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giovedì 3 dicembre 2015

In libreria: Anna Momigliano, “Israele e gli altri. Un dissidio irrisolto”, prefazione di Tobia Zevi, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 12,00






“Lo Stato di Israele […] è grande più o meno quanto la Sicilia. Vi risiedono circa sei milioni di ebrei e due di arabi, senza contare gli abitanti della Cisgiordania. In più vi sono una serie di minoranze storiche ma non così conosciute: drusi, circassi, beduini, ecc. […] l’identità di questa terra è talmente complessa che possono percepirsi eccentrici, rispetto alla maggioranza, i giovani che non si riconoscono nella politica e nel mainstream; la classe media che perde potere d’acquisto e non riesce a pagarsi un affitto; gli arabi israeliani che si sentono cittadini di serie B; gli arabi cristiani rispetto alla maggioranza musulmana; i neri africani in rapporto alle altre etnie; le popolazioni beduine e nomadi; i lavoratori immigrati del Sud-est asiatico; i religiosi e i laici, entrambi; i russi o gli etiopici di fronte ai pionieri; i sefarditi nei confronti degli ashkenaziti. Il miracolo del sionismo consiste proprio nell’aver integrato – tra mille contraddizioni – milioni di esseri umani in pochissimi anni: solo tra il 1945 e il 1951 sbarcarono circa 685 mila immigrati, innestandosi su una popolazione di 650 mila persone, […]. Pensiamo a cosa succederebbe in Italia – considerato il livello dell’attuale dibattito pubblico – se arrivassero 65 milioni di immigrati nei prossimi cinque anni!”
(dalla Prefazione di Tobia Zevi).

Anna Momigliano è caporedattrice di “Studio”, collabora con “Haaretz” e il “Corriere della Sera”. È autrice di “Karma Kosher, giovani israeliani tra guerra, pace, politica e rock ‘n roll” (Marsilio 2009) e “Il Macellaio di Damasco” (VandA 2013).

lunedì 31 agosto 2015

Progetto Accademia, La tesi di laurea può diventare un vero libro





La casa editrice La Zisa offre una grande opportunità a laureandi e laureati, proponendo la pubblicazione delle tesi di laurea già discusse o da discutere all’interno della nuova collana “Accademia”. È possibile inviare i testi, insieme ai propri dati (nome, cognome, indirizzo e recapito telefonico), al seguente indirizzo entro e non oltre il 31 ottobre 2015:

Edizioni La Zisa, via Lungarini 60 – 90133 Palermo; o via e-mail a: lazisaeditrice@gmail.com, in formato doc o pdf.

Gli autori delle opere ritenute idonee per la pubblicazione riceveranno una proposta editoriale. I manoscritti non verranno restituiti. Tutte le tesi selezionate, tra le più originali e brillanti, saranno immesse sul mercato sotto forma di saggi dotate di codice Isbn per essere identificate in tutto il mondo, di bollino Siae per la tutela del diritto d’autore e di codice a barre e verranno promosse e distribuite su tutto il territorio nazionale.

Il progetto “Accademia”, che non ha precedenti in Italia, persegue l’obiettivo di diffondere e far conoscere le nuove visioni di chi ha svolto un serio lavoro di ricerca, impostazione e analisi riguardo le più svariate tematiche. 

La pubblicazione della tesi può valere, inoltre, un maggiore punteggio ai concorsi pubblici, arricchire il curriculum vitae ed è la memoria tangibile di un giorno importante da dedicare ad amici cari e parenti.

er informazioni scrivere a lazisaeditrice@gmail.com o chiamare il 327 9053186

www.lazisa.it




















giovedì 9 aprile 2015

L'editore è un "cornuto"


