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mercoledì 1 dicembre 2010

Palermo 3 dicembre, Presentazione del fantasy di Liliana Galatioto "IL SEGRETO DELLA CITTA' NASCOSTA", Edizioni La Zisa


Venerdì 3 dicembre, alle ore 18, presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi (piazza Niscemi 1), a Palermo, i giornalisti Alessia Franco e Alberto Mirone presentano il romanzo fantasy di Liliana Galatioto "Il segreto della città nascosta" (Ed. la Zisa). E' presente l'autrice. Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

LA FORZA DELL'AMORE di ALBERTO MIRONE (“La Repubblica”, 28 novembre 2010)

LA CRONACA di un amore doloroso e perfetto che elude i labili confini del tempo, per legare il filo che intreccia tutte le storie mai narrate a un presente fatto di mistero. È la suggestione narrativa a cui ci invita Liliana Galatioto, giovane autrice al suo primo romanzo, Il segreto della città nascosta, che ci trasporta in un viaggio alla riscoperta della storia greca, una storia perduta, racchiusa in un episodio senza nome, capace però di dare i natali alla leggenda di una mitica città nascosta; alla sua ricerca partiranno inconsapevolmente Daniele Jessica, due persone il cui incontro sembra ordito da quello che gli antichi chiamavano Fato, due vite che stringono un legame basato inizialmente su una reticenza riguardo il loro passato prossima al segreto. Daniel viene da un amore naufragato e ha un buco nel cuore da rammendare, mentre lei non si rivela quella che sembrava essere, un incontro che diviene amore e che procede parallelamente allo sviluppo della storia nella storia, un tuffo nel passato mitico in cui oriente e occidente tentano di unirsi celebrando un amore clandestino: quello di Semiramide, promessa sposa di un uomo che non è nel suo destino, rapita invece dal fuoco che brucia nel petto di uno spartiate incaricato di scortarla. Il loro è un sogno destinato ad infrangersi, ma il sentimento è così forte da precipitare nel sonno di Danel, all'ascolto di una voce onirica che lo chiama a sé: è l'occasione per imbarcarsi in un viaggio che scoprirà ai loro occhi le meraviglie di un passato sepolto sotto la sabbia, e lascerà loro in eredità una nuova consapevolezza di se stessi e del legame che unisce gli amori di ogni tempo.

Liliana GALATIOTO
Il segreto della città nascosta
Edizioni La Zisa
Pagine 184
Euro 14,90

martedì 30 novembre 2010

Narrativa: “ALIENI METROPOLITANI” di AMELIA CRISANTINO


PROTAGONISTI metropolitani, vite distanti e parallele che scorrono attorno alla stradadel Viale. Mestieri ormai improbabili e proiezioni nella modernità convivono gomitra gomito, raccontati da Giuseppe Mazzone nel romanzo breve “L'ultima notte prima della fine del mondo”. Troviamo Violetta, ragazza gentile che ha trovato una nicchia al suo disagio divenendo «la commessa della modista». C'è il dottor Crocchia, il «signorino» discendente di una dinastia di medici che figura come specialista in malattie respiratorie. Da un altro secolo sembra arrivare la signora Ina, che in un minuscolo negozio vende formaggi e acciughe sotto sale, le sue pagnotte condite sono molto apprezzate dai muratori. Il tabaccaio guercio e l'edicolante artista reclamano più spazio peri loro personaggi, compressi come sono fra la ginecologa Marta, il barista Lupo, il barbone filosofo e il suo cane Bau, forma abbreviata di Baudelaire. In fondo alla strada c'è lo studio di un veterinario che per solidarietà, la notte di Natale, fa abortire una donna sola legandola al lettino dove di giorno visita cani e gatti. Una folla di ex capelloni nostalgici ed ex minigonne si lanciano versi di vecchie canzoni: sullo sfondo scorre una città distratta, che contagia ai suoi abitanti un umore malinconico. E tutti pensano di avere un giorno vissuto momenti più gloriosi. Anche i sorrisi sembrano evocare tempi andati, «sicuramente migliori a detta di chi li aveva vissuti».

GIUSEPPE MAZZONE
“L'ultima notte prima della fine del mondo”
Edizioni La Zisa
Pagine 122
Euro 9,90

lunedì 29 novembre 2010

LA FORZA DELL'AMORE di ALBERTO MIRONE (“La Repubblica”, 28 novembre 2010)


LA CRONACA di un amore doloroso e perfetto che elude i labili confini del tempo, per legare il filo che intreccia tutte le storie mai narrate a un presente fatto di mistero. È la suggestione narrativa a cui ci invita Liliana Galatioto, giovane autrice al suo primo romanzo, Il segreto della città nascosta, che ci trasporta in un viaggio alla riscoperta della storia greca, una storia perduta, racchiusa in un episodio senza nome, capace però di dare i natali alla leggenda di una mitica città nascosta; alla sua ricerca partiranno inconsapevolmente Daniele Jessica, due persone il cui incontro sembra ordito da quello che gli antichi chiamavano Fato, due vite che stringono un legame basato inizialmente su una reticenza riguardo il loro passato prossima al segreto. Daniel viene da un amore naufragato e ha un buco nel cuore da rammendare, mentre lei non si rivela quella che sembrava essere, un incontro che diviene amore e che procede parallelamente allo sviluppo della storia nella storia, un tuffo nel passato mitico in cui oriente e occidente tentano di unirsi celebrando un amore clandestino: quello di Semiramide, promessa sposa di un uomo che non è nel suo destino, rapita invece dal fuoco che brucia nel petto di uno spartiate incaricato di scortarla. Il loro è un sogno destinato ad infrangersi, ma il sentimento è così forte da precipitare nel sonno di Danel, all'ascolto di una voce onirica che lo chiama a sé: è l'occasione per imbarcarsi in un viaggio che scoprirà ai loro occhi le meraviglie di un passato sepolto sotto la sabbia, e lascerà loro in eredità una nuova con¬sapevolezza di se stessi e del legame che unisce gli amori di ogni tempo.

Liliana GALATIOTO
Il segreto della città nascosta
Edizioni La Zisa
Pagine 184
Euro 14,90

LIBRI: Storia di due fratelli in «Terzapersona» (Ed. La Zisa) scritto da Ennio Tanaglia



“Le piccole battaglie quotidiane di chi combatte l'handicap”

di Antonella Filippi (“Giornale di Sicilia”, 26 novembre 2010)

