Quando diversi anni fa, per la precisione nel 1988, un
manipolo di intellettuali, piuttosto incoscienti e coraggiosi, ha deciso di
fondare le Edizioni La Zisa, schierandola fin dall’inizio contro le mafie e la
malapolitica, decidendo così di non avere né padrini né padroni, sapeva già che
la casa editrice non avrebbe mai avito vita facile e, infatti, non l’ha mai
avuta. E tutto ciò in una terra piena di sfide come la Sicilia.
Nel corso della nostra non breve storia (36 anni sono tanti e
più di trecento titoli in catalogo!) abbiamo dovuto subire e respingere
attacchi di ogni tipo. In tanti hanno provato a tapparci la bocca ma non ci
sono mai riusciti. Abbiamo resistito senza cedere di un passo forti di una
reputazione costruita negli anni con immensi sacrifici.
Ora diversi nostri amici e lettori ci segnalano che di tanto
in tanto sbuca da quella Cloaca Maxima che è diventato ormai purtroppo
Internet, qualche articolo puramente diffamatorio nei nostri confronti. Non abbiamo
mai dato importanza ad attacchi di questo tipo e non gliene daremo adesso. Ma
ci teniamo a mettere in chiaro le cose.
Recentemente, un sito di notizie, uno di quelli apparsi negli
ultimi anni dal nulla come un fungo dopo la pioggia, ha pubblicato un articolo violentemente
diffamatorio nei confronti del nostro ultimo direttore, il giornalista Davide
Romano, che ha avuto l’unica colpa di raccogliere e rilanciare la preziosa eredità
della casa editrice in uno dei momenti meno felici della sua lunga militanza
culturale. Nel corso degli anni della sua direzione ha pestato molti calli a
più d’uno. E immaginiamo che ci fosse qualcuno che non vedesse l’ora di
pareggiare i conti. L’unica cosa, invece, che noi potremmo rimproverargli è
che, a un certo punto, abbia deciso di dimettersi tornando al suo primo amore:
il giornalismo. Anche i bravi direttori mollano.
Ma, parlando dell’articolo di cui sopra – non l’ultimo, come
dicevamo, nel suo genere –, la cosa divertente è la storia raccontata, a metà
strada tra una favola e una sceneggiatura di un film di serie B, in cui il
nostro direttore viene dipinto come un individuo privo di scrupoli e
correttezza. Del resto, lo stesso giornale qualche anno prima aveva pubblicato
un’altra notizia con un legame molto debole con la realtà sempre sul nostro ex
direttore. Ma almeno quella volta non era stata diffamatoria. Solo troppo fantasiosa
o molto imprecisa.
Tornando all’articolo in questione, lasciateci dire subito:
la realtà è ben diversa. Il nostro ex direttore è da sempre noto per la sua
integrità e il suo impegno nel garantire un trattamento giusto e rispettoso a
tutti gli autori e collaboratori della nostra casa editrice. E non solo. Non
c’è bisogno di indagare troppo a fondo per scoprire che le accuse sono tanto
infondate quanto ridicole.
Secondo l'articolo, il nostro direttore avrebbe avuto un modus operandi degno di un romanziere malvagio: promesse non mantenute, autori ingannati e chissà cos’altro. La verità, invece, è che egli ha sempre agito con la massima trasparenza e professionalità. Ogni contratto firmato, ogni promessa fatta, ogni collaborazione avviata è stata sempre gestita con serietà e rispetto. Nessun inganno, nessuna scorrettezza, solo il desiderio di promuovere la letteratura, la buona saggistica e supportare gli scrittori. Soprattutto quelli più scomodi.
Ora, parliamo di realtà. Come molte altre aziende del settore, anche la
nostra casa editrice sta attraversando una fase di ristrutturazione dovuta alla
crisi economica. Sì, è vero, stiamo facendo delle modifiche per adattarci ai
tempi difficili, abbiamo a questo scopo trasferito anche la nostra sede, ma una
cosa resta invariata: il nostro impegno verso autori e lettori. Ogni promessa
sarà mantenuta, ogni contratto rispettato. L’unico cambiamento riguarda il
nostro assetto organizzativo, non la nostra integrità.
Pensiamo che il misterioso autore dell’articolo abbia una
fervida immaginazione. Forse ha guardato troppi film noir o letto troppi
romanzi gialli. La nostra realtà quotidiana è molto meno drammatica e
decisamente più ordinaria. Le nostre giornate sono fatte di impegno costante,
scadenze da rispettare e una grande passione per i libri. L’unico mistero che
ci piace risolvere è quello di trovare nuovi talenti letterari e portarli al
successo.
Certo, Davide Romano non è mai stato un supereroe, ma è una
persona onesta e dedita al proprio lavoro. Sia come editore che come
giornalista. Ha costruito la sua reputazione su anni di lavoro duro e corretto.
Ogni autore che ha collaborato con noi può testimoniare la sua serietà e la sua
correttezza. Il nostro direttore non ha mai avuto bisogno di trucchi o inganni
per conquistare la fiducia degli scrittori; la sua passione per la letteratura
e il suo impegno costante sono stati sempre più che sufficienti.
Quindi, caro autore dell'articolo, apprezziamo il tentativo
di creare una storia avvincente, ma la realtà è che non c’è nessun complotto,
nessuna scorrettezza, solo un gruppo di persone che ama ciò che fa e lo fa con
onestà.
Ai nostri lettori, promettiamo che continueremo a offrirvi
storie di qualità, basate sulla verità e sulla correttezza, e che ogni nostro
impegno sarà mantenuto, crisi economica o no. Al nostro ex direttore, invece, vorremmo
chiedere di tornare e, nel frattempo, gli esprimiamo di cuore tutta la nostra
solidarietà.
Secondo le ultime classifiche, la fiducia nei giornalisti da
parte dei cittadini è ai minimi storici nel nostro Paese. Quasi alla pari coi
parrucchieri (non si offendano questi ultimi!). Leggendo un certo tipo di
giornali o di siti di notizie non si fa fatica a capire perché.
Con affetto e ironia.