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giovedì 4 maggio 2017

Palermo 17 maggio, Si presenta “Briciole di filosofia. Dialogando con i presocratici” di Anna Maria Vultaggio, Edizioni La Zisa




Mercoledì 17 maggio, alle ore 17, presso la Ex Real Fonderia alla Cala in piazza Fonderia, a Palermo, verrà presentato il saggio di Anna Maria Vultaggio “Briciole di filosofia. Dialogando con i presocratici” (Ed. La Zisa). Sarà presente l’autrice.

Il libro: Il testo ha un taglio piuttosto divulgativo e si rivolge prevalentemente a un pubblico adulto. Esso ricostruisce la genesi del pensiero filosofico a partire dallo sviluppo della razionalità nell’uomo preistorico, fino alla fase matura della sua espressione, che si esprime nella tradizione sapienziale greca, nel suo incontro con le culture dell’Asia minore e, come nel caso dell’orfismo, con la tradizione misteriosofica dell’Oriente antico. Il saggio si snoda, quindi, proponendo un’interpretazione dei testi integrali dei presocratici, e si prefigge come obiettivi principali sia quello di individuare in essi le radici delle successive stagioni della storia del pensiero, sia quello di farli dialogare, in modo fecondo ed efficace, con l’esistenza concreta del lettore, offrendogli possibili chiavi di lettura dell’universo in cui egli vive ed opera.

Anna Maria Vultaggio è nata a Buseto Palizzolo (Tp) nel 1960 e vive a Palermo. Laureatasi in Filosofia nel 1983 con una tesi su “La nozione di intentio in Agostino di Ippona”, ha iniziato la sua attività di docente nella scuola privata, poi come supplente annuale di Materie letterarie e Latino a Verona, quindi come ordinaria di Storia e Filosofia in diversi licei della Sicilia e, nell’ultimo quindicennio, a Palermo. Scrive abitualmente recensioni e collabora occasionalmente con riviste e giornali per via telematica.

mercoledì 19 ottobre 2016

In libreria: Giada Trapani, “L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson”, Edizioni La Zisa, pp. 112, euro 12,00





L’analisi e l’approfondimento dell’ultima riflessione filosofica di Luigi Pareyson nascono dall’esigenza di accostarmi al problema del male la cui forza oscura di inesauribile desiderio di distruzione è presente, nel mondo umano, come realtà sconvolgente.
Com’è possibile chiudere gli occhi di fronte al trionfo del male, alla natura diabolica di certe forme di malvagità, alle più atroci manifestazioni di perversità umana? Com’è possibile consegnare queste atrocità al freddo e impietoso giudizio dell’etica e al debole, compassionevole, buonismo religioso?
Il bisogno di parlare del male, dunque, prende forma dalla necessità di comprenderne l’esistenza e di darne ragione.
Il male si manifesta nel mondo in tutta la sua intatta grandezza, vincendo battaglie, gridando violentemente la sua potenza, nutrendosi di esseri umani senza operare una selezione di cibo, torturando, mortificando e lacerando ogni forma di bellezza, esultando
davanti al dolore, ridendo davanti alla morte; il male ha il volto dell’uomo. Ecco allora che, come squarcio lacerante, irrompe dentro di noi la domanda: perché?
Perché guardando il male vediamo noi stessi? Cercando la risposta, cercando la verità noi ci cerchiamo.
L’ultima meditazione di Pareyson è volta alla scoperta dell’origine di un male che affonda le sue radici nella buia e silenziosa profondità della natura umana, in quel luogo senza spazio, senza tempo, senza leggi, che è la libertà. Il filosofo va alla ricerca della sorgente, il filosofo ha sete di abisso.
Il tema della libertà e il problema del male, nella loro interna connessione e inscindibilità, costituiscono il centro pulsante dell’ultima filosofia di Luigi Pareyson.
Una serie di inquietanti e vertiginose domande sul male e sul dolore incalzano il filosofo: è possibile che di tutto il male, così smisurato nell’universo, la colpa sia interamente da porre a carico della libertà dell’uomo? E che egli, tragico realizzatore del male, ne sia il solo e unico responsabile? Dio è del tutto innocente? Oppure è compromesso nell’intera vicenda di male e di dolore che marchia ogni vivente?
Pareyson sorvola il vertiginoso baratro della ragione umana senza cadervi, ritrovando una nuova ragione filosofica, cosciente dei suoi limiti eppure coraggiosa, forgiando una filosofia che si costruisce sull’intreccio indissolubile tra ontologia della libertà, pensiero tragico ed ermeneutica dell’esperienza religiosa. Il filosofo pone in essere il tentativo di pensare il male non in chiave privativa e di non giustificare Dio alla maniera della teodicea di Leibniz. Alla domanda del perché soffrono anche gli innocenti, Pareyson, infatti, tenta di dare una risposta che egli chiama cristologia laica che assorbe interamente il Dio sofferente compromesso nella vicenda del dolore umano. Pareyson cerca l’interesse da parte di tutti gli uomini di fede e non, accumunati dall’uso della ragione e dalla tragicità della condizione umana.

mercoledì 16 settembre 2009

Rosario Norrito, OMBRE DI VETRO, pp.56 - euro 4,90


“In fondo, tutta la filosofia è stata fatta da uomini che hanno tentato di superare o cancellare i confini posti da altri, ma con scarsi risultati, anzi, dopo vari tentativi, si sono ritrovati con voragini più profonde. Anche un epistemologo di prim’ordine come Popper si era arreso a questa fatalità, al punto di affermare che la scienza è un continuo abbattere confini per poi trovarsene altri da superare. Quanti giganti, che intrapresero il viaggio, sono tornati e hanno potuto raccontare cosa hanno visto? Ma dall’Oltre non vi è ritorno! Semmai qualcuno vi ha messo piede non lo sapremo mai. Se i filosofi possono insegnarci qualcosa è quello, appunto, di andare da un’altra parte per scoprire strade che non sono mai state battute, ma con prudenza perché, una volta imboccate… è finita!”.

Rosario Norrito, insegna filosofia e psicologia nei licei psicopedagogici. È stato conduttore di gruppi nel progetto “Comunicare educando & Educare comunicando” promosso dal l'Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia. Esperto in metodologia didattica tiene corsi sulla mnemotecnica e sulle diverse strategie per un apprendimento efficace. Ha ottenuti diversi riconoscimenti in ambito pittorico e poetico. Nel concorso letterario “Città di Monza 2000” con l'opera La notte bianca è risultato tra i vincitori.