mercoledì 14 marzo 2018

“L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson”. Una bella e stimolante recensione di AUGUSTO CAVADI




L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson (La Zisa, Palermo 2016, pp. 112), di Giada Trapani, si presta almeno a tre prospettive di lettura. E’, infatti, prima di tutto, uno studio su Luigi Pareyson (1918-1991): e, da questa angolazione, ha il merito di evocare uno dei maggiori pensatori italiani del XX secolo, maestro di Umberto Eco e di Gianni Vattimo. Secondariamente è uno studio su una delle fonti principali della meditazione speculativa dello stesso Pareyson: il filosofo Friedrich Wilhelm Joseph Schelling ( 1775-1854), a sua volta uno dei maggiori pensatori del XIX secolo. Per quanto interessanti, queste prime due angolazioni riguardano direttamente la storia della filosofia e, dunque, intrigano molto di più gli specialisti della disciplina che il lettore “comune”. A quest’ultimo, invece, può interessare piuttosto la terza prospettiva da cui questo testo della Trapani si presta a essere letto: la domanda, inquietante e universale (cui si riferisce il titolo stesso della monografia), su “l’origine del male”. Ed è su quest’aspetto che mi propongo di dire qualcosa nel corso della presentazione del libro della Trapani previsto, in compagnia di Giampiero Tre Re, presso la Libreria del Mare (a Palermo, in via Cala 50) venerdì 16 marzo alle 17,30. Le cronache quotidiane, ma prima ancora la biografia di ciascuno di noi, sono sommerse da eventi dolorosi: bambini che nascono con gravi malformazioni genetiche, individui irresistibilmente attratti dal sadismo e dal masochismo, terremoti e uragani, conflitti tribali e guerre mondiali… Il quadro non si alleggerisce certo se lo sguardo si amplia sino a coinvolgere gli altri animali senzienti della Terra o le catastrofi cosmiche in milioni o forse miliardi di galassie. Di fronte a questi dati irrefutabili si registrano molte, diversissime, reazioni. Una prima reazione è il voltarsi dall’altra parte, il decidere di non farci caso. Di non pensarci, almeno sino a quando non veniamo visitati dal male nell’intimità della nostra casa. Pascal parlerebbe della strategia del divertissment. Pareyson accenna a qualcosa di simile quando parla di “nichilismo consolatorio, come forma di eudemonismo” che “va alla ricerca della felicità percorrendo una strada sollevata dal peso della pena e del dolore” (così la Trapani a p. 90). Un modo simile di non pensarci è di affidarsi a una Volontà superiore che chiamiamo talvolta Destino talvolta Dio : la “rassegnazione” pagana degli stoici o di molte correnti del cristianesimo (da alcuni passi evangelici al fideismo di circoli cattolici e protestanti contemporanei). Una terza reazione ha trovato in sant’Agostino il suo maestro e in Leibniz il suo esponente estremista: il male c’è, ma come risvolto inevitabile del bene. Agostino: Dio ha voluto creare un essere libero (e la libertà è un bene), ma l’uomo ha usato male la libertà (il peccato è appunto male morale) e, di conseguenza, ha sperimentato la sofferenza (il male fisico come effetto del male morale: l’anima si è ribellata a Dio, il corpo si è ribellato all’anima, l’universo si è ribellato al corpo). Tutta questa tragedia ha costituito la condizione di possibilità dell’incarnazione redentrice: “ O felix culpa, quae talem ac tantum meruit habere  redemptorem ! ”. Insomma, alla fin dei conti, un mondo con un Dio incarnato per riparare il peccato dell’uomo è un mondo migliore di un mondo senza peccato, senza sofferenze, ma anche senza Cristo. Leibniz va oltre: questo mondo, con i suoi chiaroscuri di bellezza e di bruttezza, non è solo migliore di un mondo senza libertà, ma – dal momento che Dio è sommamente buono e sommamente potente – è “il migliore dei mondi possibili” (l’autrice del saggio ne riferisce alle pp. 66 – 67). I tentativi di salvare onnipotenza e assoluta bontà divina non convincono l’ebreo Hans Jonas: dopo Auschwitz bisogna scegliere fra un Dio onnipotente ma non buono e un Dio buono ma non onnipotente. Siamo a una quarta, possibile, reazione davanti al tema del male nell’universo: Dio, per creare il mondo, si è ritratto (antica dottrina dello zim-zum), lasciando uno spazio alle creature. In quello spazio egli non ha più potestà: accetta il rischio che le cose vadano come devono andare, o come gli uomini vogliono che vadano, senza poter interferire attivamente. Sia i cristiani Agostino e Leinbiz sia l’ebreo Jonas cercano nella libertà umana la chiave di spiegazione dell’enigma costituito dal male: ma non è questo un orizzonte troppo antropocentrico? Soprattutto alla luce delle scoperte cosmologiche da Copernico all’astronomia contemporanea, come cercare in un esserino comparso pochi secondi fa la ragion d’essere di sconvolgimenti che hanno interessato l’universo da tempi immemori e, per non andare troppo lontano, gli animali del nostro pianetino (vedi dinosauri) ben prima della comparsa dell’homo sapiens (e, sia pur condizionatamente, liber)? E’ sulla base di simili considerazioni che pensatori come Schelling (e come Pareyson che a lui si rifà) ritengono inevitabile allargare enormemente il campo d’indagine e spingersi a cercare l’origine del male, del negativo, in Dio stesso (o comunque si voglia denominare il Fondamento primo e assoluto da cui scaturisce momento per momento tutto ciò che è): non accettano di “affermare che la sola libertà dell’uomo può sostenere l’intero peso del male che dilaga nell’universo”, convinti che una visuale solo etica “si rivelerebbe troppo ristretta per un affare così immane e sconvolgente” (p. 101). Il male si squaderna nell’universo non come un imprevisto – più o meno riparabile, più o meno provvidenziale – ma come espressione necessaria di una ferita originaria nel cuore stesso della Sorgente abissale di ogni ente. L’ipotesi interpretativa non è facile da sintetizzare perché si basa sull’intuizione vertiginosa che ci sia “Dio prima di Dio” (p. 103). Schelling infatti distingue, nella sfera del divino, la Persona di Dio da una più radicale, abissale, Natura divina che come un humus primordiale contenente di tutto, tanto di positività quanto di negatività: “La natura di Dio è il desiderio che prova Dio di generare se stesso, è il volere esistere di Dio. Ma il volere di Dio è privo di luce, di forma, di ordine: è il <<volere nel volere>>, è la bramosia cieca, il buio dell’irrazionale, il cupo mistero di Dio.[…] Dio esce dall’abisso per divenire Dio vivente, personale e conquista la sua personalità attraverso il suo movimento in cui si realizza la sua libertà.[…] Il principio  oscuro e il principio di luce in Dio sono inseparabili” (pp. 56 – 57). Insomma: “per Pareyson, come per Schelling, il male è nel mondo perché è già in Dio” (p. 58). Tutta questa teoria vorrebbe illuminare ciò che accade ogni giorno sotto i nostri occhi: “La vita, che è conflitto tra il bene e il male, rispecchia l’originaria lotta che è già nell’Assoluto, e la storia degli uomini che diventa strumento e fine della vittoria del positivo sul negativo riverbera l’affermazione che si è compiutamente realizzata eternamente in Dio, e attraverso la quale Dio si costruisce come persona che si fa” (p. 59). Se Dio stesso, in quanto “libertà originaria, ha avuto una profonda radicale esperienza del negativo al punto da averlo vinto e debellato per sempre, ciò significa che Dio stesso non è pensabile se non come contenente in sé il male per quanto questo si mostri già superato e vinto all’interno stesso della positività di Lui”; non è pensabile senza ammettere “una zona d’ombra nella positività originaria stessa” (p. 103). Ma se è inquinata la Sorgente, tutto il corso del ruscello ne risentirà: “Il dolore, l’insopprimibile tristezza umana, la malinconia di ogni vita, la sofferenza, la finitezza della condizione umana, il fatto ampiamente constatabile che il male è contemporaneamente nel cuore di ogni realtà vivente e dell’universo intero, secondo il nostro filosofo, hanno la loro radice proprio in questa zona d’ombra intrinseca alla positività stessa” (ivi). Non è questo il luogo opportuno per approfondire questa concezione del male, ma almeno un cenno lo si deve all’idea di Dio che essa comporta: un Dio pensato non più come pura Trascendenza, ma come Trascendenza-Immanenza; non monoteisticamente (né tanto meno teisticamente) , ma pan-en- teisticamente. Un’osservazione in margine. Queste opinioni su Dio differiscono molto dall’idea che di Dio mostrava di avere Gesù di Nazareth, almeno se ci basiamo sui vangeli (canonici ed extra-canonici). Tale differenza può mettere in crisi la fede (nell’accezione abituale del vocabolo) del credente “comune”? Dipende dalla nostra attrezzatura esegetica in campo biblico. Se siamo ancorati a una visione medievale di Gesù come Onnisciente, incaricato di rivelare le verità divine più segrete, quasi una sorta di cassaforte metafisica a disposizione dei teologi, apprendere che egli avesse una concezione di Dio altissima, ma imperfetta, può risultare sconvolgente. Se, invece, alla luce degli studi biblici degli ultimi due secoli, abbiamo riscoperto la vera umanità di Gesù, e dunque abbiamo capito che egli non era un esperto di tematiche speculative ma un maestro di vita, allora le indicazioni più tipicamente evangeliche (riguardanti l’impegno per una società improntata alla sobrietà, alla nonviolenza, alla solidarietà, alla fraternità e così via) resteranno valide, per nulla intaccate. Personalmente, insomma, ho molte riserve sulle teorie pareysoniane circa l’origine del male, ma non mi sognerei di dichiararle eretiche: vanno esaminate e discusse laicamente come laicamente va vagliata ogni teoria filosofica. Eretico, in questo campo, può essere chi viola l’ortoprassi più che l’ortodossia: chi conta di vivere al riparo della sofferenza, anche a costo di seppellirsi nel bunker del proprio privato per non vedere né ascoltare il dolore dell’universo.

