venerdì 24 gennaio 2020

In libreria: Concetta Maria Risplendente, “Parola (in)attesa. Poesie”, Edizioni La Zisa, pp. 60, euro 9,90




In Parola (in)attesa recuperiamo, sin dal titolo, un’immagine che si sovrappone a se stessa per significati e significanti ma senza coincidere perfettamente con il suo messaggio ultimo. Forse perché non esiste un messaggio che sia ultimo e univoco, piuttosto una raccolta di quaranta e più immagini che fanno da eco alla Natura, a quella umana, e al suo agire spesso malefico sull’universo tutto. Che sia l’uomo l’attante di un processo in costante degenerazione spirituale e di coscienza, o il contesto sociale da lui stesso creato, importa poco; ciò che invece raccogliamo in mezzo alle parole, mai stanche, dell’autrice è la preziosa e necessaria spinta all’agire senza troppo attendere. In verità l’inattesa azione (malvagia) prima o poi si manifesta ma la si potrebbe affrontare nell’attesa di un silenzio divino, quindi aperto, limpido e onesto che parli alle coscienze, superando il dolore e trovando la forza verso il cambiamento.

CONCETTA MARIA RISPLENDENTE, è nata a Caltanissetta il 20 settembre del 1962. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne presso l’Università di Palermo, vincitrice di concorso, ha subito intrapreso la professione di docente.
Segnalata come voce poetica emergente in Storia della Letteratura italiana. Il Secondo Novecento, vol. III, G. Miano Editore, Milano, 2004, i suoi versi sono stati pubblicati nelle antologie Premio pagine di poesia. Seconda edizione, 2001 e In punta di penna, 2004, a cura della casa editrice Pagine di Roma, e in riviste letterarie tra le quali FOLIVM, n.VI 2, anno 2004, Miscellanea di Scienze Umane, dell’Accademia in Europa di Studi Superiori ARTECOM-onlus, Roma. Nel II e IV Premio Internazionale Salvatore Quasimodo alcune poesie di Risplendente sono state inserite nelle antologie corrispondenti. La scrittrice è annoverata tra le voci poetiche nel Dizionario dei poeti, a cura di R. Venturiello e A. Scavo, 2006, casa editrice Pagine, e nell’Enciclopedia dei Poeti contemporanei italiani, 2017, edita da Aletti Editore. È presente, tra l’altro, nella Mappa sonora poetica mondiale creata dalla scrittrice Giovanna Iorio e inserita nel sito internet Poetry Sound Library, che raccoglie versi in forma di audio recitati dagli autori stessi, poeti famosi e meno conosciuti. Una sua poesia a tema religioso è stata inserita nel volume collettaneo pubblicato dalla casa editrice La Zisa di Palermo, in seguito al concorso Poesie per Dio, quasi una preghiera. Recentemente, nel giugno 2019, le è stato conferito il “Premio Città di New York”, Assegnato Esclusivamente per Merito da La Chimera Arte contemporanea di Lecce.



In libreria il saggio autobiografico dell’appena scomparso pastore valdese Giulio Vicentini, “Signore, tu mi hai chiamato per nome. Memorie 1932-1960”, Edizioni La Zisa, pp. 136, euro 14,90




Da frate francescano a pastore valdese
  
“Signore, tu mi hai chiamato per nome - Memorie 1932-196” è titolo e insieme traccia interpretativa dell’ultima opera di Giulio Vicentini. L’autore, infatti, ripercorre qui le proprie memorie relative agli anni dal 1932 al 1960: un lungo viaggio motivazionale alla ricerca, poi scoperta, di ciò che diverrà quasi un leitmotiv nella sua personale produzione di scrittore, interprete e divulgatore, nella vita, della parola di Dio; sono questi gli anni in cui il pastore Giulio scopre il fascino dell’annuncio evangelico e inizia il proprio percorso di studi, prima in seminario e poi prendendo gli ordini come frate francescano, e come sacerdote.
In questo stesso periodo si confronta con le scarse informazioni sul fascismo e sulla guerra, all’interno dell’ambito religioso in cui opera, ma la ricerca di libertà intellettuale e la necessità di una coerenza evangelica gli sono vitali. Negli anni Cinquanta si accosta con forza alla Chiesa evangelica valdese e vi aderisce con convinzione: una fuga clandestina, un nuovo inizio, ma anche un continuum con l’Evangelo che resta una costante in tutta la sua vita.

