Dopo la morte dell’amico
e collega Giovanni Falcone, il coraggio è ciò che spinge, nonostante la
paura, il giudice Paolo Borsellino a compiere fino in fondo il proprio
dovere. Di magistrato e di uomo, perché pubblico e privato si
contaminano sempre nella sua vita: i pensieri del giudice si
rispecchiano in quelli dell’uomo e viceversa.
L’autore decide così di raccontare la vita del magistrato Borsellino attraverso la descrizione dell’uomo Paolo, un uomo tutto d’un pezzo, un uomo che non accetta compromessi, un uomo dal forte rigore morale, un uomo semplice diventato eroe, il cui lavoro però non è ancora finito. Il percorso iniziato da Paolo e Giovanni è tuttora lontano dal raggiungere il traguardo, ma – come ricorda l’autore – con il loro esempio ci hanno fornito gli strumenti etici e una mappa morale per proseguirlo nel loro nome. È un cammino difficile ma, come ogni cosa complessa, è formato da tante cose semplici, servono tanti piccoli passi nella giusta direzione, e questo saggio non è altro che uno di essi.
L’autore decide così di raccontare la vita del magistrato Borsellino attraverso la descrizione dell’uomo Paolo, un uomo tutto d’un pezzo, un uomo che non accetta compromessi, un uomo dal forte rigore morale, un uomo semplice diventato eroe, il cui lavoro però non è ancora finito. Il percorso iniziato da Paolo e Giovanni è tuttora lontano dal raggiungere il traguardo, ma – come ricorda l’autore – con il loro esempio ci hanno fornito gli strumenti etici e una mappa morale per proseguirlo nel loro nome. È un cammino difficile ma, come ogni cosa complessa, è formato da tante cose semplici, servono tanti piccoli passi nella giusta direzione, e questo saggio non è altro che uno di essi.
Roberto Rossetti, nato a Ceva (CN) il 16 novembre 1982, ha conseguito
la laurea in Storia Contemporanea presso l’Università degli Studi di
Torino. “Studia per la Vita e non per la scuola” è il motto che lo ha
accompagnato fin da quando era bambino e che ancora oggi lo spinge ad
apprendere, conoscere e raccontare la Storia.