(Siciliainformazioni.it, 13 marzo 2018)


mercoledì 7 marzo 2018

Per i tipi delle Edizioni La Zisa arriva in libreria “L'uomo di ferro” di Iulian Emil Murgoci




Questo libro racchiude l’avvincente racconto di una sfida, o meglio, di una lunga corsa verso la vita che tenta ripetutamente di rigenerare se stessa. Ma per raggiungere questa meta è necessaria prima una fine, una caduta che spezzi il passo del corridore regalandogli un nuovo slancio prima dell’arrivo. Quella che il lettore si appresta a scoprire è la storia del giovane autore, Iulian Emil Murgoci, che senza giri di parole mette a nudo il proprio vissuto fatto di solitudine e depressione, uso di droghe e desiderio di morte, ma anche di coraggio e rinascita.

Iulian Emil Murgoci è nato a Ivesti, in Romania, il 13 settembre del 1988 e dal 1994 risiede in Italia, a Fiano Romano. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Via Luisa di Savoia, 14” di Roma, ha lavorato come benzinaio, operatore di call center e receptionist. Appassionato di corsa e ciclismo, nel 2012 ha partecipato alla Maratona di Roma terminandola con un tempo di 3 ore, 40 minuti e 51 secondi.

Il libro: Iulian Emil Murgoci, “L'uomo di ferro”, Edizioni La Zisa, pp. 180, euro 14,00

Bagheria (Pa) 10 marzo, Si presenta il romanzo di Mariceta Gandolfo "Sotto il cielo di Palermo. Storie di famiglie" (Ed. La Zisa)



Sabato 10 marzo alle ore 16.45 sarà presentato a Palazzo Aragona Cutò di Bagheria "Sotto il cielo di Palermo. Storie di famiglie", ultima fatica di Mariceta Gandolfo, ex insegnante presso il Liceo classico Francesco Scaduto. Durante la presentazione, oltre all'autrice, interverranno il professore Domenico Figà già Dirigente Scolastico del Liceo Scaduto e il professore Domenico Aiello.
L'incontro, aperto a chiunque abbia interesse a partecipare, sarà ulteriormente impreziosito dalla lettura di brani del romanzo da parte delle allieve del laboratorio teatrale del Liceo Scaduto, diretto dalla professoressa Gabriella Paredes.
"Sotto il cielo di Palermo. Storie di famiglie" è un romanzo che narra le vicende di due famiglie, distanti e diversissime tra loro, destinate ad incontrarsi, sullo sfondo di una Palermo che troneggia sovrana, con i suoi riti, il suo dialetto, le sue usanze. La storia si sviluppa in un arco temporale molto vasto, dai primi anni del '900 fino agli anni '60, in cui la realtà storica dei fatti viene sapientemente miscelata all'artificio narrativo, creando una trama a metà tra finzione e realtà. Protagoniste una famiglia composta da un intraprendente giovanotto milanese, commesso di una cartoleria a Milano, che viene mandato dal suo principale a dirigere una succursale a Palermo, e una famiglia di cui fa parte un'agiato gabelloto, originario di una delle zone più interne ed arretrate della Sicilia, che ambisce ad assicurare un futuro da “borghese” ai suoi figli. Da queste due scelte di vita scaturiranno tutte le vicende, i destini, gli amori.
Mariceta Gandolfo, profondamente legata alle due famiglie protagoniste, ha scelto di essere la voce narrante di questo romanzo. L'autrice, conosciuta tra la cittadinanza bagherese soprattutto per il suo ruolo di insegnante presso il Liceo Scaduto, si è da sempre dedicata alla scrittura e alla direzione di vari testi teatrali, ha collaborato alla rivista Mezzo Cielo e attualmente scrive per la rivista di psicologia Link. Al momento insegna presso l’Università Leonardo Da Vinci di Palermo.

giovedì 1 marzo 2018

Per i più piccini! Siete pronti a entrare nel “Fantastico mondo di RosMari” in compagnia di Rosario Prestianni e di Maria Di Leto?




