mercoledì 19 ottobre 2016

In libreria: Giada Trapani, “L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson”, Edizioni La Zisa, pp. 112, euro 12,00





L’analisi e l’approfondimento dell’ultima riflessione filosofica di Luigi Pareyson nascono dall’esigenza di accostarmi al problema del male la cui forza oscura di inesauribile desiderio di distruzione è presente, nel mondo umano, come realtà sconvolgente.
Com’è possibile chiudere gli occhi di fronte al trionfo del male, alla natura diabolica di certe forme di malvagità, alle più atroci manifestazioni di perversità umana? Com’è possibile consegnare queste atrocità al freddo e impietoso giudizio dell’etica e al debole, compassionevole, buonismo religioso?
Il bisogno di parlare del male, dunque, prende forma dalla necessità di comprenderne l’esistenza e di darne ragione.
Il male si manifesta nel mondo in tutta la sua intatta grandezza, vincendo battaglie, gridando violentemente la sua potenza, nutrendosi di esseri umani senza operare una selezione di cibo, torturando, mortificando e lacerando ogni forma di bellezza, esultando
davanti al dolore, ridendo davanti alla morte; il male ha il volto dell’uomo. Ecco allora che, come squarcio lacerante, irrompe dentro di noi la domanda: perché?
Perché guardando il male vediamo noi stessi? Cercando la risposta, cercando la verità noi ci cerchiamo.
L’ultima meditazione di Pareyson è volta alla scoperta dell’origine di un male che affonda le sue radici nella buia e silenziosa profondità della natura umana, in quel luogo senza spazio, senza tempo, senza leggi, che è la libertà. Il filosofo va alla ricerca della sorgente, il filosofo ha sete di abisso.
Il tema della libertà e il problema del male, nella loro interna connessione e inscindibilità, costituiscono il centro pulsante dell’ultima filosofia di Luigi Pareyson.
Una serie di inquietanti e vertiginose domande sul male e sul dolore incalzano il filosofo: è possibile che di tutto il male, così smisurato nell’universo, la colpa sia interamente da porre a carico della libertà dell’uomo? E che egli, tragico realizzatore del male, ne sia il solo e unico responsabile? Dio è del tutto innocente? Oppure è compromesso nell’intera vicenda di male e di dolore che marchia ogni vivente?
Pareyson sorvola il vertiginoso baratro della ragione umana senza cadervi, ritrovando una nuova ragione filosofica, cosciente dei suoi limiti eppure coraggiosa, forgiando una filosofia che si costruisce sull’intreccio indissolubile tra ontologia della libertà, pensiero tragico ed ermeneutica dell’esperienza religiosa. Il filosofo pone in essere il tentativo di pensare il male non in chiave privativa e di non giustificare Dio alla maniera della teodicea di Leibniz. Alla domanda del perché soffrono anche gli innocenti, Pareyson, infatti, tenta di dare una risposta che egli chiama cristologia laica che assorbe interamente il Dio sofferente compromesso nella vicenda del dolore umano. Pareyson cerca l’interesse da parte di tutti gli uomini di fede e non, accumunati dall’uso della ragione e dalla tragicità della condizione umana.

venerdì 23 settembre 2016

Torna in libreria il romanzo del Premio Nobel per la letteratura: Ghiorgos Seferis, “Sei notti sull'Acropoli”, Edizioni La Zisa, pp. 192, euro 15,00 (ISBN: 978-88-6684-005-3)




Sei notti sull'Acropoli (Exi nichtes stin Akropoli), proposto in questo volume per la prima volta in versione italiana, è l'unico romanzo del poeta Ghiorgos Seferis. Concepito negli anni giovanili, ma ripreso e completato dall'autore in età matura, Sei notti sull'Acropoli si può considerare un romanzo di formazione sui generis, rivisitato ed arricchito alla luce delle diverse esperienze culturali dell'autore in ambito greco ed europeo; caratterizzato, dal punto di vista formale, da una contaminatio generum - dalla narrativa al diario alla prosa lirica. Caratteristica fondamentale dell'opera è uno scambio ininterrotto di ruoli tra ombre e persone vive, come pure il continuo passaggio dal registro della realtà a quello del sogno e della fantasticheria.