GIULIO VICENTINI, primo di nove figli, nasce in una famiglia di agricoltori nel 1924 a Lonigo, in provincia di Vicenza. All’età di undici anni entra nel convento dei frati minori francescani di S. Daniele a Lonigo dove inizia quel percorso di studi che lo porterà a prendere i voti solenni e, successivamente nel 1948, ad essere ordinato sacerdote. Nel 1955 abbandona lo status di frate e di sacerdote per studiare teologia nella facoltà evangelica valdese di Roma. Nel 1960 è consacrato al ministero pastorale dal Sinodo valdese. Sarà pastore dal 1960 al 1967 nelle comunità valdesi di Carunchio, San Giovanni Lipioni e diaspora nella provincia di Chieti; dal 1967 al 1975 nella comunità di Livorno e Rio Marina nell’isola d’Elba; dal 1975 al 1981 nella comunità di Napoli Vomero e dal 1981 al 1988 a Bari; poi giungerà nel 1988 a Verona dove arriverà al pensionamento nel 1994. Date le buone condizioni di salute, darà ancora aiuto ai colleghi subentrati, fino al 2013. Per molti anni si è dedicato alla ricerca sulla nascita e i primi sviluppi della comunità valdese di Schiavi d’Abruzzo (CH) raccogliendo una grande quantità di materiale che non è riuscito ad utilizzare in una pubblicazione, per motivi di salute. Sono sue le pubblicazioni Un metodista tra i cappellani della Prima Guerra Mondiale: Giuseppe La Scala in R. Ciappa; G. Rinaldi, Evangelici e mezzogiorno d’Italia, Cosenza, Edizioni Periferia, 1993, pp. 47-60; Il cappellano metodista Giuseppe La Scala (1918), in (a cura di) G. Rochat, La spada e la croce. I cappellani italiani nelle due guerre mondiali, Bollettino della società di studi valdesi n. 176, giugno 1995, pp. 191-195. Ha inoltre pubblicato, con lunga introduzione e note minuziose, due edizioni critiche dei diari del pastore metodista Giuseppe La Scala, intitolati Diario di guerra di Giuseppe La Scala, cappellano metodista durante la Prima Guerra Mondiale, Torino, Edizioni Claudiana, 1996; Diario di un marinaio di leva (1897-1899), Torino, Edizioni Paravia, 1999. La vita di Giulio Vicentini si interrompe il 19 ottobre del 2019. L’opera continua fra le sue e le nostre memorie.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus


martedì 21 gennaio 2020

I versi di Giuseppina Guarnera, “Silenzioso canto del cuore. Poesie e un racconto”, Edizioni La Zisa, pp. 76, euro 9,90




«Ciò che sperimentiamo con la Guarnera è il senso della perdita di origini, cose, anni, persone che si accompagna allo smarrimento rispetto al tempo che è passato e passerà. I luoghi che non ci appartengono più, il tempo già stato e che non ritornerà mai, gli incontri che per un attimo sembravano averci cambiato, uno sguardo fugace, un sorriso, una carezza, un amore vissuto e smarrito; a tutto questo si oppone l’altro luogo che niente può cancellare, l’altro tempo che niente consuma. Tra il mai più e il non ancora, ci sono le rovine di quel tempo sul quale è rivolto lo sguardo dell’Angelus Novus di Benjamin: speranze mai realizzate, felicità mai vissute, che attendono un senso, un compimento. Parvenze, anche queste, di una storia la cui nostalgia coincide col sogno di un’altra storia, con la speranza di un mutamento. Guarnera sa che oltre il “mai più”, oltre la nostalgia c’è la malinconia resa possibile dalla coscienza di qualcosa d’altro, coscienza di un altrove, coscienza di un contrasto tra passato e presente, tra presente e futuro. Questa coscienza scrupolosa è l’inquietudine dell’incontro. Ancora possibile.»

GIUSEPPINA GUARNERA, nata a Catania, sposata e madre di due figli, ha insegnato Lettere a Milano, Roma e Catania. È autrice di numerosi progetti per l’aggiornamento dei docenti, il recupero degli alunni svantaggiati e l’educazione alla legalità. Collabora con varie associazioni culturali e di promozione sociale. Finalista in concorsi internazionali, ha pubblicato poesie con la OTMA di Milano e ricevuto una menzione d’onore per il racconto breve. È cultrice di letteratura e lingua tedesca.

