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martedì 11 gennaio 2011

Arriva in libreria: Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, La Zisa


Teodoro Balma, “Il popolo della Bibbia. Storia e martirio dei Valdesi”, A cura di Italo Pons, Prefazione di Antonio Di Grado, Con una nota di Maurizio Rizza, Edizioni La Zisa, pp. 256, euro 16

Questa di Teodoro Balma è più un’opera di buona divulgazione che non di mera erudizione storiografica, la cui impostazione risente, non poco, del clima politico – il ventennio fascista – nel quale fu concepita e scritta. Nonostante quel che possa sembrare ad un lettore poco attento, soprattutto nelle pagine finali del libro, dove l’Autore rende omaggio all’allora capo del governo – un atto dovuto onde evitare gli ostacoli della censura e non di certo per piaggeria o per un errore di valutazione –, tutto il volume è un inno alla libertà, alla strenua difesa dei propri ideali, alla tolleranza, alla dignità dell’Uomo, viste attraverso le vicende ultrasecolari e drammatiche dei Valdesi, il primo ed unico movimento di Riforma religiosa, sorto nel Medioevo e giunto sino ai nostri giorni. Le vicende e i personaggi narrati scandiscono in rapida sintesi le tappe salienti di un lungo processo di democrazia religiosa ancora in buona parte insoluto, che oggi, ampliando il discorso, non riguarda più soltanto il culto Valdese, ma ciascun credo, specialmente laddove esistono Chiese con posizioni dominanti, i cui destini si intrecciano, in un rapporto di connivenza, e talvolta si identificano col potere politico stesso. Questo avviene al tempo in cui siamo, sino al paradosso che gli abusanti di un luogo, spesso diventano gli abusati in un’altra parte di questo nostro stupido mondo.

Teodoro Balma (1917-1994), pastore valdese, teologo, giornalista e scrittore, ha esercitato la sua attività pastorale in diverse città italiane, come Napoli, Catania, Riesi, Venezia e Torino, lasciando in ciascuna il segno della sua forte personalità. Ha collaborato a diversi periodici: “Corriere di Sicilia”, “Persona”, “Protestantesimo”, “La Luce”, “L’Appello”, “Gioventù Cristiana”. Tra le sue opere, si ricordano: Storia dei Valdesi (Milano 1929), Lineamenti di dottrina cristiana (Catania 1934), Voci degli Apostoli (Catania 1938), Il Costume Valdese (Catania 1938).

giovedì 9 settembre 2010

Arriva in libreria: Alba Coglitore, Profumo di casa. Storia d’amore e di ricette (siciliane), Edizioni la Zisa, pp. 112, euro 8




Stanca di stare in attesa di un uomo che non le da che briciole, dopo tanto tempo Laura decide di tornare a casa per le feste di Natale. Un viaggio emozionante, alla ricerca delle radici più profonde, di quegli indissolubili legami familiari che, in Sicilia più che altrove, sono inequivocabilmente legati alla condivisione del cibo. Un percorso attraverso luoghi e fogli di ricette che, come una storia ininterrotta, si tramandano di madre in figlia. Profumo di casa è un romanzo e insieme un libro di ricette, attraverso il quale Alba Coglitore ripercorre le tappe di un rapporto unico, quello che lega il cibo e i rapporti autentici.

Nata a Palermo, Alba Coglitore è un’insegnante in pensione. Di se stessa dice: «Mi sembra d’essere nata e cresciuta a scuola. Prima tra i banchi. Poi di fronte. Dovrei odiare i libri, invece il loro profumo m’inebria». Oggi si dedica alle sue passioni: fare la turista nella propria città, leggere e scrivere racconti. Senza dimenticare, naturalmente, quella di sfogliare un libro di ricette e di prepararne qualcuna.

