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martedì 23 febbraio 2021

In libreria: Caterina Viola Scimeca, “Spalliere di appartenenza”, Nota critica di Luciano Nanni, Edizioni La Zisa, pp. 62, euro 12,00


 

Spalliere di appartenenza è una raccolta in cui l’autrice con parole e versi cerca il suo posto nel mondo: spalliere solide di luce, che sappiano sorreggerla dal mormorio continuo del tempo che appare instabile e fragile.

Tutto è fugace, nelle mani del vento, niente riesce ad essere ben saldo, marmorizzato in echi di assoluto. È nella poesia, in questo scavarsi dentro nel silenzio, in echi lontani, in dolci assonanze di bellezze sopite, che l’autrice trova la sua sedia nel sole.

C’è in questa raccolta la voglia di un mondo migliore, da costruire con mani sapienti di neve, con sfolgorii di vita taciuti. Solo un sommesso travaglio interiore può allargarsi ed espandersi, rompendo confini e smagliature di attese; ponendo fine ad un circolo vizioso di violenze, che debbano trovare argine in nuovi circuiti di pace. È il mondo che ha bisogno di nuove spalliere, di un nuovo modo di vedere, di accorgersi.

È nelle piccole cose, come un filo d’erba, che Caterina Viola Scimeca cerca le grandi, perché solo soffermandosi su ogni minuzia si coglie l’incanto di quella immensa ragnatela di vita, in cui ognuno svolge il proprio lavoro, essenziale per il mantenimento di un sogno che non ha eguali: esistere.

 

CATERINA VIOLA SCIMECA è nata a Baucina, un piccolo paese in provincia di Palermo. Per anni ha insegnato nelle scuole elementari di Baucina e Misilmeri. Ha pubblicato due volumi di poesie in cofanetto, presso la casa editrice Seledizioni di Bologna: Breve Sosta e Tenerezze Perdute. Al proprio paese ha dedicato un libro Anfratti d’amore, in cui, con riflessioni e versi, ripercorre momenti intensi della sua vita. Nell’Aprile del 2009 pubblica presso la casa editrice Kimerik la raccolta di poesie Tra le fessure del silenzio. Noto il suo impegno per la difesa dei diritti degli animali, per una società più equa, in cui si dia risalto alla bellezza e alla grandiosità della vita, vista nella sua essenza più vera. Ultima sua pubblicazione In punta di luce, sempre presso la casa editrice Kimerik, nel 2007. Varie antologie e riviste letterarie hanno pubblicato i suoi testi poetici. Oggi si rimette in gioco con la pubblicazione di Spalliere di appartenenza.


lunedì 15 febbraio 2021

“La Sicilia in Noi. Conversazione con Antonio Fundarò” di Alfio Di Costa, edizione La Zisa è in libreria



Fundarò: «La Sicilia di Alfio Di Costa è la Sicilia di chi ha ancora occhi e cuore per sognare e per progettare un futuro sostenibile capace di valorizzare l’immenso patrimonio di cui, questa perla del Mediterraneo, dispone ancora»

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In libreria, da martedì 16 febbraio, edito per i tipi della casa editrice La Zisa di Palermo, il volume “La Sicilia in Noi. Conversazione con Antonio Fundarò” di Alfio Di Costa che festeggia il suo 62° genetliaco proprio in coincidenza del lancio di questo magnifico viaggio in Sicilia. La Sicilia, una regione da amare, da vivere, da esplorare. Ricca di luce, sole, arte, paesaggi meravigliosi. Una regione da migliorare, da innovare, da far risvegliare. Ricca di ombre, retaggi del passato, problemi e imperfezioni. Attraverso il dialogo tra Antonio Fundarò e Alfio Di Costa viene fuori un dibattito vivo e reale sulle capacità, sulle qualità, ma anche sulle problematicità di un’isola che ha svolto nei secoli un ruolo cruciale per il mondo. Culla del Mediterraneo, amata da tanti autori dell’antico e del recente passato, terra natìa di autori e artisti famosi in tutto il mondo.

L’opera, attuale e quanto mai sincera, intervallata da spezzoni di componimenti che l’hanno resa famosa e fantastica agli occhi del mondo esterno, mette in scena la vera Sicilia: quella che ha bisogno di uomini veri, per dirla come Sciascia, che sappiano prendersi le loro responsabilità per fare in modo che tutte le qualità naturali di questa regione possano venire fuori ed essere valorizzate affinché la vera grandezza di questa terra non sia solo nel cuore e nella mente dei tanti siciliani, che la abitano e non, ma davanti agli occhi di tutti. Particolarmente significativa l’iniziativa di devolvere parte del ricavato della vendita del volume al progetto umanitario “Missione Ilula in Tanzania”.

Il volume, inserito nella collana “La lanterna” delle edizioni La Zisa (ISBN 978-88-31990-78-3), accompagna i nuovi eroi di questa sofferta contemporaneità nella bellissima Sicilia delle contraddizioni con un testimone d’eccezione, l’ingegnere Alfio Di Costa, governatore del Distretto 2110 del Rotary International, un’icona della Sicilia che non si arrende mai e vuole cambiare. «Io credo – ribadisce l’ingegnere Alfio Di Costa - che gli eroi siano le persone normali che hanno grandi Valori e grande senso di responsabilità. Gli Eroi dei nostri tempi sono coloro che tutte le mattine affrontano le difficoltà malgrado tutto e tutti... Se l’Italia, la mia Sicilia, se l’Europa e il mondo, vanno avanti è soltanto grazie a questi milioni di eroi. Coloro che tutte le mattine, con umiltà si alzano per affrontare la vita, nonostante tutti i problemi e tutte le difficoltà e le incertezze… Coloro che con le lacrime nel cuore, hanno sempre un sorriso per gli altri. Coloro che credono ancora nei sogni e fanno di tutto per realizzarli. Coloro che prendono in mano la propria vita dandole un senso. Coloro che magari muoiono per andare a lavorare e per fare il loro dovere… per tutto, dunque, per ogni cosa, servono gli eroi del nostro tempo. Sono loro che dovrebbero accompagnare quanti credono nell’impegno a favore dell’umanità».

