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giovedì 26 marzo 2015

Quel papa politico che fece crollare l’Urss



“LA SPALLATA FINALE. Giovanni Paolo II e la Guerra Fredda” di Paola Bergonzoni


La storia, secondo Marc Bloch, è sempre “storia di uomini”. È facendo tesoro di questo pensiero che Paola Bergonzoni, giornalista, sociologa e criminologa, ha ricostruito in questo libro una parte centrale della vita di papa Giovanni Paolo II, ma soprattutto dell’uomo Karol Wojtyla: il suo ruolo nella fine della Guerra fredda e nel crollo del regime sovietico.

Di Karol Wojtyla, proclamato santo da papa Francesco il 27 aprile 2014, è stato detto e scritto tanto. Ma in “La spallata finale”, l’autrice, utilizzando il taglio tipico del giornalismo investigativo e lo stile della cronista, punta i riflettori su un aspetto particolare della vita del papa polacco: la sua azione “politica”, quell’azione che gli ha conferito un ruolo da protagonista all’interno dello scontro tra Est e Ovest, una “par-tita a scacchi” fra Usa e Urss lunga più di quarant’anni e finita con il crollo del muro di Berlino.

Papa Wojtyla è stato l’uomo che ha dato la “spallata finale” all’Urss, la spallata che ha fatto crollare il già traballante impero sovietico. Paola Bergonzoni, dopo aver esplorato il momento storico e l’uomo, evidenzia ogni mossa giocata da Wojtyla attraverso una ricerca inedita: “investiga” nelle pieghe dei reportage di grandi quotidiani italiani sui viaggi europei del papa dal 1979 al 1989, l’anno del crollo del muro. Dalle inchieste dell’epoca, che registravano “a caldo” non solo che cosa facesse e dicesse il papa polacco, ma anche le risposte che arrivavano dalla folla e dalle istituzioni, emerge chiaro quale fosse l’obiettivo di Wojtyla: affondare i leader di oltre cortina, scardinare l’ordine di Yalta e arrivare a un’Europa unitaria e compatta “dall’Atlantico agli Urali”.

In questo percorso l’autrice, inserendosi in un filone storiografico illuminato da importanti studi – tra gli altri di Melloni, Morozzo della Rocca, Riccardi –, apre archivi, memorie e ricordi, mostrando come la dimensione politica del papa non debba mai essere disgiunta da quella culturale e religiosa. E mostra anche come Giovanni Paolo II fosse certamente uno statista ma, nel contempo, anche e sempre un uomo di Chiesa, quindi mai definibile con toni semplicistici, o attraverso etichette di progressista o conservatore: una tentazione a cui stampa e storiografia non hanno quasi mai saputo resistere.


Paola Bergonzoni è nata a Bologna nel 1960. Giornalista professionista, dal 1987 al 1999 e dal 2004 al 2010 ha lavorato a «il Resto del Carlino» dove si è occupata di cronaca politica e di cronaca nera, seguendo anche fatti di rilevanza nazionale come i delitti della Uno bianca. Si è laureata con lode in Sociologia e Scienze criminologiche all’Università di Bologna, con una tesi in Storia contemporanea sul ruolo di Giovanni Paolo II nella fine della Guerra fredda. Dalla tesi, rivista nella scrittura e ampliata nelle fonti, è nato questo libro.



Paola Bergonzoni, “La spallata finale. Giovanni Paolo II e la Guerra Fredda”, Edizioni La Zisa pp. 160, euro 12,00


giovedì 5 febbraio 2015

La denuncia dell’editore: «Le librerie boicottano il libro di Sante Sguotti»



ABANO TERME. Il libro dell’ex parroco di Monterosso Sante Sguotti “Preti pedofili si diventa. Pedofilia e celibato nella Chiesa di Papa Francesco”, rischia di non arrivare nelle librerie del Triveneto


ABANO TERME. Il libro dell’ex parroco di Monterosso Sante Sguotti “Preti pedofili si diventa. Pedofilia e celibato nella Chiesa di Papa Francesco”, rischia di non arrivare nelle librerie del Triveneto. Il perché lo spiega l’editore siciliano Davide Romano responsabile della casa editrice Zisa di Palermo che ha accettato di stampare il volume scritto dell’ex sacerdote che parla della pedofilia nella Chiesa. «Temiamo che sia in atto nel Triveneto e a Padova in particolare un’azione di boicottaggio nei confronti di quest’opera con la quale l’ex sacerdote mette a nudo una realtà piuttosto scabrosa presente negli ambienti del clero», rivela Romano senza troppi giri di parole. «Lo fanno pensare i segnali che ci arrivano da alcuni operatori del Triveneto che si rifiuterebbero di distribuire il volume. È un fatto grave, per certi versi incomprensibile, anche se sappiamo che la Chiesa veneta ha un enorme potere».

