Una Penelope trasgressiva, audace e crudele. Calcolatrice,
opportunista e fortemente legata alle logiche spietate dei potenti. In
apparenza fragile nel suo ruolo mitico, si rivela in tutta la sua genialità
malvagia pur di sostituire Odisseo, ormai lontano, in ogni ambito. I Proci
diventano suoi concubini a loro insaputa; i sudditi – nobili e popolo – devono
sottostare al suo pugno di ferro che strazierà Itaca nel sangue; Omero – in una
comparsata anacronistica – tra i fumi del vino è costretto a comporre un poema
su Penelope e a raccontare la verità sulla guerra di Troia; uno pseudo- Odisseo
– le cui origini si perdono nel porcile di Circe – giunge sull’isola assediata
da invasori che rimandano al passato più recente della Grecia del XX secolo. Situazioni
esilaranti e drammatiche si intrecciano nel Diario
di Penelope, conducendo il lettore dal sorriso
alla riflessione più amara.
Kostas Vàrnalis nasce nel
1884 a Burgas (Bulgaria). Esordisce come poeta di ispirazione parnassiana e
simbolista con la raccolta Favi, sulle orme di Palamàs, ma è il 1919, anno in cui si reca a
Parigi con una borsa di studio, che segna una “svolta” ideologica e letteraria
in direzione marxista: il materialismo storico, l’osservazione delle masse
proletarie e il loro ingresso nella vita politica europea stravolgono la sua
personale visione della letteratura. Ne verrà fuori una produzione che analizza
la realtà sociale attraverso un
nuovo strumento, la satira e la dissacrazione del Mito: La luce che arde (1922),
Il popolo degli eunuchi (1923), Solomòs senza
metafisica (1925), Schiavi assediati (1927),
La vera apologia di Socrate (1931), Uomini vivi (1938). Frutto dell’esperienza bellica e della tenace
opposizione ad ogni forma di dittatura è la produzione successiva: Il diario di Penelope (1946), ardita rivisitazione della regina d’Itaca, e Dittatori (1956),
una galleria di imperatori che gli valse il premio “Lenin” per la pace nel 1959. Si spegne ad Atene il 16 dicembre
1974.
NOSTOS
Collana di testi dalla Grecia moderna ideata e
diretta da Maria Caracausi. Nostos è parola antica che indica il ritorno al luogo natìo.
Scegliendo questo nome per la nostra collana di testi dalla Grecia moderna vogliamo
indicare il ritorno alle origini, in una dimensione ideale in cui si
compenetrano passato e presente, l’Ellade dell’eredità classica e la moderna “Romiosini”
nella sua realtà più autentica.
Ghiorgos SEFERIS, Sei
notti sull’Acropoli (trad. Maria Caracausi)
Kostas VARNALIS, Il
diario di Penelope (trad. Daniela Cappadonia)
Nikiforos VRETTAKOS, Dolore
(trad. Angela Daniela Sortino)
Lena DOUKIDOU, Elsa
e gli altri (trad. Vera Cerenzia)
Vasilis BOUTOS, La
calunnia del sangue (trad. Maria Caracausi)