Pace, amore, fraternità, rispetto del creato nei versi di Lorenza Bini, “Radici dell’anima., Poesie”, Edizioni La Zisa, pp. 74, euro 9,90




Con Radici dell’anima, Lorenza Bini intende trasmettere un messaggio di pace, di amore, di fraternità. Le sue poesie, ispirate dall’esperienza di vita professionale, spirituale ed interiore dell’autrice, comunicano sentimenti umani esprimendo amore sia verso l’ambiente che verso le persone amate e conosciute con cui ha stretto rapporti di affetto, di amicizia e di pace.
[…] “L’autrice incarna precisamente alcuni vissuti del suo viaggio fatto in America Latina, nel quale assorbe i modi di vivere e di agire della storia messicana del nord e, principalmente, dei Tarahumara, etnia indigena esemplare che, contrariamente a ciò che si possa pensare, ancora vive nella miseria, abita per lo più nelle grotte e, parlando a malapena lo spagnolo, si esprime nel linguaggio della loro etnia” […].Oltre che storia e cultura, i versi di Lorenza Bini raccontano emozioni vive, sensazioni, metafore del proprio intimo.

LORENZA BINI, nata in Toscana nel 1957 in un paese del Valdarno inferiore, a Limite Sull’Arno, è docente nella scuola primaria. Ama insegnare ai bambini a scrivere testi poetici e fiabe da illustrare con tecniche varie. Scrive poesie e racconti personali ed è anche autrice di quadri.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus

Se il cambiamento comincia da noi stessi: Rita Clemente, “Sii tu il cambiamento. Poesie”, Edizioni La Zisa, pp. 62, euro 9,90





Sii tu il cambiamento è il titolo di una delle composizioni in versi, l’ultima, posta a chiave di lettura di tutta la raccolta delle quaranta che la precedono e che leggiamo come spunto di riflessione e meditazione su alcune problematiche del nostro presente. L’acuta e sentita indagine dell’autrice sui drammi, le oscurità, le incongruenze dell’oggi, forse più di ieri, svela la tormentata visione di un mondo, Un pianeta inospitale?, violentato dalle guerre, dalle devastazioni, dalle tragedie delle migrazioni, dentro un progredire tecnologico che avanza al di là del sentire umano. A tutto questo dilaniare di fatti ed eventi oppositivi che conducono l’anima dell’uomo ad un silenzio crudo e immobilizzante, Rita Clemente reagisce con la parola: quella che lascia fiorire la speranza di un domani migliore. «Il domani, - scrive l’autrice - con il suo nuovo sole e il nuovo sorriso che ispira, è un tema ricorrente. La raccolta si apre con una benedizione, riferita ad ogni aspetto positivo dell’esistenza». Dalla forza dell’ottimismo discende anche la fiducia nei confronti dell’altro e del mondo, un sentimento che esprimiamo attraverso piccoli gesti ma soprattutto nell’azione concorde e solidale di tante “anime sorelle”, che intrecciano la rete della speranza per dire agli uomini Sii tu una maglia della rete; da cui il verso che dà il titolo alla raccolta e che è stato ripreso dal famoso invito gandhiano Sii tu il cambiamento.

RITA CLEMENTE, nasce a Lecce, dove si laurea in Lettere classiche. Ha insegnato in provincia di Brindisi, a Perugia e Torino. Attualmente in pensione, risiede a Chieri con il marito e tre gatti. Scrive poesie, racconti e testi teatrali sin dall’età di dodici anni. Ha pubblicato alcuni suoi componimenti e racconti in diverse antologie. Nel 2013 ha dato alle stampe in proprio il volume Quattro raccolte che è titolo riferito al contenuto di quattro sue raccolte di poesie. Come volontaria in pensione, ha svolto attività di sostegno scolastico su alunni in difficoltà in una scuola secondaria di primo grado, a Chieri. Dal 2012 è coordinatrice del comitato Pace e Cooperazione internazionale del comune di Chieri. Occasionalmente svolge attività di formazione a docenti di scuole di vario ordine e grado sull’adattamento linguistico dei materiali di studio per ragazzi non italofoni o DSA. Avendo frequentato diversi corsi di dizione e di recitazione, si interessa anche di lettura espressiva sia come formatrice, sia come organizzatrice ed interprete di reading pubblici. Ha pubblicato in versi, per Gaidano& Matta, le raccolte Evangelium Foeminae e Un dolore infinito, il testo di narrativa Traversata del deserto: memoriale scolastico. Per l’editore Aletti ha pubblicato la raccolta di poesie Momenti di memorie e di passioni.

