
“Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei valdesi” di Teodoro Balma, curato dal pastore Italo Pons, Ed. La Zisa, viene presentato martedì 3 maggio, ore 17.30, al Monastero dei Benedettini, Coro di Notte, a Catania. Introducono: Enrico Iachello, Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia; e Laura Testa, pastora valdese. Intervengono; Antonio Di Grado, docente di Letteratura italiana; Roberto Osculati, docente di Storia del Cristianesimo; e Italo Pons, pastore valdese.
Il libro: Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, A cura di Italo Pons, Prefazione di Antonio Di Grado, Con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, pp. 256, euro 16
Questa di Teodoro Balma è più un’opera di buona divulgazione che non di mera erudizione storiografica, la cui impostazione risente, non poco, del clima politico – il ventennio fascista – nel quale fu concepita e scritta. Nonostante quel che possa sembrare ad un lettore poco attento, soprattutto nelle pagine finali del libro, dove l’Autore rende omaggio all’allora capo del governo – un atto dovuto onde evitare gli ostacoli della censura e non di certo per piaggeria o per un errore di valutazione –, tutto il volume è un inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell’Uomo, viste attraverso le vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le vicende e i personaggi narrati scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma ciascun credo, specialmente laddove esistono Chiese con posizioni dominanti, i cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si identificano col potere politico stesso. Questo avviene al tempo in cui siamo, sino al paradosso che gli abusanti di un luogo, spesso diventano gli abusati in un’altra parte di questo nostro stupido mondo.
Teodoro Balma (1907-1994), pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, ha esercitato la sua attività pastorale in diverse città italiane, come Napoli, Catania, Riesi, Venezia e Torino, lasciando in ciascuna il segno della sua forte personalità. Ha collaborato a diversi periodici: “Corriere di Sicilia”, “Persona”, “Protestantesimo”, “La Luce”, “L’Appello”, “Gioventù Cristiana”. Tra le sue opere, si ricordano: Storia dei Valdesi (Milano 1929), Lineamenti di dottrina cristiana (Catania 1934), Voci degli Apostoli (Catania 1938), Il Costume Valdese (Catania 1938).
Le Edizioni La Zisa aderiscono all’associazione Addiopizzo e a Libera di don Ciotti e tutti i libri sono certificati “pizzo free”
Il libro: Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, A cura di Italo Pons, Prefazione di Antonio Di Grado, Con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, pp. 256, euro 16
Questa di Teodoro Balma è più un’opera di buona divulgazione che non di mera erudizione storiografica, la cui impostazione risente, non poco, del clima politico – il ventennio fascista – nel quale fu concepita e scritta. Nonostante quel che possa sembrare ad un lettore poco attento, soprattutto nelle pagine finali del libro, dove l’Autore rende omaggio all’allora capo del governo – un atto dovuto onde evitare gli ostacoli della censura e non di certo per piaggeria o per un errore di valutazione –, tutto il volume è un inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell’Uomo, viste attraverso le vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le vicende e i personaggi narrati scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma ciascun credo, specialmente laddove esistono Chiese con posizioni dominanti, i cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si identificano col potere politico stesso. Questo avviene al tempo in cui siamo, sino al paradosso che gli abusanti di un luogo, spesso diventano gli abusati in un’altra parte di questo nostro stupido mondo.
Teodoro Balma (1907-1994), pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, ha esercitato la sua attività pastorale in diverse città italiane, come Napoli, Catania, Riesi, Venezia e Torino, lasciando in ciascuna il segno della sua forte personalità. Ha collaborato a diversi periodici: “Corriere di Sicilia”, “Persona”, “Protestantesimo”, “La Luce”, “L’Appello”, “Gioventù Cristiana”. Tra le sue opere, si ricordano: Storia dei Valdesi (Milano 1929), Lineamenti di dottrina cristiana (Catania 1934), Voci degli Apostoli (Catania 1938), Il Costume Valdese (Catania 1938).
Le Edizioni La Zisa aderiscono all’associazione Addiopizzo e a Libera di don Ciotti e tutti i libri sono certificati “pizzo free”
















Il ricordo di Graziella Campagna, ma anche quello di suo fratello, il carabiniere Piero, e del suo straordinario coraggio. È un dialogo costante tra i due fratelli più che un'inchiesta giudiziaria il libro "Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia" (edito da "La Zisa"), scritto dalla giornalista Rosaria Brancato e presentato al circolo Pickwick. "Graziella continua a vivere attraverso gli occhi di Piero – afferma Rosaria Brancato – una "storia d'amore" tra i due fratelli, nata il 14 dicembre del 1985 quando, due giorni dopo la tragica uccisione di Graziella, il fratello ne rinvenne il corpo". Nel suo lavoro, l'autrice ricostruisce i ventiquattro lunghissimi anni di ricerca della verità giudiziaria, ma soprattutto dà voce alle vittime di questa drammatica vicenda: a Graziella, a Piero e a tutti gli altri componenti di una famiglia distrutta dal dolore. "Non volevo fare il resoconto di un'inchiesta – prosegue Rosaria Brancato – ma raccontare la storia di persone "normali", eroi del quotidiano. L'idea mi è venuta il giorno dell'intitolazione della palestra di Saponara a Graziella. L'ho scritto per dar voce a lei, ma anche ai suoi familiari. Perché quella notte è stata uccisa tutta la famiglia Campagna. Ed è stata uccisa ogni giorno per venticinque anni. Il messaggio per le nuove generazioni è di non girarsi mai dall'altra parte". "Grazie a Rosaria, in questo libro, nel quale si coglie la sua professionalità e la sua passione, Graziella parla", commenta la giornalista della Rtp, Gisella Cicciò, moderatrice dell'incontro al quale hanno preso parte anche il fratello di Graziella Campagna, Pasquale, e il sen. Gianpiero D'Alia, membro della Commissione parlamenta¬re antimafia. "In queste pagine, Rosaria ci ha messo tutto il suo sentimento – dichiara Pasquale Campagna, presente insieme con suo fratello Paolo – mia madre e noi tutti siamo grati a coloro che ci sono stati vicini. Ma questo è un dolore che il tempo non cancella. Mia madre dice sempre che vive per la responsabilità nei confronti della famiglia, ma che è morta dentro da tanti anni. Non smetteremo mai di trasmettere ai ragazzi di oggi il messaggio dell'importanza del rispetto delle regole e della legalità". Infine, l'intervento di D'Alia: "Quello di Graziella Campagna è uno degli omicidi più brutti della storia della mafia siciliana, che ha segnato profondamente le coscienze di tutti e che ha testimoniato come Messina non sia mai stata "babba", ossia lontana dai fenomeni della criminalità organizzata e fuori dai circuiti della mafia". Poi, il senatore si sofferma sulla famiglia Campagna, evidenziando "la grande dignità e il grande equilibrio con cui ha affrontato una tragedia che il tempo non cancella, ma che, al contrario, rende la perdita ancor più insopportabile". E, ponendo l'accento sul libro di Rosaria Brancato (dedicato alla sorella Celeste), aggiunge: "Con grande determinazione e profonda delicatezza l'autrice ha raccontato questa vicenda realizzando un lavoro egregio. È un libro che si fa leggere, che ci trasmette cose di cui quotidianamente abbiamo sempre bisogno". Ad intervenire anche il direttore del circolo Pickwick, Salvo Trimarchi, e l'on. Giovanni Ardizzone. Nel corso del dibattito, la giornalista Gisella Cicciò, ha proposto l'organizzazione di un altro incontro sul libro in occasione della prossima Notte della cultura. 