Viene in mente una scena del film “Il pianista” di Roman Polanski: durante un'irruzione in una casa di ebrei, la prima azione che le SS compiono è quella di sollevare un invalido, con annessa sua sedia a rotelle, e gettarlo velocemente dalla finestra. Molto velocemente. Senza perdere inutile tempo. Per carità, il riferimento è a un caso limite ma i rapporti tra chi è portatore di un handicap mentale o fisico e il mondo attorno è complesso. Ruota attorno a due fratelli, uno sano e l'altro con problemi psichici, il libro dell'avvo¬cato penalista Ennio Tinaglia, “Terzapersona” (Edizioni La Zisa), presentato ieri a Palermo con gli interventi del magistrato Lorenzo Matassa, che ha curato la prefazione, e della psicologa Virginia Salemi. E’ dura la quotidianità dei malati, come è tanta la fatica di chi, in famiglia, deve assisterli, ancor di più quando è la mente a smarrirsi. Un esercito di genitori, mariti, mogli, fratelli e figli che, giorno dopo giorno, deve confrontarsi con una realtà carica di disperazione. Tanto che spesso chi sta accanto a questi pazienti non si accorge più dei propri bisogni. Ecco allora Giorgio che, nel prendersi cura di Saverio, lotta per conservare degli spazi per sé e si muove tra rabbia, rassegnazione, speranza, rimorsi. Tra i tentacoli dei sensi di colpa che seguono a momenti in cui l'odio sembra prendere il sopravvento, in cui pensieri inconfessabili si fanno strada. Una sorta di battaglia di amore/odio di Giorgio contro Saverio ma, soprattutto, per Saverio, in un intrigante gioco di riflessioni: «Ripercorro - commenta Tinaglia - un bel tratto di vita dei due fratelli, Giorgio e Saverio. Dall'infanzia all'adolescenza, dalla presa di coscienza di Giorgio che dovrà farsi carico del fratello più grande, soprattutto dopo la morte del padre, senza però lasciarsi travolgere, mantenendo spazi vitali, a costo di sentirsi un po' mostro. Sono si¬tuazioni comuni più di quanto si pensi: comprendere che si tratta di sentimenti diffusi può fare sentire meno soli e aiuta a lasciare da parte la vergogna che può assalirti. Si tratta di dinamiche complesse che ricadono quasi esclusivamente sulla sfera familiare, poiché l'aiuto esterno è davvero limitato». A trent'anni dalla legge Basaglia.('ANFI')

venerdì 26 novembre 2010

Palermo 17 dicembre, Presentazione di “Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia” di Rosaria Brancato, La Zisa


In occasione del 25° anniversario della morte, avvenuta il 12 dicembre 1985, Le Edizioni La Zisa e il movimento Un’altra Storia il 17 dicembre, alle ore 18, presso il salone della Chiesa valdese di via dello Spezio 43 (dietro il teatro Politeama), a Palermo, presentano il volume della giornalista Rosaria Brancato “Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia” (La Zisa), già alla seconda ristampa in un mese. Intervengono: Daniele Billitteri, presidente Assostampa Sicilia; Rita Borsellino, eurodeputato; Piero Campagna, fratello di Graziella; Vittorio Corradino, presidente Ordine dei giornalisti di Sicilia. Modera: Roberto Puglisi, giornalista.

Il LIBRO: Rosaria Brancato, "Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Piero Campagna, Edizioni La Zisa, pp. 126, euro 12,90
La straordinaria vicenda di Graziella Campagna raccontata anche dallo sceneggiato della Rai "La vita rubata" con Beppe Fiorello

Non succede mai nulla di terribile a Saponara. Cosa può accadere in un paesino arroccato sulle montagne, in provincia di Messina, la provincia babba? Qui non esiste la Mafia e nessuno può fare del male a una ragazzina. Ma il 14 dicembre 1985, due giorni dopo la scomparsa, il corpo della 17enne Graziella Campagna è ritrovato nello spiazzale di uno dei fortini che sovrastano la città. Su quel cadavere straziato, i chiari segni di un’esecuzione mafiosa. In questo libro, la giornalista Rosaria Brancato ricostruisce, con il piglio della cronista, i 24 interminabili anni di ricerca della verità giudiziaria, svelando insabbiamenti e – con essi – le collusioni di un mondo parallelo a quello ufficiale, in cui criminali si mescolano alla gente perbene e alle istituzioni. Ma soprattutto, con la sensibilità della scrittrice, Brancato restituisce voce alle vittime di questa vicenda: a Graziella, al fratello Piero – l’instancabile carabiniere che non ha mai smesso di cercare la verità, agli altri membri di una famiglia “normale” travolta dal dolore, schiacciata da un meccanismo più grande delle loro vite di cui non avrebbero mai sospettato neppure l’esistenza.

Rosaria Brancato laureata in Scienze Politiche, giornalista professionista, ha lavorato presso La Repubblica, Il Giornale di Sicilia, L’Ora di Palermo, La Sicilia e presso le emittenti televisive Telecolor, Antenna Sicilia, Tgs, Televip. È stata portavoce del sindaco di Messina nel 2006 ed ha curato uffici stampa in occasione delle campagne elettorali per diverse formazioni politiche. È responsabile provinciale della commissione Pari opportunità della Fnsi e vice delegata nazionale.

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

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Davide Romano - Resp. Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"
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mercoledì 10 novembre 2010

Ötzi alla Florence Tattoo Convention




Dal 5 al 7 novembre, la Fortezza Da Basso di Firenze ha ospitato la terza edizione della Florence Tattoo Convention.
Un percorso interamente dedicato al tatuaggio e alla sua storia senza tempo, oltre 120 partecipanti da tutto il mondo e una serie di eventi collaterali, come le danze tribali della Polinesia e la mostra “Eternal Signs: Mummies of the World”, sulle mummie tatuate. Un viaggio di tre giorni incentrato quindi non soltanto su tatuaggi e tatuatori che oggi affollano le città, ma anche sulla storia di quest'arte millenaria. In questo contesto si sono inseriti gli interventi del ricercatore EURAC Dario Piombino-Mascali e dell'antropologo statunitense Lars Krutak, conduttore della trasmissione Tattoo hunter/Global ink su Discovery Channel.
Autore del noto saggio “Il Maestro del Sonno Eterno” (pubblicato dalla casa editrice la Zisa di Palermo) in cui è stato finalmente svelato il mistero della formula di imbalsamazione di Rosalia Lombardo - la piccola mummia conservata alle Catacombe di Palermo e preparata dal finora ignoto imbalsamatore Alfredo Salafia - Piombino-Mascali ha presentato un excursus sulle mummie tatuate e sulla ragione di tale pratica, dalle precolombiane Cinchorro agli esemplari egizi e siberiani. Lars Krutak si è invece soffermato sulla storia e le origini del tatuaggio tribale e sul suo significato spirituale.
Particolare attenzione è stata riservata dal ricercatore dell'EURAC ad Ötzi, la mummia di Similaun custodita al Museo Archeologico dell'Alto-Adige ed ai suoi 57 tatuaggi, probabilmente fra le prime evidenze di agopuntura.
“L'interesse crescente che riscuote una mummia come Ötzi è indice di una forte volontà da parte di un numero sempre maggiore di fruitori di accostarsi a un mondo remoto e affascinante, a modi di vita e usi, compreso quello del tatuaggio, che valicano le barriere del tempo”, commenta Albert Zink, direttore dell'Istituto per le Mummie e l'Iceman dell'EURAC.
Scoperto accidentalmente nel 1991, Ötzi è presto diventato per molti il simbolo di un mondo ancora tutto da scoprire e da portare con sé, come dimostra il tatuaggio della mummia sull'avambraccio sinistro di Brad Pitt.

venerdì 5 novembre 2010

IL KILLER BUDDISTA di Amelia Crisantino (La Repubblica, domenica 31 ottobre 2010)



ALESSANDRO CITARRELLA FIORE, “I ribelli della luna”, Edizioni La Zisa, Pagine 90, Euro 8

