Il racconto di Talagea, con le voci che fioriscono da
dentro, ci racconta la nostra storia con la lingua della nostra storia. Una
lingua coagulatasi attorno agli eventi di questa terra, coniata dai ricchi
linguaggi dei tanti dominatori che l’hanno vulnerata, hanno inferto un vurnu a
lu so cori, un vulnus, provocato un urcu, un’ulcera chi ruri e ad un tempo
forgiato una lingua rutilante, reattiva, incline all’onomatopea e docile alla
simbolica poetica ed alla liricità del canto. […] In realtà «l’amor profano»,
che è l’oggetto narrativo della storia di Talagea, si rivela nel sogno come
“amore profanato”. L’amore violentato e ucciso dall’insipienza umana che si
ammanta di consuetudini, di censo, di spirito di casta, di volontà di dominio e
di potenza, di prevaricazione e di sopruso, di violenza e di morte. E intanto,
ciò nonostante, sulla soglia del sogno l’anima «grida al Dio dell’amore» […].
(dalla Prefazione di Leo Di Simone)
Antonino (Nino) Gancitano è nato a Mazara del Vallo, dove
vive. Di professione medico, è un appassionato cultore della storia mazarese –
specialmente di quella medievale e delle
tradizioni locali. Ha collaborato con il periodico dell’Associazione Culturale
“L’Arco” di Mazara del Vallo. Ha ricercato, tradotto e pubblicato canti della
tradizione popolare mazarese di terra e di mare. È inoltre autore di numerosi
articoli di storia locale e tradizione mazarese. “Talagea dell’amor profano è
il suo primo romanzo”.