martedì 6 luglio 2010

Rosario Norrito, “OMBRE DI VETRO”, Ed. La Zisa, pp.56 - euro 4,90


Recensione di Rosanna Rumore

“Neanche un riflesso/neppure una traccia/di parole smarrite/ma vuoti profondi/taglienti e inafferrabili/come ombre di vetro”. Questi sono i versi introducono il volumetto di Rosario Norrito “Ombre di vetro” che la casa editrice La Zisa manda in questi giorni in libreria.
Questi versi si impongono, a mio avviso, creando un’atmosfera di silenzio, una necessità di ascolto di una voce che diciamo essere del “protagonista” o dell’ “autore”, una voce che se la senti ti chiedi: “Ma chi è che parla in questo libro?”. “Un filosofo!”.
Sì un Filosofo, nel senso più immediato del termine, come può essere rappresentato nell’immaginario comune: una strana creatura che parla parla parla di cose spesso incomprensibili, pensa ad alta voce, arricchisce il suo discorso con citazioni di personaggi in genere sconosciuti … un filosofo sì, un filosofo terribilmente affascinante perché le sue parole anche se non ‘capite’ del tutto spesso sembra di ‘comprenderle’ perché evocano emozioni, domande, esperienze in qualche modo vissute da tutti ma per le quali non tutti trovano le parole per comunicarle.. condividerle.
Il protagonista di Ombre di Vetro parla … gioca … lotta con le “maledette parole” che non capisce se sono sue, se è lui a trovarle o se sono loro che lo cercano lo confondono lo illudono… ma soprattutto lo lasciano solo al buio “a sognare la verità”.
“C’è buio qui… venitemi a prendere” con questa constatazione e questo appello si conclude infatti tragicamente il libro. Questa conclusione svela tutta la nudità e solitudine di questo Filosofo, che alla fine del libro non appare più come la strana creatura dell’esordio ma come lo stesso protagonista dice colui che può insegnarci “di andare da un’altra parte per scoprire strade che non sono mai state battute, ma con prudenza perché, una volta imboccate … è finita!” perché una volta imboccata la strada verso la ricerca del Senso non si può tornare indietro a vivere un’esistenza superficiale riposando su comode certezze!
Il protagonista si mostra infatti “Fragile, senza parole, come la verità … che non rimanda ad altro… un segno abbandonato che cerca il suo significato” e per questo è disposto ad intraprendere “il viaggio” più difficile da compiere: il viaggio dentro di sé alla ricerca di un Oltre che non si sa cos’è?dov’è? e che forse si rivela solo un’Utopia che rende questo viaggio “disperato nell’affannosa ricerca di un po’ di pace”.
Il Filosofo non trova questa pace dentro di sé e dal “giaciglio della sua solitudine e della sua follia” si scopre solo “l’Oltre rispetto a qualcun altro che sta Altrove” ,sembra però non rassegnarsi ad una sorta di filosofia dell’insensatezza … sembra non volere implodere nel nulla a fare imputridire il proprio io in “qualcosa che sa solo di identico”… ma al contrario sembra volere avere la possibilità di potere scegliere di “vivere la differenza” fare di se stesso “un trampolino per sprofondare nell’Altro” e quindi essere disposto a tal fine ad intraprende un folle volo “il volo dell’Angelo” che “sa oltrepassare il muro delle parole fino a parlare con il silenzio di Dio. .. che ha la melodia della leggerezza …e si libra in un mondo dove il giorno non muore mai”..
Ed eccolo diventare un uomo folle un po’ buffone ed è allora che si percepisce davvero come ‘uno di noi’ perché chi non ha, almeno una volta, detto come lui “Da qualche parte, dovrà pur esserci un posto dove poter palpare il senso della vita”?!
Forse sono diversi i percorsi che si intraprendono per trovare questo posto, per dare risposta a questa domanda di Senso. Sono sicuramente diversi gli aiuti che si offrono al nostro cammino:la filosofia, la scienza, la religione, l’arte…
Ma si può affermare tutti vorrebbero avere non solo la speranza ma la certezza di poter trovare questo posto e questa risposta! E inoltre sicuramente può sorgere la necessità di chiedersi come sopravvivere a questo viaggio che se intrapreso può lasciare, come accade al protagonista di Ombre di vetro “naufrago nella terra di nessuno”?
O forse si ci deve rassegnare e condividere la sua conclusione che questo viaggio “è tutto un bluff”?
O magari è possibile pensare che si può ancora scoprire che è data la possibilità di intraprendere questo viaggio da ‘sim-patici filosofi’ cioè da uomini e donne capaci di patire-insieme, avere passioni comuni, filosofi come appunto il protagonista di Ombre di Vetro ha indicato, come persone che insieme intraprendono percorsi inediti strade nuove - ma che sono forse anche così antiche - come quelle dell’Amicizia e dell’Amore dove avvertire che, appunto, può essere dato “palpare -oltre il non senso - il senso della vita”!
E che è ancora possibile non lasciare dunque spazio a parole morte che fanno i conti con un insignificante che li seppellisce una volta per tutte … ma con il nostro modo di esserci e con-esserci nel mondo fare rumore anche con un silenzio che cerca proprio le sue parole …… e la parola che emerge dal silenzio spesso è un Volto, uno Sguardo, una Mano che accarezzandoti ti mostra che Non c’è solo buio qui!

Rosanna Rumore

1 commento:

  1. tutto da meditare e scoprire che in se stessi c'è un cammino da fare

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