Come scrive Antonio Fundarò, coautore, docente di “Storia della filosofia contemporanea” nel Corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche dell’Università di Palermo, nella sua introduzione «In questo itinerario intervista ci lasceremo accompagnare e trasportare in questa novella Sicilia dei siciliani, facendo leva sul suo vissuto umano, professionale e ideologico; Alfio Di Costa è capace di farci viaggiare, come lo fa, minuto dopo minuto, attraverso i suoi molteplici post, intersecando, in un rapporto d’interscambio culturale, i grandi della letteratura e del pensiero mondiale. Quasi nel tentativo di fortificare la consapevolezza d’essere unicità nel crogiolo di culture attraverso i grandi, anche siciliani, che l’hanno visitata, narrata, apprezzata ed esportata quale musa ispiratrice del loro canto armonioso, dai più antichi autori greci, come Omero, Pindaro e Tucidide, per passare da Johann Wolfgang Goethe, fino ad arrivare ai più recenti, Leonardo Sciascia e Gesualdo Bufalino. Rispecchiarci in questa magmatica Sicilia, attraverso versi, opere teatrali, quadri e statue, reperti e siti archeologici, chiese e palazzi, riserve naturali, isole, mari, fiumi, laghi, vette innevate e vulcani ancora tuonanti.

Perché la Sicilia di Alfio Di Costa è la Sicilia di chi ha ancora occhi e cuore per sognare e per progettare un futuro sostenibile capace di valorizzare l’immenso patrimonio di cui, questa perla del Mediterraneo, dispone ancora». Un volume assolutamente coinvolgente che, come scrive Patrizia Ardizzone, permetterà a ciascun lettore di compiere «un viaggio attraverso la memoria, luoghi e accadimenti legati alla Sicilia, terra amatissima dal protagonista che ne vede il riscatto con atto di amore e speranza nel futuro. Scrittura agevole che cattura sapientemente il lettore trascinandolo nei meandri dei sentimenti primordiali».

mercoledì 10 febbraio 2021

“Verso Timimoun 'La Rossa'. Cronaca di un viaggio in Algeria” di Sophia Mazzeo (Leggere:tutti 15 gennaio 2021)

 


Il libro “Verso Timimoun 'La Rossa'. Cronaca di un viaggio in Algeria”, è un libro pubblicato da La Zisa nel gennaio 2021

di Sophia Mazzeo

L’autore del libro, nonché anche l’illustratore e scrittore emergente, è Pietro Nastasi e questo è il suo primo libro, all’interno del quale narra le esperienze vissute nei suoi viaggi, le sue sensazioni e i suoi pensieri; potremmo infatti considerarlo come un vero e proprio diario di viaggio.

Pietro Nastasi ha sempre sognato i suoi viaggi già dall’adolescenza e crescendo ha mostrato un interesse per le diverse culture del Mondo; ma è grazie alle esperienze road trip che si scopre appassionato della cultura sahariana e di fotografia.

E’ proprio dalla sua curiosità e da questo interesse per l’Africa che nascono i suoi viaggi; e inevitabilmente, proprio da questi viaggi, nasce il suo desiderio di raccontare ciò che sente, ciò che prova, e di descrivere a parole ciò che i suoi occhi vedono con stupore e meraviglia.

In questo suo libro, Pietro Nastasi racconta il suo ennesimo viaggio in Africa, descrivendo con passione la sua esperienza di viaggiatore tra oasi e infinite sabbie del Sahara, esperienza che gli permette di entrare in contatto con altre realtà locali e altri popoli, che vivono in luoghi molto spesso non raggiungibili dalla maggior parte degli esseri umani, e con tradizioni e abitudini decisamente diverse. E’ viaggiando attraverso Tunisia, Algeria e Libia che l’autore coglie ogni singolo dettaglio, in ogni singolo luogo e in ogni singolo momento, narrando dei lunghi tragitti percorsi con le jeep e delle varie difficoltà affrontate; descrivendo con minuziosi dettagli le dune del Sahara e le notti stellate, i tramonti ogni giorno diversi, le tempeste di sabbia, il rito del tè, l’ospitalità mai negata; parlando di un popolo che si accontenta di quello che ha e che davvero riesce ad essere felice con poco, affermazione che trova il suo punto di forza nella frase: “abbiamo regalato quattro penne al ragazzo, da queste parti sembra sempre essere un regalo graditissimo”.

Pietro Nastasi, Verso Timimoun, “La Rossa”. Cronaca di un viaggio in Algeria, La Zisa, 2020

venerdì 5 febbraio 2021

"Non scordiamo gli eroi dei diritti dei lavoratori". Pietro Scaglione intervista Dino Paternostro

Su Famiglia Cristiana di questa settimana (7 febbraio 2021) Pietro Scaglione intervista il nostro Dino Paternostro a proposito del volume, da poco pubblicato dalle Edizioni La Zisa, "La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia (1893-1966)".

