori di presentazione dell'opera è stato Giuseppe Ficara, pastore e membro della Tavola valdese. E' intervenuto anche Bruno Di Maio, responsabile del Segretariato attività ecumeniche dell'Arcidiocesi di Palermo; Francesco Michele Stabile, storico e docente della Facoltà teologica di Sicilia; Daniele Palermo, presidente del Centro evangelico di cultura "Giacomo Bonelli". Un'opera, quella di Teodoro Balma, che è un autentico inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell'uomo, viste attraverso le vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le vicende e i personaggi narrati scandiscono le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma ciascun credo.

martedì 16 marzo 2010

Rosalia e i segreti del suo imbalsamatore. Parla il paleologo Dario Piombino Mascali autore del libro «Il maestro del sonno eterno» (Edizioni La Zisa)




Mummie siciliane.
Rosalia e i segreti del suo imbalsamatore. Parla il paleologo Dario Piombino Mascali autore del libro «Il maestro del sonno eterno» (Edizioni La Zisa).
Da La Sicilia, 15/03/2010


Chiunque abbia visitato le catacombe dei Cappuccini di Palermo non ha potuto sottrarsi al fascino quasi ipnotico emanato dalla mummia della piccola Rosalia Lombardo, una bambina di due anni tanto perfettamente conservata da sembrare quasi dormiente. Del mistero che ha avvolto la piccola Rosalia e il suo imbalsamatore, professor Salafia, si è occupato Dario Piombino Mascali, un giovane paleopatologo siciliano, nel saggio "Il maestro del sonno eterno", edito dalla casa editrice La Zisa e appena presentato alla libreria Feltrinelli di Palermo.
Ricercatore dell'Eurac di Bolzano, dove coordina il Progetto "Mummie siciliane", ne conclude con questo saggio la prima fase. Lo abbiamo incontrato.
- Il contenuto del suo saggio somiglia al plot di un film tanto intrigante quanto inquietante. Quali fonti hanno supportato il suo lavoro per donargli il rigore scientifico che lo contraddistingue?
«Le fonti di cui mi sono avvalso sono i documenti conservati presso vari archivi palermitani, come quello comunale, quello universitario e quello dei Cappuccini. Ho inoltre consultato documenti privati appartenenti agli eredi di Alfredo Salafia, che mi sono stati temporaneamente affidati al fine di condurre ricerche storico-scientifiche».
- Quale legame esiste tra Rosalia Lombardo e il suo imbalsamatore?
«Un legame indissolubile, se si considera che Rosalia rappresenta il miglior risultato tra i casi ancora esposti mummificati dal Salafia».
- La riscoperta della formula di Alfredo Salafia quali nuove prospettive scientifiche può aprire?
«Anzitutto ha restituito alla città di Palermo e a noi Siciliani un tassello di storia mancante, quello relativo ai rituali funerari del primo novecento, e poi ha resuscitato un palermitano geniale, caratterizzato da un'intelligenza brillante e da spirito imprenditoriale. Le componenti chimiche della formula (glicerina, sali di zinco) indicano che bisognerebbe trattare Rosalia con parametri ben precisi, diversi da quelli per le mummie secche (si tratta infatti di una mummia "umida"). Le altre fasi previste dal progetto "Mummie siciliane" comprendono lo studio del DNA antico e delle strategie di restauro».
AGATA MOTTA

giovedì 23 luglio 2009

LIBRI «L'ULTIMA NOTTE PRIMA DELLA FINE DEL MONDO» DI GIUSEPPE MAZZONE, LA ZISA


VOLANO VERSO L'EPICA QUEI PERSONAGGI DA TEATRO GROTTESCO
SARTI, BARISTI E BOTIEGAI E IN UN'AURA DA MITO METROPOLITANO

Dove si trova il Viale (con la maiuscola, come ogni microcosmo letterario) che appare nel prologo fluente da narrativa latino-americana? Il prologo, intendiamo, del libro di Giuseppe Mazzone L'ultima notte prima della fine del mondo, edito da La Zisa, dove il Viale appare come un universo a parte allungatosi nel tempo, simile a una pianta rampicante. Nel punto in cui quell'universo sembra spegnersi su uno snodo di autostrade, in realtà continua in una propaggine più grigia che però palpita di personaggi e vicende quotidiane. Ina ha una botteguccia piena di barattoli dalla quale si esce odoranti di formaggio, acciughe e conserva. Il sarto anarchico Amedeo vive di ricordi e interessi postali dei tempi d'oro, circondato da una piccola corte alla quale appartiene Ferdinando, ottantenne declamatore di versi, che farà un involontario regalo post mortem allo spazzino Hemingway. Lupo ha investito in un bar i risparmi accumulati girando il mondo come capitano di lungo corso, mentre Violetta, che ha lasciato l'università per ago, filo e orli, rivelerà una mano fatata per i ricami nuziali e i prelevamenti bancari. Gli indizi disseminati nel libro suggeriscono che il tempo in cui i personaggi vivono è quello di fine Novecento, mentre sa di mistero la città siciliana che li accoglie con i suoi borghi di pescatori, le sue ville liberty scampate agli assalti degli anni Settanta, le sue frazioni che si chiamano Monte Mozzato e Loco Tripudio. In questo luogo Mazzone conduce il suo teatro grottesco e popoloso fino al confine del nulla, là dove soltanto Lupo e Violetta faranno il grande salto. Lungo la strada che arriva a questo limite, l'autore ci accompagna con una prosa che presta alla realtà minuta le ali per volare verso l'epica. ('GCI') (Giornale di Sicilia - 23 luglio 2009)

venerdì 10 luglio 2009

libreria - Giuseppe Mazzone, L'ULTIMA NOTTE PRIMA DELLA FINE DEL MONDO, ed. la Zisa (www.lazisa.it), pp.128 - euro 9,90 (ISBN 978-88-95709-29-1)



Il libreria - Giuseppe Mazzone, L'ULTIMA NOTTE PRIMA DELLA FINE DEL MONDO, ed. la Zisa (http://www.lazisa.it/), pp.128 - euro 9,90 (ISBN 978-88-95709-29-1)

Il LIBRO - Un barista eccentrico e creativo, una inquieta e talentuosa ricamatrice, una vaporosa commessa di lavanderia, un netturbino che somiglia ad Hemingway, due amiconi sempre in giro intenti a cogliere il senso della vita, un sarto verseggiatore, un ottantenne in palandrana, una modista mancata, la robusta titolare della lavanderia, una misteriosa ginecologa dal passato da dimenticare: le loro vicende si incrociano, assieme a tante altre, in un tratto di viale di una altrettanto misteriosa e sotterranea città siciliana, ultimo promontorio conosciuto prima dell’incerto, della voragine del vuoto. Storie trascurate di eroicità quotidiana, immerse in una nuvola di epicità assoluta.

L’AUTORE - Giuseppe Mazzone, giornalista professionista, ha diretto la Gazzetta di Siracusa e le redazioni di Messina e Catania del Giornale di Sicilia. Attualmente è editorialista dell’emittente Sesta Rete. Ha pubblicato il romanzo Via dei destini sparsi (Catania, 2000). Ha scritto numerosi testi teatrali, accolti favorevolmente dal pubblico e dalla critica, tra i quali si ricordano: Giornata; Sì, Don Giovanni; Belvedere; No, non sono Molly Bloom; Gente di fine secolo; Schiuma; Da grande volevo fare il corridore ciclistico, Invidia.