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

mercoledì 28 aprile 2010

Palermo 30 aprile, Presentazione del libro "Un Miscelino per Rosa. Storia d'amore e di passioni" di Sergio C. Infuso, Edizioni La Zisa


Venerdì 30 aprile 2010 - ore 17.00 -
Sala Gialla Palazzo dei Normanni
a Palermo


presentazione del libro:
Un Miscelino per Rosa
(Storia d’amore e di passioni)
di Sergio Infuso


Edizioni La Zisa
(http://www.lazisa.it/)

Proiezione del video “Un Miscelino per Rosa”
di Gianni Basile e Marcello Fioriani

Saluti dal Presidente dell’ARS Francesco Cascio
Interventi di Pino Apprendi - Rita Borsellino - Vincenzo Consolo - Leoluca Orlando - Italo Tripi
Modera: Marco Pomar
Interviene l’autore

Sergio Cristoforo Infuso, "Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Janne Vibaek Pasqualisno, Introduzione di Rosario Mancino, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 14,90


“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.


Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana, è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.

venerdì 12 marzo 2010

Il numero di marzo di “Focus Storia” parla del “Maestro del Sonno Eterno” (Edizioni La Zisa) di Dario Piombino Mascali


Il numero di marzo di “Focus Storia” parla del “Maestro del Sonno Eterno” (Edizioni La Zisa) di Dario Piombino Mascali

(…) Naturali sono anche le migliaia di corpi che riposano nella cripta dei Cappuccini di Palermo (la stessa della "bella addormentata" di Salafia). «La nascita delle catacombe dei Cappuccini risale alla fine del 'Soo, quando furono scoperti casualmente, in una fossa comune, i corpi di 45 frati perfettamente conservati. Da allora si sviluppò un grande sito di sepoltura in uso fino alla fine dell'8oo, inizialmente riservato ai Cappuccini e poi esteso a nobili, alti prelati e borghesi» riprende Piombino Mascali. «La stessa Rosalia aveva un permesso solo provvisorio per rimanere nelle catacombe. Ma le peregrinazioni della sua famiglia in Italia e all'estero non consentirono di darle diversa sistemazione».
Le condizioni ambientali di questo luogo (e di altri in Sicilia), come l'assenza di umidità e una temperatura costante, consentivano l'essiccazione naturale. «Favorita tra l'altro da una tecnica rudimentale ma efficace, chiamata "scolatura": i corpi erano a volte posizionati seduti o in piedi per permettere il drenaggio dei liquami cadaverici».
PIETRIFICATI. Avvolti nel più profondo mistero sono stati invece, per anni, i metodi dei "pietrificatori". «Tra la fine del '700 e la prima metà del '900 alchimisti e medici fuori dagli ambienti accademici si misero in testa di pietrificare tessuti animali (e poi corpi) fino a ottenere una durezza simile alla roccia» spiega Luigi Garlaschelli, chimico dell'Università di Pavia.
Il maestro della "pietrificazione", il bellunese Girolamo Segato (1792-1836), fu osannato dai contemporanei: «Gli dedicarono opere teatrali e odi, e quando morì fu sepolto a Firenze, accanto a Michelangelo e Machiavelli» racconta lo studioso. «Alcuni suoi preparati sembrano impregnati di sostanze minerali, altri sembrano più che altro disidratati: di sicuro Segato non rivelò nulla del suo procedimento, nonostante i tanti tentativi di imitazione».
All'epoca l'imbalsamazione era tornata in auge dopo secoli di stop, coincisi col diffondersi del cristianesimo che la riteneva incompatibile con la risurrezione. «Nel 392 d. C. l'imperatore Teodosio vietò riti e pratiche sui cadaveri che andassero oltre la semplice unzione» spiega Piombino Mascali. Anche nel Tardo Medioevo prevalse il rifiuto di ogni tipo di violazione del cadavere limitandosi alla cosiddetta "clisterizzazione" ovvero all'immissione di decotti aromatici nel retto.
«Ma esisteva anche un altro sistema che consisteva nella bollitura e nella separazione dei tessuti molli dalle ossa: era riservato ai crociati caduti in battaglia e ne permetteva il rientro e la sepoltura in patria. Anche il "santo" re di Francia Luigi IX (morto nel 1270) e il teologo Tommaso d'Aquino (morto nel 1274) non sfuggirono al calderone bollente» conclude Piombino Mascali.
E oggi? Chi, per il proprio cadavere, aspirasse a qualcosa di più di una comparsata in tv, può offrirsi volontario all'anatomopatologo tedesco Gunther von Hagens, il "re" della plastinazione. Con la tecnica da lui brevettata i liquidi corporei sono sostituiti con molecole di silicone e le salme si induriscono diventando opere d'arte. In pose "viventi" per l'eternità.