STORIA di killer, prostitute e racket a Palermo: ma niente stereotipi, scrittura molto consapevole e controllata, atmosfera pulp e ironica al punto giusto. Ne “I ribelli della luna” di Alessandro Citarrella Fiore, la capacità di usare violenza senza starci tanto a pensare ,è il primo dei requisiti richiesti: protagonista – voce narrante è un killer alla Tarantino, che pratica la musica e ama la letteratura. Svelto di mano, insensibile solo all'apparenza, il killer Ax s'è innamorato di una prostituta di colore. Lei sta accumulando i quattrini necessari a riscattare la sua libertà, lui passa a salutarla prima di andare al lavoro. Come un qualsiasi bravo ragazzo. Al momento va ad ammazzare un paio dei nemici del suo capo, ma nel tempo libero è un non violento persino un po' buddista: il suo più grande desiderio è aiutare gli altri, fare sempre "la cosa giusta". Ax sente di essere solo uno che vive in un mondo violento, uno che vuole fare bene il suo lavoro. A tempo perso "protegge" un paio di ragazze, ma non vorrebbe mai essere uno sfruttatore. Solo, lui le protegge dai pericoli della strada. Qualche piccola guerra di mafia diventa un elettrico confronto fra gang rivali, quasi una partita a flipper veloce e tutta giocata sul filo del rasoio. Il Grande Capo si chiama 'u Panzuni, sentimentale e spietato si avvia a diventare il re della malavita palermitana. La sua scalata costerà molte vite ma, dice Ax, «ogni guerra ha i suoi eroi».

giovedì 28 ottobre 2010

Torino 3 novembre, Presentazione del saggio di Walter Ferreri, "La verità sul 2012", Edizioni La Zisa


“La verità sul 2012” è il titolo del saggio dell’astronomo Walter Ferreri, edito dalla casa editrice La Zisa, che verrà presentato dalla giornalista del Tg Leonardo della Rai, Rosa Brusin, mercoledì 3 novembre, alle ore 18, presso la Feltrinelli Libri e Musica di piazza C.L.N. 251, a Torino. Sarà presente l’autore.


Il libro: Walter Ferreri, “La verità sul 2012”, Edizioni La Zisa, pp. 112, euro 8,90 (ISBN: 978-88-95709-55-0)

Recensione de “La Stampa” (18/05/2010) “La bufala 2012. Poi non dite che nessuno vi aveva avvertito!” di PIERO BIANUCCI

Da sempre il tema della fine del mondo terrorizza e affascina l’uomo. Ne parlano gli antichi testi sacri di varie religioni, i movimenti millenaristi (ma quella della paura dell’Anno Mille è una leggenda, un falso storico: all’epoca ben pochi sapevano in che anno si viveva), numerosi pseudo-profeti relativamente recenti come William Miller (1782-1849), i Testimoni di Geova (che però da qualche decennio hanno rinunciato a precisare date). Insomma, le apocalissi annunciate si sprecano. Persino Isaac Newton cercò di stabilire la data della fine del mondo: analizzando il testo biblico del profeta Daniele giunse a identificare l’anno 2060. Previsione allarmante per i più giovani, per altri, come chi scrive, tutto sommato rassicurante.



Newton però, oltre che grande scienziato, fu un teologo coltissimo, e credeva profondamente nella Scrittura. La sua previsione dunque è giustificata dalla buona fede. Ben diversa è la storia di previsioni più recenti, l’ultima delle quali fissa la fine del mondo al 21 dicembre 2012. In queste previsioni probabilmente non crede neppure chi le fa, e tanto meno chi ci specula sopra per far denaro con Dvd, libri pieni di falsità, programmi tv che vogliono scoprire misteri dove invece non c’è altro che ignoranza. Per fortuna qualcuno ha pensato di smontare la speculazione pezzo per pezzo. L’ha fatto Walter Ferreri con il suo libro fresco di stampa “La verità sul 2012” (La Zisa Editore, 106 pagine, 8,90 euro), una lettura non solo interessante ma anche divertente per lo humour che affiora tra le righe: l’ironia nasce spontaneamente per contrasto quando si esamina con argomenti seri una tesi invece di serio ha ben poco.



Astronomo all’Osservatorio di Torino, scopritore di numerosi asteroidi e fondatore della rivista che state leggendo, Ferreri parte dall’origine della favola della fine del mondo nel 2012. Il responsabile è il romanziere Frank Waters, che nel 1976 dedicò qualche pagina del libro “Mexico Mystique” al fatto che secondo il calendario dei Maya stava per concludersi un ciclo chiamato baktun 13. Senza entrare in particolari che il lettore troverà nel libro di Ferreri, basta ricordare che quell’antica popolazione americana contava il tempo in cicli: su scala breve utilizzava periodi di 20 e di 360 giorni, su scala più lunga adottava un ciclo di 7200 giorni e uno di 144 mila, detto baktun. Tredici baktun costituivano il Grande Ciclo, pari a 5125 anni. La credenza era che, terminato un Grande Ciclo, ci fosse una sorta di azzeramento del mondo, al quale sarebbe seguito un radicale rinnovamento. Poiché il Grande Ciclo in corso sarebbe iniziato l’11 agosto del 3114 avanti Cristo, saremmo ora prossimi al suo termine, che avverrebbe per l’appunto il 21 dicembre 2012. Questa indicazione fu poi ripresa in libri di altri autori e il mito della imminente fine del mondo è montato come la panna, arricchendosi di presunte motivazioni scientifiche e altrettanto dubbie previsioni che si vorrebbero concordanti con quella del calendario Maya, dalle profezie di Nostradamus a quelle di San Malachia. I temi scientifici tirati in ballo per supportare la catastrofe del 2012 sono molti: rallentamento della Terra, inversione del campo magnetico, orientamento dell’asse terrestre, allineamento dei pianeti o del Sole con il centro galattico, tempeste solari, impatto con il fantomatico pianeta Nibiru, una cometa o un asteroide, transito di Venere davanti al Sole in un anno bisestile. Questi argomenti offrono a Ferreri l’occasione per fare il punto sui fenomeni a cui si riferiscono, cosa senza dubbio istruttiva. Come effetto collaterale, il vaticinio del 2012 ne esce a pezzi, sepolto da una risata.



E’ chiaro che l’effetto sulla Terra di allineamenti planetari o galattici o transito di Venere è zero, mentre il pianeta Nibiru semplicemente non esiste. E’ curioso però ricordare che nel 2012 non ci sarà alcun allineamento di pianeti, e che in ogni caso il miglior allineamento ha un effetto mareale sulla Terra 14 mila volte inferiore a quello prodotto dalla Luna.



Certo, alcuni rischi esistono, ma non cambiano nel 2012 né in meglio né in peggio: impatto di comete, esplosione di supernove nei dintorni del Sole. Ma si tratta di rischi assolutamente minimi. Per comete e asteroidi minacciosi, inoltre, sarebbe già possibile preparare una difesa tecnologica. E stelle che possano esplodere come supernove a piccola distanza da noi fortunatamente non ce ne sono. L’apocalisse, insomma, è rinviata sine die. Con buona pace di Roberto Giacobbo, gran maestro di bufale scientifiche con la sua trasmissione “Voyager”. Ma lui i libri sul 2012 li ha già venduti, e in più è pure diventato vicedirettore di Rai2.