In un mondo fantastico, popolato da creature curiose e dall’animo gentile, prendono forma incredibili avventure in grado di accendere la fantasia di grandi e piccini. Accadrà, così, di conoscere una vivace famiglia di coniglietti e un viaggio alla ricerca dell’ignoto, o il felice ritorno a casa di chi, strappato alla propria terra, ha attraversato innumerevoli peripezie, e infine una principessa dai piedi di zenzero che attende speranzosa l’arrivo del principe.


Rosario Prestianni è nato nel 1958. Papà di quattro figli, è un appassionato sognatore che ama la vivace compagnia dei più piccoli. Innamorato della terra siciliana, si dedica alla ricerca e tutela dei prodotti locali, commercializzando pane di farine di antichi grani siciliani.

Maria Di Leto è nata a Palermo nel 1968 e ha studiato architettura. Da sempre appassionata di arte, da più di 25 anni si dedica con creatività all’insegnamento nella scuola primaria. Nel tempo libero coltiva l’amore per l’illustrazione.

Arriva in libreria: Rosario Prestianni, “Il fantastico mondo di RosMari”, Illustrazioni di Maria Di Leto, Edizioni la Zisa, pp. 112, Euro 12,00 (ISBN 978-88-99113-94-0)


martedì 27 febbraio 2018

Palermo 16 marzo, Alla libreria del Mare si presenta il saggio di Giada Trapani, “L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson”, Edizioni La Zisa



Appuntamento venerdì 16 marzo, alle 17 e 30, alla Libreria del Mare di via Cala 50, a Palermo, per la presentazione del saggio di Giada Trapani, “L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson”, Edizioni La Zisa. Dialogheranno con l’autrice Augusto Cavadi e Giampiero Tre Re.

In libreria: Giada Trapani, “L’origine del male. Sul pensiero filosofico dell’ultimo Pareyson”, Edizioni La Zisa, pp. 112, euro 12,00

“L’analisi e l’approfondimento dell’ultima riflessione filosofica di Luigi Pareyson nascono dall’esigenza di accostarmi al problema del male la cui forza oscura di inesauribile desiderio di distruzione è presente, nel mondo umano, come realtà sconvolgente.

Com’è possibile chiudere gli occhi di fronte al trionfo del male, alla natura diabolica di certe forme di malvagità, alle più atroci manifestazioni di perversità umana? Com’è possibile consegnare queste atrocità al freddo e impietoso giudizio dell’etica e al debole, compassionevole, buonismo religioso? Il bisogno di parlare del male, dunque, prende forma dalla necessità di comprenderne l’esistenza e di darne ragione.

Il male si manifesta nel mondo in tutta la sua intatta grandezza, vincendo battaglie, gridando violentemente la sua potenza, nutrendosi di esseri umani senza operare una selezione di cibo, torturando, mortificando e lacerando ogni forma di bellezza, esultando davanti al dolore, ridendo davanti alla morte; il male ha il volto dell’uomo. Ecco allora che, come squarcio lacerante, irrompe dentro di noi la domanda: perché? Perché guardando il male vediamo noi stessi? Cercando la risposta, cercando la verità noi ci cerchiamo.

L’ultima meditazione di Pareyson è volta alla scoperta dell’origine di un male che affonda le sue radici nella buia e silenziosa profondità della natura umana, in quel luogo senza spazio, senza tempo, senza leggi, che è la libertà. Il filosofo va alla ricerca della sorgente, il filosofo ha sete di abisso. Il tema della libertà e il problema del male, nella loro interna connessione e inscindibilità, costituiscono il centro pulsante dell’ultima filosofia di Luigi Pareyson.

Una serie di inquietanti e vertiginose domande sul male e sul dolore incalzano il filosofo: è possibile che di tutto il male, così smisurato nell’universo, la colpa sia interamente da porre a carico della libertà dell’uomo? E che egli, tragico realizzatore del male, ne sia il solo e unico responsabile? Dio è del tutto innocente? Oppure è compromesso nell’intera vicenda di male e di dolore che marchia ogni vivente?

Pareyson sorvola il vertiginoso baratro della ragione umana senza cadervi, ritrovando una nuova ragione filosofica, cosciente dei suoi limiti eppure coraggiosa, forgiando una filosofia che si costruisce sull’intreccio indissolubile tra ontologia della libertà, pensiero tragico ed ermeneutica dell’esperienza religiosa. Il filosofo pone in essere il tentativo di pensare il male non in chiave privativa e di non giustificare Dio alla maniera della teodicea di Leibniz. Alla domanda del perché soffrono anche gli innocenti, Pareyson, infatti, tenta di dare una risposta che egli chiama cristologia laica che assorbe interamente il Dio sofferente compromesso nella vicenda del dolore umano. Pareyson cerca l’interesse da parte di tutti gli uomini di fede e non, accomunati dall’uso della ragione e dalla tragicità della condizione umana”. (dall’Introduzione dell’autrice)

Giada Trapani è nata a Palermo, ha studiato pianoforte presso il Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo, ha poi conseguito il diploma di laurea in canto a indirizzo artistico, l’abilitazione alla didattica musicale infantile e la laurea in filosofia presso l’Università degli Studi di Palermo, sviluppano una tesi di filosofia morale.
Dopo gli studi concernenti tematiche ambientali e un master in Politiche e strumenti di sviluppo sostenibile, ha vinto una borsa di studio e ha iniziato a lavorare presso enti e aziende di settore, occupandosi di formazione ambientale e progettazione alla sostenibilità.

martedì 20 febbraio 2018

In libreria: Salvatore Girgenti, “Il caso Tancredi. Una storia siciliana” Edizioni La Zisa, pp. 160, euro 14,90





In una Sicilia color seppia, dalle raffinatezze ormai perdute, sotto un sole che tutto schiarisce, si avvicendano distinti notabili e politici acclamati, ma nei vicoli bui delle antiche città si aggirano anche i volti scuri delle loro propaggini nascoste. In una storia che intreccia anche le trine di avvenenti donne dalla diabolica apparenza ingenua, si percorrono le piste del giallo storico in cui Tancredi è carnefice e vittima di un intero sistema di clientele e antiche mafie, al centro di un vero e proprio cameo sociologico e sottilmente psicologico delineato con eleganza e sapienza da Salvatore Girgenti, profondo conoscitore della storia e della cultura siciliana.

