Nel
grandioso palcoscenico del giornalismo, ogni tanto assistiamo a performance
così stravaganti da farci dubitare se i protagonisti non abbiano scambiato la
realtà con una commedia dell’assurdo. Oggi è il turno di Davide Romano, il
nostro palermitano che ha deciso di vendere la casa editrice La Zisa per
abbracciare la fede valdese. Sì, avete letto bene. Romano, giornalista,
scrittore ed editore, ha scelto di passare dalle pagine ai sermoni, e la
notizia è più assurda di un romanzo di fantascienza.
La
Zisa, casa editrice con una storia antimafia che farebbe invidia a un eroe di
guerra, è stata ceduta – non per difficoltà finanziarie, non per mancanza di
idee, ma perché, evidentemente, gestire un’azienda editoriale e preparare
sermoni sono attività che richiedono un talento e un tempo incompatibili. Forse
Romano ha scoperto che la vera illuminazione arriva meglio senza dover
rispondere a e-mail e revisionare bozze.
Romano
giustifica la sua scelta con una dichiarazione che farebbe arrossire il più
esperto degli sceneggiatori: “Nessuna polemica con i cattolici, solo un amore
più grande”. Un amore che, a quanto pare, è più grande delle sue preoccupazioni
editoriali. Un amore così grande che potrebbe far pensare a una rinuncia al
mondo dei libri in favore di quello dei culti, sebbene il culto del
sensazionalismo sembri avere una forte presa sulla stampa.
Ma
il vero colpo di scena è che il giornale che ha diffuso questa bizzarra notizia
non si è fermato qui. No, il divertimento non finisce mai nel circo della
disinformazione! Lo stesso giornale, in un sussulto di creatività, ha prodotto
una serie di altre notizie completamente false su Romano. È come se il nostro
paladino della fede valdese avesse attirato l’attenzione dei giornalisti per
una sorta di celebrazione continua di notizie assurde, destinate a diventare
leggenda nel regno della fake news.
E
ora, il peggio: la notizia, pur chiaramente inventata e assurda, si è radicata
così profondamente nel web da sembrare un monumento alla disinformazione. La
notizia di Romano che abbandona la stampa per la predicazione è diventata una
sorta di romanzo a puntate, con aggiornamenti che non fanno altro che
amplificare l’assurdo. Il fatto che questa farsa continui a girare sui nostri
schermi è la dimostrazione lampante che il mondo del giornalismo, nel suo
bramoso desiderio di clamorose novità, ha scambiato il fantastico per il reale.
In
definitiva, il vero miracolo non è tanto la conversione di Romano, ma la
capacità di una notizia ridicola di prosperare nel mare di disinformazione. È
come se il circo della stampa si divertisse a tirare fuori ogni giorno nuove e
spettacolari invenzioni, dimenticando che, nella giungla delle notizie, un
pizzico di verità sarebbe sempre benvenuto. Ma chi ha bisogno di verità quando
puoi avere una saga di notizie false che continua a regalare un sorriso
beffardo a chi ha il coraggio di credere nel fantastico?