martedì 8 marzo 2016

Palermo 5 aprile 2016, Al via il corso di lingua russa “Dasvidania!”






Inizierà martedì 5 aprile 2016, alle ore 18, presso i locali dell’Associazione culturale La Tenda di Abramo, in via Lungarini 60, a Palermo, il corso di lingua russa “Dasvidania!” organizzato dall’associazione La Tenda di Abramo e dalla casa editrice La Zisa. Il corso, che sarà tenuto da una  insegnante madrelingua qualificata, avrà cadenza settimanale (due ore di lezione a incontro),  avrà un costo di soli 80 euro mensili (materiale incluso) e durerà tre mesi. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato. Info: tel. 091 5509295 - cell. 327 9053186 o scrivere a: ass.latendadiabramo@gmail.com


giovedì 3 marzo 2016

In libreria: Chiara Rizzatti, “L’episodio di Egeo nella Medea di Euripide”, Edizioni La Zisa, pp. 144, euro 12,00






La scena del terzo episodio della Medea di Euripide, incentrata sull’arrivo a Corinto del leggendario re ateniese Egeo, è stata a lungo sottovalutata dalla critica e ha subìto nel corso del tempo una molteplicità di interpretazioni. L’assenza di una sua esegesi univoca si deve al carattere pacato della scena, all’apparenza poco rilevante rispetto ai celeberrimi monologhi di Medea e ai dialoghi con Creonte e Giasone, carichi di un pathos che il breve scambio di battute tra la protagonista
ed Egeo non può vantare.
A dispetto di ciò, Chiara Rizzatti ha rivalutato questo episodio, dimostrandone la centralità all’interno dell’opera, alla luce del fatto che proprio in esso confluiscono i temi principali della Medea – dal problema dei figli all’abbandono, dai giuramenti violati alla brama di vendetta. È con questo passo che Euripide sconvolge la consolidata immagine del re di Atene come magnanimo e generoso, per offrirne il ritratto di un uomo opportunista e subdolo, abile nel distorcere la parola tanto da tenere sotto scacco l’astuta donna della Colchide. Non solo: l’incontro con Egeo si rivela l’anello di congiunzione tra le due facies di Medea, dapprima vittima degli eventi e carnefice in seguito, pronta a vendicarsi nei confronti di Giasone.

Nata a Bologna nel 1990, Chiara Rizzatti si è diplomata al liceo classico San Carlo di Modena, dove ha sviluppato la passione per la cultura greca. Si è poi laureata in Lettere Classiche presso l’Università di Bologna e coltiva un certo interesse per scritture antiche quali i geroglifici egiziani, le rune nordiche e per la lingua micenea, argomento sul quale ha presentato alcune relazioni alle università di Bologna e Madrid. L’episodio di Egeo nella Medea di Euripide è la sua prima pubblicazione.


Arriva in libreria: Flavia Fodale, “Il socialismo in due continenti. Francesco Sceusa e l’emigrazione in Australia”, Edizioni La Zisa, pp. 96, euro 12,00





Ricostruire la figura di Francesco Sceusa (1851-1919), nell’àmbito della sua complessa azione sociale, esige scrupolo documentario e criteri di scelta metodologica: si tratta di filtrare il profilo di un uomo che visse il dramma comune alle schiere degli emigrati italiani, ma anche le contraddizioni e le ambiguità ideologiche derivanti dai rivolgimenti politici del Novecento.
Al compito di una tale ricostruzione, Flavia Fodale ha recato col suo saggio un serio contributo di ricerca storica, che s’iscrive nella bibliografia, ormai folta, degli studi su un fenomeno che i recenti flussi migratori dai continenti afro-asiatici rendono di particolare – e drammatica – emergenza per l’assetto sociale e culturale dell’Europa.

Flavia Fodale è nata a Erice il 19 gennaio del 1990. Dopo la laurea in Lettere Moderne presso l’Università di Messina, ha proseguito gli studi specializzandosi in Filologia Moderna e Italianistica presso l’Università di Palermo. Appassionata di storia, arte e letteratura, attualmente insegna italiano e storia e collabora con diverse riviste locali.