Per l'ennesima volta, arrivando in azienda questa mattina, ho trovato questo gentile pensiero: il nome della casa editrice, come vedete, è stato maldestramente cancellato con una biro e sopra vi è stato scritto l'epiteto "cornuto". Almeno questa volta, l'insulto non è stato accompagnato, come già avvenuto in passato, da altri consueti complimenti quali "ebreo di merda" et similari. Invito l'anonimo autore di tale gentil pensiero nei miei confronti a palesarsi. Nel frattempo, provvederò a sporgere denuncia contro ignoti. Chissà che questa volta non lo identifichino. (Davide Romano - Edizioni La Zisa)

martedì 30 luglio 2013

«Non importa se la strada è una “trazzera”. Fede e omosessualità, un cammino reso meno arduo dalla preghiera» di Giuseppe Ficara (Riforma, numero 30, 2 agosto 2013, pagina 7)

Il titolo del libro* non deve indurre a una interpretazione errata del suo contenuto. In cammino tra fede e omosessualità non significa che c’è un cammino che permette il passaggio dalla fede all’omosessualità come se l’omosessualità si contrapponesse alla fede e ne dichiarasse la sua assenza. Si tratta piuttosto di un cammino biografico che l’autore riporta, il suo, il quale, partendo dalla fede giunge alla fede, a una fede cioè più matura e consapevole, non ipocrita, ma che cerca ogni giorno di essere sempre più autentica. Ma Nicolò non arriva finalmente a destinazione e scrive così la sua storia; Nicolò scrive per dire che la fede è sempre un percorso e mai un capolinea, la fede è un work in progress, un cammino, appunto: non per nulla in copertina vi è una trazzera. Non c’è disegnata un’autostrada perché devi vivere ogni momento dei tuoi passi, non puoi sorvolare velocemente con un’automobile perdendo tutto il senso della vita. Così l’autore può affermare: «la vita è un divenire, un continuo crescere. Guai a pensare di essere arrivati» (p. 108).
Nicolò d’Ippolito esordisce spiegando che, dopo la scoperta della sua omosessualità, la considerò come una punizione di Dio, e che comunque non poteva accettare né come punizione né come evento della vita perché desiderava una «famiglia», avere dei figli, una vita «normale». Ma la sua visione di famiglia e di figli era ancora quella tradizionale per la quale la sua condizione diventava un impedimento affinché si realizzasse. In effetti, l’autore spiega bene quale fosse il vero problema: «Forse non mi accettavo ancora» (p. 22). In tutto il racconto storico, che non è cronologico se non per quanto riguarda una consapevolezza di sé sempre più matura, vi è un filo rosso che non si interrompe mai ed è la preghiera al Padre. Non ci sono occasioni in cui il Padre non sia interpellato, o non ci si affidi a lui. Nicolò ha pregato anche per chi lo ha ferito intimamente, come don Pancrazio che nell’omelia inveisce contro la classe docente, a suo dire, amorale e sviante perché di sinistra. Curiosa l’omelia contro il demonio che le donne avrebbero fra le cosce (p. 55). Ovviamente l’interpretazione della realtà e della preghiera è tutta di Nicolò, quindi autentica: come egli ha vissuto i problemi e come ha vissuto la preghiera di richiesta e la risposta che spesso non perveniva, mentre altre volte era più che chiara. «Non capivo perché ogni volta che mi sentivo soddisfatto precipitavo nella disperazione. E il Padre mi lasciava senza risposte» (p. 27). Eppure a p. 68, in una condizione di grande agitazione e quasi disperazione, una bella risposta Nicolò se la dà: «E se fossi stato lo strumento per far capire che dove c’è amore c’è Dio? Gesù lo aveva fatto “ed era finito sulla croce”, mi ripetevo. “Ma col suo amore ci aveva salvati tutti”».
