«Ciò che sperimentiamo con la Guarnera è il senso della
perdita di origini, cose, anni, persone che si accompagna allo smarrimento
rispetto al tempo che è passato e passerà. I luoghi che non ci appartengono
più, il tempo già stato e che non ritornerà mai, gli incontri che per un attimo
sembravano averci cambiato, uno sguardo fugace, un sorriso, una carezza, un
amore vissuto e smarrito; a tutto questo si oppone l’altro luogo che niente può
cancellare, l’altro tempo che niente consuma. Tra il mai più e il non ancora, ci
sono le rovine di quel tempo sul quale è rivolto lo sguardo dell’Angelus Novus di
Benjamin: speranze mai realizzate, felicità mai vissute, che attendono un
senso, un compimento. Parvenze, anche queste, di una storia la cui nostalgia
coincide col sogno di un’altra storia, con la speranza di un mutamento. Guarnera
sa che oltre il “mai più”, oltre la nostalgia c’è la malinconia resa possibile
dalla coscienza di qualcosa d’altro, coscienza di un altrove, coscienza di un
contrasto tra passato e presente, tra presente e futuro. Questa coscienza
scrupolosa è l’inquietudine dell’incontro. Ancora possibile.»
GIUSEPPINA GUARNERA, nata a Catania, sposata e madre di
due figli, ha insegnato Lettere a Milano, Roma e Catania. È autrice di numerosi
progetti per l’aggiornamento dei docenti, il recupero degli alunni svantaggiati
e l’educazione alla legalità. Collabora con varie associazioni culturali e di
promozione sociale. Finalista in concorsi internazionali, ha pubblicato poesie con
la OTMA di Milano e ricevuto una menzione d’onore per il racconto breve. È
cultrice di letteratura e lingua tedesca.