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venerdì 18 settembre 2020

Gabriella Cascio racconta il suo incontro con don Pino Puglisi

 


 

Gabriella Cascio

Ho incontrato padre Pino Puglisi

Prefazione di don Luigi Ciotti

Presentazione di don Calogero Cerami

Immagini di Marcella Ciraulo e Valentina Ghezzi

Edizioni La Zisa

pp. 138

euro 12,00

 

«Ho incontrato padre Pino Puglisi. È stato un incontro ravvicinato anche se avvenuto dopo la sua morte per mafia. L’ho incontrato nel marzo del 2016 e da allora il suo effetto su di me continua. Non è stato un incontro reale ma ravvicinato sì, intenso e coinvolgente. L’ho incontrato per caso come avvengono tanti incontri e tante conoscenze, ma non l’ho conosciuto di persona. Ho compreso che era un piccolo grande uomo. Questo incontro l’ho fatto nel territorio della sua ultima parrocchia dialogando con la gente che lo ha conosciuto e lo ha amato; le interviste sul campo nel quartiere di Brancaccio mi hanno fatto incontrare don Pino nella voce e nei ricordi della sua gente, la cui anima ho scoperto recare un segno della passione che “3P” metteva nella sua missione». È la sua, una figura affascinante, a motivo della sua testimonianza di vita forte e semplice. Prima di essere un grande prete, Puglisi è stato un grande uomo: è stato questo a far nascere in me la voglia di esplorare, di sviscerare la sua figura e la sua identità. Sono state proprio la voce e le parole delle persone di Brancaccio con i loro racconti, carichi ancora del sentimento della sua presenza in mezzo a loro, a farmi riflettere su di lui. Egli operò in un quartiere dove regnava la mafia e il nulla; laddove la Parola di Gesù era da tempo scomparsa, oppure, se mai c’era stata, era se­polta sotto la coltre della tradizione e dell’omertà mafiosa. Don Pino seminò una speranza nuova. In quel luogo che sembrava ormai da troppo tempo abbandonato da Dio e dagli uomini, il ministero pastorale di don Pino risuonò e si radicò con forza travolgente. La figura di padre Puglisi è una fi­gura religiosa di singolare rilievo soprattutto oggi, in una società consumistica, una società liquida, dove tutto scorre alla velocità della luce e non c’è più tempo per l’altro; in cui domina il vuoto e si sente la mancanza di un modello esemplare di prete quale fu padre Puglisi che di certo oggi sarebbe riuscito a ridare, a chi li ha persi, la speranza, il sorriso, la voglia di cambiare.

 

GABRIELLA CASCIO, originaria di Isnello, vive a Palermo, dove nel 2016 ha conseguito la laurea magistrale in Scienze religiose. Ha costruito sul campo questo saggio, confrontandosi con la gente di Brancaccio e riscoprendo la figura di padre Pino Puglisi. Insegna Religione cattolica nelle scuole di Palermo e provincia.

 

Parte del ricavato della vendita del presente volume  sarà destinato ai progetti dell’Associazione  INSHUTI Italia-Rwanda onlus

lunedì 3 settembre 2018

Palermo 13 settembre, Alla Libreria del mare si presenta il saggio di Federica Raccuglia, “L’uomo del dialogo contro la mafia. La storia di padre Pino Puglisi” (Ed. La Zisa)



In occasione della visita di papa Francesco a Palermo, giovedì 13 settembre, alle ore 17 e 30, presso la Libreria del mare di via Cala 50, si presenta  il saggio della giornalista Federica Raccuglia, “L’uomo del dialogo contro la mafia. La storia di padre Pino Puglisi”, pubblicato dalle Edizioni La Zisa. Ne parleranno con l’autrice Giampiero Tre Re, teologo; e Pino Martinez, storico collaboratore e amico di don Pino Puglisi e componente del Comitato Intercondominiale di Brancaccio. Modererà l’incontro Davide Romano, giornalista ed editore.

