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martedì 12 luglio 2011

Teodoro Balma e il suo «romanzo» sui Valdesi



Il libro presentato nella Catania dove fu pastore

Di Angela Castiglione (Riforma • numero 23 • 10 giugno 2011• pagina 9 • sez. cultura)

Il l3 maggio a Catania, in una delle più belle sale della Facoltà di Lettere e Filosofia (ex Monastero dei benedettini), si è tenuto un incontro pubblico per la presentazione del libro di Teodoro Balma «Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi», recentemente riedito* grazie all’impegno del pastore Italo Pons. Il convegno è stato introdotto dalla pastora di Catania Laura Testa, che si è soffermata, prendendo spunto dal «romanzo» di Balma, sull’unicità della storia valdese e di un popolo che, pur aderendo alla Riforma, non si è lasciato fagocitare da essa, ma vi ha contribuito in maniera autonoma e del tutto originale.
Il primo relatore, Antonio Di Grado (ordinario di Letteratura italiana all’Università di Catania), ha curato la prefazione del volume tracciando un profilo, essenzialmente culturale, della presenza valdese-protestante la Sicilia e a Catania, città prima aperta alle istanze più progressiste e poi impermeabile e refrattaria a qualsiasi palingenesi.
Proprio qui Alma dal 1933 al 1946 svolge la sua attività pastorale, e non solo quella. Come ha messo in evidenza Di Grado, durante gli anni trascorsi in Sicilia, il pastore venuto dalle Valli dibatte sulla necessità di un «romanzo protestante» in Italia e ne propugna la realizzazione.
Roberto Osculati – ordinario di Storia del Cristianesimo all’Università di Catania – ha poi lanciato una serie di provocazioni alle Chiese cristiane, in particolare a quelle più conservatrici, invitandole a una maggiore diffusione della conoscenza della Bibbia, a una maggiore sobrietà e aderenza al Cristianesimo delle origini, alla capacità di rinnovare le proprie forme.
L’ultimo relatore, il pastore Italo Pons, curatore del libro, ha delineato (con un preciso e costante riferimento alle fonti) la figura di Balma, personaggio ricco di contraddizioni, dalla personalità inquieta e irrequieta, dai molteplici interessi, alcuni dei quali (ricerca storica e pubblicistica) coltivati proprio negli anni catanesi, quando consegue una seconda laurea in Lettere. Senza voler entrare nel merito dei rapporti complessi e spesso travagliati di Balma con la Chiesa valdese, e concentrandoci sulla sua attività di scrittore, è certo che chi legga la sua storia dei Valdesi abbia l’impressione di trovarsi di fronte a un vero e proprio «romanzo» che narra l’epopea di un popolo e, quasi, ne crea la mitologia.
Questa iniziativa non ha voluto essere solo un omaggio a Balma, ma un modo per rimarcare l’importanza della presenza di chiese protestanti in una città, Catania, in cui il momento annuale di maggior rilievo è rappresentato dalla celebrazione di un idolo (Agata) da parte di masse più o meno ignare e da parte di uno strano intruglio di gerarchie cattolico-romane, cosche mafiose e forze politiche.
La trasformazione culturale di questa città non può che passare da una reale conversione di fede. Cultura e fede protestante camminano assieme e, senza la seconda, la prima resta relegata a piccoli gruppi «illuminati».

* Teodoro Balma, «Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi», a cura di Italo Pons, prefazione di Antonio Di Grado, con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, Palermo 2010, pp. 256, euro 16

martedì 26 aprile 2011

Catania 3 maggio, Si presenta “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei valdesi” di Teodoro Balma, Ed. La Zisa


“Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei valdesi” di Teodoro Balma, curato dal pastore Italo Pons, Ed. La Zisa, viene presentato martedì 3 maggio, ore 17.30, al Monastero dei Benedettini, Coro di Notte, a Catania. Introducono: Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia; e Laura Testa, pastora valdese. Intervengono; Antonio Di Grado, docente di Letteratura italiana; Roberto Osculati, docente di Storia del Cristianesimo; e Italo Pons, pastore valdese.