Salvatore Girgenti  (Palermo, 1945), docente di storia e filosofia, giornalista, saggista, Preside dell’I.T.C. Europa 2000 di Erice. È stato direttore della Scuola Superiore di Giornalismo della Libera Università di Trapani, dove ha anche insegnato Storia Contemporanea. È presidente dell’Accademia di Studi Medievali di Trapani. Ha collaborato alla Terza Pagina della Sicilia di Catania e alle riviste I Nuovi Quaderni del Meridione, Incontri Meridionali, Il Trimestre, La Fardelliana, Libera Università del Mediterraneo e Cronache Parlamentari. Ha pubblicato, tra l’altro: La vicenda Nasi e i suoi riflessi nell’opinione pubblica italiana (L.U.T., 1985), Siciliani Illustri (Banca Sicula, 1985), La Compagnia dei Bianchi di Trapani (L.U.T., 1988), Cent’anni fa l’esposizione nazionale di Palermo (Arpe, 1991), Le radici ebraiche dell’ordine templare: un’ipotesi di ricerca (Vittorietti, 2011)



giovedì 8 febbraio 2018

Storie di (stra)ordinaria cultura a Palermo: i primi trent'anni di Edizioni La Zisa


La casa editrice La Zisa è nata a Palermo nel 1988: un periodo di vigore culturale che ha visto fiorire autori siciliani e nascere nuove chiavi di lettura della "sicilianità"

Questo 2018 vede Palermo al centro del mirino per tutto ciò che riguarda la cultura ed è una fortunata coincidenza che veda anche compiere i primi trenta anni di età (e di impegno) di uno dei fiori all'occhiello dell'editoria siciliana.

Le Edizioni La Zisa infatti sono state fondate nel 1988: un momento di vigore culturale iniziato alla fine degli anni Sessanta e che ha visto Maurizio Rizza e gli altri soci fondatori rilanciare l'editoria siciliana trovando nuove chiavi di lettura per i fenomeni dell'Isola.

L’intento iniziale era quello di recuperare e rimettere nuovamente in circolo testi di autori siciliani che avevano avuto una eco nazionale e internazionale e, insieme a essi, quelli di autori stranieri che si erano lanciati ad affrontare argomenti e temi siciliani.

Era tangibile l'esigenza di riannodare alcuni fili di una presenza meno angusta e provinciale dell’isola, che un certo sicilianismo deteriore aveva spezzato facendola apparire come un corpo separato dal contesto nazionale, europeo e mondiale.

Perfino il fenomeno mafioso è stato oggetto di pubblicazione: alcuni volumi sono infatti stati diffusi con il chiaro intento di rivedere in modo nuovo, inusuale e anche scientifico Cosa Nostra.

In particolare va ricordata l’inedita relazione sulla mafia del territorio corleonese presentata dal generale Carlo Alberto Dalla Chiesa alla Commissione nazionale antimafia, che diede alla casa editrice nascente una certa notorietà su scala nazionale. 

A metà degli anni Novanta l’attività editoriale venne applaudita dagli ambienti accademici palermitani, ma non solo: un riconoscimento che si tradusse nella pubblicazione di alcuni volumi di affermati studiosi di diverse discipline e che diedero vita a nuove collane di storia, sociologia, antropologia, architettura, critica letteraria, economia.

Tra gli autori, solo per citarne alcuni, si trovano i premi Nobel per la letteratura François Mauriac, Maurice Maeterlinck, e Ghiorgos Seferis ma anche i magistrati Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Tra essi anche il fondatore del Partito popolare don Luigi Sturzo, l’archeologo Vincenzo Tusa, lo storico liberale Antonio Jannazzo, i sociologi Mario Grasso, Mario G. Giacomarra e Alessandra Dino, l’architetto Giuseppe Esposito e tanti altri.

Come appare chiaro da alcuni dei nomi sopra menzionati, sebbene le Edizioni La Zisa abbiano privilegiato la saggistica, non di rado hanno rivolto il loro interesse alla narrativa mantenendo il livello della loro produzione sempre medio-alto e lanciando talvolta anche talentuosi emergenti alcuni dei quali hanno poi continuato la propria carriera con prestigiosi e affermati marchi nazionali.

Nel 2007 prende il comando della casa editrice Davide Romano, che ha continuato l’avventura editoriale intrapresa dai fondatori, riscuotendo un buon successo con alcune pubblicazioni come il saggio scritto col collega giornalista Fabio Bonasera “Inganno padano. La vera storia della Lega Nord” (Prefazione di Furio Colombo) o il pamphlet del cronista del Sole24Ore, Nino Amadore, “La zona grigia. Professionisti al servizio della mafia”.

Inoltre, vanno menzionati la relazione della Commissione parlamentare Antimafia sulla ‘Ndrangheta o, ancora, le recenti pubblicazioni di Pompeo Colajanni “Le cospirazioni parallele” e di Girolamo Li Causi “Terra di frontiera”, con la prefazione dell’ex ministro della Repubblica Oliviero Di Liberto.

Ma la casa editrice ha iniziato anche una fruttuosa collaborazione con enti internazionali per le traduzioni delle letterature straniere grazie alle quali ha realizzato due collane di letteratura neogreca (Nostos/poesia Nostos/narrativa), uniche in Italia, che annoverano fra i propri titoli opere di grande prestigio come il romanzo del già citato premio Nobel Ghiorgos Seferis “Sei notti sull’Acropoli”, l’opera del Premio Lenin Kostas Vàrnalis “Il diario di Penelope” e l’autobiografia di Nikiforos Vrettakos, “Dolore”, e poeti come Titos Patrikios, Ghiorgos Sarandaris, Alexandra Galanù, Anestis Evanghelu.

