martedì 21 giugno 2016

Tutti in forma e in salute con il libro di Marta Pupella, “PROTEGGI LA TUA SCHIENA. Allenamento Addominale sicuro e applicazione del Metodo Pilates”, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 12,00




Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le patologie della colonna vertebrale sono una delle cause maggiori di disabilità. Alcune statistiche stimano che circa l'80% della popolazione soffre di mal di schiena nel corso della propria vita. Con questo libro, l’autrice raccoglie le informazioni biomeccaniche necessarie per una gestione ottimale della spina dorsale, offrendo così una vera e propria guida pratica per allenare il corpo in sicurezza, allinearlo e rinforzarlo in una postura corretta. Evidenzia il metodo Pilates come ottimo mezzo per migliorare lo stato di salute della colonna vertebrale e della muscolatura dorso-lombare e addominale, quando gli esercizi vengono eseguiti rispettando le curve fisiologiche del rachide.
Il testo è indirizzato sia a chi cerca una guida pratica da utilizzare a casa per gestire autonomamente la propria salute sia agli studenti di scienze motorie che intendono apprendere i principi della biomeccanica applicata, sia agli istruttori di attività fisica che durante la loro professione potranno lavorare in sicurezza anche affrontando le problematiche di allievi o clienti che soffrono di patologie del rachide.

Marta Pupella si laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive con il massimo dei voti, presso l’Università degli Studi di Palermo nel 2014. Ha studiato per più di 20 anni danza classica e contemporanea, presso lo Studio Danza 2 di Angela Abbigliati, partecipando a molti concorsi nazionali ed internazionali e ottenendo diversi premi e riconoscimenti. Durante la sua formazione si è specializzata in ginnastica pre e post parto e BLS-D life support and defibrillation, ottenendo il brevetto europeo. Da un paio di anni ha intrapreso la formazione di Pilates classico, completando il corso base/intermedio con protocolli Body Asset, presso Francesca Cusin a Chiasso, in Svizzera, e il tirocinio formativo con Lesley Bell a Palermo. Oggi insegna Pilates Classico a Palermo e a Monreale.

lunedì 13 giugno 2016

In libreria: Stefano Franzolin, «Uomini e tendenze del socialismo astigiano. Il ‘vignismo’ e “La Voce socialista” (1913-1922)», Edizioni La Zisa, pp. 192, euro 16,00






Sulla scia di un progetto di ricerca, dal titolo Tra sviluppo e marginalità. L’Astigiano dall’Unità agli anni Ottanta del Novecento, Stefano Franzolin ripercorre un periodo non del tutto esplorato della storia del socialismo astigiano durante il primo ventennio del Novecento. L’assenza di studi sul settimanale «La Voce socialista» ha consigliato di impostare e sviluppare il lavoro quasi esclusivamente sulla base delle fonti d’archivio e delle testate giornalistiche locali. Se l’analisi del settimanale «Il Galletto», principale canale di espressione del raggruppamento socialista autonomo che fa capo alla figura di Annibale Vigna, può contare su una letteratura sufficientemente ampia, altrettanto non si può dire della «Voce socialista». È proprio in questo contesto di assenza di studi tematici e organici che si colloca il contributo della seguente ricerca, condotta attraverso la lettura del settimanale, conservato in microfilm presso l’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Asti.

Stefano Franzolin si laurea nel 2012 all’Università degli studi di Torino in Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità. A partire dal 2013 collabora con Cliomedia Officina in qualità di redattore multimediale, collaborando così a progetti di valorizzazione del patrimonio dell’Archivio storico Telecom Italia e alla redazione del portale dell’Archivio degli Iblei. Ha fatto parte della redazione della mostra virtuale online sulla storia delle telecomunicazioni l’Italia chiamò, realizzata in collaborazione con il MIBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nell’ambito del progetto Movio, coordinato dall'Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU) e cofinanziato da Fondazione Telecom Italia. Riceve il premio Optime 2013 all’Unione Industriale di Torino. Nel 2014 pubblica il saggio di ricerca Il socialismo ufficiale astigiano. «La Voce socialista (1913-1922)» sul quattordicesimo numero della rivista «Asti contemporanea».

martedì 7 giugno 2016

Se Pupi Avati scrive a Francesco Billeci: Ho letto il tuo libro, sei come Sciascia...


Una bella sorpresa in casa editrice questa mattina. Il regista Pupi Avati scrive al nostro Francesco Billeci - che ci ha autorizzati a pubblicare la lettera - complimentandosi con lui per il suo bel libro e paragonandolo addirittura a Leonardo Sciascia. Troppo onore, anche per la casa editrice!

venerdì 3 giugno 2016

Con l’opera teatrale “Pan”, del celebre scrittore Charles Van Lerberghe, le Edizioni La Zisa inaugurano una collana – la prima in Italia - interamente dedicata alla letteratura franco-belga “Belgica”.







Con l’opera teatrale “Pan”, del celebre scrittore Charles Van Lerberghe, le Edizioni La Zisa inaugurano una collana – la prima in Italia - interamente dedicata alla letteratura franco-belga “Belgica”.