Il libro: Dino Paternostro, “La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia (1893-1966)”, Edizioni La Zisa, pp. 336, euro 24,90

 

In Sicilia, dall’Unità d’Italia alla metà degli anni Sessanta del ‘900, si è consumata “la strage più lunga” della nostra storia. Una strage “al rallentatore”, potremmo definirla, snodatasi nel corso di un secolo, il cui “filo rosso” è dato dalla pervicace volontà con cui mafia, agrari e “pezzi” di politica han no colpito il movimento contadino e bracciantile, guidato dal sindacato, che coraggiosamente rivendicava lavoro, diritti, libertà. Sono tanti i caduti di questa lunga strage, la maggior parte dimenticati. Questo libro recupera le loro storie e i loro volti, rendendo a tutti almeno la giustizia della memoria. Raccolti in questo “calendario”, voluto fortemente dalla Camera del lavoro di Palermo e dalla Cgil siciliana, ci sono i nomi dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia. Di questi personaggi Dino Paternostro racconta le storie, così come emergono dagli archivi dello Stato e dagli archivi privati, dai documenti pubblici e privati, dai giornali e dalle interviste dei familiari. Le verità che emergono consentono una lettura aggiornata della nostra storia e del ruolo importante del sindacato e dei suoi dirigenti che, a pugni nudi, hanno lottato contro la mafia e per la costruzione di una Sicilia del lavoro, libera, giusta, civile e democratica.

 

DINO PATERNOSTRO, laureato in Filosofia, per anni segretario della Camera del lavoro “Placido Rizzotto” di Corleone, è oggi responsabile del dipartimento legalità della Cgil di Palermo. Giornalista pubblicista, dirige dal 1989 il giornale (adesso online) “Città Nuove Corleone” (cittanuove-corleone.net). Ha scritto diversi saggi storici, tra cui Placido Rizzotto e le lotte popolari a Corleone (Palermo, 1992), Corleone, l’antimafia sconosciuta 1893-1993 (Palermo, 1994), Antologia di un’epopea contadina (Palermo, 2011), Placido Rizzotto. I funerali di Stato (Palermo, 2016), Pio La Torre e la Cgil. L’impegno sindacale a Palermo e in Sicilia (Roma, 2018).

 

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus

martedì 2 febbraio 2021

Corso base online di lingua e cultura araba “Salam!”

 

L’arabo è non solo la lingua di quasi 2 miliardi di musulmani, ma è anche una delle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite ed è parlata da più di 400 milioni di persone. Insomma, la quarta lingua più parlata del mondo. Una lingua sempre più necessaria anche nell’ambito lavorativo.

Per questi motivi le Edizioni La Zisa, insieme all’associazione La Tenda di Abramo – culture e religioni in dialogo, hanno deciso di organizzare un corso base di lingua e cultura araba che avrà luogo a partire da venerdì 26 febbraio (dalle ore 18,00 alle ore 20,00) e che avrà la durata di 10 ore (2 ore a settimana per cinque incontri, sempre il venerdì) in modalità online utilizzando la piattaforma Google Meet.

Le lezioni saranno tenute da un insegnante qualificato madrelingua araba. Laureato in lingue straniere e traduzioni presso l’Università degli studi di Tunisi, risiede da diversi anni in Italia dove conduce da molto tempo corsi di lingua araba a diversi livelli.

Il costo è di soli 90 euro. A richiesta, al termine del corso verrà rilasciato un attestato.


Per informazioni e iscrizioni: tel. 091 5509295; cell. 327 9053186 o scrivere a: ass.latendadiabramo@gmail.com


Lezione 1:

 

- Alfabeto: ء،ا،ب،ت،و،ي،ث

- Vocali brevi e vocali lunghe, skun e shiadda (raddoppio).

- Argomento grammatica: "AL taarif" (l'articolo)

- Argomento culturale: I saluti e alcuni termini più popolari in arabo.

 

Lezione 2:

 

- Alfabeto: ج،ح،خ،د،ذ

- Argomento grammatica: Pronomi personali isolati e suffissi.

- Argomento culturale: La cucina araba (cibo, bevande e dolci tipici)

 

Lezione 3:

 

- Alfabeto:ر،ز،س،ش،ص،ض

- Argomento grammatica: Gli interrogativi, domande e risposte.

- Argomento culturale: Il matrimonio tradizionale.

 

Lezione 4:

 

- Alfabeto:ط،ظ،ع،غ،ف،ق

- Argomento grammatica: Le preposizioni.

- Argomento culturale: l'Islam, religione e cultura

 

Lezione 5:

 

- Alfabeto:ك،ل،م،ن،ه،و،ي

- Argomento grammatica: I dimostrativi e i luoghi (sopra, sotto, davanti, dietro, accanto.)

- Argomento culturale: La società (alcune usanze, rapporti famigliari, la donna.)

 

 




martedì 5 gennaio 2021

L'avvincente narrazione di un viaggio in Algeria nel libro di Pietro Nastasi



Pietro Nastasi, «Verso Verso Timimoun,“La rossa”. Cronaca di un viaggio in Algeria», con foto dell’autore, Edizioni La Zisa, pp. 72, euro 12,00 (Isbn 978-88-319-9074-5)

 

Chi ha conosciuto il Deserto non può più farne a meno. È un luogo magico, che conquista fin dal primo istante e che rimane dentro per sempre. Lo so bene, io che ne ho attraversati sette da sola, e lo sa bene anche l’autore Pietro Nastasi che descrive con passione la sua esperienza di viaggiatore tra oasi e sabbie del Sahara, un percorso che lo porta a contatto con le realtà locali e con la storia e le tradizioni di popoli, che da sempre abitano luoghi inaccessibili per la maggior parte degli esseri umani. 

