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lunedì 17 gennaio 2022

In libreria l’autobiografia di Gianni la Greca, “Una vita contro per coltivare la speranza. Memorie di un sindacalista”, Edizioni La Zisa, pp. 180

 


 

L’opera racconta la storia di un uomo che sin dalla sua infanzia sente di dover fare qualcosa contro le ingiustizie e l’indifferenza. Gianni La Greca pone così la sua vita al servizio del sindacato, spendendo tutte le sue forze per cercare di risolvere alcune delle questioni sociali più spinose. Si interessa dei diritti dei lavoratori, ma anche che tutto si svolga sempre secondo la norma, non solo in riferimento al diritto vero e proprio, ma anche secondo una discriminante morale.

La sua forza è non abbassare mai la testa davanti alle avversità e alle ingiustizie affermando sempre con convinzione il suo parere. Da comunista sembra quasi strano che uno degli elementi fondamentali della sua vita sia la fede. Ma è proprio questa che ha dato la possibilità al protagonista di questa storia di poter andare avanti nonostante le difficoltà incontrate lungo il cammino. L’autore, infatti, ad un certo punto è costretto a rinunciare a quella che per lui è una vocazione e saranno proprio la sua fede e la sua curiosità a dargli la possibilità di guardare al futuro con ottimismo.

Alla fine però, nonostante tutto, non è possibile rinunciare a quello che si è e che si sente neanche nei momenti di sconforto.

 

GIANNI LA GRECA nasce a Campobello di Licata, in provincia di Agrigento, nel 1944. La sua attività però lo porta prima a Caltanissetta, poi a Roma, a Siracusa e a Palermo, dove tuttora vive. Sente sin da piccolo di avere una vocazione per il sindacato e per questo, dopo aver svolto un periodo di attività nelle Acli e aver aderito al Partito Comunista Italiano, diventa tesserato della Cgil. Durante la sua esperienza lavorativa svolge tante attività e ottiene molti risultati ma la sua strada nel sindacato è piena di difficoltà ed è piuttosto tormentata. Da questo nasce l’esigenza di lasciare una testimonianza che possa avere un’importanza sociale. Uomo di grande fede cattolica e grande appassionato di arte, viaggia per il mondo alla ricerca di bellezze nascoste che incontra talvolta anche per caso. Alcuni dei momenti più importanti della sua vita coincidono con fatti storici molto rilevanti come lui stesso racconta all’interno di questa sua opera che nasce come riflessione sul suo vissuto durante il periodo di lockdown a seguito della pandemia da Covid-19.

 

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato al progetto umanitario “Missione Ilula Tanzania”

domenica 2 maggio 2010

Un «miscelino» per Rosaria Priolo (Edizioni La Zisa)



Domani all'Ars il libro di Infuso sulla moglie sindacalista morta nel 2008

La Sicilia - Giovedì 29 Aprile 2010

Rosaria Priolo e Sergio Infuso, due comunisti e militanti autentici, sindacalisti impegnati solo per il bene dei lavoratori, due figure che oggi fanno arrossire i pallidi dirigenti di partito che gestiscono potere e che non sanno più cosa sia il contatto con la gente. Due personaggi di razza del mondo lavorativo che fusero le loro vite nell'amore e nella militanza e che si gettarono nella mischia di una città arretrata, provinciale, succube della mafia e delle correnti politiche. Rosaria innestò fra le lavoratrici delle aziende tessili i diritti e il femminismo, la dignità di donna contro i soprusi del padrone che oggi si chiamano «mobbing», «stalking», molestie sessuali. Rosaria ha salvato tante vite, ha favorito il sano sviluppo di molte famiglie, è stata una delle più accanite animatrici del Pci perchè ci credeva davvero, si è battuta con unghie e denti nel periodo della crisi e chiusura delle fabbriche palermitane; ed è stata una grande madre. Sergio ha creato il Comitato per la pace e i diritti dei quartieri Noce e zisa unendo quelli del rione, cattolici e comunisti, preti e politici, per dargli la dignità di quartiere nella città e non più villaggio isolato, valorizzando l'Aiuto materno (che poi la malapolitica e gli affari hanno smantellato), e le tante personalità che si impegnano per i più deboli e per il riscatto sociale.
Poi il buio. Rosaria viene strappata giovanissima dalla morte, nel 2008, uccisa dall'amianto. Sergio, distrutto dalla tragedia, oggi vive per i figli, il comitato e altre iniziative sociali. Ha deciso di riaccendere la luce con un atto di immenso coraggio: ha scritto un libro, «Un miscelino per Rosa», dove ci offre la loro storia d'amore, la lotta contro la malattia, il rapporto fra il loro impegno civile, politico e sindacale e l'evoluzione (o involuzione) di questa città negli ultimi quarant'anni. L'imperdibile testimonianza sarà presentata domani alle 17 presso la Sala gialla dell'Ars, dallo stesso Infuso, con proiezione del video di Giovanni Basile e Marcello Fiorani e interventi del presidente dell'Ars Francesco Cascio, di Leoluca Orlando, Rita Borsellino, Pino Apprendi, Vincenzo Consolo e Italo Tripi.
(michele guccione)

