Gli editori puri - quelli veri, quelli che nascono tali - sono come i cercatori d'oro: un po' folli, un po' visionari, costantemente sospesi tra l'entusiasmo della scoperta e l'orlo del fallimento. Da trent'anni osservo questa fauna particolare aggirarsi tra le fiere del libro, riconoscibili dal loro sguardo febbrile, dalla cravatta leggermente allentata, dalle occhiaie che raccontano notti trascorse a leggere manoscritti che, nella maggior parte dei casi, non pubblicheranno mai.
Le Edizioni La Zisa
rappresentano perfettamente questo spirito di avventura culturale. Fondate con
l'intento di dare voce a una Sicilia diversa da quella dei luoghi comuni, hanno
costruito nel tempo un catalogo che è specchio fedele di questa filosofia:
coraggioso, eclettico, mai scontato. Come mi confidò una volta Davide Romano,
ex direttore editoriale della casa editrice: "Pubblicare libri in Sicilia
è un atto di resistenza culturale, una sfida quotidiana contro l'indifferenza e
il disincanto."
"Fare
libri" - espressione deliziosa nella sua semplicità - racchiude un
universo di passione, follia e calcoli disperati che solo chi vi è immerso può
comprendere fino in fondo. La creazione di un libro è un atto che ha qualcosa
di demiurgico: si prende una sostanza informe - pensieri, idee, storie - e le
si dà forma concreta, materiale, destinata a sopravvivere al suo stesso
creatore.
Romano, con il suo
approccio meticoloso e la sua visione chiara, ha saputo impostare una linea
editoriale riconoscibile per La Zisa, puntando su temi forti come la legalità,
la memoria storica, l'identità mediterranea. "Un libro non è solo un
prodotto", ripeteva spesso durante le riunioni editoriali, "è un seme
che piantiamo nella coscienza collettiva, sperando che germogli al momento
giusto."
Il vero editore è
un personaggio paradossale: conservatore e rivoluzionario allo stesso tempo.
Custode di una tradizione millenaria e, al contempo, in costante ricerca
dell'innovazione che potrebbe scardinare il mercato. Le Edizioni La Zisa
incarnano questa duplicità: da un lato recuperano e valorizzano la tradizione
culturale siciliana, dall'altro esplorano nuovi linguaggi e tematiche
contemporanee, tenendo sempre lo sguardo rivolto verso l'altra sponda del
Mediterraneo.
Poi, il grande
salto. Le Edizioni La Zisa lasciano la loro Palermo per trasferirsi a Firenze,
in una mossa che ha sorpreso molti nel settore. Un trapianto geografico che non
è solo un cambio di sede, ma una vera e propria scommessa culturale. Dalla
culla della cultura arabo-normanna alla patria del Rinascimento: un viaggio
simbolico che rappresenta la volontà di espandere i propri orizzonti, di
confrontarsi con nuove realtà, di tessere nuove trame editoriali.
"Cambiare
città è un po' come cambiare pelle", mi ha confidato un redattore della
casa editrice, "conservi la tua identità ma la arricchisci di nuove
prospettive, di nuovi stimoli." E Firenze, con la sua stratificazione
culturale millenaria, con le sue biblioteche prestigiose, con la sua comunità
di lettori esigenti, rappresenta un terreno fertile per chi fa del libro la
propria ragione di vita.
Vi è una verità che
ogni editore conosce intimamente: per ogni bestseller che sostiene
economicamente la casa editrice, ci sono decine di titoli che non
raggiungeranno mai il pareggio dei costi. Eppure, si continuano a pubblicare,
perché l'editoria non è solo un'impresa commerciale, ma un atto culturale. La
collana "Mediterranea" de Le Edizioni La Zisa, fortemente voluta da Romano,
è emblematica di questa visione: testi che costruiscono ponti tra culture
diverse, che esplorano territori letterari poco battuti, che offrono al lettore
stimoli e prospettive nuove.
A Firenze, questa
vocazione si arricchisce di nuove possibilità: la vicinanza con istituzioni
culturali prestigiose, la presenza di un'università con una solida tradizione
umanistica, la possibilità di dialogare con altre realtà editoriali che hanno
fatto della qualità la propria bandiera. Un contesto che promette di essere
fertile per nuove collaborazioni, nuovi progetti, nuove scoperte.
Ho conosciuto
piccoli editori come Le Edizioni La Zisa che hanno rischiato tutto per
pubblicare opere di valore che le grandi case editrici avevano rifiutato.
Romano mi raccontò una volta di come avessero deciso di pubblicare un saggio
storico complesso e impegnativo, consapevoli che le vendite sarebbero state
limitate ma convinti dell'importanza culturale dell'operazione. "In certi
casi", diceva, "il valore di un libro non si misura in copie vendute
ma in menti stimolate."
L'editore vive con
un piede nel passato e uno nel futuro. Cerca di interpretare il presente
attraverso una sensibilità che è frutto di stratificazioni culturali, di
esperienze accumulate, di intuizioni fulminee. Le Edizioni La Zisa, ora con la
loro sede nel cuore di Firenze, assorbono e restituiscono l'energia di una
città che ha sempre fatto della cultura il proprio tratto distintivo. Il
dialogo tra l'anima siciliana della casa editrice e il genius loci fiorentino
promette di generare frutti interessanti, ibridazioni culturali, contaminazioni
feconde.
Vi è poi la
questione del rapporto con gli autori, che meriterebbe un trattato a parte.