Walter Ferreri, astronomo, svolge la sua attività professionale presso l’Osservatorio Astronomico di Torino. È autore di una ventina di libri e fondatore, nel 1977, della rivista di astronomia ”Orione”, della cui versione attuale – “Nuovo Orione” – ricopre la carica di direttore scientifico. Per le sue scoperte e ricerche nel campo degli asteroidi l’Unione Astronomica Internazionale ha conferito il nome “Ferreri” all’asteroide 3308 EP.

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lunedì 25 ottobre 2010

Libri, esce "Inganno Padano" (La Zisa) di Bonasera e Romano


Roma, 23 OTT (Il Velino) - "Da oltre vent'anni - scrive un comunicato delle Edizioni La Zisa - la Lega Nord fa parte stabilmente del panorama politico italiano. Tutti ne conoscono i principali leader, i programmi, le parole d'ordine, la balzana simbologia. Sono pressoche' ignoti, invece, taluni aspetti poco virtuosi che la pongono sullo stesso piano delle peggiori consorterie politiche della cosiddetta Prima Repubblica. Questo libro racconta alcuni retroscena volutamente sottaciuti attraverso le testimonianze di coloro che hanno creduto, all'inizio, alle idee moralizzatrici di Umberto Bossi, per staccarsene successivamente quando dalla propaganda si e' passati alla gestione del potere. Diventano altresi' chiare le ragioni di fondo che stanno alla base del patto d'acciaio che unisce la Lega al partito-azienda di Silvio Berlusconi.

Fabio Bonasera (Messina, 1971), giornalista professionista. Gli esordi professionali nella sua citta' natale, al Corriere del Mezzogiorno, dopo qualche breve esperienza in alcuni periodici locali. Successivamente, il trasferimento in Veneto, al Corriere di Rovigo, prima di approdare alla corte de Il Gazzettino, dove rimane per diverso tempo, occupandosi prevalentemente di cronaca bianca e politica. Attualmente, e' direttore responsabile del mensile di Patti (Me) In Cammino.

Davide Romano (Palermo, 1971), giornalista pubblicista. Ha lavorato per molti anni nell'ambito della comunicazione politica. Ha scritto e scrive per numerose testate ed e' stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98. Ha pubblicato, tra l'altro: Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana (2003, 2004), Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia (2005), Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre (2005), Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera (2005); La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo (2007). Ha curato il saggio inedito del dirigente comunista Girolamo Li Causi, Terra di frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-60 (2009)".
(com/gda) 231122 OTT 10 NNNN

mercoledì 20 ottobre 2010

L'OPERAIO "Squillo" (PIERO MACALUSO, “Il mio nome è Carducci e lavoravo in Fiat”, Edizioni La Zisa)


L'OPERAIO "Squillo" (PIERO MACALUSO, “Il mio nome è Carducci e lavoravo in Fiat”, Edizioni La Zisa)

di GIULIO GIALLOMBARDO (la Repubblica, 17 ottobre 2010)

Sono tempi duri per chi lavora in fabbrica. Chi vi trascorre gran parte della propria vita, sa bene chi cosa parliamo. Sono proprio alcuni operai ad aver fornito la viva testimonianza della loro esperienza a Piero Macaluso, autore del monologo teatrale Il mio nome è Carducci e lavoravo in Fiat, edito da La Zisa. Il regista- attore di Termini Imerese descrive con taglio quasi cinematografico la parabola proletaria di Giosuè Carducci, operaio segnato dalla
beffarda omonimia con l'illustre poeta. Nel protagonista dell'opera, vive, in effetti, un'anima lirica. Viene fuori nell'ingenuo candore con cui osserva il mondo: gli eventi scorrono passandogli accanto e lui ci si ritrova in mezzo quasi per caso, da spettatore inconsapevole.
La sua vicenda si svolge in quattro fasi che seguono un ideale e paradigmatico ordine cronologico. L'assunzione in Fiat è vissuta con l'entusiasmo di chi crede di entrare in una «fabbrica che non chiuderà mai». Poi arriva il lavoro vero, che si rivela duro, rischioso e sempre più opprimente. Segue, quindi, la lotta operaia, che giunge improvvisa e quasi per caso: «A Roma - dice Giosuè – era come stare dentro un lago blu». La storia del poeta-operaio, non può che concludersi col licenziamento, quarto ed ultimo inevitabile capitolo: ormai è il tempo dell’ "operaio squillo", ovvero «lavori quando ti pare, quando ti chiamano». Il monologo, che alterna siciliano ed italiano, è breve e forse un po' didascalico, ma, si sa, i testi teatrali si completano solo in scena.

PIERO MACALUSO, “Il mio nome è Carducci e lavoravo in Fiat”, Edizioni La Zisa, Pagine 48, Euro 4,90

martedì 19 ottobre 2010

Invito - Palermo 22 ottobre, Presentazione romanzo di Alessandro Citarrella Fiore, "I ribelli della luna", La Zisa


Invito - Palermo 22 ottobre, Presentazione romanzo di Alessandro Citarrella Fiore, "I ribelli della luna", La Zisa

La Casa Editrice "La Zisa" ha il piacere di invitare la S.V. alla presentazione del romanzo "I ribelli della luna" di Alessandro Citarrella Fiore che avrà luogo venerdì 22 ottobre 2010 ore 18.00 presso la libreria Broadway di via Rosolino Pilo, 18 a Palermo. Interverranno: Angelo Pattavina; Giovanni Villino. Modererà: Davide Romano. Sarà presente l'autore

Alessandro Citarrella Fiore, I ribelli della luna (romanzo), Edizioni La Zisa, pp. 96, euro 8

Il libro: Vita in una Palermo notturna autentica e sognante, crudele e thrash, contraddittoria e speciale come solo questa città sa essere. I ribelli della luna è questo e molto di più, con le sue vie e le vite di personaggi che sembrano usciti da un film di Tarantino eppure sono straordinariamente siciliani: il Grande Capo, 'u Panzuni, Ax e Tigrero, le guardie del corpo Emanuelle e Selen, la splendida Marlene. Un sottobosco di prostitute, spacciatori, killer professionisti che è insieme un ironico dramma e una favola di oggi.

L’autore: Alessandro Citarrella Fiore è nato a Palermo il 5 giugno 1976. I ribelli della luna è il suo primo romanzo. Ha pubblicato alcuni racconti e poesie su una fanzine di Roma. Attualmente affianca il lavoro in una pizzeria alla passione per la scrittura.
Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

venerdì 15 ottobre 2010

In Libreria: Liliana Galatioto, IL SEGRETO DELLA CITTA' NASCOSTA, Edizioni La Zisa, pp. 192, euro 14,90



Semiramide e Agesilaos: una principessa orientale di rara bellezza e un eroico spartiate, incaricato – più dal Fato, sembra, che da una precisa volontà degli uomini – di difenderne l'incolumità a dispetto dell'esiguità numerica del gruppo che comanda. Sulle tracce del misterioso richiamo della principessa, che valica i limiti del tempo e dello spazio, si trovano quasi involontariamente Daniel e Jessica, lui archeologo dilettante, lei donna da un passato difficile da vivere e da spiegare. Tra colpi di scena e dialoghi serrati, tra affascinanti balzi nel tempo e nello spazio, Il segreto della città nascosta è insieme un avvincente romanzo storico e un appassionante fantasy, in cui si intrecciano vite e percorsi opposti solo a un occhio superficiale.