Il libro: Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, A cura di Italo Pons, Prefazione di Antonio Di Grado, Con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, pp. 256, euro 16

Questa di Teodoro Balma è più un’opera di buona divulgazione che non di mera erudizione storiografica, la cui impostazione risente, non poco, del clima politico – il ventennio fascista – nel quale fu concepita e scritta. Nonostante quel che possa sembrare ad un lettore poco attento, soprattutto nelle pagine finali del libro, dove l’Autore rende omaggio all’allora capo del governo – un atto dovuto onde evitare gli ostacoli della censura e non di certo per piaggeria o per un errore di valutazione –, tutto il volume è un inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell’Uomo, viste attraverso le vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le vicende e i personaggi narrati scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma ciascun credo, specialmente laddove esistono Chiese con posizioni dominanti, i cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si identificano col potere politico stesso. Questo avviene al tempo in cui siamo, sino al paradosso che gli abusanti di un luogo, spesso diventano gli abusati in un’altra parte di questo nostro stupido mondo.

Teodoro Balma (1907-1994), pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, ha esercitato la sua attività pastorale in diverse città italiane, come Napoli, Catania, Riesi, Venezia e Torino, lasciando in ciascuna il segno della sua forte personalità. Ha collaborato a diversi periodici: “Corriere di Sicilia”, “Persona”, “Protestantesimo”, “La Luce”, “L’Appello”, “Gioventù Cristiana”. Tra le sue opere, si ricordano: Storia dei Valdesi (Milano 1929), Lineamenti di dottrina cristiana (Catania 1934), Voci degli Apostoli (Catania 1938), Il Costume Valdese (Catania 1938).

Le Edizioni La Zisa aderiscono all’associazione Addiopizzo e a Libera di don Ciotti e tutti i libri sono certificati “pizzo free”

giovedì 10 marzo 2011

L'editrice La Zisa ripropone l'opera di Teodoro Balma "Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei valdesi"


NEV - NOTIZIE EVANGELICHE (protestantesimo - ecumenismo – religioni)
9 marzo 2011
settimanale - anno XXXII - numero 10

(NEV) - L'editrice La Zisa ripropone ai lettori italiani l'opera di Teodoro Balma "Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei valdesi" (pagg. 256, € 16). La riedizione del testo (pubblicato per la prima volta durante il ventennio fascista, particolare che si evince anche dalle parole di elogio dedicate a Mussolini verso la conclusione del volume, scritte soprattutto per evitare la censura) curata dal pastore valdese Italo Pons, ci offre "un'opera di buona divulgazione che rivive la storia valdese come un inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell’Uomo". Le vicende e i personaggi narrati, si legge nella presentazione del libro, "scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto valdese, ma ciascun credo, specialmente laddove esistono chiese con posizioni dominanti, i cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si identificano, col potere politico stesso". Le edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e all'associazione "Libera"; tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

giovedì 24 febbraio 2011

“I valdesi tra Valli e Sicilia”


Ripubblicato il libro del pastore Teodoro Balma

di Giorgio Tourn (Riforma, 22 febbraio 2011)