A breve, inoltre, debutterà una collana interamente dedicata alle letterature slave (russa, polacca, etc.) che si chiamerà “Slavika” e che comprenderà opere come quelle di autori come Pushkin, Tolstoj, Turgenev, Sienkiewicz, Bunin, Gor’Kij, Esenin, Cveteva, Majakovskij, Blok e tanti altri. Senza dimenticare che sono già state inaugurate una collana di letteratura rumena (“Dor”) e una di letteratura franco-belga (“Belgica”).

Anni, trenta, di politiche aziendali e occhio all'editoria d'impatto per la casa editrice che intanto aderisce anche ad "Addiopizzo": tutti i suoi volumi sono certificati pizzo-free e collabora con l’ associazione “Libera” di don Luigi Ciotti per la divulgazione del binomio sviluppo e legalità quale unico mezzo per contrastare la mentalità mafiosa che da troppo tempo soffoca l’ economia siciliana e non solo.

La casa Editrice La Zisa si è quindi ritagliata uno spazio importante e significativo tra realtà editoriali di qualità del nostro Paese, anche attraverso una nuova rete di distribuzione con depositi tutte le regioni d’Italia e all’estero (l’ultimo contratto, in ordine di tempo, è quello siglato con Malta).
(Balarm.it, 7 febbraio 2018)


venerdì 26 gennaio 2018

Palermo 2 febbraio, Alla libreria del Mare si presenta “L’ombra della morte e il diaspro sanguigno. Poesie” di Giulia Chines (Ed. La Zisa)


Appuntamento venerdì 2 febbraio, alle 17 e 30, alla Libreria del Mare di via Cala 50, a Palermo, per la presentazione della silloge di poesie di Giulia Chines “L’ombra della morte e il diaspro sanguigno”, pubblicato dalle Edizioni La Zisa. Dialogheranno con l’autrice Valeria La Barbera e Alfredo Sant’Angelo.

L e poesie di Giulia Chines incorniciano l’antico sforzo umano di avvicinare il senso ultimo di vita e morte, tempo e divenire. Le immagini di un’anima tormentata alla ricerca di un’Alterità da interrogare si susseguono senza risparmiare al lettore un clima di crescente tensione. Le idee del Limite e della Finitezza, come prerogative della condizione umana, solcano quindi le pagine di questa raccolta di esordio, in cui la – seppur giovane –autrice intreccia le fila di un dialogo serrato tra il desiderio di vita e l’ineluttabilità della morte.


Giulia Chines, 23 anni, è laureata in Studi Filosofici e Storici presso l’Università degli Studi di Palermo. Appassionata lettrice di narrativa e mitologia, si avvicina alla poesia ancora bambina, iniziando a coltivare un rapporto privilegiato con temi quali la perdita e la morte.

lunedì 22 gennaio 2018

L’esordio letterario della misteriosa Agapi Lachesis, “L’Aurora”, Edizioni La Zisa, pp. 88, euro 9,90



Dolci fragilità, legami indissolubili che non conoscono lo scorrere del tempo e la distanza, si fondono in questo romanzo, alternanza piacevole di prosa e poesia. Aurora ne è la protagonista: da tenera bambina, come da donna matura, vive di passione per l’arte, per la musica, per un amore insostituibile. Con sensibilità e freschezza l’autrice svela una storia densa di passione, in cui la quieta e banale consuetudine cede il posto a una inaspettata consapevolezza di sé e degli altri.

Originaria di Palermo, Agapi Lachesis consegue la maturità classica e intraprende studi artistico-letterari. L’Aurora è il suo primo romanzo, scritto in giovanissima età. Dal greco agapao, Agapi significa amore. Nella mitologia classica Lachesis è la Moira che tesse il filo della vita e assegna il destino agli uomini.


Arriva in libreria la storia inedita della toccante vicenda spirituale di Gregorio Fasulo, terziario agostiniano



Il libro: Caterina Zabbia, “Gregorio, un fiore cresciuto sulle zolle del Calvario”, Presentazione di padre Luigi Pingelli Oad, Prefazione di padre Mario Genco Oad, Nota di don Carmelo Vicari, Edizioni la Zisa, Pp. 80, Euro 9,90

Quest’opera racchiude le tracce di un’esistenza silenziosamente votata all’accettazione del sacrificio: quella del terziario agostiniano Gregorio Fasulo. L’ardente ricerca di un disegno superiore incastonato nell’esistenza umana, in grado di giustificarne il dolore e le privazioni come momenti di massima vicinanza al divino, è la nota dominante di questo racconto, nonché degli sforzi compiuti dall’autrice, e nipote, per metterne insieme i pezzi. Chiamato “attraverso la malattia e la sofferenza” a farsi “modello di santità nello stato di vita secolare”, Gregorio Fasulo dimostrò che è possibile “percorrere la via di assimilazione a Cristo anche nella normalità della condizione laicale”.

Caterina Zabbia, nata a Palermo il 2 febbraio 1953, ha conseguito nella stessa città i diplomi di Scuola Magistrale e di Istituto Magistrale. Dopo alcuni anni di insegnamento nella provincia di Trapani, svolge attualmente l’attività di insegnante specializzata nel sostegno nella scuola primaria a Palermo. Ha realizzato con gli alunni laboratori teatrali e di canto corale. Fa parte sin da bambina di Azione Cattolica, nella quale è educatrice dei ragazzi; svolge inoltre la funzione di catechista. Appassionata di canto corale, fa parte del coro della parrocchia Sant’Ernesto e del coro della Cattedrale di Palermo.

Palermo 16 febbraio, “Letture vegetariane per palati vegetariani”. Aperitivo e presentazione del libro “Riflessioni di un vegetariano” di Lev Tolstoj




Freschette-Caffè Riso propone un aperitivo interamente vegetariano e anche vegan a buffet nell’ambito della presentazione del volume di Lev Tolstoj “Riflessioni di un vegetariano”, curato da Davide Romano che ne curerà anche la presentazione. L’appuntamento è per venerdì 16 febbraio, alle ore 18 e 30, presso Freschette-Caffè Riso di corso Vittorio Emanuele 365, Palazzo Riso, a Palermo. Il costo complessivo (aperitivo+libro) è di soli 10 euro.

