venerdì 24 febbraio 2017

Arriva in libreria: Lev Tolstoj, “Riflessioni di un vegetariano”, prefazione e cura di Davide Romano, Edizioni Ex Libris, pp. 48, euro 9,90








“La riflessione sulle motivazioni etico-religiose e antropologiche di una scelta vegetariana è al centro di questo breve scritto del 1892, che fu a lungo noto con il titolo Il primo gradino, allusiva metafora dietro cui compare quell’ideale di ascetismo che Lev Tolstoj volle far proprio, a partire da un certo momento della sua vita. Il primo di un numero infinito di gradini di una colossale scalinata, la cui faticosa e travagliata ascesa costituisce l’unica via che conduce alla virtù. (…)

La straordinaria modernità del pensiero del grande filosofo russo si allaccia con forza alle più calde questioni che percorrono, a più di un secolo di distanza, la nostra società. L’attualità delle rivendicazioni del movimento animalista o il dilagante favore che incontra in questi nostri anni la scelta di un’alimentazione vegetariana rappresentano posizioni ideologiche estremamente affini alle istanze così appassionatamente caldeggiate dal vegliardo di Jàsnaja Poljàna, testimone lungimirante e intuitivo del suo secolo, un secolo di profondi rivolgimenti culturali, in cui il vecchio mondo dell’ancien régime, con tutti i suoi sentimenti e i suoi valori, tramontava, per lasciare spazio alla sensibilità nuova della società che nasceva”. (dalla Prefazione)



Lev Nikolàevi Tolstoj nacque nel 1828 a Jàsnaja Poljàna, nella tenuta di proprietà della nobile famiglia materna, nei pressi della città di Tula. Dopo la perdita di entrambi i genitori, trascorse gli anni dell’adolescenza tra Mosca e Kazan, dove iniziò gli studi universitari. Nel 1851 ebbe inizio la sua avventura al fronte, nel Caucaso; sono questi gli anni in cui Tolstoj inizia a scrivere, e da lì a poco vedrà la luce il suo primo romanzo, Infanzia, pubblicato nel 1852, cui seguirà nel 1856 I racconti di Sebastopoli, ispirato proprio all’avventura nell’esercito. Intorno ai trent’anni, Tolstoj decise di far ritorno a Jàsnaja Poljàna, dove rimase per gran parte della sua vita. Nel 1862 sposò Sonja Andrèevna Bers, e negli stessi anni pubblicò le opere che lo hanno reso immortale: Guerra e pace è del 1869, Anna Karenina del 1877. Tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, Tolstoj attraversò un periodo di profonda crisi spirituale, dalla quale uscì grazie alla religione. Da questo momento, tutta la sua produzione letteraria, narrativa e saggistica risentì di una rinnovata prospettiva filosofica ed etico-religiosa. L’opera completa di Tolstoj è raccolta in 90 volumi, non ancora integralmente tradotti in italiano

giovedì 23 febbraio 2017

Palermo 8 marzo, Aperte le iscrizioni al corso base di lingua polacca “Dobre”





Sono aperte le iscrizioni al corso base intensivo di lingua polacca “Dobre” organizzato dall’associazione La Tenda di Abramo e dalla casa editrice La Zisa. Le lezioni inizieranno mercoledì 8 marzo 2017, alle ore 18, presso i locali dell’Associazione culturale La Tenda di Abramo, in via Lungarini 60, a Palermo. Il corso, che sarà tenuto da un'insegnante madrelingua qualificata, ha un costo complessivo di soli 70 euro (materiale incluso) per 4 incontri di 2 ore ciascuno. Di seguito il calendario delle lezioni: 8 marzo, 15 marzo, 22 marzo, 29 marzo. 

Al termine del corso verrà rilasciato un attestato. Info: tel. 091 5509295 - cell. 327 9053186 o scrivere a: ass.latendadiabramo@gmail.com

lunedì 30 gennaio 2017

Le parole che guariscono. In libreria il volume di Elena Beninati, “Di-saggio. Il linguaggio è terapeutico”, prefazione di Andrea Cusumano, Edizioni La Zisa, pp. 192, euro 16,00





L’intersezione fra diversi ambiti del pensiero, fra cui psichiatria e neuroscienza, filosofia linguistica e antropologia, ha portato alla nascita del cognitivismo e gettato le basi dell’ipotesi che i rapporti interattivi fra individui siano determinati essenzialmente dal tipo di comunicazione che essi instaurano l’uno con l’altro.
In questa ottica, ogni comportamento sintomatico umano può essere inteso come il risultato di errori di trasmissione e frutto dei disturbi di comunicazione fra gli individui, attenzionati nel loro darsi al mondo e inquadrati dal punto di vista del linguaggio. L’amore e il linguaggio terapeutico possono far saltare tale dis-equilibrio, e ristabilire, attraverso una catartica ristrutturazione, una sana comunicazione.

