CI SONO boutade che ci accompagnano sin dall'infanzia, probabilmente perché nascondono una qualche insidia per il pensiero. Su una di queste boutade si concentra "Prendo i soldi... per stare a casa. Come guadagnare senza fare nulla", scorrevole libretto di Riccardo Lazzerini, scenografo, regista, organizzatore culturale, consigliere provinciale a Firenze. È possibile - si chiede l'autore - che la gente accetti di rinunciare a qualsiasi impegno lavorativo, acconsenta a restarsene a casa per un certo numero di ore in cambio di uno stipendio di mille euro? Se ne ricaverebbe una consistente riduzione degli incidenti sul lavoro e dei costi dei relativi indennizzi, si potrebbe sfuggire al consumismo compulsivo e agli imperativi volti a renderci iperproduttivi, si recupererebbe un tempo più a misura d'uomo e meno stressante e, dulcis in fundo, si potrebbero offrire alcune ore di "non lavoro" come volontariato in campo sociale. Nel passato - viene da pensare - l'umanità, per sfuggire alla tirannia del tempo produttivo, sognava l'età dell'oro o il paese di Bengodi. Nell'Ottocento, Marx profetizzava una società che, nel trionfo della tecnica, avrebbe esentato l'uomo dalla fatica e gli avrebbe regalato il tempo davvero libero. E, ai nostri giorni, invece non resta che l'opportunità di una volontaria esclusione. E se tra le pieghe divertite del libro di Lazzarini si annidasse la cruda verità che soltanto la segregazione (di alcuni? di tanti?) consentirebbe all'attuale sistema di sopravvivere? Chissà. Ad ogni modo è con un senso di sollievo che apprendiamo che il piccolo campione cui è stata sottoposta la proposta abbia preferito declinare l'offerta.
Il libro: Riccardo Lazzerini, "Prendo i soldi… per stare a casa. Come guadagnare senza fare assolutamente nulla", Presentazione di Andrea Barducci, Prefazione di Fabio Bonasera, Con 4 vignette inedite di Sergio Staino, Pagine 80, Euro 7,90 (ISBN: 978-88-9570-993-2)