Perciò le scelte, ma soprattutto gli stati d’animo devono diventare palpabili per essere una risposta del Padre o una richiesta al Padre. Delle gocce luminose indicano una risposta positiva, un intervento del Padre con la gioia che ne consegue, e delle presenze attorno a sé indicano la lotta che Nicolò intraprende dopo un’astinenza casta di due anni, ricominciando a vivere includendovi la propria sessualità piuttosto che reprimerla; Nicolò lotta per perseguire la propria affermazione, la propria identità di essere umano con le proprie peculiarità. Rinuncia alla rinuncia, dice basta alla repressione della sua sessualità perché nessuno ha il diritto di chiederglielo, neppure il «Padre».
L’insistenza ossessiva di Nicolò nel convincere il lettore circa il fatto che gli omosessuali nascono tali perché si tratta di un fatto genetico, indipendentemente dalla scientificità di questa affermazione, vuole semplicemente affermare con forza che gli omosessuali sono creati da Dio, sono una buona creazione di Dio, sono figli di Dio e quindi, come tutti, un dono di Dio. Perciò Nicolò afferma: «Oggi è assodato che omosessuali si nasce e non si diventa, se mai ci si scopre, ci si accetta anche in età adulta, vivere contro natura sarebbe un peccato contro il corretto sviluppo psicofisico affettivo di ogni essere umano, e contro Dio, Padre e Madre» (p. 87). Ho apprezzato la notevole precisione teologica nell’esporre i brani biblici affetti di omofobia: quello di Sodoma nella Genesi, quello di Romani 1; ma anche la problematica degli eunuchi. Là dove è riportata la lezione del pastore Giampiccoli relativa ai quattro termini per definire l’essere umano c’è un piccolo errore di trascrizione a pag. 74: infatti non è Adòn/Adonà per definire l’uomo tratto dalla terra, ma Adam/Adamah. Ma bisogna sapere l’ebraico per notare l’errore. Nicola scrive per parlare della sua gaytudine, come egli la definisce. Ma perché ce n’è bisogno? Perché non è riconosciuta la dignità delle persone omosessuali. «Ho lottato per vivere con dignità e non finirò mai di asserire il mio orientamento sessuale sino a quando lo Stato italiano mi farà vivere come cittadino di serie B. Quando anche in Italia avremo una legge contro l’omofobia e per i matrimoni omosessuali finirò di parlare della mia gaytudine perché allora sarò un cittadino, un fratello come gli altri» (p. 96). In conclusione voglio citare delle parti molto belle sulle chiese, là dove, parlando della sua frequentazione della Comunità di San Saverio, Nicolò dice: «Non ci sono cristiani migliori per l’appartenenza a una chiesa. Ci sono esseri umani che, come tali, possono essere intelligenti o meno, superficiali o responsabili, colti o ignoranti. L’importante è vivere da cristiano.
Non ci sono etichette. Continuo a considerarmi valdese per quanto la chiesa porta avanti per innovazioni e interpretazione della Bibbia. Da noi la comprensione è in itinere, non c’è una verità assoluta, ma in evoluzione». Credo che all’autore questa autobiografia gli sia servita per fare il punto della situazione: dove sono arrivato? Quale futuro? Ci sono alti e bassi, cadute e riprese: bene – dice Nicola – così posso capire meglio, riflettere, crescere e andare avanti. «Il Padre non ci dà nulla che le nostre spalle non possono sopportare… Adesso so che c’è lui a sorreggermi, anche quando non lo sento» (p. 106). Ma ecco che torna la speranza che, fin dalle prime pagine, aveva fatto capolino, prima come rivendicazione, ora, appunto come speranza che dà un senso compiuto alla vita, all’esistenza nella certezza che il Padre esaudisca nella preghiera: «E continuo a credere, a sperare che un giorno anch’io possa avere un compagno, una famiglia e vivere benedetti dalla comunità nel nome del Padre» (p. 106).

