L’esordio in poesia di Davide Cataldo è un emozionante autoritratto che non smette mai di
guardare l’Altro. Nelle liriche,
sono gli altri e le cose a determinare l’identità del poeta. Che si tratti
della donna amata dagli occhi “colore dell’olio…”, o degli oggetti e luoghi: la
panchina, la terrazza, le Dunhill; questi elementi vanno a comporre l’universo
interiore di Cataldo. Una dimensione abitata necessariamente sia dalla
singolarità che dalla pluralità poiché “L’unione
è completezza./L’unione è vita.”. Nonostante, a volte, l’incontro con
l’altro da sé sia doloroso e apparentemente irrisolvibile, è nella
condivisione, nella fusione tramite la materia poetica che il poeta può
finalmente autodeterminarsi. Come scrisse Jean-Luc
Nancy: «Noi dobbiamo riappropriarci di ciò che, già, ci ha resi “noi”,
oggi, adesso, qui, il noi di un mondo che sente di non avere più senso ma di
essere il senso stesso».
Davide
Cataldo nasce a Palermo nel 1983. Oggi è titolare di un marchio
appena nato d’abbigliamento, un fotografo freelance non professionista, gestore
di attività ricettive, a quanto pare un poeta, e continua nel suo intento di
realizzare sogni propri e altrui. Con fede in Dio e in se stesso.