Eccolo viaggiare attraverso la Tunisia, l’Algeria, la Libia, percorrere con le jeep recenti e antiche piste alla scoperta di luoghi indimenticabili ma soprattutto alla scoperta della propria anima, come sempre succede a chi viaggia nel Deserto. Tra dune mozzafiato e notti stellate, tra il sole implacabile, che solo le tempeste di sabbia riescono a smorzare, Pietro Nastasi racconta il suo viaggio, con semplicità, senza trascurare i dettagli che ben descrivono i ritmi quotidiani là dove il tempo e lo spazio sembrano quasi irreali. Il rito del tè, l’ospitalità mai ostentata, i silenzi pieni di pensieri e di gesti, gli sguardi profondi di chi conosce e sa accettare le regole di una vita essenziale. 

Viene subito voglia di partire, di ritrovare colori, sapori ed emozioni che solo la sabbia sa regalare. “Ciò che il Deserto vuole è del Deserto” recita un antico proverbio Tuareg. E così deve essere, se si vuole davvero comprenderlo ed amarlo.

(Carlo Perrotti)

 

PIETRO NASTASI nasce nel 1975 a Castelvetrano, un piccolo paese della Sicilia. Sogna i suoi viaggi già dall’adolescenza e raggiunta la matura età si scopre interessato e incuriosito dalle diverse culture del Mondo, ma è grazie alle esperienze road trip che si scopre appassionato della cultura sahariana e di fotografia. Le sue esperienze in Africa sono continuate negli anni, spesso in compagnia anche del padre; ha partecipato in veste di pilota a diverse gare automobilistiche di orienteering con buoni piazzamenti che gli hanno consentito di approfondire sul campo le tracce storiche delle vecchie vie carovaniere. Decide di scrivere il primo libro per raccontare le esperienze vissute durante questi viaggi ma narra anche delle sue sensazioni, dei suoi pensieri che corrono uno dopo l’altro, quasi confondendosi tra loro nell’immensità delle serate trascorse nel deserto. Colpito già da ragazzo dalla malattia del “Mal d’Africa”, ha letto di avventure, di storie, di romanzi ambientati in Africa e mai si è stancato di conoscere e esplorare questa cultura.

 

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus

 

lunedì 16 novembre 2020

Novità in libreria: Dino Paternostro, “La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia (1893-1966)”, Edizioni La Zisa, pp. 336, euro 24,90


In Sicilia, dall’Unità d’Italia alla metà degli anni Sessanta del ‘900, si è consumata “la strage più lunga” della nostra storia. Una strage “al rallentatore”, potremmo definirla, snodatasi nel corso di un secolo, il cui “filo rosso” è dato dalla pervicace volontà con cui mafia, agrari e “pezzi” di politica han no colpito il movimento contadino e bracciantile, guidato dal sindacato, che coraggiosamente rivendicava lavoro, diritti, libertà. Sono tanti i caduti di questa lunga strage, la maggior parte dimenticati. Questo libro recupera le loro storie e i loro volti, rendendo a tutti almeno la giustizia della memoria. Raccolti in questo “calendario”, voluto fortemente dalla Camera del lavoro di Palermo e dalla Cgil siciliana, ci sono i nomi dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia. Di questi personaggi Dino Paternostro racconta le storie, così come emergono dagli archivi dello Stato e dagli archivi privati, dai documenti pubblici e privati, dai giornali e dalle interviste dei familiari. Le verità che emergono consentono una lettura aggiornata della nostra storia e del ruolo importante del sindacato e dei suoi dirigenti che, a pugni nudi, hanno lottato contro la mafia e per la costruzione di una Sicilia del lavoro, libera, giusta, civile e democratica.

 

DINO PATERNOSTRO, laureato in Filosofia, per anni segretario della Camera del lavoro “Placido Rizzotto” di Corleone, è oggi responsabile del dipartimento legalità della Cgil di Palermo. Giornalista pubblicista, dirige dal 1989 il giornale (adesso online) “Città Nuove Corleone” (cittanuove-corleone.net). Ha scritto diversi saggi storici, tra cui Placido Rizzotto e le lotte popolari a Corleone (Palermo, 1992), Corleone, l’antimafia sconosciuta 1893-1993 (Palermo, 1994), Antologia di un’epopea contadina (Palermo, 2011), Placido Rizzotto. I funerali di Stato (Palermo, 2016), Pio La Torre e la Cgil. L’impegno sindacale a Palermo e in Sicilia (Roma, 2018).

 

 Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus 

lunedì 19 ottobre 2020

Arriva in libreria il romanzo storico di Vincenzo Crosio, “Storia di Eleonora de Esneider e del suo giovane amante Carlos de Oliviera”, Edizioni La Zisa, pp. 160, 13,90 € (ISBN: 978-88-319-9067-7)

 


Come un vero capitano, l’Autore conduce con vigore e sagacia lungo un suggestivo e avvincente viaggio fantastico nella Storia europea e americana di inizio Novecento. Avventure, amori, passioni si intessono in un excursus narrativo che ravviva, commuove, scava e riempie l’anima. Con ritmi intensi e imprevedibili. Eleonora, Carlos, Oscar, Re e Governatori animano un’epoca ormai remota che, tuttavia, attualizzano dinamiche sociali contraddittorie e mai risolte, inquietudini e ingiustizie della condizione umana sempre vive. La vita stessa è una continua e ardua lotta, ma i personaggi non la vivono affatto pavidamente sfiorandola o ignorandola! Con ardore, ne percorrono i sentieri tortuosi e l’impregnano di sentimenti e valori profondi, curandosi di «elaborare un’altra ragione e un altro tempo» per gustarne il fascino e il mistero, renderla veramente più umana e autentica. Un invito a condividere la necessità di saper «guardare l’altro e la natura in modo incantato».