Liliana Galatioto (Palermo, 1986). Diplomata al Liceo Artistico Statale “E. Catalano” di Palermo, nel 2009 si è laureata in Decorazione all’Accademia di Belle Arti della stessa città. Attualmente è iscritta al secondo anno del corso di laurea in Restauro Pittorico, sempre presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Appassionata di archeologia e di viaggi, nel tempo libero coltiva il suo hobby preferito: scrivere. Questo è il suo primo romanzo.

lunedì 11 ottobre 2010

Le Edizioni La Zisa cercano collaboratori con esperienza per lavoro redazionale

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A novembre in libreria: Rosaria Brancato, "Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia", Edizioni La Zisa


Rosaria Brancato, "Con i tuoi occhi. Storia di Graziella Campagna uccisa dalla mafia", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Piero Campagna, Edizioni La Zisa, pp. 126, euro 12,90

La straordinaria vicenda di Graziella campagna raccontata anche dallo sceneggiato della Rai "La vita rubata" con Beppe Fiorello

Non succede mai nulla di terribile a Saponara. Cosa può accadere in un paesino arroccato sulle montagne, in provincia di Messina, la provincia babba? Qui non esiste la Mafia e nessuno può fare del male a una ragazzina. Ma il 14 dicembre 1985, due giorni dopo la scomparsa, il corpo della 17enne Graziella Campagna è ritrovato nello spiazzale di uno fortini che sovrastano la città. Su quel cadavere straziato, i chiari segni di un’esecuzione mafiosa. In questo libro, la giornalista Rosaria Brancato ricostruisce, con il piglio della cronista, i 24 interminabili anni di ricerca della verità giudiziaria, svelando insabbiamenti e – con essi – le collusioni, di un mondo parallelo a quello ufficiale, in cui criminali si mescolano alla gente per bene e alle istituzioni. Ma soprattutto, con la sensibilità della scrittrice, Brancato restituisce voce alle vittime di questa vicenda: a Graziella, al fratello Pietro – l’instancabile carabiniere che non ha mai smesso di cercare la verità -, agli altri membri di una famiglia “normale” travolta dal dolore, schiacciata da un meccanismo più grande delle loro vite di cui non avrebbero mai sospettato neppure l’esistenza.

Rosaria Brancato laureata in Scienze Politiche, giornalista professionista, ha lavorato presso La Repubblica, Il Giornale di Sicilia, L’Ora di Palermo, La Sicilia e presso le emittenti televisive Telecolor, Antenna Sicilia, Tgs, Televip. È stata portavoce del sindaco di Messina nel 2006 ed ha curato uffici stampa in occasione delle campagne elettorali per diverse formazioni politiche. È responsabile provinciale della commissione Pari opportunità della Fnsi e vice delegata nazionale.

Le Edizioni La Zisa aderiscono ad "Addiopizzo" e a "Libera" di don Ciotti e tutti i volumi pubblicati sono certificati "pizzo free".

martedì 31 agosto 2010

“LA GRANDE CRISI DEL ’29 (LA ZISA), recensione di Davide Romano




“La grande crisi del ‘29” ripropone una pagina complessa, e quanto mai attuale, della storia americana. Il 1929 e la crisi di Wall Street non rappresentano solo una macchia luttuosa della storia contemporanea, ma anche la prima vera incrinatura di un sistema considerato perfetto. Spesso i libri che parlano di storia e si danno aria di “saggi” finiscono per diventare noiosi. Sicuramente questo non è il caso del libro di Ugo Pettenghi, che con uno stile semplice e discorsivo porta il lettore a immedesimarsi con i piccoli risparmiatori. Pettenghi, cronista di altri tempi, non spiega ma racconta ,attraverso gli occhi abbagliati di tanti americani, la fine di un sogno chiamato capitalismo. Durante il mandato di Hoover la borsa, gonfiata da titoli fantasma e da falsi bilanci, tracolla il 24 ottobre 1929, lasciando il “paese dei miracoli” con milioni di disoccupati, migliaia di aziende chiuse e tanti risparmiatori sul lastrico. L’occhio del cronista focalizza la sua attenzione sui cittadini americani, su come fossero diventati patiti di Wall Street e del suo gioco, unico svago legale al tempo, visto il proibizionismo. Di come fossero pronti a vendersi per le strade, dopo aver scoperto che le proprie azioni erano diventate pezzi di carta senza alcun valore. Ma come ricorda Pettenghi “… quasi sempre lo schiavo bianco restava senza compratore…”. Il disastro del 1929 non si limita all’America, ma trascina dietro di sé un’Europa distratta e piena di debiti, che porterà al trionfo Hitler e Mussolini. Non manca una critica di sottofondo alla fine del libro, che Pettenghi dedica alle vicende di Sam Insull, unica testa considerata responsabile del crollo del 1929: un uomo inseguito per anni dalle forze dell’ordine americane, con due milioni di nemici lasciati in patria. Tuttavia questo libricino lascia l’amaro in bocca per un altro motivo, e cioè che leggendolo sembra di ascoltare un telegiornale recente. Nella speranza che l’uomo faccia la storia, ma che la memoria faccia l’uomo.

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Ugo Pettenghi, “La grande crisi del ’29. Una storia che si ripete”, Prefazione di Nino Amadore, Con una nota di Michelangelo Bellinetti, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 9,90

venerdì 20 agosto 2010

Arriva in libreria: Dora Angela Ruvolo, “Ciao, Turin!”, romanzo, Edizioni La Zisa, pp. 160, Euro 9,90




Una storia intensa, in bilico tra una Palermo hippy, lontana ma presente, mai lasciata per sempre e un’elegante e sobria, a volte distante e senza dubbio aristocratica, Torino. Una preziosa saga familiare – nel senso, ormai il più diffuso, di famiglia allargata – in cui i legami si intensificano e si rarefanno, assumendo una consistenza che varia a seconda dei punti di vista.
“Ciao, Turin!”, romanzo d’esordio di Dora Angela Ruvolo, è la storia di una vita. Meglio: della vita di Ruiz, Adele, Laura, Stella, Alfredo. Esistenze affascinanti che si accostano, ma che, come fiumi paralleli, scorrono insieme senza mai toccarsi, se non in apparenza. Una storia d’amore e di vita, a cinque voci.

Dora Angela Ruvolo è nata e vive a Palermo. “Sono nata il 29 febbraio di un anno bisestile, motivo per cui pur essendo nonna di quattro nipoti non ho ancora raggiunto la maggiore età – scrive di se stessa –. So comunque di essere nata nell’anno del Drago di ferro e sotto il segno dei Pesci e nell’ora della Pecora. Ancora non mi capacito d’essere mortale: è l’unico vero problema che non saprò mai risolvere. Se avessi potuto scegliere, credo che avrei evitato di nascere donna e qui: non che mi sia andata proprio male, ma troppe cose della mia reale condizione non mi appartengono.”

