In offerta a 9,90 euro: Don Luigi Sturzo, “La regione nella nazione”, a cura di Paquale Hamel, Introduzione di Eugenio Guccione, Edizioni La Zisa, pp. 212
«La regione è parte di un “tutto organico” rappresentato dallo Stato. Essa, non staccandosi dall’insieme, tende a svolgere la propria vita autonoma in corrispondenza a situazioni e problemi particolari di carattere socio-economico determinati dall’ambiente. Questa, in sintesi, potrebbe essere la definizione sturziana della regione. Ma, nel riferimento specifico all’Italia, occorre aggiungere che essa “è un fatto geografico, etnografico, economico e storico”. Nella terminologia del sociologo cattolico grande importanza assume quel “tutto organico”, di cui la regione, anch’essa “organica”. Nel suo modo di essere e di porsi, è parte integrante. La voce nel deserto del vecchio prete calatino contro la partitocrazia, lo statalismo e la pubblica amministrazione sembra abbia preso corpo nella “voce del popolo” che, pur sconoscendo Sturzo, parla, in buona parte, il suo stesso linguaggio di protesta. Se il progetto sturziano si fosse realizzato in pieno, se il decentramento amministrativo si fosse effettivamente attuato, se le segreterie dei partiti avessero avuto meno potere e avessero, invece, avuto rispetto per le organizzazioni e le situazioni locali, le Leghe, oggi, avrebbero avuto poco o nulla da chiedere e, molto probabilmente, non avrebbero avuto alcuna ragione di nascere e di riscuotere tanto successo».
Luigi Sturzo (1871 – 1959), sacerdote, uomo politico, studioso di scienze sociali, fu tra i fondatori del Partito popolare italiano. Ideò e diresse il periodico “La Voce di Cosatntino”. Tra le sue opere principali: “Sintesi sociale” (1906), “Popolarismo e fascismo” (1924), “La libertà in Italia” (1925), “L’Italia e il nuovo ordine internazionale” (1946), “Chiesa e Stato” (1958).
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