Anita Rubini

PER SAPERNE DI PIÙ
“Il maestro del sonno eterno”, Dario Piombino Mascali (Edizioni La Zisa). I segreti di Alfredo Salafia, mummificatore.

venerdì 29 gennaio 2010

QUANDO L' ISOLA ERA FRONTIERA. GLI ANNI RUGGENTI DI LI CAUSI






L' EDITRICE La Zisa pubblica "Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 19441960", opera inedita di Girolamo Li Causi, terminata nel 1974, e non più rivista dall' autore. Il libro (a cura di Davide Romano, interventi di Italo Tripi e Oliviero Di Liberto, 224 pagine, 9,90 euro) è una lunga riflessione critica, ed autocritica, sull' attività svolta dal Pci e dalle classi dirigenti siciliane, negli anni della ricostruzione post-bellica, dai mesi immediatamente successivi allo sbarco delle truppe anglo-americane sino alla formazione dei governi Milazzo. Un arco di tempo lungo un quindicennio, durante il quale Li Causi assolse anche l' incarico di segretario regionale del partito. Da questo suo osservatorio privilegiato emerge il ritratto vivo e spesso pungente di uomini e vicende che hanno segnato la storia passata e presente dell' Isola. Li Causi (nato Termini Imerese nel 1906, morto a Roma nel 1977) è stato uno dei massimi dirigenti nazionali del Partito comunista italiano, al quale aderì giovanissimo poco dopo la sua fondazione. Parlamentare per diverse legislature, è stato per alcuni anni vice presidente della Commissione nazionale antimafia. Collaboratore e direttore di numerosi periodici, ha pubblicato: "Il lungo cammino. Autobiografia 19061944" (Editori Riuniti, 1974). «Il merito di ridare oggi voce ad un uomo politico come Girolamo Li Causi - scrive Italo Tripi nella prefazione - non risiede soltanto nella ricognizione storica di un periodo straordinariamente importante come il quindicennio 1944-1960, ma serve anche a mettere in luce il profilo e la consistenza di un politico lungimirante e tenace nel sostenere le ragioni di una scelta. Il sempre più diffuso bisogno di "ritorno alla Storia" è indicativo delle difficoltà che stiamo attraversando e serve a recuperare il senso di un percorso, di un cammino, di una storia appunto che ci riguarda, ci appartiene». (Repubblica, 25 marzo 2009)

martedì 10 novembre 2009

Giuseppe Incandela, “Vincoli d’onore. Storie e uomini di mafia tra New York e Palermo”, ed. La Zisa, pp. 180, euro 12


Molte tragiche vicende criminali che nell’ultimo sessantennio hanno occupato le prime pagine dei notiziari non solo nazionali, trovano la loro origine nel rinnovato patto tra la mafia siciliana e quella americana siglato nei primi anni del secondo dopoguerra. Soprattutto il traffico degli stupefacenti, per gli ingenti profitti che esso procura, ha messo in crisi vecchi e consolidati assetti delinquenziali, provocando di conseguenza una lunga catena di omicidi, sia all’interno delle famiglie mafiose, che nei confronti delle componenti istituzionali più determinate nella lotta al crimine organizzato. Di volta in volta, l’alleanza tra le due mafie, nonostante le differenze strutturali che le contraddistinguono, è servita anche di valido supporto nelle fasi critiche che entrambe hanno attraversato. In ultimo, gli USA sono diventati terra di esilio dei boss fuggiti dalla Sicilia all’indomani della guerra scatenata tra i clan negli anni ‘80. Il paventato ritorno degli “scappati” nell’isola sta però determinando un nuovo scontro tra favorevoli e contrari, i cui sviluppi ulteriori al momento attuale non è facile prevedere.

