Arriva in libreria Daniele Ventura (con la
collaborazione di Franca Stefania Lo Cicero), “Cosa nostra non è cosa mia”, prefazione
di Stefania Petyx, Edizioni La Zisa, pp. 48, euro 8,00
“Questa è la mia storia, la
storia di un bambino divenuto ragazzo che ha combattuto contro la sua paura più
grande, una paura chiamata ‘Cosa nostra’. Poco dopo aver realizzato il mio
sogno con tanti sacrifici, mi sono trovato prima minacciato e poi abbandonato
dallo Stato italiano, lo stesso Stato che prima ti chiede di denunciare il
racket, ma che poi ti lascia in preda alle conseguenze delle tue denunce, solo
e disperato. Da bambino sono cresciuto a Brancaccio, un quartiere della
periferia di Palermo tristemente noto per la sua delinquenza, il rione dove la
mafia ha ucciso don Pino Puglisi, una zona con mille contraddizioni e tanta
criminalità.
Da piccolo non potevo scendere
giù in strada a giocare con gli altri bambini, perché mentre noi, famiglia
semplice, cattolica, vivevamo nella legalità, i nostri vicini avevano uno o più
parenti in galera o agli arresti domiciliari, e la situazione nei dintorni del
palazzo dove abitavamo non era affatto tranquilla. Ogni tanto i miei genitori
si chiedevano come mai, immersi in quel mondo intriso di illegalità, tutti e
sei i loro figli, grazie a Dio, non avessero preso brutte strade, costretti
nella realtà di un quartiere a cui alla fine abbiamo imparato a voler bene, pur
senza lasciarci contagiare dalla sua prevalente indole malavitosa”. (dall’Introduzione dell’Autore)
Daniele Ventura (Palermo, 1984)
nasce e cresce nel difficile quartiere di Brancaccio, dominato dalla
delinquenza. Appartenente a una famiglia modesta e di sani principi, riesce a
rimanere estraneo al clima prevalentemente malavitoso del rione. Si diploma in
ragioneria e svolge svariati lavori, prima di aprire un bar-ristorante nella
sua città. Dovrà quindi fare i conti con la mafia e affrontare un processo che
lo porterà a far condannare i suoi estorsori. Da allora è impegnato in prima
linea nella lotta contro la mafia. È sposato, ha un figlio e continua a vivere
in Sicilia.
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