Arriva in libreria la silloge poetica di Giuseppina Purpura, “Donna del Sud. La terra, il cielo e l’infinito”, Edizioni la Zisa, pp. 52, euro 9,90




Donna del Sud – la terra, il cielo e l’infinito è un titolo che definisce l’orizzonte tematico di questa raccolta, in ogni sua parte. C’è una donna, l’autrice, che ritorna alle immagini della propria vita nella terra di Sicilia dove conduce, tra l’altro, nel tempo, ricerche genealogiche distinte nella sezione I luoghi della memoria. Da immagini di natura, mistero, albe e luoghi storici ripercorsi con gli occhi della mente unita ai sussulti, l’autrice indaga curiosa sulle manifestazioni della vita, sia essa espressa da creature o fatti, oggetti o sensazioni, scrivendo ciò che scopre in questi versi: espandere se stessi verso l’infinito è la soluzione per dialogare con il mondo sempre alla ricerca di armonia.
«Adesso, più che mai, guardo la vita con occhi che scrutano per cogliere il senso profondo delle cose e delle vicende umane. Con fogli bianchi e una biro blu immortalo le verità che man mano vado scoprendo e le emozioni che le accompagnano nel desiderio di tendere un ponte fra me e gli altri, fra me e l’eternità». Queste, le parole dell’autrice che svelano il particolare senso della ricerca: un lavorio interiore che matura poco a poco, anno dopo anno, rigenerando come il sole in Un giorno d’estate.

Giuseppina Purpura è nata a Palermo il 18 gennaio 1953, città che ha saputo regalarle magiche emozioni nonostante nasconda anch’essa un’anima nera. Introversa, dimostra fin da ragazzina una certa dimestichezza con la penna; ciò che non riesce ad esprimere con le parole, fluisce senza difficoltà tra le pagine del suo primo diario, divenendo così espressione del proprio mondo interiore: inquieto, tenero e un po’ malinconico, come quei primi anni della sua gioventù. Giuseppina ha sempre custodito in sé una naturale predisposizione per la conoscenza e lo studio, nonostante abbia conseguito il diploma magistrale più avanti negli anni, nel 1994. Il matrimonio in giovane età e i conseguenti impegni familiari, dopo la nascita dei figli, sottraggono il tempo necessario ai suoi diari; tempo che maturerà molto dopo e in un’altra città: Verona. Giuseppina si trasferisce dopo il diploma e qui decide di vivere e lavorare come insegnante. Sono gli anni in cui affina la propria sensibilità su nuove esperienze, gli anni in cui riprende a scrivere poesie.

Un insolito approccio all’opera del Manzoni: Matteo Brunelli, “I luoghi del potere nei Promessi sposi”, Edizioni La Zisa, pp. 238, euro 13,90




Con I luoghi del potere nei Promessi sposi, Matteo Brunelli fa un’attenta analisi di come tali luoghi abbiano agito e modificato la vicenda originale. Tutti coloro che li attraversano e li vivono, li sfruttano in modi differenti a seconda della loro origine, del proprio punto di vista e di quel modo di essere parte del mondo e della società in cui sono storicamente immersi. Senza tali luoghi molti eventi non si sarebbero potuti sviluppare oppure, se anche solamente una delle loro caratteristiche fosse stata diversa, avrebbero avuto un corso totalmente dissimile da quello conosciuto.