Freschette Caffè Riso
C.so Vittorio Emanuele, 365 - Palazzo Riso Palermo
Cell 388 649 5614 info@freschette.com

Responsabile comunicazione ed eventi Francesca Leone

venerdì 19 gennaio 2018

In libreria la terza edizione del libro di Eva Valvo, “C’è del dolce in Danimarca Un viaggio in 50 ricette”, Prefazione di Charlotte Sylvestersen, Edizioni La Zisa, pp. 112, Euro 8,00



C’è del dolce in Danimarca! Non è un caso se il termine “danesi”, riferito alle celebri paste sfogliate ripiene, è ormai diventato in molte lingue sinonimo di “dolci”. Anzi, i dolci rappresentano il settore in cui si esprime maggiormente la creatività e l’originalità della tradizione gastronomica di questo paese. Il repertorio dolciario danese è praticamente sterminato e la selezione di ricette qui proposta è stata dettata soprattutto dal desiderio di offrire un campione rappresentativo delle varie tipologie di dolci. Ma non solo. Il cibo è vita, storia, tradizione, e così dietro ogni dolce si nasconde un racconto, un fatto curioso, un modo di fare. Ogni ricetta costituisce la tessera di un mosaico attraverso cui l’autrice non fa altro che raccontare e descrivere la sua Danimarca.


Eva Valvo, nata da madre danese e padre italiano, vive in equilibrio tra queste due culture. Ha studiato lettere classiche a Pisa, discutendo la tesi di dottorato su un’antica storia della Danimarca composta in latino. Spinta dalla vocazione di fare da ponte tra le culture, oggi lavora come traduttrice. Vive a Palermo con il marito e due bambini piccoli e si diverte a preparare dolci per gli amici.

mercoledì 17 gennaio 2018

Palermo 27 gennaio, Alla Libreria del Mare presentazione del volume di Angelo Sferrazza “L’angelo di fuoco. Poesie” (Ed. la Zisa)




L’angelo di fuoco. Poesie” (Ed. la Zisa) è il titolo della raccolta di Angelo Sferrazza che sarà presentata sabato 27 gennaio, alle ore 17 e 30, presso la Libreria del Mare di via Cala 50, a Palermo. Con l’autore discuteranno Alfredo Sant’Angelo e Davide Romano.

Il libro: Angelo Sferrazza, “L’angelo di fuoco. Poesie”, Edizioni la zisa, pp. 64, euro 9,90 (Isbn 978-88-9911-378-0)

La nascita, la vita e la morte sono le tre tappe di un essere umano; ma cosa lega in maniera indissolubile questi tre elementi? La risposta è qualcosa di indefinito che sta tra la realtà e l’immaginazione, qualcosa che non ha uno scopo e non può essere classificato o spiegato scientificamente. Mette in stretta relazione i nostri cuori e la nostra mente sino alle profondità dell’anima. Il passo tra la realtà e l’immaginazione è più sottile di un filo di cotone, facile da toccare più di quanto si pensi, se la società non mettesse nella nostra testa tutte quelle cose di poca utilità che ci circondano e ci allontanano da questo filo, e non solo: ci distolgono dalle cose importanti che potrebbero dare un senso alla nostra esistenza. Senza di esse risulterebbe monotona e frivola. Ecco che l’uomo si rifugia nelle passioni che lo avvicinano a questo confine, affrontando la vita un po’ più sereno, e le passioni non sono altro che l’amore per qualcosa o per qualcuno.

Angelo Sferrazza è nato a Palermo nel 1988 dove vive ancora oggi. Dopo aver conseguito il diploma di maturità a indirizzo tecnico, inizia a coltivare la passione per la musica e per la letteratura, in particolare per la poesia, fino a coronare il sogno di pubblicare la sua prima raccolta di liriche.


martedì 16 gennaio 2018

E siamo a tre! E’ in libreria la terza edizione del volume di Tatiana Kalinina, “Non solo caviale. Le ricette della cucina tradizionale russa”, Edizioni La Zisa, pagg. 128, euro 15,00

 

Agli italiani piace russa, la cucina!






Non solo caviale! Spesso ci si accosta alla cultura gastronomica di un paese straniero in maniera stereotipata e scontata, per cui Russia a tavola è, quasi sempre, sinonimo di caviale, insalata e vodka. In realtà, le ricette della cucina tradizionale russa, qui presentate – dagli innumerevoli antipasti ai primi come il boršč, ai secondi come la kaša, alla pasticceria con i suoi bliny e i suoi pirogi, fino alle bevande e al rituale del tè –, offrono al lettore una visione molto più ampia di ciò che il cibo rappresenta per i russi. Non un semplice ricettario, dunque, ma un vero e proprio racconto per far conoscere, a grandi linee, la storia della cucina russa e, allo stesso tempo, sperimentare le ricette base che spiegano, in modo molto semplice, come preparare alcuni dei piatti tradizionali più amati dai russi. Seguendo il consiglio dell’autrice, è un libro da leggere quasi come un piccolo romanzo, lasciandosi trasportare nel tempo alla scoperta di odori e sapori sconosciuti.



Tatiana Kalinina, nata a San Pietroburgo nel 1975. Dopo la laurea e il dottorato presso l’Università Statale Pedagogica di San Pietroburgo A.I. Herzen, ha insegnato per alcuni anni come docente di scuola elementare e media ed è stata organizzatrice di eventi e programmi culturali a San Pietroburgo. Trasferitasi poi in Italia, ha conseguito la laurea in Scienze per la Comunicazione Internazionale, presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Catania. Vive in Sicilia dal 2004, dove lavora, attualmente, come guida turistica.

Palermo 19 gennaio, Alla Real Fonderia presentazione del romanzo di Fabrizio Vasile "Il destino di Nidia" (La Zisa)



Presentazione venerdì 19 gennaio, alle 17, presso la Real Fonderia a piazza Fonderia, a Palermo, del libro di Fabrizio Vasile "Il destino di Nidia" (Edizioni La Zisa). Con l'autore dialoga Beatrice Agnello, che ha anche firmato la prefazione.

Palermo nella morsa del colera e tra le braccia della Santuzza, passione e devozione testimoniate anche da una targa commemorativa, misteriosamente sfregiata. Quando l’Autore si imbatte in questo documento davanti al quale sfrecciano i passanti e il traffico prosegue indolente, comprende che ha il dovere di narrare una storia importante legata a una delle vicende più dolorose della sua città.
«Chissà in quanti ci saremo passati davanti senza dedicarle più di una frettolosa occhiata, o forse neppure quella. Fabrizio Vasile invece, abituato, come chi ama scrivere, a interrogare i dettagli tirandone fuori ipotesi di storie, inventa sulla base di quella piccola traccia reale un racconto che mescola veri documenti su quell’epidemia di colera e sulla Palermo di allora all’invenzione, con cui dà vita a un giallo […]»

Fabrizio Vasile è nato a Palermo il 27 agosto 1953. Chimico, ha lavorato come tecnico nel campo della tutela dell’ambiente e delle energie rinnovabili dal 1982 al 2015. Negli ultimi quindici anni ha partecipato a laboratori di scrittura e ad altre attività culturali con diverse associazioni e promuove reading letterari


radiofonici. Ha pubblicato alcuni racconti brevi sulla rivista Margini e nelle raccolte Guerre (ed. La Luna, 2003) e La Spranga (ed. Pontegobbo, 2007). Del 2011 è la sua raccolta di racconti dal titolo Smettere di fumare, pubblicata per i tipi della casa editrice Robin, che comprende dodici racconti scritti tra il 2003 e il 2009.

lunedì 15 gennaio 2018

Palermo, Aperte le iscrizioni per il corso base di lingua tedesca “Alles Gute!”