 

VINCENZO CROSIO, è nato a Napoli il 2-2-1950. Si è occupato di letteratura, di epistemologia semantica con Salomon Rauchenberg e Paul Davies; è pèoeta, scrittore, saggista. Ha scritto Ferlinghetti bar Ælia Lælia; Napoli narrata per Agalev, Rap poesia e comunicazione sempre per Agalev; Guardando le luci che scorrono come in un quadro di Hopper. Poems songs, blues and ballads, Ed. alla Biblioteca; Il Koan del Ramo spezzato; Storia e civiltà dei Campi flegrei e della Campania antica, Vulcano wordpress. Con Mascia Marini, Vera d’Atri, Erri De Luca, Habib Tiwuoni e la “No war band” ha fatto parte del coordinamento nazionale e poi internazionale di “Poets against the war”. È stato Redattore del Seminario teologico/politico di Fudenji, Salsomaggiore, redattore della rivista Scienze e ricerche. Ha in preparazione per le Edizioni della Biblioteca la sua ultima raccolta di poetica Idilli, bozzetti per una cartografia semantica del nuovo mondo. Attiva Jazz Poetry e reading nei luoghi aperti del pensiero libero e sociale.

 

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus.

venerdì 18 settembre 2020

Lo storico Michele Vilardo racconta la vita, la spiritualità e l’impegno sociale del vescovo mons. Nicolò Maria Audino

 


Michele Vilardo

Sua Ecc. Rev.ma Mons. Nicolò Maria Audino da Vallelunga Pratameno α (1861) a Mazara del Vallo ω (1933).  CATTOLICESIMO SOCIALE, SPIRITUALITÀ EUCARISTICA E MARIANA

Prefazione di don Pietro Pisciotta

Passato e Presente 13

Edizioni La Zisa,

pp. 390 (con illustrazioni a colori)

euro 24,00


In I piaceri di Brancati si legge che «Molte generazioni evitano di abbruttirsi solo perché uno dei loro componenti ha il dovere di ricordare». Questa profonda verità si identifica con le appassionate ricerche che per anni Michele Vilardo ha portato avanti, condensando in queste pagine la storia del “viaggio” spirituale di Nicolò Maria Audino, dal 1861 al 1933.

La culla che vede nascere e accrescere le eccelse virtù sacerdotali del futuro vescovo Audino è la Chiesa nissena, eretta da papa Gregorio XVI il 25 maggio 1844, “in un’area costellata da un clero e laicato aperto alle nuove istanze religioso-sociali e dove per primo emerse il legame con don Luigi Sturzo, amico e confidente delle famiglie Audino e Criscuoli”.

Il momento di più alto significato cattolico è quello che copre i trent’anni di episcopato a Mazara di mons. Audino, incorniciato dall’autore in una brillante sintesi storico-sociale che fa da sfondo ad una storia tutta da ricordare.

 

MICHELE GIUSEPPE VILARDO è nato a Vallelunga Pratameno (Cl) nel 1964. Ha compiuto gli studi liceali a Caltanissetta e ha conseguito il Magistero in Scienze religiose presso la FA.TE.SI. San Giovanni Evangelista di Palermo. È docente presso il Liceo scientifico Santi Savarino di Partinico. Si occupa di studi etno-antropologici e in particolar modo delle forme della pietà popolare in Sicilia, di storia locale ed è appassionato di fotografia. Ha pub­blicato i volumi: "Il lutto e la luce. La Settimana Santa nella Sicilia centro occidentale. Pietà popolare quale teologia del popolo", Arti Grafiche Abbate, dicembre 2016; "Giovanni Castrogiovanni di Vallelunga Pratameno. Un educatore dimenticato del Risorgi­mento italiano" (in collaborazione con la dott.ssa Michela D’Adamo), aprile 2018, Arti Grafiche Abbate; "Ippolito ed Ignazio Santangelo Spoto di Vallelunga Pratameno. Il Fuoco e le Ceneri", gennaio 2019, Arti Grafiche Abbate; "Senza toccu di campani. La Memoria, la Storia, la Nostalgia", giugno 2019, Arti Grafiche Abbate.


Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus

martedì 23 giugno 2020

Arriva in libreria un altro libro di Massimo Boscarino, “Piacevoli contraddizioni. Romanzo”, Edizioni La Zisa, pp. 230, euro 13,90



Piacevoli contraddizioni continua il percorso tormentato e rigenerante di Elia, protagonista dell’ultimo scritto di Massimo Boscarino, Le fermate del piacere. Dentro una terra di “sicilitudine” in lotta costante con la sicilianità sepolta in radici profonde e a volte costretta da una morsa di variopinti impulsi popolari, Elia cresce, rinnova il suo essere incoerente, agisce ed esorcizza il dolore, dentro una cornice di personaggi, deliziosamente interpreti del più ricco panorama delle azioni umane, all’ombra di un maestoso “millicucco”.