MATTEO BRUNELLI, nato nel 1994 a Manerbio, ha conseguito le lauree in Lettere Moderne e in Filologia e Critica Letteraria presso l’Università degli studi di Trento. Appassionato di sport e di montagna, è Maestro di Sci di Fondo, Accompagnatore di Media Montagna e Istruttore Federale di Nordic Walking.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus 

In libreria la “parabola” di don Puglisi nel saggio di Chiara Antonina Messina, “Testimoni di Cristo fino alle profondità più nascoste”, Prefazione di mons. Vincenzo Bertolone, Postfazione di Giampiero Tre Re, pp. 192, euro 14,90



«Il testimone è colui che penetra la realtà nella sua totalità, oltre le apparenze esterne,  no alle profondità più riposte». Don Pino Puglisi ha testimoniato Cristo come la novità capace di rispondere alle attese e alle speranze più profonde dell’uomo di oggi. Un nuovo modo di vivere il sacerdozio, che in una Chiesa che esce da poco dal Concilio fa fatica ad essere compreso. «Servendosi di un metodo originale, fatto di arditi accostamenti biografici, l’autrice riflette sul senso specificamente teologico della “parabola puglisiana”, portando alla luce una sorprendente rete di connessioni non solo tra Puglisi ed altre figure di santità antiche e recenti, ma anche di idee-guida della sua azione pastorale e sociale». Questo saggio è un contributo per ricostruire l’insieme complesso di un evento di santità contemporanea, feriale e pure eccezionale, che sa leggere i segni dei tempi e quelli del territorio, vicina al sentimento popolare e specchio dei mutamenti culturali. Una narrazione diversa, nuova, più spirituale ed intima che ci guida alla scoperta di un sacerdote vero, che tra le pieghe della quotidianità è stato oggetto dell’odio feroce di quanti sono al servizio della morte, ma soprattutto ha generato amore per Cristo, i piccoli, i giovani, i poveri, la gente di Brancaccio, la Chiesa tutta.

Chiara Antonina Messina è nata a Palermo nel 1992. Ha conseguito la Laurea magistrale presso la Pontificia facoltà teologica di Sicilia nel 2016, e insegna Religione cattolica presso alcuni istituti della città. Ha partecipato come animatrice volontaria, nel luglio 2016, al Campo Scuola di Brancaccio per iniziativa del CDV. L’esperienza vissuta è stata feconda per la realizzazione di un saggio. Appassionata della figura di don Pino, Chiara Antonina Messina ha cominciato a raccogliere materiale per ricostruire la vita di 3P che è riuscito ad affrontare il presente grazie alla forza dirompente del Vangelo.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus

Arriva in libreria la fiaba di Vincenza Triolo, “Rosathea”, Edizioni La Zisa, pp. 48, euro 9,90




«Il tempo scorre per chi lo vive…» è vero, e lo sa bene Marghé, bambina curiosa, allegra e temeraria che affronta un affascinante percorso di crescita e ne interpreta la sua molteplice profondità. A differenza di Baston, infatti, al quale la «sua immobilità ha fermato il suo tempo», Marghé non si arrende nei momenti di buio e di sconforto, riuscendo così ad «andare oltre le nuvole». La storia si intreccia attraverso un sottile gioco spazio-temporale intra ed extra psichico, che rappresenta il ponte con la realtà e talvolta anche la possibilità di rivalsa. Fondamentale si rivela l’incontro con “l’Altro”, l’incontro con i vari personaggi che nella loro diversità rappresentano motivo di confronto e di nutrimento emotivo. Una favola fresca da gustare tutta d’un  fiato, all’interno della quale una luce costante e continua, “la Sapienza”, ci aiuta a dare senso e significato agli eventi della nostra vita.

Vincenza Triolo, docente di religione, è nata a Mazara del Vallo (TP) dove tutt’ora vive e lavora. L’amore per tutto ciò che è arte, e in particolare per la poesia, l’ha condotta a partecipare a diversi concorsi letterari con esiti soddisfacenti. È impegnata nella vita sociale. Nel 1999 pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Contesti e Barlumi. Nel 2003 pubblica la crestomazia d’autore Anche la rondine si chiede. Il ricavato dei libri, grazie a un progetto presentato a scuola e a un’iniziativa con la Caritas, va all’associazione “Medici Senza Frontiere” e  ll’università dell’Ecuador, in sostegno agli universitari con maggiori necessità. Nella rivista “Con_ denze” (Arnoldo Mondadori Editore) viene pubblicata una delle sue poesie, “Tam Tam” (num. 39 – 25 settembre 2003). Le sue poesie sono state pubblicate su diverse antologie, tra cui: Premio Nazionale “Beniamino Joppolo”, Magi Editore, Patti 2000; Dai Nebrodi al Peloro, Poesia dei Valori, Terna di Liriche, Magi Editore, Patti 2000; Ebbre, variopinte farfalle veleggiano…, FIDAPA, sezione di Mazara del Vallo 2005; L’Eco del vento, Pagine, Roma 2006; Premio “Dante Alighieri”, EA Editore, Palermo 2015. Nel 2012 pubblica CHORA, un libro di poesie, e Saporita… Mente, una raccolta di brevi racconti, mediante il sito “ilmiolibro.it”. Ha preso parte, nel 2015, a un raduno di poeti mazaresi che si sono confrontati periodicamente tra loro incontrando anche gli alunni dell’Istituto tecnico industriale di Mazara del Vallo.