Sono aperte le iscrizioni per il corso base di lingua tedesca “Alles Gute!” organizzato dall’associazione La Tenda di Abramo e dalla casa editrice La Zisa. Le lezioni, che avranno cadenza settimanale, inizieranno lunedì 19 febbraio, alle ore 18, presso i locali dell’Associazione culturale La Tenda di Abramo, in via Lungarini 60, a Palermo.

Il corso, che sarà tenuto da un’insegnante madrelingua qualificata, ha un costo complessivo di soli 90 euro (materiale incluso) per 5 incontri di 2 ore ciascuno. Al termine del corso verrà rilasciato un attestato. 
 
Di seguito il calendario delle lezioni: 19, 26 febbraio e 5, 12  e 19 marzo 2018.

Info: tel. 091 5509295 - cell. 327 9053186 o scrivere a: ass.latendadiabramo@gmail.com


https://latendadiabramo.blogspot.it/2018/01/palermo-aperte-le-iscrizioni-per-il.html

lunedì 8 gennaio 2018

Palermo 12 gennaio, Presentazione del saggio di Mariarita Scacciaferro, “Accesso e riservatezza: due diritti separati in casa” (Ed. La Zisa)



Palermo 12 gennaio, Presentazione del saggio di Mariarita Scacciaferro, “Accesso e riservatezza: due diritti separati in casa” (Ed. La Zisa)

“Accesso e riservatezza: due diritti separati in casa. Evoluzione storico-giuridica, dalla nostra Costituzione alla Legge Madia” di Mariarita Scacciaferro, Edizioni La Zisa, è il titolo del volume che verrà presentato venerdì12 dicembre, alle ore 17 e 30, presso la Libreria Sciuti di via Sciuti 91/F, a Palermo. Insieme all’autrice, interverranno Sabrina Vecchio Verderame, avvocato e dottore di ricerca presso l'università degli studi di Palermo, e Luca Insalaco, avvocato e giornalista.

Il libro: Mariarita Scacciaferro, “Accesso e riservatezza: due diritti separati in casa. Evoluzione storico-giuridica, dalla nostra Costituzione alla Legge Madia”, prefazione di Caterina Ventimiglia, Edizioni La Zisa, pp. 80, euro 12,00

Noi siamo le nostre informazioni, la nostra identità è affidata al modo in cui queste informazioni sono raccolte, trattate, collegate e fatte circolare. Dunque, il diritto alla privacy è un diritto fondamentale, un diritto della personalità, tutelato dalla nostra Costituzione. Oggi, per via del costante aumento della quantità di informazioni messe in circolazione sia da soggetti pubblici che privati, la tutela alla riservatezza è lo strumento essenziale tale da garantire all’individuo la libera costruzione della propria sfera privata, nella giusta pretesa di determinare in che misura egli desidera condividere parte di sé con gli altri, ovvero il diritto di controllare la diffusione dell’informazione circa se stesso.

Dallo studio condotto in queste pagine dall’autrice emerge con chiarezza come il rapporto tra la privacy e il diritto di accesso sia connaturato al delicato problema di come conciliare l’interesse pubblico alla trasparenza dell’attività amministrativa con la delicata tutela dei diritti della personalità che, specie dove entra in gioco la sfera più intima della privacy, può determinare quello che la giurisprudenza ha definito come un “aspro contrasto”.


Mariarita Scacciaferro è nata a Palermo (1977). Laureatasi in Giurisprudenza, si è impegnata, per diverso tempo, in attività di sensibilizzazione e promozione al recupero del territorio locale e alla legalità, collaborando con diverse associazioni no profit. Ex volontaria e attivista antimafia, esperta in leadership, management e progettazione, ha operato nell’ambito della cooperazione nel turismo responsabile e accessibile. Oggi, è dedita, principalmente, all’attività forense e politica.

giovedì 4 gennaio 2018

In libreria: Ernesto De Cristofaro ( a cura di), “Le verità nascoste. Da Aldo Moro a Piersanti Mattarella e Pio La Torre”, Edizioni La Zisa, pp. 160, euro 14,90 (ISBN 978-88-99113-85-8)




“È [...] maturo il tempo per raccogliere l’esigenza posta da una rete di studiosi, avvocati, giornalisti, operatori nel campo del sociale e della prevenzione investigativa, operante a Palermo e altre sedi [...] di affrontare una questione che non può cadere nell’oblio, quella delle verità nascoste, ancora da rendere chiare e dichiarate, su tanti, troppi assassinii e stragi. L ’esigenza di ricostruire, in questo caso, la trama storica che dall’assassinio di Aldo Moro si dipana fino a quelli di Piersanti Mattarella e Pio La Torre, l’intreccio di mafia, politica e affari che ha attraversato non solo la Sicilia. Un impegno civile dunque, direi un doverecivile che non può non accompagnarsi ai doveri dell’insegnamento e della ricerca, quello di offrire conoscenze ai giovani per una loro crescita consapevole, affinché sappiano che vivono in una società nella quale non tutti si sono arresi al silenzio e che studiano in un’università nella quale con libertà, senza interessi di parte politica e in modo pluralistico è possibile tentare risposte alle contraddizioni che attraversano il contemporaneo”. (dalla Presentazione di Antonio Pioletti)