Arriva in libreria: Charles Van Lerberghe, “Pan. Commedia satirica in tre atti, in prosa”, Testo francese a fronte, Traduzione di Fabrizio Catalano, Edizioni La Zisa, pp. 216, euro 16,00

Con questa controversa opera teatrale, in cui Charles Van Lerberghe immagina che il dio Pan, resuscitato nella prima notte di primavera nella campagna belga per sovvertire un ordine politico e religioso creato da secoli di oscurantismo, venga sottoposto ad un assurdo processo dai benpensanti e da coloro che s’illudono di detenere il potere e la verità, nasce, nei primi anni del ’900, la drammaturgia del grottesco. Questa satira della borghesia e del clericalismo, a tratti sfacciata, a tratti lirica, pervasa di coraggio e di speranza, che debuttò tra le polemiche al Théâtre Marigny di Parigi, viene per la prima volta proposta ai lettori italiani.

Charles Van Lerberghe (Gent, 21 ottobre 1861; Bruxelles, 26 ottobre 1907) è stato poeta, drammaturgo e raffinato narratore. La sua prima pubblicazione, Les flaireurs: breve, incalzante ed angoscioso dramma che decretò la nascita del teatro simbolista. Dopo una prima raccolta di liriche, Entrevisions, Van Lerberghe reinventò, nella luce del panteismo, il mito della genesi, del peccato originale e della ribellione a Dio: La chanson d’Ève è da molti ritenuto il punto culminante del Simbolismo. Scrisse alcuni racconti intrisi di mistero e di magia, e tornò al teatro con Pan: una commedia irriverente, in cui s’invita l’uomo a recuperare il rispetto della natura che lo circonda.

Fabrizio Catalano (Palermo, 14 ottobre 1975), regista e drammaturgo di fama nazionale, ha tradotto dal francese testi teatrali e liriche di Charles Van Lerberghe, Georges Rodenbach, Émile Verhaeren, Auguste de Villiers de l’Isle-Adam.

martedì 31 maggio 2016

In arrivo in libreria: Grazia Giordano Alaimo, “Francesco di Paola, un Santo dei nostri tempi. Vita in versi e in rima”, Edizioni La Zisa, pp. 144, euro 12,00 (Isbn 978-88-9911-364-3)






La storia di San Francesco di Paola – grazie all’autrice che in versi la ricostruisce basandosi su documenti certi, sulle fonti della vita dell’Anonimo e dei Processi per la canonizzazione – si fa poesia e ci viene svelata, raccontandoci di un uomo vissuto in un’epoca non priva di disagi, ma sempre pronto, facendo penitenza, a operare per la pace. L’ascesi, l’amore verso Dio e verso il prossimo, il silenzio orante, l’umiltà, la carità, la penitenza evangelica furono in Francesco esigenza vissuta fin dalla più tenera età e oggi costituiscono quella eredità che Egli ci ha lasciato. A distanza di sei secoli Francesco si erge da anti a noi come un gigante di santità desideroso di guidarci verso Cristo, proponendoci ancora oggi l’attualità del suo carisma, strada sicura per giungere alla salvezza.

Grazia Giordano Alaimo è laureata in Giurisprudenza, nata a Canicattì (Ag), risiede a Palermo. Ha pubblicato la raccolta Il dono e Il Vangelo di Luca in endecasillabi. Ha composto in versi Le sette parole di Gesù sulla croce, dodici liriche dedicate alla Madonna, la vita del Servo di Dio Padre Gioacchino da Canicattì e quella di San Francesco di Paola. Vincitrice di numerosi concorsi poetici, collabora con periodici di cultura.

mercoledì 25 maggio 2016

Palermo venerdì 27 maggio, Per la rassegna “Libri in cantina” degustazione di vini Cottanera con presentazione del romanzo “Alice tra le bancarelle della Vucciria” Ludovico Benigno, Ed. La Zisa




Nell’ambito della rassegna “Libri in cantina”, appuntamento il 27 maggio, alle ore 17 e 30, presso l’Enoteca Cavour di via Cavour n. 7, a Palermo, per la degustazione gratuita, guidata da un esperto sommelier, dei vini dell’azienda Cottanera, accompagnata da assaggi di mozzarella di bufala campana e di prelibatezze siciliane, e per la presentazione dell’avvincente romanzo “Alice tra le bancarelle della Vucciria” Ludovico Benigno, Ed. La Zisa. Oltre all’autore, interverrà il giornalista Davide Romano. 

Un vecchio palazzo cede sotto i colpi del tempo. Scampata una potenziale ecatombe, adesso un muro si erge a garantire l’incolumità dei sollazzi notturni dei giovani palermitani: è il Checkpoint Palermo, che separa la Vucciria Est dalla Vucciria Ovest. Sormontata da montagne di immondizia e delinquenza, la Vucciria continua a essere il centro della movida palermitana, così pericolante – e pericolosa – ma allo stesso tempo affascinante custode silenziosa di un tesoro pronto a svelarsi ogniqualvolta al peggio sembra non esserci fine. Il tempo si dilata; un ratto, candido come l’innocenza, traccia una via di fuga tra la fatiscenza in piazza: Alice non ci pensa due volte e lo segue senza indugi. Non passerà molto tempo prima che la giovane metta in discussione quella scelta, tra i deliri – più o meno lucidi – del flusso di coscienza del quale si ritrova in balìa. Con Alice tra le bancarelle della Vucciria, Ludovico Benigno s’ispira liberamente al capolavoro di Lewis Carroll, riadattandolo alla martoriata realtà dell’antico mercato palermitano, fatto oggi sempre meno di bancarelle e sempre più di delinquenza. È un vorticoso viaggio senza punti di riferimento, durante il quale non si capisce mai dove comincia la realtà e dove la fantasia svanisce, alla vana e disperata ricerca della strada giusta da seguire.