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giovedì 28 marzo 2024

Torna in libreria il saggio di Anna Momigliano, “Israele e gli altri. Un dissidio irrisolto”, prefazione di Tobia Zevi, Edizioni La Zisa


 

Per cercare di comprendere le radici di un conflitto che sembra ormai infinito


“Lo Stato di Israele […] è grande più o meno quanto la Sicilia. Vi risiedono circa sei milioni di ebrei e due di arabi, senza contare gli abitanti della Cisgiordania. In più vi sono una serie di minoranze storiche ma non così conosciute: drusi, circassi, beduini, ecc. […] l’identità di questa terra è talmente complessa che possono percepirsi eccentrici, rispetto alla maggioranza, i giovani che non si riconoscono nella politica e nel mainstream; la classe media che perde potere d’acquisto e non riesce a pagarsi un affitto; gli arabi israeliani che si sentono cittadini di serie B; gli arabi cristiani rispetto alla maggioranza musulmana; i neri africani in rapporto alle altre etnie; le popolazioni beduine e nomadi; i lavoratori immigrati del Sud-est asiatico; i religiosi e i laici, entrambi; i russi o gli etiopici di fronte ai pionieri; i sefarditi nei confronti degli ashkenaziti. Il miracolo del sionismo consiste proprio nell’aver integrato – tra mille contraddizioni – milioni di esseri umani in pochissimi anni: solo tra il 1945 e il 1951 sbarcarono circa 685 mila immigrati, innestandosi su una popolazione di 650 mila persone, […]. Pensiamo a cosa succederebbe in Italia – considerato il livello dell’attuale dibattito pubblico – se arrivassero 65 milioni di immigrati nei prossimi cinque anni!”. (dalla Prefazione di Tobia Zevi).

 

Anna Momigliano collabora con il New York Times e il Mulino. Ha scritto Karma Kosher. I giovani israeliani tra guerra, pace, politica e rock’n’roll (Marsilio 2009).  

martedì 13 settembre 2016

“SIONISMO, I MOLTI “ALTRI” DI ISRAELE” di Claudia Milani (Jesus, settembre 2016)



Già dal titolo il breve saggio di Anna Momigliano appare curioso e provocatorio: chi sono «gli altri» con cui Israele, inteso come Stato, non riuscirebbe a risolvere i suoi dissidi? Sono gli arabi, sarebbe la risposta più veloce e scontata. Ma come giustamente osserva Tobia Zevi nella prefazione, per uno Stato di poco più di otto milioni di cittadini, «gli altri» sono la quasi totalità degli abitanti del pianeta. Che spesso sono interessati a ciò che accade in un fazzoletto di terra grande quanto la Sicilia e spessissimo sono disinformati circa le reali dinamiche di vita di questo Paese, che oltre a essere popolato da ebrei e arabi, è abitato da drusi, circassi e beduini e che si è costruito sull’immigrazione assai più di quanto abbiano fatto gli Stati Uniti d’America. Basti pensare che in sei anni, dal 1945 al 1951, la popolazione israeliana è più che raddoppiata: sarebbe come se in Italia, da qui al 2022, arrivassero 65 milioni di immigrati.

Muovendo da queste premesse e assumendo come spartiacque la “nonguerra” di Gaza dell’estate 2014, che ha visto salire alla ribalta la destra quasi che ormai definirsi sionisti equivalga necessariamente a essere di destra, Momigliano descrive con rapide ed efficaci pennellate la “rottura” del sionismo, il rapporto tra Israele e gli arabi, ma dipinge anche molti ritratti di sionisti storici. Da Eliezer Ben Yehuda, che ha “inventato” la lingua ebraica moderna, alla yiddish mame Golda Meir, da Rabin a Sharon a Netanyahu, per mostrare i molti e diversi volti assunti dal sionismo in circa centoventi anni.



Il libro: Anna Momigliano, “ISRAELE E GLI ALTRI. UN DISSIDIO IRRISOLTO, La Zisa, pp. 80, € 12