MASSIMO BOSCARINO, nasce a Comiso nel 1966. Vive a Ragusa. Noto massaggiatore olistico e scrittore, l’autore riesce, attraverso le sue storie, a tratti immaginarie e fantastiche, a trascinare il lettore in profonde riflessioni esistenziali e spirituali. Le Piacevoli contraddizioni qui raccolte, sono precedute da tre opere: La mia e la tua guarigione, Dissensi Edizioni, maggio 2016 (tradotta in inglese); La fine o l’inizio Esseno, Edizioni Creativa, novembre 2016 (tradotta in inglese); Le fermate del piacere, Edizioni La Zisa, maggio 2019.



venerdì 19 giugno 2020

Presentazione con degustazione di specialità russe. A Palermo sabato 4 luglio si presenta il ricettario di Tatiana Kalinina “Non solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa”, Edizioni La Zisa




Presentazione con degustazione di specialità russe, sabato 4 luglio, alle ore 17,00, presso il “Mix Markt” di piazza Giulio Cesare 38/A, a Palermo. A guidare i lettori in questo saporito viaggio il giornalista e curatore del volume Davide Romano.
Mix Markt fa parte di una catena di supermercati in cui è possibile acquistare prelibatezze dell'Europa orientale, in particolare prodotti alimentari (https://www.mixmarkt.eu/it).


Il libro: Tatiana Kalinina, “Non solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa”, Edizioni La Zisa, pagg. 128, euro 15,00

Non solo caviale! Spesso ci si accosta alla cultura gastronomica di un paese straniero in maniera stereotipata e scontata, per cui Russia a tavola è, quasi sempre, sinonimo di caviale, insalata e vodka. In realtà, le ricette della cucina tradizionale russa, qui presentate – dagli innumerevoli antipasti ai primi come il borsc, ai secondi come la kascia, alla pasticceria con i suoi bliny e i suoi piroghi, fino alle bevande e al rituale del tè –, offrono al lettore una visione molto più ampia di ciò che il cibo rappresenta per i russi.
Non un semplice ricettario, dunque, ma un vero e proprio racconto per far conoscere, a grandi linee, la storia della cucina russa e, allo stesso tempo,  sperimentare le ricette base che spiegano, in modo molto semplice, come preparare alcuni dei piatti tradizionali più amati dai russi. Seguendo il consiglio dell’autrice, è un libro da leggere quasi come un piccolo romanzo, lasciandosi trasportare nel tempo alla scoperta di odori e sapori sconosciuti.

Tatiana Kalinina, nata a San Pietroburgo nel 1975. Dopo la laurea e il dottorato presso l’Università Statale Pedagogica di San Pietroburgo A.I. Herzen, ha insegnato per alcuni anni come docente di scuola elementare e media ed è stata organizzatrice di eventi e programmi culturali a San Pietroburgo. Trasferitasi poi in Italia, ha conseguito la laurea in Scienze per la Comunicazione Internazionale, presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Catania. Vive in Sicilia dal 2004, dove lavora, attualmente, come guida turistica

mercoledì 20 maggio 2020

Le Edizioni La Zisa sostengono la campagna dell’associazione Ibuka Italia per i sopravvissuti del genocidio






Le Edizioni la Zisa hanno deciso di sostenere la campagna lanciata in questi giorni dall’associazione Ibuka Italia per il sostegno ai sopravvissuti del genocidio. “Visto il nostro particolare legame con la comunità ruandese – scrive Davide Romano della casa editrice palermitana -, abbiamo deciso di accogliere e di rilanciare l’appello di Ibuka in questo particolare e difficile momento che, per la comunità ruandese, è però ancora più difficile. Siamo sicuri che i nostri amici sapranno rispondere con la solita generosità”.

“Questa campagna – si legge nel comunicato della organizzazione no profit - è lanciata dall’Associazione Ibuka Italia, che si occupa della memoria del Genocidio dei Tutsi del Rwanda e del sostegno ai sopravvissuti, insieme alle associazioni gemelle in Ruanda, in numerosi Paesi d’Europa e negli Stati Uniti. Proprio in queste settimane si commemora il Genocidio dei Tutsi del Ruanda, che nei cento giorni tra l’aprile e il luglio 1994 costò oltre un milione di morti. Per i sopravvissuti è un periodo di rinnovata angoscia e dolore. Ma a causa dell’emergenza coronavirus, quest’anno molti di loro, impossibilitati a provvedere al proprio fabbisogno, vedono la sopravvivenza nuovamente minacciata”.

“Come nella maggior parte dei Paesi del mondo – spiega -, anche in Ruanda è in vigore un lockdown. Le fonti di sostentamento si interrompono, le reti di solidarietà non riescono a funzionare a dovere. Non possono raggiungere i centri più piccoli, i villaggi. Nelle società più povere della nostra sono giorni molto difficili. In Ruanda i sopravvissuti non sono soli. Ma in questo periodo eccezionale sono spesso isolati e hanno bisogno di noi”.

“Non hanno bisogno di molto – conclude -: con 25 euro possiamo sostenere una famiglia di quattro persone per un mese. Qualunque donazione è gradita. Di seguito le coordinate bancarie per donare: Beneficiario: Ibuka Memoria e Giustizia; IBAN: IT54E0306909606100000149619 ; BIC: BCITITMM; Causale: Covid19.  Chi desidera una ricevuta ai fini fiscali, può contattare Ibuka Italia all'indirizzo e-mail ibuka.italia2015@gmail.com. Rimaniamo a disposizione per qualsiasi domanda in merito. Aiutateci anche condividendo questa campagna con i vostri amici”.

giovedì 19 marzo 2020

“Una vita spirituale in un contesto storico ben preciso” di Pier Giovanni Vivarelli (Riforma, 19 marzo 2020, pag. 4)


L’autobiografia del pastore Giulio Vicentini: una vocazione nell’Italia uscita dalla guerra 

Con il titolo Signore, tu mi hai chiamato per nome – memorie 1932-1960*, la casa editrice palermitana La Zisa dà alle stampe un intenso “diario spirituale” del pastore Giulio Vicentini, scomparso pochi mesi or sono, nell’ottobre 2019. Introdotto da una bella prefazione di Paolo Ricca, che sottolinea la sostanziale continuità del percorso vocazionale dell'autore, il volume è composto da tre capitoli, scritti tra l’agosto e il settembre del 1994, anno della sua emeritazione. Nella migliore tradizione evangelica del Sola Scriptura, ognuno di questi capitoli trae ispirazione anche dai versetti biblici suggeriti dalle Losungen di alcune domeniche di quel periodo.

