In
libreria il saggio di Francesco Anzalone, Fabio Marino, Antonio Riolo, “Scombussolati alLisbona.
Riflessioni controvento”, Edizioni La
Zisa, pp. 80, euro 10,00
Cosa si intende per
miglioramento della condizione umana? Qual è la speranza di ognuno di noi? Le
innovazioni dove ci stanno portando? Quali strumenti abbiamo per poter ridare
voce a quella dignità di comunità, a quei grandi ideali di vita e della
politica? E soprattutto: dove stiamo andando? Sono queste le domande che un “comunista
ormonale”, un “comunista inconsapevole” e un “cattocomunista di prima
generazione”, riunitisi a Lisbona su una delle meravigliose terrazze dell’Alfama,
si pongono. Sono profondamente delusi da una democrazia che non è più democrazia,
da una classe dirigente, italiana e internazionale, ormai incapace di gestire i
cambiamenti degli ultimi decenni. In un mondo in cui le ragioni economiche
hanno preso il sopravvento su quelle umane, questi tre “scombussolati” si
chiedono quale possa essere il modo attraverso cui affrancarsi dalla “narcosi
collettiva odierna”, da un sistema ormai marcio, divenuto insostenibile. E, con
tono ironico e provocatorio, auspicano la “costruzione di un nuovo umanesimo”
che sia il punto di partenza per un modello alternativo all’attuale
capitalismo.
È una “politica della
felicità” quella che viene propugnata, in questo dialogo a tre voci che diventa
un “tascabile manifesto dello scombussolamento”. Perché siamo tutti, in fondo,
un po’ “scombussolati”.
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