In libreria: Teresa Averta, “Il canto dell’anima. Poesie”, Edizioni La Zisa, pp. 72, euro 9,90




“Il canto dell’anima”, soave titolo che apre le porte a un preludio di un viaggio interiore che ha fatto Teresa Averta seguendo il filo rosso che collega il proprio io – prensile, sensibilissimo, aperto al dialogo con gli altri e con l’io più nascosto – e il vivere la quotidianità come tramite per sentirsi donna, per realizzare quella missione che ognuno di noi, nonostante tutto, è chiamato a svolgere nel corso degli anni. Niente in questo volume è lasciato al caso o all’improvvisazione. C’è la sua anima in questi dolcissimi versi, e anche l’essenza di una donna e di una poetessa che vuole mettersi in discussione, aprirsi, confidare agli altri quanto vive in lei: gioie, dolori, felicità, delusione, malinconie, nostalgia, certezze, attese. Le sue poesie sono avventure dello spirito e dei sensi, delle perle che sono lampi di luce: brevi, improvvisi, intensi e avvolgenti con una scrittura piena di grazia, dallo stile ricco, scorrevole e brillante.

TERESA AVERTA, docente, poetessa, scrittrice e blogger. Ha composto poesie, racconti, articoli, aforismi, letteratura in vernacolo, riflessioni a sfondo etico, sociale, educativo e religioso, e letteratura per l’infanzia. Coltiva la passione del canto, la drammatizzazione, la bella musica e il mare, ed è una buona amante della filosofia indiana e della cultura orientale.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus

In libreria: Alberto Bilardo, “Uno più Uno. Galleria fotografica per pensieri in versi e in prosa”, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 24,90




L’attenzione editoriale rivolta alla prima pubblicazione di Alberto Bilardo, “Un passo alla volta”, ha spinto l’autor a dare alle stampe “Uno più Uno” che, come leggiamo al suo interno, è un diario di bordo fra pensieri e immagini che proiettano il lettore sulla strada dell’energia coraggiosa, del colore, dell’amore e della coscienza dell’altro: «L’ho intitolato “Uno più Uno” per sottolineare la fondamentale convinzione che mi ha guidato, cioè che ognuno di noi non possa fare a meno degli altri, e che la tentazione di farcela da soli sia un inutile atto di presunzione. “Uno più Uno” significa che si può partire da se stessi per affrontare il mondo…» entrando nel mondo, in mezzo alle persone, alla natura, alla vita tutta. Sono pagine di emozioni pulite quelle che ci arrivano “guardando” gli scatti di Albi, scoprendo le sue parole in versi, i suoi pensieri maturi, uniti a quelli innocenti di un uomo che cresce e diventerà Uno fra tutti. Costruito come un alfabeto per immagini, questa nuova edizione è una seconda e più forte testimonianza della creatività del suo autore che, con costante impegno nel volontariato è, tra l’altro, divenuto testimonial ufficiale delle persone con disabilità in svariate occasioni dentro e fuori le mura di Palermo.

Alberto Bilardo, nasce a Palermo il 17 febbraio 1995. Durante il parto si verifica un problema che lo costringerà ad una tetraparesi spastica con conseguenti difficoltà motorie e di linguaggio. Gli occhi dell’autore si aprono, sin da piccolo, su un mondo che viene letto e interpretato alla luce di un’incrollabile forza di volontà, sorretta da un vivacissimo amore per la vita. Alberto cresce, studia, esplora: viene valutato con ottimi voti all’esame per il diploma d’istruzione secondaria in Scienze sociali presso l’istituto Camillo Finocchiaro Aprile di Palermo, nel 2014. Studiare, per lui, non è però rinunciare alle passioni più grandi, lo sport velico e l’equitazione che continuano ad animarlo tuttora, giorno dopo giorno. Dal mare e dal particolare rapporto con esso, discende un altro entusiasmo, quello per la fotografia, che ha dato spunto alla pubblicazione di Un passo alla volta nel febbraio 2017, Uno più Uno, diverse mostre, tenutesi a Palermo dal 2015 a oggi insieme ad innumerevoli partecipazioni, eventi e premiazioni.

