mercoledì 19 maggio 2021

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ringrazia le Edizioni La Zisa per il volume di Paternostro

 


Dalla segreteria di Sergio Mattarella ci scrivono per farci sapere che il presidente della Repubblica ha gradito il volume da noi edito di Dino Paternostro, “La strage più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino e bracciantile, caduti nella lotta contro la mafia (1893-1966)”, Edizioni La Zisa.

mercoledì 12 maggio 2021

Il libro di Dino Paternostro "La strage più lunga": gli anni di piombo della Sicilia che chiedeva diritti


dUMBERTO SANTINO

 

Primo Levi, nel suo I sommersi e i salvati, parla di «derive della memoria», una reazione difensiva, da parte dei superstiti dell’Olocausto, per rendere meno intollerabile il ricordo di «un’offesa insanabile» . Ma più che una “ deriva” forse si dovrebbe parlare di una vera e propria rimozione, se si pensa che tanti sopravvissuti si sono decisi a raccontare quello che avevano vissuto soltanto dopo moltissimi anni. E non c’è solo l’Olocausto, una realtà tanto inaccettabile, al limite dell’incredibile, da doverla rimuovere. Gennaro Jovine, il protagonista di Napoli milionaria, di Eduardo De Filippo, tenta di raccontare gli orrori della guerra, ma i familiari non vogliono ascoltarlo. « La guerra è ‘ fernuta » , gli dicono, aggrappati come sono alla ragnatela dei contrabbandi, ma per lui la guerra non è “fernuta”, poiché per chi l’ha vissuta la guerra è un’esperienza incancellabile.

Questa rimozione della memoria è avvenuta anche per i protagonisti di questo libro di Dino Paternostro (“ La strage è più lunga. Calendario della memoria dei dirigenti sindacali e degli attivisti del movimento contadino caduti nella lotta contro la mafia”, Edizioni della Zisa), che finalmente ricostruisce, nome per nome, vita per vita, una storia che è stata in gran parte cancellata o rievocata per frammenti e con imprecisioni o fraintendimenti. E bisogna chiedersi perché e come è potuto accadere. La memoria non è un automatismo, ha bisogno di chi se ne assume l’impegno: una persona o un’organizzazione, un partito, un sindacato, un comitato, un’associazione che la considerano essenziale per la loro storia e la loro identità.

Facciamo qualche esempio. La memoria dei Fasci siciliani, che destarono interesse a livello internazionale, suscitarono consensi entusiastici e stroncature implacabili, è stata sotterrata perché il Partito socialista, che ne resse le fila, almeno per buona parte, è andato per altre vie, fino a naufragare nel pantano di Tangentopoli. Ma questo è accaduto anche per molti dei sindacalisti, militanti e dirigenti del movimento contadino caduti nel corso del Novecento. Non ne hanno mantenuto viva la memoria i familiari, tranne alcune eccezioni, perché non se la sono sentita, perché sono stati lasciati soli, perché sono andati via e, anno dopo anno, giorno dopo giorno, è sopravvissuto solo un ricordo sempre più sbiadito. Come la fotografia, spesso una fototessera, che mostrano a chi cerca di ridestare quel ricordo. Ma è un ricordo lontano, il fantasma di un’altra epoca, perché la storia è andata per altri percorsi, con i flussi migratori che spopolavano i paesi che avevano visto maturare quelle lotte, che erano stati insanguinati da quelle stragi e da quegli assassinii. Dei primi anni del Novecento si sono salvati i nomi di alcuni dirigenti sindacali o di partito che hanno lasciato tracce del loro operato, ma il nome di Giovanni Orcel, che ebbe un ruolo significativo come segretario della Fiom e tessitore di rapporti con il movimento contadino, non figura nei libri più noti su mafia e antimafia. Orcel è una figura scomoda, in contrapposizione con una linea “ riformista”, svilita da una pratica compromissoria con il padronato. E questo, assieme all’eliminazione del capomafia, indicato come responsabile del suo assassinio, una sorta di “giustizia proletaria”, in sostituzione dell’impunità istituzionale, può aver pesato nelle “ ragioni dell’oblio”.