L'editore è un po' confessore, un po' psicologo, un po' banchiere e, in alcuni
casi, anche babysitter. Deve saper gestire ego smisurati, crisi creative,
ritardi nella consegna e, talvolta, manoscritti che arrivano completamente
diversi da quello che si era concordato. Romano era maestro in quest'arte della
mediazione: sapeva essere fermo quando necessario e comprensivo quando la
situazione lo richiedeva. "Gli autori sono come bambini", mi disse
una volta con un sorriso, "hanno bisogno di regole chiare e di tanto,
tanto amore."
Il trasferimento a
Firenze rappresenta anche l'opportunità di allargare il proprio parco autori,
di intercettare nuove voci, di costruire un catalogo che sia sempre più un
ponte tra Sud e Centro Italia, tra la cultura isolana e quella continentale.
Una sfida non da poco, che richiede sensibilità, intelligenza e quella capacità
di visione che ha sempre contraddistinto Le Edizioni La Zisa.
Chiunque abbia
messo piede nella sede de Le Edizioni La Zisa sa che i libri, prima di arrivare
sugli scaffali delle librerie, passano attraverso un processo quasi alchemico:
dalla scelta del manoscritto all'editing, dalla grafica all'impaginazione,
dalla stampa alla distribuzione. Ogni fase comporta decisioni che possono
determinare il successo o il fallimento di un'opera. Romano presiedeva a questo
processo con la meticolosità di un artigiano e la visione d'insieme di un
architetto, consapevole che ogni dettaglio contribuisce all'identità finale del
libro.
A Firenze, questo
processo si arricchisce di nuove possibilità: la vicinanza con tipografie
storiche, la presenza di artigiani del libro che perpetuano antiche tradizioni,
la possibilità di dialogare con designer e grafici formatisi in una città dove
il senso estetico è parte integrante dell'identità collettiva. Una combinazione
che promette di elevare ulteriormente la qualità formale delle pubblicazioni de
Le Edizioni La Zisa.
La sfida maggiore
per una casa editrice come Le Edizioni La Zisa è quella della distribuzione. In
un mercato dominato dai grandi gruppi, farsi spazio e ottenere visibilità è una
battaglia quotidiana. Romano aveva compreso l'importanza di costruire relazioni
solide con librerie indipendenti e biblioteche, di creare eventi che
trasformassero la presentazione di un libro in un'esperienza culturale
completa, di utilizzare i social media non solo come vetrina ma come spazio di
dialogo con i lettori.
Firenze, con la sua
rete di librerie storiche e indipendenti, con i suoi festival letterari, con la
sua comunità di lettori curiosi e attenti, offre un terreno fertile per questa
strategia. La posizione centrale nella penisola, inoltre, facilita la
distribuzione e la logistica, permettendo di raggiungere più agevolmente un
pubblico nazionale.
L'editoria è un
settore in costante evoluzione. L'avvento del digitale ha rivoluzionato non
solo il modo di leggere ma anche quello di produrre e distribuire i libri. Le
Edizioni La Zisa hanno saputo abbracciare queste trasformazioni senza perdere
la propria identità, esplorando nuovi formati e canali senza rinunciare alla
qualità che ha sempre contraddistinto il loro catalogo.
Firenze, con le sue
eccellenze nel campo della digitalizzazione e della conservazione del
patrimonio culturale, offre opportunità interessanti per chi vuole coniugare
tradizione e innovazione. La vicinanza con centri di ricerca e università può
favorire collaborazioni feconde, sperimentazioni, progetti innovativi che
possono aprire nuove strade nel mondo dell'editoria.
Vi è qualcosa di
profondamente politico - nel senso più alto del termine - nel fare libri.
Significa partecipare attivamente alla costruzione dell'immaginario collettivo,
influenzare il dibattito pubblico, offrire strumenti di comprensione e
interpretazione della realtà. Le Edizioni La Zisa lo fanno da sempre,
pubblicando testi che affrontano temi scomodi, che danno voce a chi spesso non
ne ha, che illuminano angoli bui della nostra storia e della nostra società.
"Un buon
editore", mi disse una volta Romano, "deve avere tre qualità
fondamentali: curiosità insaziabile, pazienza infinita e un pizzico di
follia." Qualità che certamente non gli mancavano e che ha saputo
trasmettere a tutti coloro che hanno lavorato con lui. La sua eredità alla
guida de Le Edizioni La Zisa è un catalogo ricco e variegato, che spazia dalla
narrativa alla saggistica, dalla poesia ai libri per ragazzi, sempre con
un'attenzione particolare alla qualità dei contenuti e alla cura formale.
L'editoria è un
mestiere antico che si rinnova continuamente. È un ponte tra passato e futuro,
tra autore e lettore, tra cultura alta e cultura popolare. È un atto di fede
nella parola scritta e nella sua capacità di resistere al tempo e all'oblio. Le
Edizioni La Zisa, con il loro impegno culturale e la loro visione, adesso
trapiantate nel fertile terreno fiorentino, rappresentano perfettamente questa
concezione dell'editoria come missione più che come professione.
In un'epoca di
bestseller costruiti a tavolino e di logiche puramente commerciali, case
editrici come Le Edizioni La Zisa, che hanno fatto della qualità e
dell'indipendenza la propria bandiera, sono più preziose che mai. Come
sottolineava spesso Romano, "pubblicare un libro è sempre un atto
politico, una scelta di campo, una dichiarazione di intenti."
E allora, lunga
vita agli editori visionari, a quelli che non si accontentano del già visto e
del già letto, a quelli che sanno rischiare e innovare. Lunga vita a chi, come
Le Edizioni La Zisa, continua a credere che i libri possano davvero cambiare il
mondo, un lettore alla volta. Ora più che mai, dalla loro nuova casa nel cuore
pulsante della cultura italiana.
(Anna Miraglia)