Primo di una numerosa famiglia contadina, Giulio Vicentini nasce nel 1924 a Lonigo, in provincia di Vicenza (nomen omen), nel Veneto rurale (e “cattolicissimo”) di inizio secolo. Fin dalla più tenera età, rimane profondamente colpito dalle predicazioni di alcuni religiosi della sua zona e ben presto esprime ai suoi genitori la vocazione a seguire le loro orme. Nel ’35 entrerà dunque come “fratino” nel collegio dei frati minori francescani del suo paese. Sarà l’inizio di tutto per il piccolo Giulio, che amerà fin da subito l’idea di povertà evangelica.

La vita e lo studio proseguiranno quindi per diversi anni, con la loro rassicurante, seppur rigida, regolarità, fino al noviziato nel ’39, anno nel quale il suo nome di battesimo viene sostituito con il nome di Ulderico e che si concluse con il pronunciamento dei voti cosiddetti “semplici”. Fra’ Ulderico, nella sua felicemente ingenua, ma genuina, innocenza giovanile, continuerà dunque il suo percorso formativo prima a Gemona e poi a Padova, appena sfiorato dai tragici eventi che al di fuori delle mura conventuali sconvolgono il mondo intero. Anche l’Italia è in guerra, ma le uniche difficoltà per fra’ Ulderico sono di natura alimentare, niente e nessuno riesce a scalfire la coscienza evangelica e il generico patriottismo del giovane religioso, che prosegue i suoi studi a Venezia fino al ’48. Ma il ’48 segna anche il suo definitivo (o almeno tale sarebbe dovuto essere) ingresso nel clero cattolico-romano, con l’ordinazione al sacerdozio, motivo di grande orgoglio per tutta la sua famiglia. Trasferito a Roma, nel pontificio Ateneo Antoniano, i suoi studi teologici si fecero sempre più intensi e generalmente apprezzati.

Pochi anni dopo però, dal 51 circa, si affacciano i primi dubbi a tormentare l’anima del giovane sacerdote: la scoperta dell’eccidio delle Fosse Ardeatine e degli orrori nazifascisti in generale, alcune questioni di “coscienza sacerdotale” legate alla confessione auricolare di alcuni (e alcune) fedeli, a cui si aggiunsero la conoscenza di alcune forme di devozione popolare (molto prossime all’idolatria) che egli incontrerà in alcuni suoi viaggi in Calabria e infine l’ingerenza in politica dell’establishment cattolico del dopoguerra. Tutto ciò comincia a minare le “fondamenta spirituali” del sacerdote Ulderico (frattanto tornato a Venezia), sempre alla ricerca della libertà cristiana e della coerenza evangelica, che lo stesso Vicentini riassume in una (apparentemente) semplice domanda: “«Cristo dov’è?» (p. 107).

In una domenica del ’55 sarà proprio questa indifferibile domanda a condurlo a fissare un appuntamento con l’allora pastore della chiesa valdese di Venezia, Liborio Naso. Un incontro che gli cambierà la vita per sempre. «I capisaldi della Riforma (solo Cristo, sola Grazia, sola Scrittura) presero ad ancorarsi presto al fondo di me stesso, tanto che ebbi ripulsa a continuare a dire messa e a confessare […] Non sopportavo più di ingannarmi e di ingannare» (p.109). Vicentini giunge quindi a una drastica e radicale scelta, una sorta di salto nel buio (ma con Cristo a fungere da “rete di protezione”): ecco dunque la sua rocambolesca fuga (quasi un’evasione) dal convento dove viveva, la fraterna ospitalità ricevuta da tutta la famiglia del pastore Naso, il suo primo impatto con il mondo evangelico al Centro Ecumene di Velletri, che contribuirà a costruire e dove incontrerà la sua futura moglie Evangelina, a cui seguiranno gli studi a Roma nella Facoltà valdese di Teologia e la consacrazione a pastore nel 1960.

Questa autobiografia non si limita solo all’aspetto spirituale della vicenda umana di Giulio/Ulderico Vicentini, ma ha il grande merito di inserire questa vicenda all’interno di un più ampio affresco storico e sociale. Un libro “orgogliosamente umile”, così come lo furono le vite e le opere di Francesco d’Assisi e Valdo da Lione, e che rappresenta un’ulteriore, preziosa testimonianza della vocazione alla vita nella fede in Cristo. Una vocazione che Dio, nel suo infinito amore, può donare a ciascuno e ciascuna di noi chiamandoci per nome (Giulio, Ulderico o altro, poco importa), una vocazione capace di stravolgere la vita di chiunque trovi il coraggio di accogliere la libertà che viene dall’Evangelo.

* G. Vicentini, Signore, tu mi hai chiamato per nome – memorie 1932-1960. Palermo, La Zisa, 2020, pp. 136. 


martedì 11 febbraio 2020

Palermo 26 marzo, Alla chiesa anglicana si presenta “L’Apologia dell’Islam” di Laura Veccia Vaglieri



Sebbene di Islam si parli sempre più spesso, il più delle volte associandolo al fenomeno del terrorismo o della condizione femminile, la conoscenza di quello che è - insieme al Cristianesimo e all’Ebraismo - uno dei tre grandi monoteismi, è davvero assai nebulosa, per utilizzare un eufemismo.