Per i sindacalisti e i manifestanti uccisi nel secondo dopoguerra, c’è incertezza pure sul numero. Si parla di 39 vittime, compresi i caduti di Portella, dal 1944 al 1955; sarebbero 52 i dirigenti politici e sindacali morti per mano mafiosa dal 1944 al 1960, secondo l’elenco contenuto nella legge regionale n. 20 del 13 settembre 1999; 60 dal 1944 al 1968; 150 se si considerano anche le vittime della banda Giuliano e di altre bande e i caduti ad opera delle forze dell’ordine durante manifestazioni popolari, come la “ strage del pane” del 19 ottobre 1944 a Palermo. Ma in questi elenchi figura anche qualche personaggio vittima di scontri all’interno del mondo mafioso, come se la morte avesse azzerato conflitti e prese di posizione che hanno segnato un confine tra mafia e antimafia.

Questo libro è il frutto più maturo della strategia di recupero della memoria che ha visto la Cgil negli ultimi anni colmare un vuoto, con segni materiali, lapidi, targhe stradali, che possono essere i primi passi per rinnovare una toponomastica ferma al mito monarchico e risorgimentale, con pesanti risvolti sicilianisti: a Palermo, sul piedistallo del monumento a Francesco Crispi, il massacratore dei Fasci, c’è scritto: ”La monarchia ci unisce...” e le scuole sono intitolate a re e regine sabaudi, tra cui Vittorio Emanuele III, che aprì le porte al fascismo e firmò le leggi razziali. Sono questi gli esempi che offriamo ai nostri studenti. Le commemorazioni di figure dimenticate, considerate non come eventi rituali, ma parte integrante dell’azione sindacale, hanno tracciato un nuovo cammino e un buon tratto di strada è stato percorso con il Centro Impastato. Alla luce di queste esperienze si spiega l’adesione della Camera del lavoro di Palermo come partner del Centro nel progetto del Memoriale- laboratorio della lotta alla mafia.

Il sottotitolo del libro è “Calendario della memoria”, ma questo libro è più che un calendario, non è solo una sorta di santorale laico. Ricostruisce biografie individuali e le inserisce in un contesto. Riscopre una storia. La storia di un percorso di Liberazione che può considerarsi la Resistenza della Sicilia in lotta, a mani nude, contro un nemico che fa uso delle armi e considera la violenza come risorsa e strategia. Troppo spesso vincente. E la memoria, che ripercorre questa storia, come viene sottolineato nella citazione che apre il libro, è « una memoria d’amore » , come quella del soldato Mizushima del film di Kon Ichikawa,“ L’arpa birmana”, ma la Spoon River siciliana più che un cimitero abbandonato è un luogo d’incontro in cui ognuno ha il suo volto e il suo nome e racconta la sua vita.

(La Repubblica Palermo, 29 aprile 2021)

 

In libreria: Francesco Bonanno e Maria Antonietta Spinosa (a cura di), "Ripensare la comunità Jean-Luc Nancy incontra il Liceo Mandralisca", Edizioni La Zisa, pp. 86, euro 10,00

Il Liceo Classico Mandralisca è un’istituzione scolastica storica, nata nel novembre 1890; fu Enrico Pirajno di Mandralisca (1809-1864) a volerlo suo erede universale. Così detta il testamento olografo del barone: «voglio dell’annua rendita di tutti i miei beni […] si fondasse e si mantenesse nella mia patria Cefalù un Liceo, con le norme che qui appresso detterò. Detto corpo morale voglio che fosse il mio erede universale». Il Liceo fu ospitato nei locali del palazzo baronale, diventando Pareggiato nel 1895, Regio nel 1933 e, poco dopo, Liceo-Ginnasio Statale.