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Novità in libreria per i più piccini: Rosario Prestianni, “Turi e il prodigioso cronoscopio”, Illustrazioni di Lucia Lo Giudice, Edizioni La Zisa, pp. 48, euro 12,90



«Come va?» gli chiese suo padre.
«È pronto, babbo» esclamò con una flebile vocina Turi.
«Bene! Mi raccomando: quando andrai fuori a testarlo non rivelare a nessuno la sua vera natura; dì che è un gioco, nulla di più!».
«Certo, sta’ tranquillo papà!» rispose Turi.

Turi è un adolescente che custodisce un grande sogno. È così che, mosso dal desiderio di realizzarlo, mette alla prova il suo brillante ingegno dando vita ad un sorprendente dispositivo che guarderà al passato e contemporaneamente al futuro, alla salvaguardia del pianeta. A sostenerlo nella realizzazione del suo sogno saranno le sue più intime e profonde emozioni, il suo sensibile papà e la speranza che fiorisce dal dolore.

Rosario Prestianni, nato nel 1958. È al suo secondo lavoro come scrittore per bambini. Papà di quattro figli, è un appassionato sognatore. Innamorato della sua terra, si occupa di commercializzare prodotti tipici locali per la loro valorizzazione.

Lucia Lo Giudice è nata a Palermo nel 1953 e ha conseguito il diploma di Maestra d’Arte presso l’Istituto d’Arte di Palermo. In Emilia dal 1979, ha collaborato presso vari studi grafici come decoratrice e disegnatrice nell’ambito della Ceramica d’Arte. Oltre alla pittura, i suoi interessi sono legati alla sfera della salute: approfondendo lo studio delle tecniche Shiatsu e Yoga, ha conseguito il diploma come operatrice Shiatsu.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus 
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In libreria il monumentale saggio di Antonino Bacarella, “Storia moderna dell’agricoltura siciliana: dall’anteguerra ai giorni nostri”, Edizioni La Zisa, voll 2, pp. 1050, euro 59,00





“Storia moderna dell’agricoltura siciliana: dall’anteguerra ai giorni nostri” è il racconto puntuale e scrupoloso di quanto accaduto nell’agricoltura siciliana negli ultimi novant’anni. Un racconto che parte dalla narrazione temporale degli avvenimenti più significativi dell’agricoltura regionale, analizzati nel contesto della evoluzione degli eventi internazionali, europei e nazionali e all’interno della politica e delle istituzioni regionali, e si conclude con il confronto fra i due comparti economicamente più rilevanti dell’agricoltura siciliana: l’agrumicolo e il vitivinicolo.
Il quadro che ne viene fuori è quello di una società fortemente intrisa, come piace dire all’autore, di quella massiccia dose di “sicilitudine”, concetto molto diverso da quello di “sicilianità”, che ha impedito nel tempo e impedisce ancora all’agricoltura siciliana di divenire quello che dovrebbe essere: «risorsa strategica significativa, produttrice di reddito e occupazione, specialmente per i giovani, creatrice di paesaggi, di tutela dell’ambiente, di sviluppo per la gastronomia, per l’immagine, per la cultura, per l’economia terziaria, diffusiva della sua immagine di isola “felice” e altro ancora».


Antonino Bacarella ha conseguito la laurea in Scienze agrarie nel 1960 presso la facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Palermo, dove ha insegnato fino al 2010, ed è stato direttore di Istituto e di Dipartimento, preside della Facoltà (1987-93) e delegato del Rettore alla Presidenza della Fondazione Angelo e Salvatore Lima Mancuso. Presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali di Palermo (1980-82) e consulente tecnico-scientico del ministero dell’Agricoltura e delle Foreste (1989- 1990), Bacarella ha avuto numerosi incarichi scientifici e ha svolto un’intensa attività di insegnamento, di studio e professionale nelle discipline di competenza del settore scientifico disciplinare di economia e politica agraria, per incarico di istituzioni scientifiche pubbliche (Cnr, Inea, Formez, Ismea), enti pubblici (Espi, Esa, Irvv, UnionCamere, Camere di commercio, Consorzi di bonifica, ecc.), enti locali e provinciali, società e centri studi privati.