In libreria il romanzo di Ludovico Benigno, “Alice tra le bancarelle della Vucciria", Edizioni La Zisa, pp.112, euro 9,90





Un vecchio palazzo cede sotto i colpi del tempo. Scampata una potenziale ecatombe, adesso un muro si erge a garantire l’incolumità dei sollazzi notturni dei giovani palermitani: è il Checkpoint Palermo, che separa la Vucciria Est dalla Vucciria Ovest. Sormontata da montagne di immondizia e delinquenza, la Vucciria continua a essere il centro della movida palermitana, così pericolante – e pericolosa – ma allo stesso tempo affascinante custode silenziosa di un tesoro pronto a svelarsi ogniqualvolta al peggio sembra non esserci fine.

Il tempo si dilata; un ratto, candido come l’innocenza, traccia una via di fuga tra la fatiscenza in piazza: Alice non ci pensa due volte e lo segue senza indugi. Non passerà molto tempo prima che la giovane metta in discussione quella scelta, tra i deliri – più o meno lucidi – del flusso di coscienza del quale si ritrova in balìa.

Con Alice tra le bancarelle delle Vucciria, Ludovico Benigno s’ispira liberamente al capolavoro di Lewis Carroll, riadattandolo alla martoriata realtà dell’antico mercato palermitano, fatto oggi sempre meno di bancarelle e sempre più di delinquenza. È un vorticoso viaggio senza punti di riferimento, durante il quale non si capisce mai dove comincia la realtà e dove la fantasia svanisce, alla vana e disperata ricerca della strada giusta da seguire.



Ludovico Benigno nasce a Palermo il 14 febbraio del 1984. Dopo una breve parentesi come attore di teatro presso la Compagnia di Franco Scaldati e la Compagnia Teatroterzouomo, si laurea presso l’Università degli Studi di Palermo in Scienze e Tecnologie dello Spettacolo nel 2011. In seguito, nel 2014, consegue la laurea magistrale in Spettacolo Teatrale, Cinematografico, Digitale: teorie e tecniche, presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Cresciuto a pane e pallone, nel corso degli anni ha sviluppato una grande passione per il cinema e per la scrittura. Alice tra le bancarelle della Vucciria è il suo primo romanzo.

martedì 23 febbraio 2016

Novità in libreria: arriva il saggio di Valentina Catalano, “La letteratura italiana della migrazione. Il caso di Igiaba Scego”, Edizioni La Zisa, pp. 112, euro 12,00





La lingua italiana non è solo nostra, e la letteratura che di essa si nutre si declina al plurale esplorando i propri confini. In questa pluralità di voci provenienti da tutto il mondo trova terreno fertile la letteratura italiana della migrazione. L’autrice, esaminando le diverse fasi di tale produzione letteraria in Italia, si sofferma in particolare sul caso di Igiaba Scego, esponente della seconda generazione di scrittrici italiane di origine straniera.
La Scego, nell’essere metà italiana e metà somala, costruisce i suoi romanzi mettendo in scena le tematiche e le problematiche culturali legate alle identità femminili: le sue protagoniste sono sempre alla ricerca di un equilibrio identitario sospeso tra due diverse culture di appartenenza. In queste pagine si scoprono nuove forme di linguaggio, nuovi modi di pensare, di scrivere e di raccontare che avvicinano il lettore italiano alla nuova realtà interculturale di oggi.

Valentina Catalano è nata a Enna nel 1988 e vive a Catenanuova. Si è laureata nella facoltà degli studi classici, linguistici e della formazione presso l’Università Kore diEnna. Attualmente lavora come educatrice e rivolge la sua attenzione verso la formazione e l’educazione nella realtà dell’infanzia. Interessata alle diverse culture presenti nel mondo, pone un accento su tutto ciò che evidenzia una “differenza” e un “confronto”. Questa è la sua prima pubblicazione.