 

 

Il libro: Federica Raccuglia, “L’uomo del dialogo contro la mafia. La storia di padre Pino Puglisi”, Prefazione di mons. Giancarlo Maria Bregantini, Edizioni La Zisa, pp. 200, euro 15,00


La vicenda di padre Pino Puglisi, nel tempo, è stata fonte di studi, inchieste, romanzi, film; tutte produzioni necessarie per mantenerne vivido il ricordo, per trasmettere un prezioso modello di vita alle nuove generazioni. Questo saggio si va a inserire nell’insieme di tale produzione creandosi uno spazio particolare. La vicenda di don Pino viene ripercorsa in modo dettagliato grazie a vari contributi originali, testimonianze e interviste. Il leitmotiv teorico è la riflessione linguistico-pedagogica su padre Puglisi, il quale ha tentato di dialogare con la mafia utilizzando un codice a essa sconosciuto: la parola. Codice intraducibile per individui che hanno scelto di abitare un mondo in cui le sole cornici interpretative sono intimidazione, violenza e morte. Secondo Lev Semënovič Vygotskij, la parola nasce prima del pensiero, il bambino impara a nominare le cose prima di conoscerle, ed è proprio il linguaggio a determinare la sua conoscenza e coscienza del mondo. Padre Puglisi ha dato la vita per la fede in questo principio, per le parole prima di tutto.

Federica Raccuglia è nata nel 1990 a Palermo. Giornalista pubblicista, scrive per “Si24.it” e “Il Giornale di Sicilia”. Cura diversi uffici stampa e conduce un programma di attualità e intrattenimento sulla web tv “Feel Rouge tv”. Nel 2012 ha conseguito la laurea triennale in “Giornalismo per uffici stampa” all’Università degli Studi di Palermo e nel 2014 la laurea magistrale in “Scienze dell’Informazione, della Comu­nicazione e dell’Editoria” presso l’Università degli Studi di Tor Vergata.

lunedì 26 marzo 2018

Storia di un imprenditore coraggioso abbandonato dallo Stato ma che ha continuato a lottare contro Cosa Nostra.




Arriva in libreria Daniele Ventura (con la collaborazione di Franca Stefania Lo Cicero), “Cosa nostra non è cosa mia”, prefazione di Stefania Petyx, Edizioni La Zisa, pp. 48, euro 8,00

“Questa è la mia storia, la storia di un bambino divenuto ragazzo che ha combattuto contro la sua paura più grande, una paura chiamata ‘Cosa nostra’. Poco dopo aver realizzato il mio sogno con tanti sacrifici, mi sono trovato prima minacciato e poi abbandonato dallo Stato italiano, lo stesso Stato che prima ti chiede di denunciare il racket, ma che poi ti lascia in preda alle conseguenze delle tue denunce, solo e disperato. Da bambino sono cresciuto a Brancaccio, un quartiere della periferia di Palermo tristemente noto per la sua delinquenza, il rione dove la mafia ha ucciso don Pino Puglisi, una zona con mille contraddizioni e tanta criminalità.
Da piccolo non potevo scendere giù in strada a giocare con gli altri bambini, perché mentre noi, famiglia semplice, cattolica, vivevamo nella legalità, i nostri vicini avevano uno o più parenti in galera o agli arresti domiciliari, e la situazione nei dintorni del palazzo dove abitavamo non era affatto tranquilla. Ogni tanto i miei genitori si chiedevano come mai, immersi in quel mondo intriso di illegalità, tutti e sei i loro figli, grazie a Dio, non avessero preso brutte strade, costretti nella realtà di un quartiere a cui alla fine abbiamo imparato a voler bene, pur senza lasciarci contagiare dalla sua prevalente indole malavitosa”. (dall’Introduzione dell’Autore)

Daniele Ventura (Palermo, 1984) nasce e cresce nel difficile quartiere di Brancaccio, dominato dalla delinquenza. Appartenente a una famiglia modesta e di sani principi, riesce a rimanere estraneo al clima prevalentemente malavitoso del rione. Si diploma in ragioneria e svolge svariati lavori, prima di aprire un bar-ristorante nella sua città. Dovrà quindi fare i conti con la mafia e affrontare un processo che lo porterà a far condannare i suoi estorsori. Da allora è impegnato in prima linea nella lotta contro la mafia. È sposato, ha un figlio e continua a vivere in Sicilia.