Nell’ambito dell’Amministrazione regionale siciliana è stato consulente tecnico-scientifico della Direzione regionale della Programmazione (1981-92) e dell’Assessorato per l’Agricoltura e per le Foreste (1985-96) e presidente del Coreras, il Consorzio regionale per la ricerca e la sperimentazione (1998-2011). Dalla seconda metà degli anni Sessanta e fino all’inizio degli anni Duemila ha seguito le politiche e le manifestazioni sindacali delle organizzazioni professionali regionali di categoria (Confcoltivatori, Coldiretti e Confagricoltura).

lunedì 20 gennaio 2020

Palermo 22 Gennaio, Presentazione del libro "Uno più uno" di Alberto Bilardo (Ed. La Zisa)



Appuntamento mercoledì 22 gennaio, alle ore 17,30, presso la parrocchia Gesù Maria e Giuseppe di via Ausonia, a Palermo, per la presentazione del volume fotografico di Alberto Bilardo, “Uno più uno”, mandato in questi giorni in libreria dalle Edizioni La Zisa.  Interverranno: don Diego Broccolo, parroco chiesa di Gesù Maria e Giuseppe; Fernanda Di Monte, ass. Comunicazione e Cultura Paoline ONLUS; Alessandra De Caro, dirigente Soprintendenza del Mare; Rosy Calamita Marino, segretario del Movimento dei Cittadini Sicilia; Salvatore Caltagirone, commissario Ente Parco Madonie; Don Sergio Ciresi, parroco Maria SS. Immacolata in Montegrappa; Giampiero Tre Re, condirettore Edizioni La Zisa.


L’attenzione editoriale rivolta alla prima pubblicazione di Alberto Bilardo, Un passo alla volta, ha spinto l’autore a dare alle stampe Uno più Uno che, come leggiamo al suo interno, è un diario di bordo fra pensieri e immagini che proiettano il lettore sulla strada dell’energia coraggiosa, del colore, dell’amore e della coscienza dell’altro: «L’ho intitolato Uno più Uno per sottolineare la fondamentale convinzione che mi ha guidato, cioè che ognuno di noi non possa fare a meno degli altri, e che la tentazione di farcela da soli sia un inutile atto di presunzione. Uno più Uno significa che si può partire da se stessi per affrontare il mondo…» entrando nel mondo, in mezzo alle persone, alla natura, alla vita tutta. Sono pagine di emozioni pulite quelle che ci arrivano “guardando” gli scatti di Albi, scoprendo le sue parole in versi, i suoi pensieri maturi, uniti a quelli innocenti di un uomo che cresce e diventerà Uno fra tutti. Costruito come un alfabeto per immagini, questa nuova edizione è una seconda e più forte testimonianza della creatività del suo autore che, con costante impegno nel volontariato è, tra l’altro, divenuto testimonial ufficiale delle persone con disabilità in svariate occasioni dentro e fuori le mura di Palermo.

Alberto Bilardo, nasce a Palermo il 17 febbraio 1995. Durante il parto si verifica un problema che lo costringerà ad una tetraparesi spastica con conseguenti difficoltà motorie e di linguaggio. Gli occhi dell’autore si aprono, sin da piccolo, su un mondo che viene letto e interpretato alla luce di un’incrollabile forza di volontà, sorretta da un vivacissimo amore per la vita. Alberto cresce, studia, esplora: viene valutato con ottimi voti all’esame per il diploma d’istruzione secondaria in Scienze sociali presso l’istituto Camillo Finocchiaro Aprile di Palermo, nel 2014. Studiare, per lui, non è però rinunciare alle passioni più grandi, lo sport velico e l’equitazione che continuano ad animarlo tuttora, giorno dopo giorno. Dal mare e dal particolare rapporto con esso, discende un altro entusiasmo, quello per la fotografia, che ha dato spunto alla pubblicazione di Un passo alla volta nel febbraio 2017, Uno più Uno, diverse mostre, tenutesi a Palermo dal 2015 a oggi insieme ad innumerevoli partecipazioni, eventi e premiazioni.