Esiste una connessione tra le mafie, intese come metodo
criminale di arricchimento e di predazione umana, e la Chiesa? Può il popolo
mafioso intrecciarsi al popolo di Dio? La delinquenza organizzata di tipo
mafioso può essere trattata, quindi, come peccato e specificamente “peccato
strutturale” nella sua essenza, se si considera che: «La prospettazione di un
impalpabile peccato, “personale-strutturale”, di stampo mafioso “individuale” […]
sembra, oltre che contraddittoria, in un discorso di coerenza teologico-morale,
anche, praticamente non “conveniente”, anzi sicuramente pericolosa per la
stessa vita e incolumità del presunto-potenziale “mafioso solitario”»? Il
presente volume, il secondo di una trilogia su teologia-Chiesa-mafie, tenta di
rispondere a questi interrogativi. L’autore, sapientemente, pone un approccio
teologico-morale alle mafie, e, in particolare, alla ’ndrangheta calabrese,
offrendone «una aggiornatissima ricostruzione del dibattito ecclesiale, colmando
una lacuna finora presente, sullo specifico oggetto del rapporto tra ’ndrangheta
e Chiesa».
Il modo d’essere dei mafiosi, degli affiliati, è un
sentire complesso, variegato, che impone, per sua essenza, la creazione e la
riflessione su un tipo di peccato diverso, ontologicamente differente nella sua
genesi e struttura: una sorta di peccato 2.0.
Luigi Zaccaro, nato
a Castrovillari (CS) nel 1955, dopo il liceo scientifico, ha conseguito la
laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno superando,
in seguito, il concorso di avvocato. Successivamente si è laureato in Filosofia
all’ Unical. Ha, quindi, iniziato gli studi teologici presso l’IFT Redemtoris
Custos di Rende (CS); l’iter accademico è proseguito presso la PFTIM, Sezione
san Tommaso d’Aquino di Napoli, con il conseguimento di baccalaureato, licenza
e dottorato in Dogmatica cristologica. Dopo aver superato l’esame per l’ammissione
all’ Accademia Alfonsiana-Istituto Superiore di Teologia morale di Roma, ha,
ivi, conseguito il dottorato in Teologia morale sistematica. Tiene un corso su
teologia/chiesa/’ndrangheta presso l’ITCSPX di Catanzaro, aggregato alla PFTIM.
Ha pubblicato La “teologia” dei mafiosi, Napoli 2013; La
mafia come peccato strutturale, Roma
2015; Per una teologia della
liberazione dalla mafia, Cosenza 2017,
con cui ha vinto il Premio san Tommaso “Theologiae Aliis Tradere”, indetto dall’omonima
Sezione della PFTIM.
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