*Nicolò D’Ippolito, “In cammino tra fede e omosessualità”, prefazione di don Franco Barbero, Edizioni  La Zisa, pp. 112, euro 9,90

lunedì 16 gennaio 2012

Le Edizioni La Zisa cercano collaboratori

Le Edizioni La Zisa cercano collaboratori con esperienza per lavoro redazionale (editing, correzione di bozze, etc.). Inviare il proprio cv a: Edizioni La Zisa - via Lungarini 60 - 90133 Palermo

www.lazisa.it

giovedì 27 ottobre 2011

Arriva in libreria il romanzo di Sergio Siragusa “La mia vita incasinata”, Edizioni La Zisa, pagg. 240, euro 15,90


Cosa succede se si prova a far fuori un carabiniere ad un posto di blocco? È quanto accade a Matteo Landi, disegnatore pubblicitario di mezza età, che, ricercato per tentato omicidio, inaugura una vorticosa fuga in giro per il mondo con una nuova identità. Divenuto Joe Castiglione, consacra i propri giorni all’imprevedibilità degli eventi, coltivando quotidianamente l’espediente e lasciandosi coinvolgere in una girandola di incontri ed esperienze. Camaleontico e irruento, il novello Joe è abituato ad affrontare tutto con spirito machiavellico e un velo di cinismo. Ma i guai non sono finiti: costretto a cambiare nome una seconda volta per essersi cacciato nuovamente in un brutto affare, il protagonista – che ora veste i panni di Samuel Shamiso – giunge infine in Israele, dove sembra porre fine alle proprie peregrinazioni. Siragusa scardina il tradizionale motivo del viaggio come recupero delle proprie radici e ricerca dell’identità. Il personaggio del romanzo, infatti, allontanatosi inesorabilmente dalla sua terra d’origine, assiste alla molteplice frammentazione di sé. Marvin Landi, Joe Castiglione, Samuel Shamiso: tre vite, una sola persona.

Sergio Siragusa nasce a Palermo nel 1934. Dopo la laurea in Giurisprudenza decide di dedicarsi allo studio delle pietre preziose. Consegue il diploma di gemmologo ed esercita quest’attività tra l’Italia e gli Stati Uniti, dove lavora anche come rappresentante di orologi. Da quando è in pensione si dedica a scrivere e a dipingere. “La mia vita incasinata” è il suo romanzo d’esordio.

Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"
E-mail: stampa@lazisa.it; sito web: www.lazisa.it
Blog: http://edizionilazisa.blogspot.com/

giovedì 22 luglio 2010

Castelbuono (Pa) 24/07, Presentazione del libro di Anna Mauro “Stracchiolitudine” (Edizioni La Zisa)


Nell’ambito delle manifestazioni estive organizzate dal comune di Castelbuono, in provincia di Palermo, sabato 24 luglio, alle ore 22, nel cortile Dafne (dietro la fontana Venere Ciprea), naturalmente a Castelbuono, verrà presentato il libro “Stracchiolitudine”, pubblicato Edizioni La Zisa e giunto in pochi mesi alla seconda ristampa, della scrittrice, regista e attrice teatrale Anna Mauro.


Il LIBRO: Accanto al mondo dei potenti e dei conformisti ne esiste un altro parallelo. È il mondo degli invisibili, di tutti coloro che non hanno voce in capitolo, eppure eccedono nei gesti, nella voce, nell’uso delle parole, come a volersi imporre su una società che tende ad ignorarli e che per loro nutre un profondo disprezzo.
La protagonista, Franca, è una donna spassosa, esilarante, che ai margini della società non ci vuole stare “manco scannata morta” e che per questo decide, alla pari di politici, assassini e presentatori televisivi, di scrivere il suo libro per averlo pubblicato. Un solo, piccolo neo: è semianalfabeta...