All’editore La Zisa di Palermo si deve la ristampa di un volume di Teodoro Balma, Il popolo della Bibbia, storia e martirio dei Valdesi, pubblicato da Corbaccio nel 1933, rifacimento di un precedente opuscolo apparso da Sonzogno nel 1929. Il volume costituisce un interessante documento della pubblicistica valdese in epoca fascista, dopo il Concordato. L’impianto è quello tradizionale, come il testo di E. Comba di quegli anni si ferma al 1848.
L’autore, Teodoro Balma, era allora pastore a Catania dove restò sino al 1946. Italo Pons nell’Introduzione, ne dà un ritratto felice, ispirato anche alla simpatia che nasce dall’aver curato la comunità catanese; personalità versatile, comunicatore nato, non casuale il suo interesse per il teatro e il giornalismo, occupò un posto tutto suo nel piccolo mondo valdese del ventennio con le sue iniziative, anche editoriali.
Può dunque essere motivo di interesse rileggere queste pagine a distanza di tempo: lo è assai più, però, analizzare questa ristampa; oltre al testo di Balma e alle pagine di Pons, essa consta infatti di una prefazione di Antonio Di Grado e delle note conclusive di Maurizio Rizzi, testi brevi ma densi di pensiero. Iniziamo da quest’ultimo; l’editore gli ha affidato il compito di redigere un sesto capitolo che, concludendo il testo di Balma, giunga al giorni nostri. Lo assolve fornendo i dati essenziali, il giudizio sui valdesi di Torre Pellice è forse un tantino eccessivo (la cittadinanza onoraria a Mussolini la diede il comune di Torre Pellice); significativo però è il fatto che il nostro autore si interroghi con partecipe riflessione sull’oggi; egli si aspetta che la Chiesa valdese «sappia coniugare la futura “Città di Dio” e la futura “Città dell’Uomo”», sappia pensare «a nuovi strumenti di comunicazione» laddove invece «ha ritardi culturali notevoli»; che sappia pensarsi «come chiesa del terzo millennio facendosi carico di problemi di natura planetaria», e divenire cioè «pienamente italiana». Non si può che concordare ma come tradurre in termini operativi questo auspicio? Il pensiero corre a formazioni politiche odierne, i cui enunciati programmatici sono raramente calati nel concreto.
Neppure Di Grado lo dice, se non enunciando il paradosso della fede che evoca a ragione, ricordando che non si trapianta la purezza dei valori, l’Evangelo, nell’impurità dei luoghi, cioè nella storia, se non nel sola fide. Ciò che colpisce però nel testo è lo sguardo con cui legge Catania, e ciò che si profila dietro di lei: la Sicilia di Bonavia, ma anche di Brancati e Sciascia, la sfinge con cui si misurano coloro che giungono «dai cieli limpidi delle Valli». E la chiave dell’operazione di cui discorriamo – la ristampa di Balma e i testi che l’accompagnano – sta probabilmente nella percezione di un valdismo siciliano, percepito, intuito, sognato? La sua polarità radicale rispetto a un valdismo nordico è evidente, ed è evidente una sua identità forte; proprio per questo è affascinante ipotizzare un confronto. E leggerli in una dialettica, come non si ha in nessuna altra regione d’Italia.
È casuale che in questo febbraio valdese si stampi e ristampi storia, ci si interroghi cioè sull’identità a Torre Pellice e Palermo?

T. Balma, Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi, a c. di Italo Pons, prefaz. di Antonio Di Grado, nota di Maurizio Rizza, La Zisa, Palermo, 2011, pp. 256, euro 16, 00.

martedì 11 gennaio 2011

Arriva in libreria: Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, La Zisa


Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, A cura di Italo Pons, Prefazione di Antonio Di Grado, Con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, pp. 256, euro 16

Questa di Teodoro Balma è più un’opera di buona divulgazione che non di mera erudizione storiografica, la cui impostazione risente, non poco, del clima politico – il ventennio fascista – nel quale fu concepita e scritta. Nonostante quel che possa sembrare ad un lettore poco attento, soprattutto nelle pagine finali del libro, dove l’Autore rende omaggio all’allora capo del governo – un atto dovuto onde evitare gli ostacoli della censura e non di certo per piaggeria o per un errore di valutazione –, tutto il volume è un inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell’Uomo, viste attraverso le vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le vicende e i personaggi narrati scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma ciascun credo, specialmente laddove esistono Chiese con posizioni dominanti, i cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si identificano col potere politico stesso. Questo avviene al tempo in cui siamo, sino al paradosso che gli abusanti di un luogo, spesso diventano gli abusati in un’altra parte di questo nostro stupido mondo.

Teodoro Balma (1917-1994), pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, ha esercitato la sua attività pastorale in diverse città italiane, come Napoli, Catania, Riesi, Venezia e Torino, lasciando in ciascuna il segno della sua forte personalità. Ha collaborato a diversi periodici: “Corriere di Sicilia”, “Persona”, “Protestantesimo”, “La Luce”, “L’Appello”, “Gioventù Cristiana”. Tra le sue opere, si ricordano: Storia dei Valdesi (Milano 1929), Lineamenti di dottrina cristiana (Catania 1934), Voci degli Apostoli (Catania 1938), Il Costume Valdese (Catania 1938).