La casa editrice Zisa di Palermo si contraddistingue per pubblicazioni su problematiche scomode, come appunto la pedofilia nella Chiesa e le tematiche legate alla mafia. Il libro di Sante Sguotti, il secondo dell’ex prete dopo “Il mio amore non è peccato”, ha trovato subito il consenso dell’editore”. «Con Sante Sguotti ci siamo conosciuti all’epoca della sua diatriba con la Curia padovana», aggiunge Romano. «Lo ritengo una persona seria e intelligente che combatte con grande impegno per tentare di risolvere, lui che li ha vissuti da dentro, i problemi che affliggono il clero. Come casa editrice siamo una piccola realtà e non abbiamo la forza di andare contro i cosiddetti poteri forti. Una cosa è certa: in Sicilia e nella maggior parte delle regioni italiane finora non abbiamo avuto quei segnali di rifiuto nei confronti di una pubblicazione che può sembrare scomoda ma che rivela la realtà raccontata da un ex prete».(g.b., “il mattino di Padova, 4 febbraio 2015)

http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/02/04/news/le-librerie-boicottano-il-libro-di-sante-sguotti-1.10799750?ref=search

mercoledì 4 febbraio 2015




"Pubblicato il secondo libro del sacerdote ridotto allo stato laicale: denuncia la durezza utilizzata solo con i preti sposati" di Gianni Biasetto (“Il mattino di Padova”, 3 febbraio 2015)

«Un atto di coscienza». Sante Sguotti, ex parroco di Monterosso, reso allo stato laicale dalla Santa Sede a seguito della scelta maturata nell 2007 di farsi una famiglia con una parrocchiana dalla quale ha avuto un figlio, definisce così il suo secondo lavoro editoriale dal titolo: “Prete pedofilo si diventa. Pedofilia e celibato nella Chiesa di Papa Francesco”. Un libro di 224 pagine finito di stampare giovedì scorso dalle edizioni La Zisa di Palermo (prezzo di copertina 16 euro).
«Questo libro doveva uscire prima de “Il mio amore non è peccato”, solo che la Mondadori nel 2007 ha preferito pubblicare un libro sulla mia esperienza di vita di quel momento, in cui comunque avevo messo in risalto sia il problema della pedofilia nella Chiesa che l’obbligo al celibato da cui la pedofilia a mio avviso deriva. Del problema dei preti pedofili ho cominciato a interessarmi dopo lo scandalo scoppiato in America».

Vuole dire che la piaga della pedofilia nel clero è figlia dell’obbligo imposto dalla Chiesa cattolica ai propri ministri di non prendere moglie? 

«I preti sono messi in condizione di diventare pedofili, questa è l’amara realtà. I due fenomeni, quello del divieto di sposarsi e della pedofilia sono strettamente legati tra loro».

A chi le chiede chi è il prete pedofilo, lei risponde che è il miglior prete che si possa immaginare. Cosa vuole dire con questa affermazione così forte?

«Che per la gente che non lo sa il prete pedofilo è una persona insospettabile, bravo a parlare e intessere relazioni con tutti. Insomma il miglior prete che si può immaginare».

Parliamo del suo secondo libro. Perché ha scelto una casa editrice siciliana?

«Al Nord non ho trovato nessuno disposto a pubblicarlo. Temo che succeda perché c’è il timore di mettersi contro i poteri forti su un tema scottante, come quello della pedofilia nel clero. In questo caso, è chiaro, non ci si vuole mettere contro la Chiesa. Ho saputo che la casa editrice La Zisa in passato aveva pubblicato un altro libro su questo tema e l’ho contattata. Dopo aver letto la bozza mi hanno risposto che erano interessati. Le difficoltà però non sono finite. Ora che il libro è pronto, mi è giunta voce che alcuni distributori del Nord si sono rifiutati di proporlo alle librerie. Il problema non è ancora risolto».

Lei dice che si tratta per la maggior parte di un’opera autobiografica. Significa che riporta episodi di pedofilia di alcuni suoi confratelli vissuti in seminario o quand’era parroco a Monterosso?

«Riporto articoli di giornale che evidenziano il problema ma anche esperienze personali. Fatti successi anche nella Chiesa padovana negli anni in cui ero parroco. Racconto anche di confidenze che mi sono state fatte da sacerdoti della Diocesi di Padova che hanno vissuti momenti tremendi a causa di questa piaga».

Per la prefazione del libro ha scelto un prete famoso, uno battagliero come lei sulla problematica della pedofilia nella chiesa.

«Si, don Franco Barbero, un prete di Pinerolo che si trova nelle mie stesse condizioni per aver combattuto contro questa “Chiesa delle ipocrisie”, dimostrando con i fatti che un parroco con moglie può dedicarsi alla vita pastorale con efficacia. Lui ha fondato una sua chiesa e lavora per portare avanti questa causa».

Oggi Papa Francesco è sulla sua stessa linea, ha dichiarato che i pedofili vanno condannati senza se e senza ma. Pensa riesca questo Papa che si è dimostrato sensibile nei confronti delle vittime dei preti pedofili a cambiare le cose all’interno della Chiesa?

