Questa di Teodoro Balma è più
un'opera di buona divulgazione che non di mera erudizione storiografica, la cui
impostazione risente, non poco, del clima politico - il ventennio fascista -
nel quale fu concepita e scritta. Nonostante quel che possa sembrare ad un
lettore poco attento, soprattutto nelle pagine finali del libro, dove l'Autore
rende omaggio all'allora capo del governo - un atto dovuto onde evitare gli
ostacoli della censura e non di certo per piaggeria o per un errore di
valutazione-, tutto il volume è un inno alla libertà, alla strenua difesa dei
propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell'Uomo, viste attraverso le
vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di
Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le
vicende e i personaggi narrati scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti
di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto,
che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma
ciascun credo, specialmente laddove esistono Chiese con posizioni dominanti, i
cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si
identificano col potere politico stesso. Questo avviene al tempo in cui siamo,
sino al paradosso che gli abusanti di un luogo, spesso diventano gli abusati in
un'altra parte di questo nostro stupido mondo.
Teodoro Balma (1907-1994),
pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, ha esercitato la sua
attività pastorale in diverse città italiane, come Napoli, Catania, Riesi,
Venezia e Torino, lasciando in ciascuna il segno della sua forte personalità.
Ha collaborato a diversi periodici: "Corriere di Sicilia",
"Persona", "Protestantesimo", "La Luce",
"L'Appello", "Gioventù Cristiana". Tra le sue opere, si
ricordano: “Storia dei Valdesi” (Milano 1929), “Lineamenti di dottrina
cristiana” (Catania 1934), “Voci degli Apostoli” (Catania 1938), “Il Costume
Valdese” (Catania 1938).