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giovedì 29 luglio 2010

Davide Romano, “Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, Edizioni La Zisa




Storie minime. Storie di uomini giudicati ''minori'' nelle colonne dei giornali, ma che possono rappresentare lo specchio di una comunita'. Fatti che meritano lo spazio di una ''breve'', ma che con Davide Romano diventano materia per il suo ''Nella citta' opulenta. Microstorie di vita quotidiana''. Il volume, con la prefazione di Diego ed edito da La Zisa/Koinè, racconta gli emarginati di Palermo, con le loro vite sconosciute che possono diventare note quando - per disperazione o per violenza repressa - si macchiano di qualche crimine piu' o meno grave. Romano ha tratto dalla cronaca degli ultimi cinque anni, pubblicata su varie testate, vicende che fotografano una realta', quella palermitana, nelle sue ombre e nelle sue luci, ''per ricordare ai disattenti che insieme alle vetrine illuminate ci sono anche zone estese di colpevole abbandono morale e materiale'', segmenti di vita vissuta che commuovono e irritano contemporaneamente. ''Sono trascorsi oltre trent' anni da un mio lungo soggiorno in Sicilia, inviato dal mio giornale, l' Unita' - scrive Novelli - dopo la lettura delle pagine di Romano sono rimasto profondamente colpito non solo dalla drammaticita' di queste microstorie di vita quotidiana che lui, con tanta sensibilita', ha raccolto, ma soprattutto dalle analogie con le storie con cui mi ero incontrato trent' anni prima, quasi che il tempo nella realta' siciliana non esista, si sia fermato''. ''Palermo - scrive ancora Novelli - vive le contraddizioni, le mode, i gusti, i drammi che vivono citta' come Roma, Milano, Torino, Parigi, Londra. Il dramma di un disoccupato che vuole buttarsi dal cornicione di un palazzo e' lo stesso in qualsiasi parte del mondo. Diverse ci fa capire l' autore sono le reazioni delle persone. E ce lo fa capire lasciando parlare gli uomini e le donne di questa sua amata e odiata citta', dando voce ai piu' deboli, schierandosi dalla loro parte''. Diciassette i capitoli del volume scritto dal giornalista freelance poco più che trentenne dedicati a ''I disperati della Noce''; ''Solo per amore''; ''Omosessualita' e fede''; ''Amore al citofono''; ''Cuore di boss''; ''Quando il prete s' innamora''; ''Scuole cattoliche e portatori di handicap''; ''Malacarne''; ''I sogni nel cassonetto''; ''Quel benedetto posto fisso''; ''La scoperta del mercato''; ''La mano dello scultore''; ''Una scuola di vita''; ''L' eremita delle Madonie''; ''Il coraggio di cambiare''; ''La pupara di Dio''; e ''Vita da squatters''.

DAVIDE ROMANO (Palermo), giornalista, editore e scrittore. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L’Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L’Inchiesta Sicilia, Narcomafie e Riforma. È stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98. Ha pubblicato i volumi: “L’amore maldestro” (2001), “La linea d’orizzonte tra carne e Cielo” (2003), “La buriana e altri racconti” (2003), “Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana”, Prefazione di Diego Novelli, (2003, 2004), “L’anima in tasca” (2004), “Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia” (2005), “Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre” (2005), “Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera” (2005), “La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo”, Presentazione di Marcelle Padovani, Prefazione di Anna La Rosa. Con un contributo di don Vitaliano della Sala (2007), “Uno spettro s’avanza… Globalizzazione, mafie, diritti e nuova cittadinanza”, Prefazione di Paolo Ferrero (2010) ed ha curato il volume di Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”, Presentazione di Italo Tripi, Prefazione di Oliviero Diliberto (2009).

martedì 6 luglio 2010

Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”. A cura di Davide Romano, Edizioni La Zisa


Girolamo Li Causi, “Terra di Frontiera. Una stagione politica in Sicilia 1944-1960”. A cura di Davide Romano. Presentazione di Italo Tripi. Prefazione di Oliviero Diliberto, ed. La Zisa, pagg. 224, euro 9,90 (ISBN 978-88-95709-28-4)


Questa opera inedita di Girolamo Li Causi, terminata nel 1974, e non più rivista dall’Autore, è una lunga riflessione critica, ed autocritica, sull’attività svolta dal PCI e dalle classi dirigenti siciliane, negli anni della ricostruzione post-bellica, dai mesi immediatamente successivi allo sbarco delle truppe anglo-americane sino alla formazione dei governi Milazzo. Un arco di tempo lungo un quindicennio, durante il quale Li Causi assolse anche l’incarico di segretario regionale del partito. Da questo suo osservatorio privilegiato emerge il ritratto vivo e spesso pungente di uomini e vicende che hanno segnato la storia passata e presente dell’Isola.

GIROLAMO LI CAUSI (Termini Imerese 1906 - Roma 1977) è stato uno dei massimi dirigenti nazionali del Partito comunista italiano, al quale aderì giovanissimo poco dopo la sua fondazione. Parlamentare per diverse legislature, è stato per alcuni anni vice presidente della Commissione nazionale antimafia. Collaboratore e direttore di numerosi periodici, ha pubblicato: Il lungo cammino. Autobiografia 1906-1944, Roma, Editori Riuniti, 1974.
DAVIDE ROMANO (Palermo), giornalista. Ha scritto e scrive per numerose testate, tra le quali: Il Giornale di Sicilia, Il Mediterraneo, La Repubblica, Centonove, Antimafia2000, L’Ora, La Rinascita della Sinistra, Jesus, Avvenimenti, L’Inchiesta Sicilia, Narcomafie e Riforma. È stato anche fondatore e direttore responsabile del bimestrale di economia, politica e cultura Nuovo Mezzogiorno e del mensile della Funzione Pubblica Cgil Sicilia Forum 98. Con questa casa editrice ha pubblicato: L’amore maldestro (2001), La linea d’orizzonte tra carne e Cielo (2003), La buriana e altri racconti (2003), Nella città opulenta. Microstorie di vita quotidiana (2003, 2004), L’anima in tasca (2004), Piccola guida ai monasteri e ai conventi di Sicilia (2005), Il santo mendicante. Vita di Giuseppe Benedetto Labre (2005), Dicono di noi. Il Belpaese nella stampa estera (2005) e La pagliuzza e la trave. Indagine sul cattolicesimo contemporaneo (2007).