mercoledì 28 aprile 2010

Palermo 30 aprile, Presentazione del libro "Un Miscelino per Rosa. Storia d'amore e di passioni" di Sergio C. Infuso, Edizioni La Zisa


Venerdì 30 aprile 2010 - ore 17.00 -
Sala Gialla Palazzo dei Normanni
a Palermo


presentazione del libro:
Un Miscelino per Rosa
(Storia d’amore e di passioni)
di Sergio Infuso


Edizioni La Zisa
(http://www.lazisa.it/)

Proiezione del video “Un Miscelino per Rosa”
di Gianni Basile e Marcello Fioriani

Saluti dal Presidente dell’ARS Francesco Cascio
Interventi di Pino Apprendi - Rita Borsellino - Vincenzo Consolo - Leoluca Orlando - Italo Tripi
Modera: Marco Pomar
Interviene l’autore

Sergio Cristoforo Infuso, "Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Janne Vibaek Pasqualisno, Introduzione di Rosario Mancino, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 14,90


“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.


Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana, è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.

domenica 19 luglio 2009

Dario Lo Bianco, I FIORI E LA POLVERE, Edizioni La Zisa, pp.288, euro 13


I protagonisti principali di questo romanzo, Enrico e Sabina, due giovani studenti universitari, di diversa estrazione sociale e di opposti ideali politici, vivono un’intensa storia d’amore nella Milano del 1968. Moderni Romeo e Giulietta, devono subire, nonostante tutti i tentativi di resistere alle incomprensioni e agli ostacoli che si frappongono alla loro relazione, i condizionamenti di un’epoca intrisa di forti contrapposizioni ideologiche. Ciascuno a suo modo, conserveranno nel tempo il rimpianto, appena soffuso, per qualcosa che era stato loro negato: la possibilità di poter affermare pienamente il diritto a dare libero slancio alla loro passione. Sono, essi, il simbolo metastorico di intere generazioni, passate presenti e future, che nelle ideologie, onestamente vissute, trovano motivi di azione, di rivolta, di scontro, e per ciò stesso una ragione di vita. Ma che, proprio quando le tensioni politiche si fanno più acute, e le delusioni cedono il passo ai sogni e alle speranze, riescono ad abbandonarsi, con eguale trasporto, alla tenerezza e al dolce incanto dei sensi. Anche le passioni più forti, come spesso succede, richiedono un impegno tenace e costante, quel coraggio al quale uno dei due protagonisti viene meno nel momento decisivo, decretando così la propria inappellabile sconfitta. Questo romanzo d’esordio, che è insieme ritratto di un’epoca e metafora del tempo presente, rivela uno scrittore di talento, capace, attraverso una personalissima tecnica narrativa, di unire le piccole storie quotidiane alla grande Storia che muta nel profondo i tempi e gli uomini, la stessa che, eterna Medea, genera e uccide i suoi figli-eroi.

Dario Lo Bianco, ingegnere, è nato a Milano nel 1977 e risiede a Palermo dove lavora presso Rete Ferroviaria Italiana, gruppo Ferrovie dello Stato. Nel 2007, per il volume Caccamo nel Novecento: Uomini e storia, ha scritto la biografia dello storico caccamese Giuseppe Lo Bianco del quale ha curato il romanzo inedito Il Barone di Caccamo, di prossima pubblicazione. Ha pubblicato la raccolta Valzer di una notte e altri racconti, Palermo, La Zisa, 2007.