mercoledì 23 gennaio 2019

In libreria: Alfio Gennaro, “La radice del baobab”, Prefazione di Sino Mazza, Edizioni La Zisa, pp. 128 con illustrazioni, euro 12,00





«Mi ha spinto a scrivere il bisogno di comunicare le emozioni che tante volte, nei giorni trascorsi in Africa, mi hanno scosso l’animo, nel bene e nel male. Sensazioni difficilmente esprimibili sulla carta, ma sicuramente scolpite nel cuore di chi, almeno una volta, si è trovato in quelle terre lontane. Ho sentito il bisogno di quei tanti uomini, neri o bianchi che siano, conosciuti nel mio vagabondare sulle piste africane, uomini e naturalmente anche donne, che hanno dedicato interamente la loro vita a questa terra che quasi sempre li ha ripagati offrendo loro il fascino dei suoi “ritmi d’amore”. Ricorderò proprio questi uomini e le situazioni in cui li ho conosciuti, ma principalmente cercherò di capire io stesso, mentre ve ne parlo, il segno che hanno lasciato nel mio animo. Cercherò di scoprirlo insieme a voi...».

Alfio Gennaro, palermitano, medico specialista ginecologo, esperto di etnoantropologia africana e medicina tropicale, da oltre 28 anni viaggia in Africa nelle regioni più remote venendo a contatto con le tribù più primitive. Ha collaborato con il Touring Club Italiano e il Touring Club Suisse rispettivamente per l’aggiornamento di “Africa facile e no” e “Transafrique”. In occasione della Medivacanze 1984 ha allestito una mostra etnologica e presentato alcuni documentari cinematografici di suoi viaggi africani, sponsor la British Leyland. Presso il Laboratorio d’If in collaborazione con Lega Ambiente e Cooperazione Internazionale Sud Sud ha presentato i cortometraggi L’inquinamento del fiume Athi e L’Occidente inquina l’Africa (Kenia 1987). Da nove anni si occupa quasi esclusivamente delle tradizioni e dei popoli dell’Etiopia su cui sta realizzando dei cortometraggi. Su una sua spedizione nella valle del fiume Omo Bottego (Etiopia meridionale – confine Sudan) è stato recentemente pubblicato un libro (Father, Abba, Padre, Gaefra Editore). Ha concluso la sua esistenza lavorando in Africa negli ultimi anni per Medici senza frontiere.

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