Presentazione
di Italo Tripi

Il merito di ridare oggi voce ad un uomo politico come Girolamo Li Causi non risiede soltanto nella ricognizione storica di un periodo straordinariamente importante come il quindicennio 1944-1960, ma serve anche a mettere in luce il profilo e la consistenza di un politico lungimirante e tenace nel sostenere le ragioni di una scelta.
Il sempre più diffuso bisogno di “ritorno alla Storia” è indicativo delle difficoltà che stiamo attraversando e serve a recuperare il senso di un percorso, di un cammino, di una storia appunto che ci riguarda, ci appartiene.
La selezione degli scritti ad opera del curatore del libro che presentiamo mostra per intero la sua efficacia perché riesce a dare il senso di una stagione politica così ricca di avvenimenti che hanno visto la Sicilia al centro della storia nazionale come nel caso dello straordinario movimento contadino, della nascita del “partito nuovo” e la scelta autonomistica, della lotta alla mafia e dei riverberi a Portella della Ginestra dello scacchiere internazionale caratterizzato dalla cosiddetta “guerra fredda”.
La figura di Girolamo Li Causi emerge in tutta la sua brillantezza e, come nel caso dell’attentato del 16 settembre 1944 a Villalba, mette in mostra non solo l’acume politico ma anche la caratteristica umana di chi con coraggio e coerenza parla al cuore delle persone e fa muro alla furia criminale e assassina della mafia.
Muro che, fra l’altro, ha visto in decine di sindacalisti della Cgil i mattoni di una costruzione che della liberazione dal giogo politico mafioso ne ha fatto il presupposto dell’azione politica.
La lettura dei testi in appendice conferma in pieno le qualità dell’uomo Girolamo Li Causi e riassume le tappe più significative del decennio in questione.
Non posso tacere, in conclusione, che la Sicilia di oggi – afflitta da un grave declino delle sue classi dirigenti e segnatamente di quella politica e da una ostinata separatezza dal resto d’Italia – ha bisogno di ritrovare il bandolo della sua storia per capire come e dove orientare il cammino futuro, per dare fiducia e vigore alle nuove generazioni e impulso ad una stagione di profondi e ineluttabili cambiamenti.
Italo Tripi

Prefazione
di Oliviero Diliberto

Gli anni raccontati da Girolamo Li Causi in questo straordinario libro sono quelli decisivi della Repubblica italiana, quelli che l’hanno indelebilmente segnata, ne hanno condizionato il futuro sviluppo: anni che pesano ancor oggi. Dal 1944 al 1960, accade infatti praticamente tutto. La fine della guerra e la vittoria sul nazi-fascismo; la formazione dei primi governi democratici di unità nazionale e la successiva esclusione delle sinistre da essi; l’Assemblea Costituente e la nascita della Costituzione; l’attentato a Togliatti; la sconfitta delle sinistre nel ’48 e il centrismo; l’avanzata del Pci e delle sinistre a prezzo di lotte, politiche e sociali, grandi e terribili; le conseguenti repressioni di Scelba; la legge-truffa, e poi ancora la crisi del centrismo, le prime avvisaglie del nascente centro-sinistra, e infine la formazione dei governi Milazzo alla Assemblea regionale siciliana, resa possibile da una spaccatura all’interno della Democrazia cristiana, e la conseguente estromissione temporanea di questo partito dalle leve del potere.
In questi primi anni si coglie soprattutto la fine di una stagione di speranze aperta dalla Resistenza, la constatazione che la classe dirigente sceglie allora di non rompere decisamente con il passato, di non voltare pagina – anche e soprattutto per via del contesto internazionale, il mondo diviso in due blocchi, la guerra fredda degli anni più cupi –, in un continuiamo deteriore tra passato e presente, tra apparati dello Stato gravemente collusi con il regime fascista e riciclati, a vario titolo, in quelli della nuova Repubblica. I nemici di ieri diventano “utili” in quel momento per contrastare i nuovi nemici, i comunisti: e certo non solo in Italia. Le conseguenze di quelle scelte sciagurate, in Sicilia come nel resto del Paese, le paghiamo ancor oggi.
Li Causi racconta tutto ciò da un’ottica particolare, ma decisiva: la Sicilia del dopoguerra. L’autore narra, da protagonista, la battaglia contro la mafia, la connessione tra Stato, malavita organizzata, economia forte, le incursioni dei servizi americani. Oggi, tutto ciò ci appare più evidente. Sono emersi documenti, testimonianze, i fatti si delineano nella loro gravità e complessità: ma in Li Causi – attore protagonista tra i più importanti del periodo, a livello siciliano e nazionale – l’analisi è sin da quegli anni di una lucidità che oggi appare straordinariamente lungimirante. Aveva già chiaro tutto. E lo diceva.
L’autore – è quasi superfluo dirlo, ma forse non è inutile sottolinearlo in questi tempi di perdita colpevole di memoria – è stato personaggio leggendario. Incarcerato nel 1928 dopo la condanna a 20 anni di reclusione comminata dal tribunale speciale del fascismo, liberato nel ’43, è subito tra i capi della Resistenza nel Nord Italia, poi dirige il partito e le lotte per l’occupazione delle terre (e non solo) in Sicilia, è autorevole parlamentare e membro della direzione nazionale del Pci.
Popolarissimo e amatissimo tra le masse, Li Causi è l’alfiere della lotta contro la mafia, quando in certi ambienti politici (e giornalistici) essa non si poteva neppure nominare, negandosi addirittura la sua esistenza. Li Causi accusava apertamente di connivenza con la mafia i vertici dei partiti di governo in Sicilia, ad iniziare ovviamente dalla Dc, parlava delle collusioni con Cosa Nostra: lo faceva quando pochissimi, isolatamente, osavano farlo. Le prove giudiziarie sono venute a galla solo nei processi più recenti. Ma quelle politiche erano già allora di fronte agli occhi di chi voleva vederle. Li Causi univa dunque la capacità, straordinaria, di conoscenza e di analisi, ad un eccezionale coraggio.
Emerge a tutto tondo la figura di Li Causi comunista. Ma anche di Li Causi siciliano. Di quella Sicilia che ha dato straordinarie figure di dirigenti, nel corso dei decenni, al Pci nazionale, ma che ha visto protagonisti anche migliaia di donne e uomini meno noti o sconosciuti, militanti e dirigenti locali, politici e sindacalisti, che hanno dedicato al riscatto della propria Isola tutta la loro vita, non di rado mettendola concretamente a repentaglio e talvolta perdendola, proprio in nome e per via delle battaglie antimafia. Un nome per tutti: Pio La Torre.
Guttuso – altro siciliano illustre – amava ripetere, con la civetteria dei siciliani colti e cosmopoliti, che anche quando dipingeva una mela, c’era dentro la Sicilia. Se la portava dietro ovunque fosse e qualunque cosa facesse. Saudade isolana, ma anche coscienza della propria identità forte, delle radici che non si recidono, di valori che urlano dentro di sé. Ed è proprio in Sicilia che Li Causi matura alcune delle sue convinzioni più profonde, ad iniziare dall’adesione senza tentennamenti, e da subito, alla svolta togliattiana del ’44, la nascita del partito nuovo, capace di unire sempre la protesta alla proposta, l’identità e le alleanze. Li Causi è sempre attento all’unità delle masse, mai velleitario, nemico giurato del massimalismo. Egli crede e si batte per un partito che aderisse pienamente ai valori e ai principi della nuova Costituzione, scegliendo di tenere uniti democrazia e socialismo.
Li Causi fu dirigente comunista di prima grandezza. Pieno di umanità e partecipazione personale ai drammi del sottosviluppo, della povertà, dell’emarginazione sociale. In lui, nelle sue pagine, si avverte come prioritaria gli appaia la lotta contro le ingiustizie, i soprusi, le prepotenze dei potenti contro gli umili: Manzoni avrebbe detto le soperchierie. Passione politica, dunque, unita sempre alla tensione morale. Ma dal libro si chiarisce anche che nei comunisti siciliani la battaglia per la legalità e quella per il riscatto sociale non siano mai astrattamente scisse, anzi esse appaiono indissolubili tra loro: pena la sconfitta su entrambi i terreni.
Un esempio, dunque, ancora oggi vivissimo. Queste riflessioni politiche inedite, che commentano e si incrociano con alcuni passi significativi della sua vicenda autobiografica postbellica, sono quindi utili, feconde, istruttive. Ne dobbiamo essere grati ai brillanti curatori, che allegano anche pagine particolarmente struggenti, come le lettere di Li Causi dal carcere e le testimonianze dei compagni e dei dirigenti del Pci, seguite alla sua scomparsa.
Concludendo la lettura, mi viene spontaneo pensare (ripensare, ancora una volta) allo scioglimento di quel partito – il Pci – al quale Li Causi e intere generazioni di comunisti in Italia hanno dedicato l’intera propria vita. Anche questo straordinario libro, infatti, testimonia la grandezza e i meriti storici di quella comunità di donne e uomini che lo costituivano. Vi ho riflettuto con amarezza.
Ma è motivo di ottimismo e di speranza pensare anche che questo libro possa esser letto, e meditato, da una generazione ancor più giovane: quella che viene dopo la mia e non ha conosciuto il Pci, per un ovvio fatto anagrafico. A questi giovani, che oggi hanno vent’anni, e nascevano quando crollava il Muro di Berlino, questo libro insegna che ciò che è stato fatto era giusto farlo e che i comunisti italiani sono stati i protagonisti della lotta per la democrazia, la legalità, l’emancipazione del popolo: in definitiva, per un’Italia migliore.
In definitiva, questo libro ci insegna, ancora una volta, quanto sia straordinariamente vitale il vecchio principio che i filosofi ci ripetono da un migliaio di anni. Noi, oggi, riusciamo a vedere più lontano di chi ci ha preceduto non perché siamo più bravi, ma semplicemente perché siamo nani issati sulle spalle di giganti.