Per rimediare a questa situazione le Edizioni La Zisa hanno da poco rimandato in libreria un prezioso testo della nota arabista e islamista Laura Vecchia Vaglieri, “Apologia dell’Islamismo”, che sarà presentato giovedì 26 marzo, alle ore 17,00, presso la chiesa anglicana “Santa Croce” di via Mariano Stabile 118b (angolo via Roma), a Palermo.

Insieme al vicario della comunità anglicana della città, padre Russell Ruffino,  interverranno: l’imam Ahmad Francesco Macaluso del Coreis (Comunità Religiosa Islamica Italiana), il domenicano padre Marcello Di Tora, docente di Storia e teologia delle religioni alla Facoltà teologica di Sicilia; Adham Darawsha, assessore alla cultura del Comune di Palermo; ed Emna Nefzi, docente di lingua araba presso l’Università di Palermo. Modererà l’incontro Davide Romano, giornalista e responsabile della Chiesa protestante unita “Koinonia” di Palermo.

L’iniziativa è organizzata dall’associazione culturale La tenda di Abramo – Culture e religioni in dialogo,  dalla Chiesa anglicana “Holy cross” di Palermo e dalla Chiesa protestante unita “Koinonia” di Palermo.

venerdì 24 gennaio 2020

In libreria: Concetta Maria Risplendente, “Parola (in)attesa. Poesie”, Edizioni La Zisa, pp. 60, euro 9,90




In Parola (in)attesa recuperiamo, sin dal titolo, un’immagine che si sovrappone a se stessa per significati e significanti ma senza coincidere perfettamente con il suo messaggio ultimo. Forse perché non esiste un messaggio che sia ultimo e univoco, piuttosto una raccolta di quaranta e più immagini che fanno da eco alla Natura, a quella umana, e al suo agire spesso malefico sull’universo tutto. Che sia l’uomo l’attante di un processo in costante degenerazione spirituale e di coscienza, o il contesto sociale da lui stesso creato, importa poco; ciò che invece raccogliamo in mezzo alle parole, mai stanche, dell’autrice è la preziosa e necessaria spinta all’agire senza troppo attendere. In verità l’inattesa azione (malvagia) prima o poi si manifesta ma la si potrebbe affrontare nell’attesa di un silenzio divino, quindi aperto, limpido e onesto che parli alle coscienze, superando il dolore e trovando la forza verso il cambiamento.

CONCETTA MARIA RISPLENDENTE, è nata a Caltanissetta il 20 settembre del 1962. Dopo aver conseguito la laurea in Lettere moderne presso l’Università di Palermo, vincitrice di concorso, ha subito intrapreso la professione di docente.
Segnalata come voce poetica emergente in Storia della Letteratura italiana. Il Secondo Novecento, vol. III, G. Miano Editore, Milano, 2004, i suoi versi sono stati pubblicati nelle antologie Premio pagine di poesia. Seconda edizione, 2001 e In punta di penna, 2004, a cura della casa editrice Pagine di Roma, e in riviste letterarie tra le quali FOLIVM, n.VI 2, anno 2004, Miscellanea di Scienze Umane, dell’Accademia in Europa di Studi Superiori ARTECOM-onlus, Roma. Nel II e IV Premio Internazionale Salvatore Quasimodo alcune poesie di Risplendente sono state inserite nelle antologie corrispondenti. La scrittrice è annoverata tra le voci poetiche nel Dizionario dei poeti, a cura di R. Venturiello e A. Scavo, 2006, casa editrice Pagine, e nell’Enciclopedia dei Poeti contemporanei italiani, 2017, edita da Aletti Editore. È presente, tra l’altro, nella Mappa sonora poetica mondiale creata dalla scrittrice Giovanna Iorio e inserita nel sito internet Poetry Sound Library, che raccoglie versi in forma di audio recitati dagli autori stessi, poeti famosi e meno conosciuti. Una sua poesia a tema religioso è stata inserita nel volume collettaneo pubblicato dalla casa editrice La Zisa di Palermo, in seguito al concorso Poesie per Dio, quasi una preghiera. Recentemente, nel giugno 2019, le è stato conferito il “Premio Città di New York”, Assegnato Esclusivamente per Merito da La Chimera Arte contemporanea di Lecce.



martedì 21 gennaio 2020

Un insolito approccio all’opera del Manzoni: Matteo Brunelli, “I luoghi del potere nei Promessi sposi”, Edizioni La Zisa, pp. 238, euro 13,90




Con I luoghi del potere nei Promessi sposi, Matteo Brunelli fa un’attenta analisi di come tali luoghi abbiano agito e modificato la vicenda originale. Tutti coloro che li attraversano e li vivono, li sfruttano in modi differenti a seconda della loro origine, del proprio punto di vista e di quel modo di essere parte del mondo e della società in cui sono storicamente immersi. Senza tali luoghi molti eventi non si sarebbero potuti sviluppare oppure, se anche solamente una delle loro caratteristiche fosse stata diversa, avrebbero avuto un corso totalmente dissimile da quello conosciuto.

MATTEO BRUNELLI, nato nel 1994 a Manerbio, ha conseguito le lauree in Lettere Moderne e in Filologia e Critica Letteraria presso l’Università degli studi di Trento. Appassionato di sport e di montagna, è Maestro di Sci di Fondo, Accompagnatore di Media Montagna e Istruttore Federale di Nordic Walking.

Parte del ricavato della vendita del presente volume sarà destinato ai progetti dell’Associazione INSHUTI Italia-Rwanda onlus