Una giornata per ricordare la
figura di Alfio Gennaro, medico
scomparso da qualche anno e impegnato per tutta la sua vita in Africa.
Un’iniziativa per raccoglierne e rilanciarne la preziosa eredità di
attenzione e d’impegno nel Continente nero.
Appuntamento sabato 6 aprile, alle ore 16 e 30, presso la sala proiezioni dell’Istituto salesiano don Bosco Ranchibile di
via Libertà 199, a Palermo.
S’inizierà con la proiezione
del documentario “La sua Africa” realizzato da Vittorio Brusca e Filippo Gennaro in memoria di Alfio Gennaro. A seguire, la
presentazione della riedizione del suo libro,
pubblicato dalle Edizioni La Zisa, “Le radici del baobab”. A condurre la
giornata, insieme alle figlie, il
giornalista Davide Romano.
I
proventi della vendita del volume saranno destinati all’associazione World
Friends onlus (www.world-friends.it/it)
per il programma Safe Motherhood, un’iniziativa sviluppata dalla Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS), in collaborazione con molti partner, tra cui le
Nazioni Unite (United Nations Populations Fund, UNFPA) e diverse ong, con lo
scopo di promuovere la salute riproduttiva delle donne e di tutelare la
maternità sicura e responsabile.
ll programma mira a
garantire che tutte le adolescenti possano conoscere e avere accesso a
informazioni, educazione, supporto, servizi e cure necessarie nell’ambito della
salute riproduttiva.
L’obiettivo
principale è quello di sviluppare strategie che rendano le adolescenti
consapevoli del proprio corpo e di come averne il controllo, in modo da
raggiungere un livello di salute ottimale.
Il target del programma sono le ragazze delle scuole
primarie che vivono negli slum di Nairobi.
Il libro: Alfio Gennaro, “Alfio
Gennaro, “La radice del baobab”, Prefazione di Sino Mazza, Edizioni La Zisa,
pp. 128 con illustrazioni, euro 12,00
“Mi ha spinto a scrivere il bisogno
di comunicare le emozioni che tante volte, nei giorni trascorsi in Africa, mi
hanno scosso l’animo, nel bene e nel male. Sensazioni difficilmente esprimibili
sulla carta, ma sicuramente scolpite nel cuore di chi, almeno una volta, si è
trovato in quelle terre lontane. Ho sentito il bisogno di quei tanti uomini,
neri o bianchi che siano, conosciuti nel mio vagabondare sulle piste africane,
uomini e naturalmente anche donne, che hanno dedicato interamente la loro vita
a questa terra che quasi sempre li ha ripagati offrendo loro il fascino dei
suoi “ritmi d’amore”. Ricorderò proprio questi uomini e le situazioni in cui li
ho conosciuti, ma principalmente cercherò di capire io stesso, mentre ve ne
parlo, il segno che hanno lasciato nel mio animo. Cercherò di scoprirlo insieme
a voi...”.
Alfio Gennaro, palermitano, medico
specialista ginecologo, esperto di etnoantropologia africana e medicina
tropicale, da oltre 28 anni viaggia in Africa nelle regioni più remote venendo
a contatto con le tribù più primitive. Ha collaborato con il Touring Club
Italiano e il Touring Club Suisse rispettivamente per l’aggiornamento di “Africa
facile e no” e “Transafrique”. In occasione della Medivacanze 1984 ha allestito
una mostra etnologica e presentato alcuni documentari cinematografici di suoi
viaggi africani, sponsor la British Leyland. Presso il Laboratorio d’If in
collaborazione con Lega Ambiente e Cooperazione Internazionale Sud Sud ha
presentato i cortometraggi L’inquinamento del fiume Athi e L’Occidente inquina
l’Africa (Kenia 1987). Da nove anni si occupa quasi esclusivamente delle
tradizioni e dei popoli dell’Etiopia su cui sta realizzando dei cortometraggi. Ha
concluso la sua esistenza lavorando in Africa negli ultimi anni per Medici
senza frontiere.