Oliviero Diliberto

lunedì 14 giugno 2010

Palermo 17 giugno, Presentazione del saggio di Giancarlo Santi “Ego Rosalia. La Vergine palermitana tra santità ed impostura”, Edizioni La Zisa





Palermo, 14 giugno 2010 - “Ego Rosalia. La Vergine palermitana tra santità ed impostura” è il titolo del saggio di Giancarlo Santi, pubblicato dalle Edizioni la Zisa pp. 448; euro 25,90; ISBN 978-88-95709-47-5), che verrà presentato giovedì 17 giugno, alle ore 18, presso la libreria Feltrinelli di via Cavour 133, a Palermo. Ne discuteranno con l’autore il giornalista Salvatore Falzone e lo storico Francesco Michele Stabile.

IL LIBRO: Chi è l’autore della iscrizione rinvenuta nell’estate del 1624 nella grotta di S. Stefano Quisquina, dove la tradizione colloca il primo romitaggio di S. Rosalia? È da attribuire alla mano della giovane “Sinibaldi”, oppure si tratta di un “falso” pervicacemente architettato e portato a compimento dalla Compagnia di Gesù, in prima persona o con la collaborazione di suor Maria Roccaforte? A questi ed altri interrogativi, sui quali si discetta da lungo tempo, e che soltanto nell’ultimo trentennio hanno trovato nuove e sconcertanti risposte, l’autore di questo libro, appassionante e fluido come un romanzo giallo d’autore, e rigoroso come l’argomento merita, sulla base di una documentazione inedita, più che dare una soluzione, che pure tra le righe si manifesta chiaramente, pone il lettore nella condizione di farsi una idea più precisa e circostanziata dei fatti accaduti in un piccolo comune dell’entroterra agrigentino agli inizi del sec. XVII, quando tutt’intorno infieriva una delle più terribili epidemie di peste che l’Isola ricordi.

L’AUTORE: Giancarlo Santi (Siracusa 1946), vive a lavora a Catania. Giornalista pubblicista e appassionato di speleologia, ha collaborato con il Touring Club Italiano, con il quotidiano “La Sicilia” e con la rivista “Etna Territorio” di Catania, scrivendo di feste popolari, di tradizioni religiose, di itinerari culturali siciliani.
Ha pubblicato: La strada dei Santi, viaggio sentimentale per le feste religiose di Sicilia (Bologna, Bolelli, 2001), e i volumi collettanei: Le grotte del territorio di Melilli (1997); Dentro il Vulcano, le grotte dell’Etna (1999).




Davide Romano - Resp. Ufficio stampa "Edizioni La Zisa"
Tel. +39 091 331104 - fax +39 091 6127870 –
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martedì 1 giugno 2010

Palermo 4 giugno, Presentazione del libro "Un Miscelino per Rosa. Storia d'amore e di passioni" di Sergio C. Infuso, Edizioni La Zisa


Palermo 4 giugno, ore 18,
presso la libreria del Kursaal Kalhesa
via Foro Umberto I, a Palermo,
presentazione del libro:


Un Miscelino per Rosa
(Storia d’amore e di passioni)


di Sergio Infuso

Edizioni La Zisa
(http://www.lazisa.it/)


Interventi di Rita Borsellino - Enrico Del Mercato - Leoluca Orlando
E' presente l’autore

Sergio Cristoforo Infuso, "Un miscelino per Rosa. Storia d’amore e di passioni", Presentazione di Rita Borsellino, Prefazione di Janne Vibaek Pasqualisno, Introduzione di Rosario Mancino, Edizioni La Zisa, pp. 176, euro 14,90

“Alcune notti, tuttavia, fra il mese di dicembre e gennaio, il disturbo arrecato dalla malattia era tale da non permetterle più di stare sdraiata, con il risultato di doverci alzare diverse volte nel cuore della notte. […] Andavamo in cucina, sedevamo sul divanetto e cominciava una carezza sulla spalla in prossimità del polmone destro, un «miscelino per Rosa»”. Siamo al drammatico epilogo di una intensa storia d’amore – sembra un romanzo, ma è tutto vero: luoghi, personaggi, avvenimenti – che si intreccia, per un trentennio, con quella più generale del capoluogo siciliano. Una vicenda privata che nel contempo diventa metafora di quanti, in questa città, non hanno voluto rassegnarsi al degrado collettivo e al progressivo disfacimento delle speranze – la cosiddetta ‘Primavera di Palermo’ – maturate nel corso di lunghe ed estenuanti battaglie civili. Ma la memoria di ciò che è stato e di ciò che poteva essere resta comunque dentro coloro che con passione sino alla fine hanno creduto nel valore catartico di quelle lotte. Un patrimonio, questo, che va comunque salvaguardato e trasmesso a chi, con altrettanto slancio, saprà raccoglierne il testimone. Così come il ricordo di Rosa, protagonista principale di questo racconto, discreta ed incisiva donna dei nostri tempi.

Sergio Cristoforo Infuso, impiegato presso l’Assemblea regionale siciliana, è da lungo tempo impegnato in attività politiche, di volontariato e di promozione del territorio.