Ghiorgos Seferis (1900-1971), premio Nobel per la letteratura nel 1963, è il poeta greco più noto al mondo, insieme a Kavafis, Elitis, Ritsos. Raffinato intellettuale, conoscitore tanto delle letterature classiche quanto delle correnti culturali europee del suo tempo, diplomatico di carriera, effettuò numerosi viaggi dalla prima giovinezza fino alla tarda maturità. La sua poesia essenziale, talora ermetica, è caratterizzata da un dolente senso della grecità: autentica categoria dello spirito per interpretare la realtà e la condizione umana.


La casa editrice La Zisa aderiscono ad Addiopizzo e tutti i suoi libri sono certificati Pizzo-free





martedì 13 settembre 2016

“SIONISMO, I MOLTI “ALTRI” DI ISRAELE” di Claudia Milani (Jesus, settembre 2016)



Già dal titolo il breve saggio di Anna Momigliano appare curioso e provocatorio: chi sono «gli altri» con cui Israele, inteso come Stato, non riuscirebbe a risolvere i suoi dissidi? Sono gli arabi, sarebbe la risposta più veloce e scontata. Ma come giustamente osserva Tobia Zevi nella prefazione, per uno Stato di poco più di otto milioni di cittadini, «gli altri» sono la quasi totalità degli abitanti del pianeta. Che spesso sono interessati a ciò che accade in un fazzoletto di terra grande quanto la Sicilia e spessissimo sono disinformati circa le reali dinamiche di vita di questo Paese, che oltre a essere popolato da ebrei e arabi, è abitato da drusi, circassi e beduini e che si è costruito sull’immigrazione assai più di quanto abbiano fatto gli Stati Uniti d’America. Basti pensare che in sei anni, dal 1945 al 1951, la popolazione israeliana è più che raddoppiata: sarebbe come se in Italia, da qui al 2022, arrivassero 65 milioni di immigrati.

Muovendo da queste premesse e assumendo come spartiacque la “nonguerra” di Gaza dell’estate 2014, che ha visto salire alla ribalta la destra quasi che ormai definirsi sionisti equivalga necessariamente a essere di destra, Momigliano descrive con rapide ed efficaci pennellate la “rottura” del sionismo, il rapporto tra Israele e gli arabi, ma dipinge anche molti ritratti di sionisti storici. Da Eliezer Ben Yehuda, che ha “inventato” la lingua ebraica moderna, alla yiddish mame Golda Meir, da Rabin a Sharon a Netanyahu, per mostrare i molti e diversi volti assunti dal sionismo in circa centoventi anni.



Il libro: Anna Momigliano, “ISRAELE E GLI ALTRI. UN DISSIDIO IRRISOLTO, La Zisa, pp. 80, € 12

giovedì 8 settembre 2016

La Academia Nacional de Buenos Aires dedica un numero dei suoi Anales al “Cigno di Triquetra” di Franco Guarnera (La Zisa)







La Academia Nacional de Buenos Aires dedica un numero dei suoi Anales al “Cigno di Triquetra” di Franco Guarnera (La Zisa)
La prestigiosa “Academia Nacional de Ciancies de Buenos Aires”, in Argentina, dedica un intero numero dei suoi “Anales” al romanzo storico di Francesco Guarnera, “Il cigno di Triquetra. Vita avventurosa di Antonio Veneziano” (Edizioni La Zisa), che la casa editrice palermitana si appresta a rimandare in libreria con una nuova edizione impreziosita dal saggio del prof. Antonino Sole dell’Università di Palermo (“Il romanzo su Antonio Veneziano di Franco Guarnera”).
Il numero degli “Anales”, a firma del noto accademico argentino e vicepresidente dell’Academia Nacional Fausto T. Gratton, ha come titolo “Apuntes sicilianos: vivencias de Cefalù y sierras Madonia, con noticias del ‘Cisne de Tricuetra’” e ha suscitato molto interesse sulla figura e sull’opera di Antonio Veneziano all’interno del mondo culturale argentino e non solo.
La casa editrice La Zisa sta valutando in questi giorni alcune proposte per una edizione in lingua spagnola del volume di Guarnera destinata al mercato latino-americano.
Academia buenos aires, cigno di triquetra, antonio veneziano, la zisa, franco guarnera, argentina