Elena Beninat i (27 febbraio 1982), “made in Palermo”, imprenditrice e mediatore civile, è giornalista dal 2005. Ha collaborato con «Panorama», «la Repubblica», «Il Giornale» e le case editrici Mursia e Rizzoli. Laureata in filosofia all’Università di Palermo, ha conseguito nel 2016 il Dottorato di ricerca in Scienze filosofiche con indirizzo Filosofia del linguaggio, della mente e dei processi cognitivi. Studiosa e appassionata di relazioni interpersonali a cavallo fra psicologia e filosofia, con Di-saggio è al suo debutto

Quale diritto alla privacy? In libreria il saggio di Mariarita Scacciaferro, “Accesso e riservatezza: due diritti separati in casa. Evoluzione storico-giuridica, dalla nostra Costituzione alla Legge Madia”, prefazione di Caterina Ventimiglia, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 12,00




Noi siamo le nostre informazioni, la nostra identità è affidata al modo in cui queste informazioni sono raccolte, trattate, collegate e fatte circolare. Dunque, il diritto alla privacy è un diritto fondamentale, un diritto della personalità, tutelato dalla nostra Costituzione. Oggi, per via del costante aumento della quantità di informazioni messe in circolazione sia da soggetti pubblici che privati, la tutela alla riservatezza è lo strumento essenziale tale da garantire all’individuo la libera costruzione della propria sfera privata, nella giusta pretesa di determinare in che misura egli desidera condividere parte di sé con gli altri, ovvero il diritto di controllare la diffusione dell’informazione circa se stesso.

Dallo studio condotto in queste pagine dall’autrice emerge con chiarezza come il rapporto tra la privacy e il diritto di accesso sia connaturato al delicato problema di come conciliare l’interesse pubblico alla trasparenza dell’attività amministrativa con la delicata tutela dei diritti della personalità che, specie dove entra in gioco la sfera più intima della privacy, può determinare quello che la giurisprudenza ha definito come un “aspro contrasto”.



Mariarita Scacciaferro è nata a Palermo (1977). Laureatasi in Giurisprudenza, si è impegnata, per diverso tempo, in attività di sensibilizzazione e promozione al recupero del territorio locale e alla legalità, collaborando con diverse associazioni no profit. Ex volontaria e attivista antimafia, esperta in leadership, management e progettazione, ha operato nell’ambito della cooperazione nel turismo responsabile e accessibile. Oggi, è dedita, principalmente, all’attività forense e politica.

Pirateria e diritto internazionale. Il caso dei marò italiani finisce in un saggio universitario. Arriva in libreria il saggio Maddalena Dell’Aquila “Pirateria marittima. La disciplina giuridica internazionale e il caso dei marò della Enrica Lexie”, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 12,00





La pirateria marittima è un crimine internazionale e viola il principio della libertà dei mari e del commercio marittimo, una delle regole fondamentali della pacifica convivenza tra gli stati. La comunità mondiale è concorde sia sull’impellente necessità di affrontare questo problema sia sull’applicabilità del “principio di giurisdizione universale”, ma affronta tuttavia un’oggettiva difficoltà d’azione − data dagli interessi politici ed economici in gioco,
dalla variegata natura delle organizzazioni criminali coinvolte dalle difficoltà a stabilire leggi internazionali che rispettino gli ordinamenti interni e la sovranità di tutti gli stati. Questo lavoro di ricerca vuole fare chiarezza sul panorama normativo nazionale e internazionale in materia, per poi concentrarsi sulla “nuova pirateria” marittima del Corno d’Africa e sulla vicenda della Enrica Lexie e dei marò italiani, facendo luce sugli aspetti processuali del caso di pirateria internazionale più discusso degli ultimi anni.

Maddalena Dell’Aquila nasce a Bari il 2 settembre 1989. Nel 2014 si laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”, con il massimo dei voti e con una tesi sperimentale in diritto internazionale da cui è tratto questo saggio. Il 17 marzo 2014, durante una cerimonia ufficiale, riceve da parte del Comandante della Brigata Marina San Marco Contrammiraglio Pasquale Guerra un ringraziamento per la ricerca giurisprudenziale effettuata. Nel 2016 consegue un master in European Law and Policies con una tesi intitolata The Schengen Agreement: a success or a failure? Nello stesso anno supera l’esame di abilitazione forense e viene proclamata avvocato.