«Finora ho sentito solo proclami. Almeno sta facendo emergere il problema e sta scuotendo le coscienze. Temo che non arriverà a cambiare le cose, perché si trova anche lui con le mani legate da un sistema che ha difficoltà a rinnovarsi».


http://mattinopadova.gelocal.it/padova/cronaca/2015/02/03/news/sante-sguotti-e-la-pedofilia-nella-chiesa-1.10794117?ref=search

martedì 3 febbraio 2015

Celibato e pedofilia, torna don Sante con un libro scandalo



L'ex prete di Monterosso che ebbe un figlio e si innamorò di una donna scrive un secondo libro con pesanti accuse alla "Chiesa delle ipocrisie"

(Il Mattino di Padova, 02 febbraio 2015)

PADOVA. Un libro che non mancherà di far discutere. Perché affronta argomenti "scottanti" come pedofilia e celibato nella chiesa. Ma soprattutto perché scritto da uno dei protagonisti della storia che alcuni anni fa sconvolse la piccola comunità di Monterosso, vicino a Abano: don Sante Sguotti, il prete che si innamorò di una donna ed ebbe un figlio. Per questo fu ridotto allo stato laicale.
Don Sante, fin dai primi anni di seminario, si è sempre distinto per le sue posizioni critiche e ha così intrapreso un percorso di smarcamento dalla «Chiesa delle ipocrisie», dimostrando nei fatti che un parroco con moglie e figlio può dedicarsi alla vita pastorale con più intensità, passione, tempo, efficacia e maturità spirituale di tantissimi suoi confratelli obbligati al celibato.
Nel suo primo libro, “Il mio amore non è peccato” (Mondadori, 2007), l’autore ha messo nero su bianco la propria esperienza di vita portando sotto i riflettori una battaglia personale che continua ancora oggi. Il celibato obbligatorio per i prelati e la piaga della pedofilia del clero sono due fenomeni indissolubilmente legati: «Perché maltrattare i preti sposati e proteggere i preti pedofili? Questo è quello che è stato fatto».
Don Sante ne è certo, e in queste pagine esprime un punto di vista unico, cioè quello di un prete che, camminando a fianco della sua gente, raccoglie le confidenze più inconfessabili e getta uno sguardo molto realista sull’affettività-sessualità dei suoi confratelli. Alla domanda «Chi è il prete pedofilo?», don Sante risponde: «Il miglior prete che si possa immaginare».



lunedì 2 febbraio 2015

Un libro coraggioso che farà sicuramente discutere: Don Sante Sguotti, “Prete pedofilo si diventa. Pedofilia e celibato nella Chiesa di Papa Francesco”, prefazione di Don Franco Barbero, Edizioni La Zisa, pp. 224, euro 16,00






Don Sante Sguotti, “Prete pedofilo si diventa. Pedofilia e celibato nella Chiesa di Papa Francesco”, prefazione di Don Franco Barbero, Edizioni La Zisa, pp. 224, euro 16,00

Don Sante, fin dai primi anni di seminario, si è sempre distinto per le sue posizioni critiche e ha così intrapreso un percorso di smarcamento dalla «Chiesa delle ipocrisie», dimostrando nei fatti che un parroco con moglie e figlio può dedicarsi alla vita pastorale con più intensità, passione, tempo, efficacia e maturità spirituale di tantissimi suoi confratelli obbligati al celibato. Nel suo primo libro, “Il mio amore non è peccato” (Mondadori, 2007), l’autore ha messo nero su bianco la propria esperienza di vita portando sotto i riflettori una battaglia personale che continua ancora oggi.
Il celibato obbligatorio per i prelati e la piaga della pedofolia del clero sono due fenomeni indissolubilmente legati: «perché maltrattare i preti sposati e proteggere i preti pedofili? Questo è quello che è stato fatto». Don Sante ne è certo, e in queste pagine esprime un punto di vista unico, cioè quello di un prete che, camminando a fianco della sua gente, raccoglie le confidenze più inconfessabili e getta uno sguardo molto realista sull’affettività-sessualità dei suoi confratelli. Alla domanda «Chi è il prete pedofilo?», don Sante risponde: «Il miglior prete che si possa immaginare».

Sante Sguotti, classe 1966, dagli 11 ai 25 anni ha vissuto nel seminario diocesano di Padova conseguendo il Baccellierato in Teologia, Magna cum laude, nel 1990. Ordinato sacerdote nel 1991, è stato viceparroco in tre parrocchie fino al 1999. Accanto a un’intensa attività pastorale ha fondato e presieduto due associazioni, di notorietà interregionale, contro la tratta e lo sfruttamento a scopo di abuso sessuale. A un passo dal conseguimento della Licenza Docendi in Liturgia Pastorale presso l’Istituto Teologico di Santa Giustina in Padova, nel settembre 1999 è stato nominato parroco di una delle più piccole parrocchie della diocesi di Padova. Con instancabile e costante attività pastorale, ha messo insieme una ventina di gruppi parrocchiali: caritas, canto, liturgia, cultura, sport, attività ricreative, campiscuola in Italia e all’estero, ma soprattutto tanti gruppi di formazione umana, avvalendosi di esperti e professionisti.