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martedì 21 gennaio 2020

Arriva in libreria la silloge poetica di Giuseppina Purpura, “Donna del Sud. La terra, il cielo e l’infinito”, Edizioni la Zisa, pp. 52, euro 9,90




Donna del Sud – la terra, il cielo e l’infinito è un titolo che definisce l’orizzonte tematico di questa raccolta, in ogni sua parte. C’è una donna, l’autrice, che ritorna alle immagini della propria vita nella terra di Sicilia dove conduce, tra l’altro, nel tempo, ricerche genealogiche distinte nella sezione I luoghi della memoria. Da immagini di natura, mistero, albe e luoghi storici ripercorsi con gli occhi della mente unita ai sussulti, l’autrice indaga curiosa sulle manifestazioni della vita, sia essa espressa da creature o fatti, oggetti o sensazioni, scrivendo ciò che scopre in questi versi: espandere se stessi verso l’infinito è la soluzione per dialogare con il mondo sempre alla ricerca di armonia.
«Adesso, più che mai, guardo la vita con occhi che scrutano per cogliere il senso profondo delle cose e delle vicende umane. Con fogli bianchi e una biro blu immortalo le verità che man mano vado scoprendo e le emozioni che le accompagnano nel desiderio di tendere un ponte fra me e gli altri, fra me e l’eternità». Queste, le parole dell’autrice che svelano il particolare senso della ricerca: un lavorio interiore che matura poco a poco, anno dopo anno, rigenerando come il sole in Un giorno d’estate.

Giuseppina Purpura è nata a Palermo il 18 gennaio 1953, città che ha saputo regalarle magiche emozioni nonostante nasconda anch’essa un’anima nera. Introversa, dimostra fin da ragazzina una certa dimestichezza con la penna; ciò che non riesce ad esprimere con le parole, fluisce senza difficoltà tra le pagine del suo primo diario, divenendo così espressione del proprio mondo interiore: inquieto, tenero e un po’ malinconico, come quei primi anni della sua gioventù. Giuseppina ha sempre custodito in sé una naturale predisposizione per la conoscenza e lo studio, nonostante abbia conseguito il diploma magistrale più avanti negli anni, nel 1994. Il matrimonio in giovane età e i conseguenti impegni familiari, dopo la nascita dei figli, sottraggono il tempo necessario ai suoi diari; tempo che maturerà molto dopo e in un’altra città: Verona. Giuseppina si trasferisce dopo il diploma e qui decide di vivere e lavorare come insegnante. Sono gli anni in cui affina la propria sensibilità su nuove esperienze, gli anni in cui riprende a scrivere poesie.