L’AUTRICE: Anna Mauro, scrittrice, regista e attrice teatrale, nata e radicata a Palermo dal lontano 1957, dove vive ed insegna (per la precisione vive a casa sua ed insegna in un liceo cittadino) sostiene di essere l’unica eccezione che conferma la regola “L’ironia è delle persone intelligenti”. Si definisce scriborroica e femminopatica.

mercoledì 7 luglio 2010

LIBRI, 'VINCOLI D'ONORE, STORIE E UOMINI DI MAFIA TRA NEW YORK E PALERMO' DI GIUSEPPE INCANDELA


E' in libreria il volume "Vincoli d'onore. Storie e uomini di mafia tra New York e Palermo" di Giuseppe Incandela, edizioni La Zisa.Molte tragiche vicende criminali che nell'ultimo sessantennio hanno occupato le prime pagine dei notiziari non solo nazionali, trovano la loro origine nel rinnovato patto tra la mafia siciliana e quella americana siglato nei primi anni del secondo dopoguerra. Soprattutto il traffico degli stupefacenti, per gli ingenti profitti che esso procura, ha messo in crisi vecchi e consolidati assetti delinquenziali, provocando di conseguenza una lunga catena di omicidi, sia all'interno delle famiglie mafiose, che nei confronti delle componenti istituzionali piu' determinate nella lotta al crimine organizzato.
Di volta in volta, l'alleanza tra le due mafie, nonostante le differenze strutturali che le contraddistinguono, e' servita anche di valido supporto nelle fasi critiche che entrambe hanno attraversato. In ultimo, gli USA sono diventati terra di esilio dei boss fuggiti dalla Sicilia all'indomani della guerra scatenata tra i clan negli anni '80. Il paventato ritorno degli "scappati" nell'isola sta pero' determinando un nuovo scontro tra favorevoli e contrari, i cui sviluppi ulteriori al momento attuale non e' facile prevedere.
Giuseppe Incandela vanta al suo attivo una lunga esperienza giornalistica iniziata quarant'anni fa sulle colonne del quotidiano palermitano L'Ora, e proseguita con la collaborazione alla sede palermitana dell'Agenzia Radiocor, diretta da Mauro De Mauro, a TVR Sicilia e al VideoGiornale. Attualmente conduce due rubriche sui canali del Centro Televisivo Palermitano. Tra le sue numerose pubblicazioni: Piero Gobetti e la Rivoluzione liberale (1961); I cattolici nella politica italiana dal 1919 al 1924 (1963); La politica delle chiacchiere (1966); Dalle strade alla storia (1966); Sospetti e veleni (1989); Gli anni che sconvolsero Palermo (2004); Il lungo fiume di sangue (2006); Anni Ottanta. Attacco della mafia allo Stato (2007); Morte di un Presidente. Inchiesta sul delitto Mattarella (2009).

giovedì 27 agosto 2009

Maria La Corte, “Caste confessioni su presunti atti impuri. Poesie erotiche”, La Zisa-Palermo


Maria La Corte, “Caste confessioni su presunti atti impuri. Poesie erotiche”, La Zisa-Palermo, pp. 96, euro 9.90 (ISBN 978-88-95709-25-3)

Lussuria, furia, malinconia…
I versi proibiti di una ragazza dei nostri giorni…

“Caste confessioni su presunti atti impuri”, è una raccolta di stralci di vita, amore, passione e dolore. Un’opera disegnata a violente pennellate, dai toni contrastanti, che si rincorrono furiose tra le pagine, fondendosi e confondendosi, dando vita così ad un lirismo dal colore senza eguali: rosso intenso come l’amore, viola come il proibito, giallo come l’energia, grigio come l’attesa, nero come il dolore. Questo, l’arcobaleno di sensazioni che viene fuori dalle poesie di Maria La Corte: poesie scritte con lussuria e delicatezza, poesie di ardore e indugio, di furia e malinconia, poesie calde ma anche, a volte, così sapientemente raggelanti.

Maria La Corte è nata e vive a Palermo. Ha studiato pittura presso l’Accademia delle Belle Arti di Palermo dove ha conseguito la laurea. Nella vita, oltre dipingere e scrivere, ama leggere, fotografare e…