“Il lavoro che si è [...] svolto [...] è un tributo alla memoria e alla verità, senza le quali nessuna comunità civile può essere sicura della propria stabilità e dell’agibilità [...] dei propri spazi, dei diritti e delle libertà che essi custodiscono [...] e intende essere un contributo a tale, doverosa e imprescindibile, ricerca della verità. Esso investe una particolare stagione della storia italiana [...]. Quella che si situa cronologicamente tra la fine degli anni Settanta e i primissimi anni Ottanta, durante i quali sono all’opera [...] in certi ambiti più aperti del mondo politico dinamiche di trasformazione progressiva, di dialogo, di riconoscimento e legittimazione tra forze e soggetti ugualmente interessati alla qualità e all’effettività della democrazia in Italia. [...] Piersanti Mattarella e Pio La Torre sono stati tra gli interpreti [...] moralmente più risoluti di quella stagione della storia e della politica italiana e hanno elaborato [...] la densa eredità che si collega al nome di Aldo Moro. Per tale ragione, i saggi di questo volume interrogano alcuni profili che riguardano l’attività di quei due importanti politici siciliani in raccordo a quanto, negli anni in cui essa si andava svolgendo, accadeva ai massimi livelli della politica nazionale. Le ragioni che hanno animato la vita di Mattarella e di La Torre e che ne hanno, assai verosimilmente, causato la morte, non possono, infatti, essere comprese al di fuori di una chiara e distinta delucidazione del contesto”. (dall’Introduzione di Ernesto De Cristofaro)

Ernesto De Cristofaro(1972), laurea in Giurisprudenza (Università di Catania, 1994), laurea in Filosofia (Università di Venezia, 2001), dottorato di ricerca in “Profili della cittadinanza nella costruzione dell’Europa” (Università di Catania, 2005). Borsista presso il Max-Planck-Institut für europäische Rechtsgeschichte di Frankfurt am Main (2004, 2009) e Visiting scholar presso la Lloyd Robbins Collection dell’Università della California-Berkeley (2004, 2006). È ricercatore confermato di Storia del diritto medievale e moderno presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania. Negli anni accademici 2014-15 e 2015-16 ha insegnato Diritto comune e Storia del diritto medievale e moderno presso l’Università di Messina. Negli anni accademici 2014-15 e 2015-16, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Catania, ha coordinato il laboratorio di ateneo sul tema: Genesi e trasformazioni degli strumenti normativi di contrasto alle associazioni mafiose. Ha scritto su «Segno», «Rechtsgeschichte», «Quaderni fiorentini», «Materiali per una storia della cultura giuridica moderna», «Belfagor», «Discipline filosofiche», «Sociologia del diritto», «Snodi. Pubblici e privati nella storia contemporanea», «Laboratoire italien», «Micromega – Il rasoio di Occam», «Il mestiere di storico», «Journal of Constitutional History», «Siculorum Gymnasium», «Cahiers poitevins d’Histoire du Droit». Ha curato: Barcellona P ., De Giorgi R., Natoli S., Fine della storia e mondo come sistema (Dedalo 2003); Precursori dello sterminio. Binding e Hoche all’origine dell’“eutanasia” dei malati di mente in Germania(Ombre Corte 2012; con Carlo Saletti), Il domicilio coatto. Ordine pubblico e politiche di sicurezza in Italia dall’Unità alla Repubblica (Bonanno 2015). Ha scritto: Sovranità in frammenti. La semantica del potere in Michel Foucault e Niklas Luhmann (Ombre Corte 2007), Codice della persecuzione. I giuristi e il razzismo nei regimi nazista e fascista(Giappichelli 2008), Il senso storico della verità. Un percorso attraverso Foucault (Il Melangolo 2008).

Con scritti di:

Antonio Pioletti, già professore ordinario di Filologia romanza, preside della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere e prorettore dell’Università di Catania.

Nicola Tranfaglia, professore emerito di Storia dell’Europa e di Storia del giornalismo. Stefania Limiti, giornalista, saggista.

Adriana Laudani, avvocato, deputato all’ARS (Assemblea regionale siciliana) dal 1976 al 1991. Giuseppe Lo Bianco, giornalista, saggista.

Armando Sorrentino, avvocato, saggista.

Andrea Purgatori, giornalista, saggista, sceneggiatore.

Antonino Di Matteo, sostituto procuratore presso la Direzione nazionale antimafia.

mercoledì 3 gennaio 2018

Le Edizioni La Zisa siglano accordo di distribuzione con catena internazionale di librerie Clc


Nuovo accordo di distribuzione con la catena internazionale di librerie Clc. A siglarlo le Edizioni La Zisa di Palermo, presenti sul mercato dal 1988 e con più di trecento titoli in catalogo.
“Siamo sicuri – commenta il direttore editoriale della casa editrice La Zisa, Davide Romano – che questo nuovo accordo ci darà l’opportunità di essere ancora più capillarmente presenti coi nostri titoli su mercato nazionale, in particolar modo nel settore dell’editoria religiosa, e di aprirci ancora di più a quello estero. La Clc (Centro del libro cristiano) è, infatti, un’azienda che opera a livello mondiale. Fondata in Inghilterra nel 1941, oggi è presente in più di 50 Paesi e ogni anno raggiunge nuove nazioni”.

martedì 2 gennaio 2018

Palermo 5 gennaio, Si presenta il romanzo storico di Filippo Ferrandi “Labieno” (Ed. la Zisa)



Appuntamento venerdì 5 gennaio, alle ore 17 e 30, per la presentazione del romanzo storico di Filippo Ferrandi, “Labieno”, mandato in questi giorni in libreria dalle Edizioni La Zisa. Presso i locali della libreria Spazio cultura-Macaione, in via Marchese di Villabianca 102, a Palermo,  l'autore  si confronterà con Francesco Caccioppo, docente di storia e filosofia presso il Liceo Classico Umberto I di Palermo.

Il libro: Filippo Ferrandi, “Labieno”, Edizioni La Zisa, pp. 168, euro 15,90
Le sorti della Repubblica romana dipendono dai destini di due temibili schieramenti, quello dell’impavido Cesare e quello aristocratico, capeggiato dagli irriducibili generali pompeiani. Ma ciò che realmente guiderà le mosse di questo duello è una diversa concezione del potere: lasciare che sia un uomo solo alla guida di Roma, con l’effetto immediato di esautorare il Senato, e con esso un’intera tradizione politica, o credere a rischio il destino del Popolo romano, e lottare per una causa chiamata “Libertà” e “Repubblica”? In un clima di tensione, tra il frastuono delle armi e le urla di battaglia, emerge il profilo di un nobile stratega dall’indiscusso talento per la guerra: Tito Labieno. Un tempo amatissimo alleato di Cesare, Labieno opporrà resistenza alla solitaria corsa al potere del Dittatore, fronteggiandolo nel ruolo di una perfetta nemesi lungo l’arco del racconto.
Filippo Ferrandi è nato a Palermo nel 1988. Si è laureato in Studi Storici, Antropologici e Geografici presso l’Università degli Studi di Palermo, lavora come docente nelle scuole secondarie superiori e ha insegnato Italiano agli stranieri. Animato da un profondo interesse per la Storia Romana, e i suoi illustri personaggi, si dedica alla ricerca sul tema.