Giuseppe Incandela vanta al suo attivo una lunga esperienza giornalistica iniziata quarant’anni fa sulle colonne del quotidiano palermitano L’Ora, e proseguita con la collaborazione alla sede palermitana dell’Agenzia Radiocor, diretta da Mauro De Mauro, a TVR Sicilia e al VideoGiornale. Attualmente conduce due rubriche sui canali del Centro Televisivo Palermitano. Tra le sue numerose pubblicazioni, si ricordano: Piero Gobetti e la Rivoluzione liberale (1961); I cattolici nella politica italiana dal 1919 al 1924 (1963); La politica delle chiacchiere (1966); Dalle strade alla storia (1966); Sospetti e veleni (1989); Gli anni che sconvolsero Palermo (2004); Il lungo fiume di sangue (2006); Anni Ottanta. Attacco della mafia allo Stato (2007); Morte di un Presidente. Inchiesta sul delitto Mattarella (2009).

domenica 19 luglio 2009

Dario Lo Bianco, I FIORI E LA POLVERE, Edizioni La Zisa, pp.288, euro 13


I protagonisti principali di questo romanzo, Enrico e Sabina, due giovani studenti universitari, di diversa estrazione sociale e di opposti ideali politici, vivono un’intensa storia d’amore nella Milano del 1968. Moderni Romeo e Giulietta, devono subire, nonostante tutti i tentativi di resistere alle incomprensioni e agli ostacoli che si frappongono alla loro relazione, i condizionamenti di un’epoca intrisa di forti contrapposizioni ideologiche. Ciascuno a suo modo, conserveranno nel tempo il rimpianto, appena soffuso, per qualcosa che era stato loro negato: la possibilità di poter affermare pienamente il diritto a dare libero slancio alla loro passione. Sono, essi, il simbolo metastorico di intere generazioni, passate presenti e future, che nelle ideologie, onestamente vissute, trovano motivi di azione, di rivolta, di scontro, e per ciò stesso una ragione di vita. Ma che, proprio quando le tensioni politiche si fanno più acute, e le delusioni cedono il passo ai sogni e alle speranze, riescono ad abbandonarsi, con eguale trasporto, alla tenerezza e al dolce incanto dei sensi. Anche le passioni più forti, come spesso succede, richiedono un impegno tenace e costante, quel coraggio al quale uno dei due protagonisti viene meno nel momento decisivo, decretando così la propria inappellabile sconfitta. Questo romanzo d’esordio, che è insieme ritratto di un’epoca e metafora del tempo presente, rivela uno scrittore di talento, capace, attraverso una personalissima tecnica narrativa, di unire le piccole storie quotidiane alla grande Storia che muta nel profondo i tempi e gli uomini, la stessa che, eterna Medea, genera e uccide i suoi figli-eroi.

Dario Lo Bianco, ingegnere, è nato a Milano nel 1977 e risiede a Palermo dove lavora presso Rete Ferroviaria Italiana, gruppo Ferrovie dello Stato. Nel 2007, per il volume Caccamo nel Novecento: Uomini e storia, ha scritto la biografia dello storico caccamese Giuseppe Lo Bianco del quale ha curato il romanzo inedito Il Barone di Caccamo, di prossima pubblicazione. Ha pubblicato la raccolta Valzer di una notte e altri racconti, Palermo, La Zisa, 2007.