Il progetto “Umanesimo dell’altro uomo. Per una cittadinanza attiva”, sin dal 2009, nelle sue ormai undici edizioni, ha voluto definire la mission del Liceo Mandralisca in termini di impegno e solidarietà nel sociale, per sostenere la crescita integrale della persona. Elaborando nella riflessione e spe-rimentando con buone pratiche modelli di convivenza per una comunità rigenerata, aliena da pregiudizi e connotata da interculturalità e interazioni, ha promosso la cittadinanza attiva nella costruzione dell’identità di ciascuno attraverso il confronto con l’altro. L’edizione 2019-20, dal tema Ripensare la comunità, ha avuto come suo momento conclusivo il dialogo, in videoconferenza, del filosofo Jean-Luc Nancy con gli alunni dell’ultimo anno del liceo.

Testo inedito di J.-L. Nancy, prefazione di G. Nicolaci, contributi di A. Paola, M.A. Spinosa, C. Arrigo, M.D. Randone, S. Cimino, A. Pagano e F. Bonanno.


venerdì 7 maggio 2021

Inside America. Corso online di lingua e cultura angloamericana, aperte le iscrizioni

 



Un ciclo di cinque incontri per conoscere il cuore della cultura made in Usa, al di là di pregiudizi e luoghi comuni. Dai presidenti americani massoni come George Washington, Franklin Delano Roosevelt e Gerard Ford alla favolosa Gilded Age; dal problema sempre attuale dei nuovi migranti, in un Paese fondato, paradossalmente, da migranti, agli scandali legati al movimento #me too che hanno travolto una, ormai ex, star del partito democratico quale Andrew Cuomo, fino a poco tempo fa popolare governatore dello Stato di New York. Per finire col ritratto impietoso della nuova America, che ormai non crede più nello stesso sogno americano, magnificamente cristallizzata nelle pagine del romanzo di successo di J.D, Vance, “Hillbilly Elegy”.

Cinque intensi incontri, fra esercitazioni linguistiche, attualità, letteratura e storia organizzati dalla casa editrice La Zisa e dall’Associazione La Tenda di Abramo, insieme ad Anna Lane, che si svolgeranno a partire da martedì 25 maggio, sempre lo stesso giorno, per 5 settimane (10 ore di lezione in tutto), dalle ore 18,00 alle ore 20,00, in modalità online utilizzando la piattaforma Google Meet.

 Il costo? Solo 90 euro (materiale didattico incluso) o, in alternativa, 18 euro per ogni singola lezione (due ore).

“L’iniziativa – spiega Anna Lane –  è unica a Palermo al di fuori dal contesto puramente accademico è diretta a chi vuole davvero conoscere la storia e la cultura dell’America di cui si parla così tanto e si sa, in verità, così poco. E’ necessario un livello intermedio-avanzato per usufruire appieno del corso. Le lezioni saranno  l’occasione per perfezionare le proprie competenze linguistiche attraverso la lettura di articoli, sui vari argomenti, tratti dalla stampa statunitense e non solo”.

Per informazioni e iscrizioni: tel. 091 5509295; cell. 327 9053186 o scrivere a: ass.latendadiabramo@gmail.com

A conclusione del corso (norme sul distanziamento sociale permettendo), un piccolo “good-bye party” in puro stile yankee.

 

Chi è Anna Lane

Nata a Palermo, ha conseguito la laurea in lettere classiche presso l'Università di Palermo. Dopo aver insegnato nella propria città italiano, latino e greco all'Istituto Mamiani e storia dell'arte al liceo Umberto I, si è trasferita a Roma dove ha insegnato italiano e latino all'Istituto San Gabriele.

Trasferitasi negli USA nel 1980, ha insegnato italiano ai diplomatici americani presso il Foreign Service Institute di Arlington Virginia. Nel 1985 ha lavorato a Bonn, in Germania, come insegnante d'italiano presso "In Lingua Sprachschule".  Presa la cittadinanza americana, ha iniziato la carriera diplomatica lavorando come vice console a Città del Messico, a Londra e Pechino.  Ritornata negli Usa, a Washington, ha lavorato al Dipartimento di Stato ai tempi in cui Hillary Clinton era Segretario di Stato, in particolare si è occupata di cittadinanza e immigrazione fino al 2015. Tornata a vivere a Palermo,  insegna privatamente inglese, Yoga e studia filosofia orientale.